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(Adnkronos) - "Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al primo disegno di legge annuale dedicato alle pmi che introduce misure strategiche pensate per potenziare le micro, piccole e medie imprese italiane, favorendo l'aggregazione, l'innovazione del sistema produttivo e migliorando l'accesso al credito. Tra le novità del disegno di legge, ci sono i mini contratti di sviluppo per il settore della moda, la creazione di centrali consortili per la gestione delle filiere produttive e nuovi incentivi fiscali per le reti d'impresa. Vengono inoltre incentivati il ricambio generazionale attraverso assunzioni agevolate di giovani, la protezione della concorrenza con misure contro le recensioni false online e una riorganizzazione della normativa sui Confidi per semplificare l'accesso al credito". Lo afferma in una nota Federimprese Europa. La presidente Federimprese Europa, Mary Modaffari, ha sottolineato che è un passo importante "la scelta di procedere al varo del primo disegno di legge annuale per le pmi, previsto dallo Statuto delle imprese del 2011 come strumento attuativo dello small business act europeo, come anche positivo in questo contesto la delega al Governo per il riordino del sistema dei consorzi fidi. Altresì fondamentale il riordino della disciplina in materia di start up e pmi innovative per la semplificazione. Quanto alla staffetta generazionale è importante favorire il turn over nelle piccole e medie imprese attraverso il part time incentivato per i lavoratori vicini alla pensione". "Sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro positivo - ha spiegato - è l’affidamento all’Inail del compito di elaborare, d’intesa con le organizzazioni di rappresentanza comparativamente più rappresentative, modelli semplificati di organizzazione e gestione per le mpmi. Bene anche la nuova misura contro le recensioni false introdotta nel disegno di legge sulle pmi. In quanto il fenomeno delle recensioni ingannevoli ha da tempo messo in difficoltà il settore della ristorazione e, più in generale, i pubblici esercizi, causando danni economici e minando la fiducia dei consumatori. La proposta contenuta nel ddl pmi rappresenta un segnale significativo e che potrà finalmente garantire maggiore trasparenza e correttezza nel sistema delle recensioni online".
(Adnkronos) - Favorire l’equità sociale, permettendo ai soggetti 'digitalmente fragili' di accedere ai sistemi di intelligenza artificiale e prevedere meccanismi per proteggerli da un abuso o utilizzo scorretto di questi servizi. Garantire trasparenza e conoscenza dei processi per comprenderne potenzialità e limiti dell’Ia e farne un uso consapevole. E per contribuire in modo concreto alla gestione e allo sviluppo dell’uso dell’Ia, estendere alle professioni ordinistiche e ai loro ministeri vigilanti l’osservatorio sull’adozione di sistemi di Ia nel mondo del lavoro, prevedendo che gli ordini introducano nei codici deontologici specifiche norme comportamentali per l’adozione e l’utilizzo degli strumenti intelligenti. Sono alcune delle proposte presentate da ProfessionItaliane, l’associazione costituita dal Comitato unitario delle professioni (Cup) e dalla Rete delle professioni tecniche (Rpt) in rappresentanza di 23 consigli nazionali degli ordini e oltre 2,3 milioni di professionisti nel corso dell’evento 'Lavoro e IA: verso un futuro etico nei servizi pubblici e professionali', che si è svolto oggi a Roma presso lo Spazio Europa. Un’iniziativa che è stata l’occasione per i professionisti ordinistici di confrontarsi sull’impatto che l’intelligenza artificiale sta avendo sul mercato del lavoro e sulle professioni italiane, con l’obiettivo di tutelare i servizi pubblici e professionali nell’interesse dello stato e dei cittadini. Trasparenza, informazione, conoscenza, formazione, mediazione, etica, deontologia, dati ed evoluzione professionale sono le parole chiave che animano le osservazioni dei professionisti anche alla luce dell’Ai Act (il primo regolamento europeo sull’Ia) in vigore dallo scorso 1° agosto. Etica e deontologia i principi cardine da adottare, secondo ProfessionItaliane, nell’uso dei sistemi digitali intelligenti a cui è strettamente collegata la trasparenza degli algoritmi. È proprio con la finalità di garantire questo risultato l’associazione ritiene necessario introdurre un sistema sanzionatorio per chi non rispetta i valori deontologici ed etici. Tra le altre proposte, la promozione di una formazione diffusa rivolta non solo ai professionisti, promotori attivi, secondo la visione di ProfessionItaliane, di informazione, tutela e mediazione verso cittadini e committenti, ma anche a chi deve utilizzare, realizzare e certificare sistemi di Ia. Tra i suggerimenti anche quello di incentivare il ruolo di terzietà dei professionisti ordinistici nei confronti della pubblica amministrazione, dei committenti pubblici e privati e dei cittadini riguardo all’adozione dei nuovi sistemi di Ia, anche con riferimento agli appalti realizzati con l’ausilio delle nuove tecnologie. "Il futuro delle professioni passa attraverso la formazione e l’aggiornamento continuo”, ha dichiarato il presidente di ProfessionItaliane, Rosario De Luca. “È necessario -ha continuato- promuovere una diffusione capillare delle competenze digitali e tecnologiche. L’obiettivo è quello di fornire ai professionisti gli strumenti per comprendere e utilizzare l’Ia in modo etico, responsabile e produttivo. Solo attraverso un costante investimento sulle competenze possiamo garantire la competitività e la sostenibilità delle professioni nel lungo periodo”, ha concluso. “Per rimanere competitivi -ha ribadito il vicepresidente di ProfessionItaliane Armando Zambrano - i professionisti dovranno aggiornare costantemente le proprie competenze sull’Ia. L’intelligenza artificiale rappresenta un grande passo avanti per ottimizzare i processi, riducendo errori e migliorando l’efficienza, ad esempio, nella progettazione e nella manutenzione. Grazie all’analisi dei dati, l’Ia consente decisioni strategiche e favorisce soluzioni sostenibili. Siamo convinti che sarà sempre più presente nel nostro lavoro, perciò i professionisti dovranno governarla in un quadro di regole certe”, ha concluso.
(Adnkronos) - Integrare e promuovere la sostenibilità all’interno delle filiere, è questo l’obiettivo dell’alleanza di sistema Open-es, iniziativa promossa tre anni fa, con l’intento di riunire i più importanti player del mondo industriale, finanziario, associativo ed istituzionale al fine di supportare le imprese nel processo di crescita sulle dimensioni della sostenibilità tramite un’unica piattaforma digitale, collaborativa e gratuita. (Audio) “Open-es è un'alleanza di sistema che riunisce il mondo industriale, finanziario, associativo e istituzionale per supportare le imprese nelle sfide di sostenibilità e competitività. Lo fa attraverso una piattaforma digitale, gratuita e una serie di iniziative e servizi che aiutano le imprese ad affrontare questa sfida”, spiega Stefano Fasani, Program Manager Open-es. Oggi le imprese attive su Open-es sono più di 27mila, operanti in 66 settori differenti, e altre 100mila stanno per entrare attraverso i 30 grandi partner dell’alleanza, che si riuniscono in un board decisionale. Il tutto in rappresentanza di 100 paesi. “L'idea alla base era quella di aiutare le proprie filiere, le proprie catene del valore nel percorso di miglioramento delle performance di sostenibilità ma di non farlo attraverso iniziative chiuse solo ai propri fornitori o ai propri clienti, ma con un'iniziativa di sistema per mettere a fattor comune competenze, best practices e strumenti per semplificare questo percorso”, aggiunge Fasani. Il meccanismo è quello tipico delle filiere, ogni nodo coinvolge i propri fornitori e clienti costituendo una rete collaborativa di imprese che lavorano insieme per crescere e coniugare business con sostenibilità. Ingaggiare i propri stakeholder sui temi della sostenibilità e guidarli in un percorso di miglioramento non riguarda più solo le grandi aziende o quelle che svolgono la funzione di capo filiera, ma attrae l’interesse anche di operatori economici diversi quali banche, assicurazioni, associazioni, istituzioni e persino asset manager. L’idea di base è che solo unendo le forze tra tutti i player industriali, finanziari e istituzionali si possono raggiungere rapidamente ed efficacemente obiettivi globali come l’equilibrio tra tutela ambientale, cura sociale e crescita economica. Da qui la creazione di un’alleanza di sistema aperta, cross settoriale e senza scopo di lucro, per collaborare tra grandi realtà del sistema economico e supportare con strumenti semplici e gratuiti le realtà che più hanno bisogno di aiuto in questo percorso, le micro-piccole e medie imprese. Una community interconnessa che vede la presenza anche di attori in competizione nei rispettivi settori di business ma che intende mettere a fattor comune le competenze e far convergere in un unico spazio digitale e condiviso gli sforzi sugli obiettivi di sostenibilità, evitando burocrazia e confusione, tramite una piattaforma digitale, aperta e semplice. Da un punto di vista pratico, quando un’impresa entra in Open-es, crea la propria carta d’identità Esg, basata sugli standard di rendicontazione internazionale, e la fa evolvere progressivamente nel tempo. Può far validare la propria posizione da un certificatore terzo e ricevere una valutazione direttamente in piattaforma, un feedback immediato, su cui poter indirizzare un percorso di crescita. Le imprese possono, poi, decidere autonomamente con chi condividerla tra tutti i portatori di valore con cui l’azienda interagisce: per esempio, per il posizionamento verso i propri clienti, l’accesso a servizi finanziari o la valutazione da parte degli investitori. C’è anche un’area di collaborazione dove le imprese si confrontano tra di loro e con esperti del settore risolvendo i propri dubbi e individuando esigenze comuni. Inoltre, all’interno del marketplace (il Development Hub), possono trovare soluzioni e servizi offerti da realtà specializzate per colmare i gap individuati. “Colmo i gap, aggiorno la mia carta d'identità Esg, aggiungo delle informazioni, miglioro questo tipo di caratteristiche che vengono misurate e trovo nuove azioni da mettere in campo. È sostanzialmente un circolo virtuoso”, aggiunge Fasani. Alla formazione sono dedicati il format mensile ‘Competenze Esg’, l’iniziativa dedicata alle Pmi ‘Open-es Camp’, campus laboratoriale alla sua seconda edizione, e il progetto ‘Carta d'Identità Esg Manager’, un programma formativo e certificativo di riferimento nazionale progettato da Open-es e Federmanager in collaborazione con Esgr Società Benefit, Deloitte Climate & Sustainability Società Benefit e Federmanager Academy.