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(Adnkronos) - Nuovo singolo, nuovo album e un nuovo tour per Laura Pausini. In occasione dell’uscita del nuovo singolo, 'La mia storia tra le dita', disponibile dal 12 settembre, arriva a sorpresa la conferma del nuovo live: 'Io canto world tour 2026/2027'. Da marzo 2026 quindi, si accenderanno i riflettori dell’undicesima tournée mondiale, a distanza di poco più di un anno dalla fine dell’ultimo tour. Per la prima volta la partenza è prevista dall’estero, precisamente dalla Spagna, il 27 marzo a Pamplona, toccando Tenerife e le città di Barcellona, Valencia e Madrid, per poi proseguire in America Latina, con date in Uruguay, Argentina, Cile, Perù, Colombia, Ecuador, Costa Rica, Messico, Repubblica Dominicana, Porto Rico, e sbarcare negli Stati Uniti, nelle città di Miami, Orlando, Dallas, Los Angeles, Chicago, Toronto, New York. In autunno sarà la volta dell’Italia e dell’Europa, nei palazzetti delle più grandi metropoli, per poi sbarcare in Brasile a febbraio 2027 per tornare in patria con un mega show negli stadi, e una ripresa invernale di nuovo in Italia ed Europa fino alla fine dell’anno. “Il live è per me forse la parte più importante di ogni progetto, - spiega Laura Pausini - il vero obiettivo di ogni mia uscita: il pubblico. Cercherò anche quest’anno di toccare più città possibili, e presentare uno spettacolo che mi rappresenta al 100%. Sto lavorando tanto per mettere a fuoco quello che sarà il palco giusto, la scaletta giusta, la produzione giusta per fotografare questo nuovo capitolo della mia musica. Trovo che sia una benedizione poter fare un lavoro che ti restituisce così tanto, ecco perché mi metto nuovamente a servizio del pubblico. Per me più che un calendario è un appuntamento con ogni mio fan che verrà a cantare con me”. L’artista presenterà, oltre ai brani più celebri, alcun delle tracce contenute nel nuovo album, 'Io canto 2', in uscita nei prossimi mesi per Warner Music. Si tratta di un progetto che segue le orme del successo planetario del disco di cover, 'Io canto', pubblicato nel 2006 per omaggiare i grandi successi italiani e farli conoscere all’estero, un ringraziamento per il primo Grammy Awards arrivato qualche mese prima, e che l’avrebbe portata l’anno dopo al suo primo trionfale San Siro, prima donna a conquistarlo, la notte del 2 giugno 2007 davanti a 70mila spettatori. Il primo singolo, 'La mia storia tra le dita', sarà disponibile in quattro versioni: italiano, spagnolo ('Mi historia entre tus dedos'), portoghese ('Quem de nós dois') e francese ('Mon histoire entre les doigts'), accompagnato dal videoclip diretto da Gaetano Morbioli per Run Multimedia. Il brano, reinterpretazione di un classico del cantautorato italiano di Gianluca Grignani (1994), verrà pubblicato per Warner Music su tutte le piattaforme digitali, prodotto e arrangiato da Paolo Carta. La prima esibizione dal vivo del brano ha colto di sorpresa i fan accorsi a Solarolo, domenica 7 settembre, per l’inaugurazione del primo museo in Italia dedicato ad un’artista italiana, che ha visto Laura tagliare il nastro e regalare uno spoiler estemporaneo ai presenti, davanti alle mura di quella che è stata un tempo la casa della famiglia Pausini e poi sede del Laura Pausini Official Fanclub. L’unico fanclub ufficiale, fondato nel settembre 1995, proprio quest’anno ha raggiunto il traguardo dei 30 anni di vita, un traguardo festeggiato il 6 settembre al Palacattani di Faenza (Ravenna), durante il Pau Party 2025, riservato proprio ai soci del Laura4U.com, i primi ad ascoltare uno spoiler del nuovo singolo nelle varie versioni. Il 'Laura Pausini Museum' aprirà al pubblico il prossimo 13 settembre: una vera e propria mostra permanente che prende vita nel cuore del suo paese d’origine, dove l’artista ha vissuto dall’infanzia ai primi anni di carriera, e che promette di diventare la meta preferita del popolo di Laura, regalando un’esperienza che lascerà tutti estasiati, un viaggio tra premi, riconoscimenti, abiti iconici, oltre a lati inediti della sua storia e di una carriera che non ha eguali.
(Adnkronos) - "Il biennio 24-26 ha riportato 22 mila iscritti che sono stati rilevati dalla piattaforma del ministero attraverso i codici fiscali dei ragazzi che si sono iscritti, quindi non sono numeri campati per aria, sono numeri reali". Così, con Adnkronos/Labitalia, Guido Torrielli, presidente di Rete Its Italia, l’associazione che riunisce le Fondazioni degli Istituti tecnologici superiori – Its Academy, rappresentandone la larghissima maggioranza. Secondo Torrielli le aree formative con più iscritti negli Its attualmente sono: "ict tecnologie della comunicazione e dell’informazione dei dati, mobilità sostenibile e logistica, meccatronica e turismo, ciascuna con oltre 5.000 iscritti, fino a 6.000 per biennio", sottolinea. "Noi offriamo, ai ragazzi che sono interessati, percorsi che sono progettati dalle imprese e sono valorizzati dalla presenza di più del 60% di formatori che vengono dalle stesse imprese, da un anno completamente passato in azienda, per poi essere assunti dopo due anni, nel 90% dei casi a tempo indeterminato, in 10 importanti aree tecnologiche che vanno dal meccatronico all'Ict, all'energia ma anche alla moda, anche alla farmaceutica e chimica, all'agroalimentare, al turismo ai servizi alle imprese, compreso il terzo settore" "I nostri numeri, a seconda dei comparti, viaggiano -ribadisce Torrielli- tra il 75% e il 100%, quindi abbiamo una media di quasi il 90% dei ragazzi che entrano e terminano il loro percorso con un posto di lavoro, un interesse, ma anche una potenzialità di arrivare ad avere anche una start-up o di partecipare ad un piano di ricerca. E oltre questo c'è da ricordare che, secondo l'analisi fatta da alcuni importanti enti di ricerca, è di 80.000 il numero dei ragazzi che potrebbero interessare le imprese nelle aree tecnologiche che citavo". E Torrielli sottolinea che "siamo un momento delicato per gli Its, dopo la fine della stagione delle risorse del Pnrr. Per il 2025-27 speriamo che il ministro Giorgetti ascolti le richieste del ministro Valditara per il finanziamento ordinamentale anche per noi come per le università. Abbiamo bisogno di oltre 300 milioni di euro, altrimenti chiudiamo", sottolinea. "Abbiamo già iniziato con la pubblicizzazione dei nostri corsi -spiega ancora Torrielli- che arrivano dopo una stagione ricca di risorse grazie al Pnrr. Con il Piano infatti abbiamo avuto un finanziamento di un miliardo e mezzo di cui 500 milioni sono stati messi a disposizione degli Its per aumentare il numero dei laboratori. E per ampliare quindi quelle che sono le attrezzature messe poi a disposizione dei ragazzi per ottenere le competenze che le imprese chiedono per entrare nel mondo del lavoro". Il piano nazionale di ripresa e resilienza ha rappresentato una svolta, sottolinea Torrielli. "Il finanziamento del Pnrr ha portato nel 2022 alla legittimazione del titolo del diploma di Its che rappresenta un po' il segmento della formazione terziaria professionalizzante, che non esisteva prima del 2022. Prima di questa data infatti il ragazzo che usciva fuori dagli istituti tecnici poteva iscriversi esclusivamente all'università oppure andare a lavorare. Oggi però gli Its hanno compiuto un percorso difficile e rivoluzionario, devono in qualche modo poter sostenere quelle che sono le spese maggiori che sono determinate dall'aumento del numero di attrezzature: più costi di energia, manutenzione, gestione", sottolinea ricordando che "le Regioni devono fare una programmazione tenendo conto di quelli che sono i finanziamenti che ovviamente potrebbero non essere più quelli del Pnrr, anche se il ministero dell'Istruzione sta pensando di recuperare con delle formule gestite attraverso degli accordi con l'Ue, anche per il 25-27, ovvero per il primo anno, la possibilità di spendere ciò che è avanzato del Pnrr in alcune particolari attività che erano previste", aggiunge "Noi -continua Torrielli- abbiamo un Paese di piccole e medie imprese e gli Its sono le Academy delle piccole e medie imprese. Le grandi imprese le Academy se le costruiscono da sole, e allo stesso tempo sfruttano anche le nostre, quelle delle aree tecnologiche di competenza, per portarsi a casa questi ragazzi una volta usciti da noi. Gli its devono avere alle spalle sicuramente il mondo produttivo, senza di questo non abbiamo un Its che rispetti il dna sul quale è stato creato", aggiunge.
(Adnkronos) - Per la prima volta in Italia, due sistemi autonomi di gestione degli imballaggi si alleano per offrire alle aziende del settore beverage un servizio congiunto per il recupero, il riciclo e il riuso, esteso non solo alle bottiglie in Pet, ma anche al film in plastica che le avvolge nei fardelli e copre i pallet utilizzati nel trasporto. L’accordo sperimentale prevede che Coripet - consorzio riconosciuto per la gestione e il riciclo degli imballaggi in Pet (polietilene tereftalato) per liquidi alimentari - nel pieno rispetto dell’autonomia industriale e commerciale delle singole imprese consorziate, segnali a queste ultime la possibilità di utilizzare il film riciclato fornito da P.A.R.I.- sistema volontario per il recupero del film flessibile in Ldpe (polietilene a bassa densità) -. P.A.R.I., da parte sua, si rende disponibile a fornire film con un contenuto minimo del 50% di plastica riciclata post-consumo, con possibilità di arrivare fino al 90%, garantendo il riciclo di almeno il 60% degli imballaggi immessi sul mercato. L’intesa nasce dalla volontà di dare nuovo impulso al principio della responsabilità estesa del produttore (Epr- Extended Producer Responsibility) introdotto a livello europeo e recepito in Italia dal decreto legislativo 152/2006, che attribuisce alle imprese l’onere e la facoltà di organizzare autonomamente la gestione del fine vita degli imballaggi immessi sul mercato, anche attraverso sistemi alternativi rispetto ai consorzi di filiera tradizionali. La sperimentazione permetterà di integrare la filiera “bottle-to-bottle” di Coripet - che già da inizio anno garantisce ai propri soci l’impiego del 25% di Rpet riciclato - con quella di P.A.R.I., valorizzando anche il film utilizzato per i fardelli e i cappucci copripallet. In questo modo le imprese consorziate potranno contare su un sistema efficiente e trasparente per la gestione dell’intero sistema di confezionamento in plastica, dall’imballo primario a quello terziario. Nel 2024 Coripet – che consorzia i principali marchi italiani di acque minerali e soft drink - ha raccolto oltre 165mila tonnellate di bottiglie Pet, pari a oltre la metà dell’immesso a consumo nazionale. “L’accordo con Coripet ci permette di estendere ulteriormente i principi dell’economia circolare anche per gli imballaggi secondari e terziari, valorizzando l’integrazione verticale della filiera e la rigenerazione di bottiglie e film potenzialmente all’infinito”, spiega Michele Petrone, responsabile di P.A.R.I. e amministratore delegato di Aliplast, la società del Gruppo Hera che ha il sviluppato il sistema. “Questa iniziativa rappresenta un passo concreto nella direzione indicata dalla normativa europea, dalla direttiva sulla plastica monouso (Sup, Single Use Plastics) al nuovo Regolamento imballaggi (Ppwr, Packaging and Packaging Waste Regulation) approvato lo scorso gennaio», commenta Corrado Dentis, presidente di Coripet. “Come consorzio, continuiamo a promuovere soluzioni operative replicabili e pienamente aderenti agli obiettivi comunitari di riciclo e sostenibilità”. La fase sperimentale, valida fino al 31 dicembre 2028, prevede un monitoraggio continuo delle performance ambientali, tecniche e industriali, con l’obiettivo di rinnovare l’accordo e definire un modello replicabile anche in altri settori produttivi.