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(Adnkronos) - Mentre per ora non si prevede un prossimo incontro fra Trump e Putin, almeno finché non ci saranno sul tavolo elementi concreti, e quindi da realizzare, di cui parlare, dopo l'insuccesso dei colloqui in Alaska, la situazione al fronte fa registrare nuovi successi dalla parte russa, con la conquista, annunciata dal generale Gerasimov, di nuovi territori in Ucraina e con oltre 5mila militari accerchiati a Kupiansk (notizia smentita da Kiev). Intanto, il presidente americano ha fermato (o cerca di farlo) l'acquisto di petrolio e gas russi, ma anche la cessione dei Tomahawk, alla cui sventata minaccia Mosca risponde ancora una volta con i fatti, varando il missile nucleare Burevestnik con gittata fino a 20mila chilometri. Trump cerca la spalla di Xi Jinping contro Putin nel suo viaggio in Oriente. Incontrerà il presidente cinese giovedì e gli chiederà, dopo l'accordo preliminare che cancellerà i dazi annunciati del 100% a partire da venerdì e riaprirà alla vendita delle terre rare, preziose per l'high tech Usa e di cui la Cina è monopolista, di intercedere con Mosca per la fine della guerra. Ma, mentre sul piano commerciale si prevede il buon esito delle trattative fra le due super potenze (Pechino venderà i suoi preziosi minerali e le attività americane di TikTok agli investitori Usa, cercherà di impedire l'arrivo di Fentanyl negli Stati Uniti e acquisterà la soia americana), su quello geopolitico e militare le cose sono meno semplici: se è vero che le sanzioni Usa contro i produttori di petrolio russi Rosneft e Lukoil hanno ridotto le esportazioni in Cina, il timore fondato è che Pechino riesca comunque ad approvvigionarsi di greggio ricorrendo alle flotte ombra di petroliere di Mosca. La questione vera è che la Cina non ha interesse a vedere l'alleato russo perdere in Ucraina, come ha detto a Repubblica Sergei Radchenko, storico all'Henry Kissinger Center for Global Affairs della Johns Hopkins University: anzi, "il conflitto gli è utile perché così, proprio a causa delle sanzioni, la Russia dipende da loro per alcune tecnologie e altre cose di cui ha bisogno per sopravvivere". D'altra parte, secondo l'esperto, Putin può stare sereno, "perché sa bene che Pechino ha la sua politica estera e una sua visione strategica nei confronti dell'Occidente. Il Cremlino è convinto, e a ragione, che Pechino tutelerà i suoi interessi a prescindere da quel che Xi dirà pubblicamente a Trump". Ottimismo russo a parte, sembrano concreti i successi al fronte, con il ministero della Difesa che ha annunciato di aver "liberato", nelle ultime 24 ore, i villaggi di Yegorovka nella regione di Dnipropetrovsk, nonché Novonikolayevka e Privolnoye nella regione di Zaporizhzhia. Le forze del Gruppo Orientale avrebbero preso con successo il controllo degli insediamenti e le unità avanzate in profondità nelle difese nemiche. E anche nel Donetsk le cose si metterebbero bene per Mosca, secondo cui le difese dell'esercito ucraino nelle zone meridionali e sudorientali di Krasnoarmeysk e le truppe russe stanno espandendo una testa di ponte in quella zona del fronte. Proprio qui e a Dimitrov, ieri il capo di stato maggiore delle forze armate russe Valery Gerasimov aveva riferito al presidente Vladimir Putin che il gruppo centrale aveva completato l'accerchiamento del nemico e aveva bloccato fino a 5.500 soldati delle forze armate ucraine. Nel frattempo, la Russia ha annunciato di aver testato il nuovo, temibile missile Burevestnik, che ha volato per circa 14mila chilometri ma che è in gradi di coprirne almeno 20mila. Secondo il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il missile a propulsione nucleare non metterà ulteriormente a dura prova le relazioni tra Russia e Stati Uniti. "Non c'è nulla che potrebbe o dovrebbe mettere ulteriormente a dura prova i rapporti tra Mosca e Washington, soprattutto perché sono già al minimo", ha sottolineato il portavoce di Putin. "Finora sono stati compiuti solo i primi passi timidi per far uscire queste relazioni dal loro precedente stato di stagnazione", ha aggiunto Peskov. Chiarissimo dunque l'intento russo, che è quello di arrivare a un dialogo con la controparte americana attraverso prove di forza, che hanno come scopo primario quello di far crollare il sostegno dell'Occidente a Kiev, soprattuto dopo la decisione di Trump di non inviare i Tomahawk (missili con una gittata di 2.500 chilometri, poco più di un decimo dei Burevestnik) all'Ucraina.
(Adnkronos) - Investire nella rieducazione dei detenuti, mettendo al centro formazione e lavoro. E' l'obiettivo di un progetto di reinserimento sociale che il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro sta portando avanti in tutta Italia attraverso diversi consigli provinciali dei professionisti, come quello di Bologna. "Noi a Bologna -racconta ad Adnkronos/Labitalia Pier Paolo Redaelli, presidente del Consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti del lavoro di Bologna- seguiamo un'impresa sociale che si chiama 'Fare Imprese in Dozza'. La Dozza è il carcere di Bologna e questa impresa è stata costituita da tre società che operano nel campo della costruzione delle macchine automatiche. E la novità di questo progetto è che è stato costruito all'interno della carcere, grazie all'amministrazione carceraria che ha dato in uso la palestra, un'officina meccanica. In quest'officina meccanica in questo momento operano come dipendenti assunti a tempo indeterminato 14 detenuti che sono stati selezionati e formati dalla 'Fondazione Aldini Valeriani', che è una fondazione che si ricollega all'Istituto tecnico 'Aldini Valeriani'", sottolinea. E in questi anni i risultati sul reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti sono arrivati. "Dal 2012 sono stati assunti 77 dipendenti proprio all'interno del carcere -sottolinea Redaelli- che ovviamente nel corso di questi anni hanno cessato la loro attività lavorativa perché sono stati scarcerati. Di queste 77 persone l'80% circa non ha più avuto recidiva, nel senso che oggi ha un lavoro stabile all'interno di questa impresa", sottolinea Redaelli. E il presidente del consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti di Bologna sottolinea come quindi "sia un progetto che funziona molto bene. È entrata a far parte di questa realtà la Granarolo latte, perché all'interno delle carceri della Dozza ci sono dei macchinari per produrre prodotti caseari, e quindi inizieranno questa nuova avventura". "L'altra realtà che seguiamo -spiega Redaelli- è un'impresa sociale che si chiama 'Siamo Qua', ed è un'impresa per le detenute. Loro hanno realizzato all'interno del carcere che presso la sede della cooperativa sociale, un laboratorio di sartoria. Delle operaie formano all'interno del carcere queste detenute, che poi quando ottengono la semilibertà vengono trasferite appunto nella sede sociale della coop. Le problematiche sono molte per queste detenute, perché ovviamente al termine del periodo di detenzione perdono la loro qualifica di svantaggiate e quindi si ritrovano nel mondo del lavoro". "Molto spesso però in particolare per quelle extracomunitarie, senza permesso di soggiorno, farle entrare nel mondo del lavoro è sempre più complesso. Ecco perché noi stiamo cercando di portare avanti una richiesta di riforma della norma, proprio per dare la possibilità a questo persone svantaggiato di poter riprendere la propria attività lavorativa, la propria dignità", conclude Redaellli.
(Adnkronos) - "Bonduelle è un'azienda familiare che ha una storia di 170 anni, ed è concentrata nella produzione di prodotti a base vegetale. Azienda che ha fatto della propria missione quello che è l'aiuto verso la transizione, verso un'alimentazione a base vegetale per il bene del pianeta e per il bene delle persone. Abbiamo degli impegni chiari, entro il 2030 ad esempio l'80% dei nostri agricoltori che sono appunto coinvolti nelle pratiche agricole che producono le materie prime per i nostri prodotti saranno coinvolti nelle pratiche di agricoltura rigenerativa. Cosa significa agricoltura rigenerativa? Intanto il mantenimento della sostanza organica nel terreno. Il sostegno per quello che sono gli insetti impollinatori, un tema per noi, anche per noi, sentivo prima, molto caro. Ci sono ovviamente le api, ma sono molti gli insetti impollinatori come farfalle, falene. E quindi costruiamo vicino ai campi da cui ci approvvigioniamo anche delle coltivazioni, delle piantagioni diverse, delle culture diverse che possano aiutare il sostegno e la vita di questi insetti". Lo ha detto Federico Odella, ceo Bonduelle Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ tenutosi oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. "L'utilizzo responsabile dell'acqua -ha continuato- è un altro tema, anche per noi, molto importante. Vi lascio immaginare l'utilizzo dell'acqua nei campi per produrre insalate oggi in Italia, quanto sia importante mantenere l'azoto minerale all'interno del terreno che è una delle fonti principali di nutrimento per le nostre piante. Lo facciamo tramite l'applicazione di sonde nel terreno per misurarne la quantità. E questo ci permette di ridurre e di ottimizzare quelli che sono appunto i consumi d'acqua necessari", ha sottolineato. "E poi inoltre abbiamo eliminato -ha continuato- tutti quei prodotti fitofarmaci che sono utili per le piante, perché di fatto sono come delle medicine che le aiutano a crescere meglio, ma possono avere un impatto negativo proprio sugli insetti impollinatori di cui parlavamo prima e quindi abbiamo deciso di eliminarli. e quindi pratichiamo quello che è il bio-controllo sui nostri campi. Quindi questo è uno dei temi importanti rispetto al pianeta", ha continuato. E per Odella "sostenibilità non è solo sostenibilità ambientale ma vuole essere anche sostenibilità sociale ed economica". "Una delle strategie del Gruppo è proprio 'persone al centro'. Oggi in Italia abbiamo circa 420 collaboratori e superiamo i 500 nei momenti di picco stagionale. Quindi le persone sono per noi un elemento cardine all'interno dell'organizzazione e crediamo nell'importanza di avere la possibilità di potersi esprimere al meglio all'interno dell'organizzazione ma per fare questo devono esserci le condizioni necessarie per poterlo fare", ha sottolineato. "Spesso si parla di inclusività e noi abbiamo deciso di compiere anche qui degli atti concreti. Siamo certificati, grazie al supporto della fondazione Libellula, azienda con Equality gender dal 2023. Abbiamo introdotto il welfare nello stesso anno all'interno della nostra azienda in modo tale da aiutare, sostenere, i nostri collaboratori per avere un supporto rispetto a quello che è forza fisica e psicofisica. Quindi inoltre abbiamo un sostegno psicologico gratuito per le nostre persone dal 2020", ha ricordato. E non solo. "Abbiamo 12 diverse attività di volontariato -ha spiegato- che possono essere scelte dai nostri collaboratori. Questo cosa significa? Significa che le nostre persone hanno la possibilità di fare atti di volontariato e possono scegliere e hanno messo a disposizione dall'azienda due giorni all'anno per poter fare queste pratiche. Quindi avere un impatto positivo non solo su se stessi, perché si collaborano al bene della società, ma anche concretamente sugli altri. Tutto questo si sposa in un progetto molto più ampio che è quello di essere una B Corp. Siamo un'azienda certificata B Corp e l'essere certificati forse è un po' riduttivo, perché in realtà è un modo di fare azienda e quindi quella voglia di avere un impatto positivo non solo sull'ambiente, ma anche sulle persone e tutti gli stakeholder che sono collegati alle nostre attività lavorative di tutti i giorni", ha concluso.