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(Adnkronos) - In occasione della Giornata internazionale della disabilità, la Fondazione Lega del Filo d'Oro Ets rinnova il proprio impegno nel promuovere l'inclusione, l'autonomia e il pieno riconoscimento dei diritti delle persone con sordocecità e pluridisabilità psicosensoriale, oltre 360mila in Italia (lo 0,7% della popolazione). Una fascia non trascurabile di popolazione, spesso invisibile - riporta una nota - che rischia di essere confinata nell'isolamento imposto dalla propria disabilità a causa dell'assenza di efficaci processi di analisi dei loro bisogni specifici, delle barriere e delle disuguaglianze che sono costrette ad affrontare. (VIDEO) Nel 2004 - ricorda la Lega del Filo d'Oro - il Parlamento europeo ha riconosciuto per la prima volta la sordocecità come disabilità distinta, invitando gli Stati membri a garantire supporto adeguato in vari ambiti. In Italia, la Legge 24 giugno 2010, n. 107 'Misure per il riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche' ha recepito questa raccomandazione, ma nella pratica si è rivelata di difficile attuazione. Dopo 14 anni dalla promulgazione di questa legge, secondo l'Ente filantropico resta ancora molto da fare per superare le difficoltà applicative e tradurre questo riconoscimento in concreti strumenti di tutela. Sebbene rappresenti un punto di partenza fondamentale - osserva - le sue limitazioni continuano a escludere molte persone dal pieno riconoscimento dei propri diritti. Attualmente, infatti, il riconoscimento della sordocecità rimane legato all'accertamento delle due distinte disabilità, escludendo, di fatto, dalla piena tutela legale le persone che, pur essendo non vedenti, siano diventate sorde dopo il dodicesimo anno di età, oppure, nate senza alcuna disabilità sensoriale, siano divenute sordocieche dopo i 12 anni di età. Per ovviare a tale criticità, il Consiglio dei ministri ha approvato lo scorso marzo il disegno di legge 'Semplificazioni-bis' che segna un'importante svolta: garantire il riconoscimento della sordocecità a tutte le persone che manifestano compromissioni totali o parziali combinate della vista e dell'udito, congenite o acquisite, a prescindere dall'età di insorgenza. Tale misura si inserisce nel più ampio disegno di riforma avviato con la Legge delega per la disabilità (Legge 22 dicembre 2021, n. 227), che accompagnerà l'aggiornamento della definizione di sordocecità ad una semplificazione dei criteri e delle modalità di accertamento. Tuttavia, il disegno non si è trasformato in legge e le persone sordocieche sono ancora in attesa di risposte. "Questa Giornata ci coglie in un momento speciale, nel sessantesimo anno della nostra Fondazione, e rappresenta l'occasione per ribadire l'importanza del pieno riconoscimento dei diritti delle persone sordocieche. Nonostante l'esistenza di una legge che teoricamente li riconosce, di fatto questo riconoscimento è ancora lontano - dichiara Francesco Mercurio, presidente del Comitato delle persone sordocieche della Fondazione Lega del Filo d'Oro - Lo scorso marzo abbiamo presentato a Montecitorio un 'Manifesto', dove chiediamo proprio questo. Era stato anche presentato un disegno di legge, ma al momento non abbiamo ancora trovato l'accoglimento, perché il disegno non è divento legge. Plaudiamo ai progressi compiuti con la legge delega 227/2021 e i suoi decreti attuativi, che introducono un nuovo linguaggio e strumenti di valutazione per cambiare la mentalità sulla disabilità. Tuttavia, per rendere questi strumenti realmente efficaci servono maggiori investimenti. Facciamo quindi appello alle istituzioni, ai cittadini e ai nostri sostenitori affinché si impegnino insieme a noi". Il Manifesto delle persone sordocieche - dettaglia la nota - chiede di aggiornare la normativa vigente per eliminare ogni barriera al riconoscimento dei diritti di chi non vede e non sente. Il documento evidenzia l'urgenza di politiche inclusive che vadano oltre la sfera sanitaria, includendo istruzione, lavoro e vita sociale. "E' necessario tradurre i principi in azioni concrete - afferma Rossano Bartoli, presidente della Fondazione Lega del Filo d'Oro - La nuova definizione di sordocecità e la semplificazione dei criteri di accertamento sono passi fondamentali per garantire pari opportunità a tutti coloro che vivono questa condizione. La Giornata internazionale della disabilità ci ricorda che l'inclusione sociale è una responsabilità collettiva. La sfida del pieno riconoscimento della sordocecità come disabilità specifica non può fermarsi a un miglioramento dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria, ma deve tradursi in politiche inclusive che garantiscano il diritto alla salute, all'istruzione, al lavoro, all'autodeterminazione e all'abbattimento delle barriere che ostacolano l'autonomia delle persone sordocieche. Il rischio, altrimenti, è che i nuovi diritti e le nuove conquiste restino solo sulla carta".
(Adnkronos) - Debutto sul mercato della clementina italiana più tardiva: la Perrina. Da metà dicembre, infatti, arriva l’unica varietà italiana di clementina tardiva, sviluppata in Italia dall’agronomo Francesco Perri che individuò una mutazione spontanea della clementina comune, cioè la più coltivata in Italia, ora alle prese con il cambiamento climatico. La varietà esclusiva Perrina sarà indicata in etichetta nella linea 'Dolce Clementina' prodotta in esclusiva da Op Armonia, la più grande organizzazione di produttori ortofrutticoli con sede a Battipaglia (Sa), che associa 80 agricoltori nel Centro-Sud d'Italia per un totale di 1.500 ettari di coltivazioni. Al 31 dicembre scadrà inoltre il periodo di osservazione (Cpvo - Ufficio brevetti europeo) della varietà Perrina, la cui protezione legale verrà sancita a tutti gli effetti e l’azienda campana potrà procedere alla diffusione di questa varietà made in Italy anche a terzi non associati. “Nella campagna 2024/25 prevediamo di raccogliere oltre 300mila chili di clementina Perrina, interamente prodotti nell’areale della Piana del Sele. Con questi investimenti la Campania è diventata protagonista di primo piano nel panorama nazionale e internazionale dell'agrumicoltura di eccellenza", spiega l’ad di Op Armonia, Marco Eleuteri. Nuovi investimenti in agrumicoltura, quindi, per rilanciare il prodotto made in Italy, adattare la produzione al cambiamento climatico e colmare il gap con le importazioni dall’estero. Op Armonia ha siglato inoltre un accordo con il breeder Eurosemillas per la coltivazione di una nuova varietà di mandarino a maturazione tardiva che nei prossimi anni sposterà in avanti la raccolta del frutto fresco fino ad arrivare al mese di maggio. Il nome della nuova varietà è Kino, denominazione commerciale della varietà 'Kinnow LS', ottenuta dall’Università della California Riverside (Ucr) migliorando la varietà ibrida originaria per ridurre al minimo indispensabile la presenza di semi. I primi impianti di mandarino Kino messi a dimora da Op Armonia partiranno nel 2025 e coinvolgeranno dapprima cinque ettari in campi sperimentali con l’obiettivo di arrivare a 50 ettari in Campania. “Il nuovo mandarino tardivo - continua Marco Eleuteri - ci consentirà di presentare sul mercato un prodotto affogliato in primavera. Questo è importante perché la foglia è la caratteristica della freschezza e il consumatore la preferisce. Inoltre, è particolarmente interessante perché ha un grado zuccherino molto più elevato rispetto agli altri mandarini. Può arrivare infatti a 18 gradi brix e quindi gustativamente è molto gradevole”. Op Armonia negli ultimi cinque anni ha investito circa 2 milioni di euro nell'implementazione delle nuove varietà di agrumi tardivi e nei prossimi tre anni ne verranno investiti altrettanti. La Op Armonia associa 80 agricoltori dislocati nel Centro-Sud d'Italia, per un totale di 1.500 ettari di coltivazioni. Cento i dipendenti diretti all'attivo e oltre 600 quelli dell'indotto, l'azienda distribuisce i propri prodotti nelle maggiori insegne distributive sia in Italia che nei Paesi del Centro e Nord Europa, con una percentuale di export del 25% sul fatturato totale, in gran parte dedicata alle produzioni biologiche. Nel bilancio d'esercizio 2023, Op Armonia ha registrato un fatturato globale pari a 28 milioni di euro, in aumento del 10% sull'anno precedente, mentre nel 2024 la prospettiva di crescita è superiore al 20%.
(Adnkronos) - “L'agricoltura rigenerativa per noi è guardare all'ecosistema totale, non solo a un prodotto, quindi la salute e la salubrità di un prodotto racconta la salute e la salubrità dell'ecosistema dove vive questo prodotto agricolo”. Sono le parole di Marta Galimberti titolare di Cascina Bagaggera, una dei due vincitori della prima edizione del Premio 'The Good Farmer Award', promosso dal Gruppo Davines in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Situata nel cuore del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, nella Brianza Lecchese, l'azienda nasce nel 1995, grazie ai genitori di Marta. Dal 2017 lavora per rendere la Cascina un’azienda economicamente sostenibile. Oggi Cascina Bagaggera possiede 25 ettari, un agriturismo con B&B e uno spaccio dei prodotti aziendali. “Ci vuole la consapevolezza che un'azienda agricola vive e sussiste su un territorio - ha continuato Marta Galimberti - e quindi noi dobbiamo prenderci cura del territorio partendo dalla terra, il vegetale, l'animale e l'essere umano per poter poi creare una comunità più consapevole”.