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(Adnkronos) - "Se mostrassi mia figlia sui social guadagnerei il doppio". Elena Santarelli ha condiviso un lungo sfogo sui social in cui si è schierata contro il cosiddetto 'sharenting', la pratica sempre più diffusa tra influencer e genitori social di condividere pubblicamente le foto dei propri figli. In particolare la showgirl ha criticato quei contenuti che coinvolgono bambini nella sponsorizzazione di prodotti commerciali. "Non è divertente per me vedere queste scene", ha scritto Santarelli, riferendosi a video pubblicati da mamme influencer che usufruiscono dell'immagine dei propri figli per promuovere prodotti per la cura della pelle. "I bambini devono fare i bambini, è duro fare i genitori ma qualcuno deve farlo. Il nostro compito è di educare e fargli fare cose da bambini. Non so dove arriveremo, non lo so più", ha aggiunto la showgirl, mamma di due bambini, Giacomo, di 15 anni, e Greta Lucia di 9 anni. "Tra qualche anno tanti di questi bambini porteranno in tribunale i loro genitori e spero che vengano risarciti", ha aggiunto la 43enne che ha sempre mantenuto un basso profilo riguardo la sua vita privata. E con fermezza ha concluso: "Se mostrassi mia figlia, forse, guadagnerei il doppio, ma ho deciso di non farlo e sono felice così. Credo di fare la cosa giusta per lei e per noi".
(Adnkronos) - Oltre 350 relatori, provenienti da 62 atenei italiani e internazionali, si confrontano a Roma sul tema delle 'Nuove sfide nell’universal design for learning', al centro della quinta edizione della Ren international conference. L’iniziativa organizzata dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione e dello Sport dell’Università Pegaso, si svolge oggi e domani, 6 e 7 giugno, presso Roma Eventi in piazza della Pilotta 4, con l’obiettivo di promuovere un confronto aperto e costruttivo sul futuro dell’educazione. Le neuroscienze sottolineano che un apprendimento personalizzato, basato sui percorsi neurali individuali, favorisce lo sviluppo cognitivo, la creatività e riduce lo stress, rendendo l’istruzione più efficace e inclusiva. In questa prospettiva l’Universal design for learning (Udl) è un modello pedagogico innovativo che permette un apprendimento flessibile e adattabile, integrando ambienti educativi, risorse digitali e fisiche, studenti e insegnanti in un sistema dinamico di conoscenza. Un contesto dove gli insegnanti diventano co-studenti, capaci di rispondere con elasticità alle esigenze educative in spazi fisici e virtuali. Il 6 giugno, in apertura della conferenza, il comitato scientifico ha conferito i Ren award a studiosi e professionisti che si sono distinti nel campo dell’educazione. Tra i premiati, gli studenti delle classi quinte dell’Istituto di Istruzione Superiore Polo Luciano Bianciardi di Grosseto, vincitori di un challenge nazionale per la progettazione delle 'aule scolastiche del futuro prossimo', un progetto con un focus sull’inclusività, sviluppato anche in collaborazione con l’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Il 7 giugno è in programma una tavola rotonda sul ruolo degli psicologi e pedagogisti nella scuola, con la partecipazione di docenti universitari e del presidente dell’Associazione italiana psicologi. L’evento è patrocinato dalla Società italiana di ricerca didattica, società italiana di pedagogia speciale, Centro italiano di ricerca pedagogica, Società italiana di ricerca sull'educazione mediale, con il sostegno scientifico dell'Gsd journal-italian journal of health, sport and inclusive didactic rivista internazionale edita dalle Edizioni universitarie romane. "La Ren international conference è un’importante occasione per approfondire il ruolo di un’educazione inclusiva e personalizzata, capace di valorizzare i diversi stili di apprendimento e rispondere alle sfide educative contemporanee. Come Università Digitale Pegaso intendiamo favorire il dialogo tra ricerca, pratica e policy, per costruire modelli didattici flessibili che promuovano il potenziale di ogni studente", ha dichiarato Pierpaolo Limone, rettore dell’Università Digitale Pegaso. "Il modello Universal design for learning non è solo una metodologia educativa, ma un vero e proprio cambiamento culturale che mette al centro la persona e il suo percorso unico di apprendimento. Grazie all’integrazione delle neuroscienze, possiamo trasformare le aule in ambienti inclusivi e stimolanti, dove insegnanti e studenti collaborano come co-creatori di conoscenza", ha dichiarato Francesco Peluso Cassese, direttore del dipartimento Scienze dell'educazione e dello sport dell'Università Digitale Pegaso e direttore di Ren Lab.
(Adnkronos) - "Siamo qui per presentare il Tour d’Europe, che è un tour che ha messo insieme due grandi industrie manifatturiere: i produttori di carburanti, sia convenzionali che rinnovabili, e i produttori di veicoli leggeri e pesanti, uniti in un unico obiettivo: dimostrare a cittadini, istituzioni, governi e associazioni locali che la decarbonizzazione del trasporto su strada è possibile anche tramite l’utilizzo dei carburanti rinnovabili, in particolar modo dei biocarburanti, che sono quelli che già oggi troviamo sul mercato". Lo ha dichiarato Emanuela Sardellitti, Advocacy Strategy Senior Executive di FuelsEurope, in occasione della tappa romana del Tour d’Europe presso il Centro Congressi Eni. Sardellitti ha poi voluto fare un passo indietro per spiegare cos’è FuelsEurope, l’associazione europea dei produttori di carburanti tradizionali e da materie prime rinnovabili: “Abbiamo sede a Bruxelles e rappresentiamo 40 compagnie. Giusto per darvi una dimensione numerica, le nostre 40 compagnie rappresentano il 95% della capacità di raffinazione europea, quindi ci consideriamo una voce piuttosto rilevante nel panorama europeo, soprattutto dal lato industriale. Il Tour d’Europe nasce formalmente nel 2023, in concomitanza con l’adozione del Regolamento CO₂ Auto, relativo ai veicoli leggeri. A margine di quell’adozione, che non è stata favorevole al riconoscimento dei biocarburanti nonostante gli sforzi profusi dal governo italiano, si è svolto un colloquio bilaterale tra Commissione Europea e Germania. In quell’occasione si è stabilito di creare una categoria di veicoli definiti “CO₂ neutral”, cioè veicoli che, se alimentati con carburanti rinnovabili, avrebbero potuto essere qualificati al pari dei veicoli elettrici, quindi a zero emissioni. Tuttavia, l’obiettivo della Commissione e della Germania allora era quello di favorire solo i carburanti sintetici. I biocarburanti non avevano ancora uno spazio riconosciuto". La Commissione, aggiunge, "ha chiarito però che sarebbe spettato all’industria dimostrare la fattibilità di queste soluzioni. Ed è esattamente ciò che l’industria ha fatto. Il Tour d’Europe è qui per questo: ha attraversato oltre 20 Paesi dell’Unione Europea per dimostrare che l’industria c’è, è coesa, e che biocarburanti e carburanti rinnovabili sono già presenti sul mercato, utilizzabili, accessibili, e alla portata del consumatore. Solo tra i nostri 40 membri contiamo oltre 6.000 stazioni di servizio in Europa che offrono carburante al 100% da materie prime rinnovabili. È un segnale chiaro: i biocarburanti esistono, sono utilizzabili e sostenibili anche dal punto di vista economico, perché la differenza di prezzo rispetto ai carburanti convenzionali è contenuta, a differenza di quanto accade con i carburanti sintetici, gli e-fuel, che sono ancora fuori scala e fuori produzione.” “Un altro messaggio forte del Tour d’Europe - ha poi concluso Sardellitti - è che non serve mettere in competizione le tecnologie. Questa iniziativa non si propone di contrastare o sostituire lo sviluppo dei veicoli elettrici: entrambi sono necessari. E serve superare anche un approccio limitato, il cosiddetto “tailpipe”, che guarda solo a ciò che esce dal tubo di scarico. La valutazione delle emissioni deve tenere conto dell’intero ciclo di vita del veicolo e dell’energia impiegata: dalla produzione allo smaltimento, passando per l’uso. È questo l’approccio corretto per misurare l’impatto ambientale reale. È un progetto ambizioso, che ha già avuto grande successo e risonanza. Si concluderà il 23 e 24 giugno a Bruxelles con due eventi di alto profilo politico, che coinvolgeranno istituzioni e industria. L’auspicio è che questo percorso possa rappresentare un segnale per la Commissione Europea, in vista della revisione del Regolamento CO₂ Auto attesa per il 2026”.