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(Adnkronos) - La repressione in Russia ha fatto un altro balzo in avanti, accompagnata da un inasprimento del controllo sul web. Non viene perseguito più solo chi ha criticato il regime, pur solo con un 'mi piace' a un post critico. Ma anche esponenti delle élite, chi è stato sempre zitto, o se ha dato un cenno lo ha fatto tempo fa e comunque pensava di essere protetto. Per questo, si è diffuso il panico in tutti i segmenti della società, incluso fra coloro che si sono sempre sentiti intoccabili. "Le persecuzioni si sono trasformate in un 'Grand Guignol', ma con prigioni e condanne vere. Una farsa che ora investe anche i putinisti che hanno giurato fedeltà", spiega all'Adnkronos Elena Kostioukovitch, scrittrice e traduttrice, nel comitato scientifico di Memorial Italia. "Nessuno si sente più al sicuro. E questo vale in qualsiasi ambiente, non solo in politica", aggiunge l'autrice di "Kyiv. Una fortezza sopra l'abisso", pubblicato nei mesi scorsi da La nave di Teseo. "Si scopre che nel sistema putiniano assumere o mantenere una carica nell'establishment, non importa a che distanza dal regime, è pericoloso", ha scritto l''analista Andrei Kolesnkikov, in un articolo pubblicato su Foreign Affairs, dedicato al "nuovo fattore paura" in Russia. E' stato inserito nell'elenco degli 'agenti stranieri' - status associato ad attività politica e contributi economici ricevuti dall'estero, che porta con se, e per le persone con cui si è in contatto, sanzioni sempre più gravi - anche Sergei Markov, già deputato alla Duma del partito putiniano di Russia unita, direttore dell'Istituto di studi politici, nel 2012 consigliere di Putin per la sua campagna elettorale, commentatore spesso interpellato dai media in Occidente, dove viene presentato come un'analista informato delle dinamiche del Cremlino. A dimostrare l'importanza del caso, il propagandista Vladimir Solovyov ha dedicato mezz'ora del suo programma tv mezz'ora a Markov, chiedendone la detenzione. Anche il Centro Eltsin aperto nel 2015 a Ekaterinburg dalla Fondazione intitolata al primo Presidente russo, con il direttore dell'Amministrazione presidenziale Anton Vaino a capo del Consiglio dei garanti, è stato preso di mira dalle autorità. La giudice Ekaterina Geiger del tribunale Verkh-Isetsky della città natale di Eltsin, ha cominciato con il comminare una sanzione di di 45.000 rubli alla vicedirettrice del Centro, Lyudmila Telen, per il rilancio di un post della figlia di Boris Eltsin Tatiana Yumasheva, con lo slogan "No alla guerra", in seguito alla denuncia del deputato della Duma, Mikhail Delyagin. La stessa giudice ha poi aperto un caso per discredito delle forze militari anche nei confronti del direttore del Cineforum del Centro Eltsin, il critico cinematografico Vyacheslav Shmyrov, sempre per il rilancio di un post contro la guerra su Facebook il 25 febbraio del 2022, il giorno dopo l'inizio dell'invasione russa. Contro Shmyrov e il Centro Eltsin si era scagliato il mese scorso il canale Telegram UralLive legato a Solovyov che denunciava proiezioni organizzate dal Centro ad agosto, mostrando lo screenshot del post incriminato e ricordando l'impegno del Centro Eltsin a non invitare personalità che avevano condannato apertamente la guerra. L'intervento ha fatto scattare petizioni alla Comitato inquirente e quindi l'apertura del caso. "Fra le élite oggi in Russia sta accadendo di nuovo qualcosa di simile a quanto aveva riassunto Bukharin", ha scritto Kolesnikov, citando una frase attribuita al leader bolscevico poi arrestato nel 1937 e fucilato l'anno successivo: 'abbiamo due partiti, uno al potere e l'altro in carcere'. "L'obiettivo di Putin non è quello di combattere la corruzione. Ma di evitare minacce interne. E per farlo, ha bisogno di trasformare le élite in una classe impaurita, quindi controllabile". Novaya Gazeta ha tenuto il conto: dall'inizio della guerra, sono stati 56 i top manager di imprese legate allo stato e alti funzionari pubblici morti in circostanze non chiare, molti dei quali caduti da una finestra, come a gennaio il vice capo dell'amministrazione di Vladivostok e a febbraio il direttore del Servizio contro il monopolio federale in Karelia. Il caso più clamoroso rimane quello della morte attribuita a suicidio del ministro dei Trasporti Roman Starovoit all'inizio di luglio, poche ore dopo il suo licenziamento, con voci su un suo imminente coinvolgimento nell'inchiesta di corruzione negli appalti per le fortificazioni nella regione di Kursk di cui era stato governatore, pochi giorni dopo la caduta da un'altra finestra di Andrei Badalov, vice presidente della azienda per il trasporto del petrolio Transneft. Solo a giugno e luglio, sono stati arrestati, in larga misura per corruzione, 140 funzionari di medio e alto livello (sempre secondo i dati di Novaya Gazeta). Fra i numerosi casi giudiziari aperti dallo scorso anno a carico di dirigenti della difesa, spicca quello dell'ex vice ministro con Sergei Shoigu ministro, Timur Ivanov, condannato a 13 anni di carcere. In Russia in questo momento sembrano essere saltate le reti di garanzia e i protettori su cui gli esponenti dell'establishment facevano conto: che sia il nome del primo Presidente russo che ha indicato Putin come suo delfino, Vaino o i fratelli Rotenberg amici di lunga data di Putin a cui era associato Starovoit. Che il sistema abbia iniziato a divorare se stesso, come ai tempi di Stalin, o che invece elimini uno strato dopo l'altro, con velocità crescente, partendo dal basso e salendo verso l'alto, come nel caso degli appalti per la difesa delle regioni al confine con l'Ucraina, non è ancora dato sapere, sottolinea Kolesnikov, che cita il termine mussoliniano di "trincerocrazia", indicando comunque il ricambio in corso nelle élite, con l'arrivo di veterani dell'operazione militare speciale in Ucraina, come aveva anticipato Putin nel discorso sullo stato della nazione del febbraio dello scorso anno, quando aveva detto che "gli eroi dell'operazione militare speciale dovranno assumere posizioni di comando nel Paese". A fine agosto è stato condannato a 15 anni di carcere a regime speciale l'ex ingegnere informatico del colosso russo dell'It Yandex Sergei Irin, colpevole di aver inviato il 27 febbraio del 2022, 500 dollari alla fondazione umanitaria ucraina "Torna a casa vivo", che acquista per le forze ucraine equipaggiamenti come visori termici mezzi, droni e medicine, e che è stata dichiarata come indesiderabile in Russia nel maggio del 2024. Il pagamento era stato effettuato da una carte russa prima che fossero tagliate fuori dai circuiti finanziari internazionali con le sanzioni. Irin si era in seguito trasferito in Turchia, poi nello Sri Lanka. Era tornato la scorsa primavera in Russia, nella sua città natale Nizhni Novgorod, solo per rivedere la madre anziana e il fratello. E' stato arrestato prima per vandalismo e poi accusato di tradimento, secondo un copione oramai consolidato. Nei primi giorni della guerra sono stati molti i russi a effettuare donazioni a fondazioni ucraine e sono ora tutti nel mirino dell'Fsb. Il controllo delle transazioni bancarie effettuate subito dopo l'inizio della guerra, e quello degli account sui social, si inserisce in quello che è stato definito come 'gulag digitale'. Dal primo settembre, ogni nuovo telefono o tablet venduto in Russia ha incorporata la app di messaggi Max prodotta da Vkontakte, la piattaforma social di proprietà di Yuri Kovalchuk, noto come 'il banchiere di Putin', nel suo entourage dai tempi di San Pietroburgo. Alle agenzie del governo, università e scuole è stato chiesto di spostare le chat su Max, app sviluppata in tempi record per diventare la servizio di messaggi nazionale. E' da pochi giorni proibito effettuare ricerche online su contenuti considerati come "estremisti" (lo è per esempio il movimento internazionale Lgbtq) e fare la pubblicità a servizi Vpn, A metà agosto Rosmomnadzor ha limitato le attività di Whatsapp e Telegram, cancellando la possibilità di effettuare chiamate. Il vero test della tenuta della nuova cortina sarà l'eventuale blocco totale di WhatsApp e Telegram. Nel frattempo, i russi cercano di arrangiarsi: prenotano in anticipo le chiamate in modo che il ricevente abbia la Vpn accesa, usano Facetime, app che funziona solo su Apple, si avventurano su app di messaggistica 'amiche' come emiratina Botim o l'armena Zangi. "Mi sembra un atto di diffamazione, perché prima di tutto non sono un agente straniero e poi non ho mai avuto tali contatti. A volte si possono commettere gli errori, ma non ne so nulla", ha commentato Markov, dopo essere stato definito 'agente straniero' lo scorso 22 agosto per "diffusione di false informazioni sulle decisioni prese dalle autorità pubbliche della Federazione Russa e sulle politiche da queste perseguite", probabilmente per la sua presenza a una conferenza organizzata dall'Azerbaigian, con cui la Russia è ai ferri corti, a Shusha. "Per 25 anni ho sostenuto e continuo a sostenere le politiche di Vladimir Putin. Sono anche stato sanzionato dal Canada. Questo attacco contro di me arriva da nemici della Russia e delle politiche di Putin. Prima o poi queste persone si riveleranno come traditori o saranno rimosse dai loro incarichi come funzionari corrotti", ha scritto su Telegram.
(Adnkronos) - Il film documentario Ferdinando Scianna - Il fotografo dell’ombra di Roberto Andò si aggiudica lo Special Award Premio Film Impresa promosso da Unindustria, premio collaterale dell’82esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. La cerimonia di consegna si terrà giovedì 4 settembre, alle 17, presso la Sala Tropicana 2 dell’Hotel Excelsior del Lido di Venezia. Il riconoscimento è stato attribuito per “il patrimonio di immagini e la ricchezza del dialogo con i quali un autore del cinema contemporaneo, Roberto Andò, racconta vita, idee e talento di uno dei più importanti autori viventi di fotografia, Ferdinando Scianna. Dopo aver rivelato con la fotografia il cuore profondo della Sicilia, aver lavorato insieme a Cartier Bresson nella più famosa agenzia del mondo (la Magnum) e come fotoreporter per 'L'europeo', Scianna ha profondamente innovato la foto della moda e reso memorabile il racconto di un brand e della sua bellezza, dotando una specifica impresa di un'aura creativa unica e inconfondibile: dimostrazione che un occhio capace di scovare nel mondo immagini esemplari e rivelatrici, sa raccontare anche il mondo immaginario che nutre la passione degli imprenditori”. Prodotto da Bibi Film con Rai Cultura, il documentario (presentato fuori concorso alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia) accompagna lo spettatore lungo la carriera del fotografo siciliano: dalle prime immagini delle feste popolari in Sicilia, alle campagne di moda che hanno cambiato l’immaginario collettivo, fino alle collaborazioni con figure centrali della cultura come Leonardo Sciascia e Cartier-Bresson. "Con questo premio vogliamo sottolineare come il lavoro di Scianna dimostri che lo sguardo di un artista possa diventare anche racconto d’impresa, trasformando la creatività in memoria collettiva”, ha dichiarato Giampaolo Letta, presidente di Premio Film Impresa. “Il film di Andò riesce a restituire la forza narrativa della fotografia di Scianna e il suo ruolo unico nella cultura visiva contemporanea”, ha aggiunto Mario Sesti, direttore artistico. Alla cerimonia parteciperanno Roberto Andò, Ferdinando Scianna, Giampaolo Letta, Mario Sesti e Simona Anelli, General Manager di Premio Film Impresa. Conclusa la cerimonia di premiazione, lo sguardo di Pfi è già rivolto al futuro. Nel mese di luglio, infatti, è stato lanciato il bando di concorso per tutti coloro che vorranno partecipare alla quarta edizione che, come sempre, sarà dedicata ai film d’impresa (corti e cortissimi, di finzione e documentari, narrativi e sperimentali) che raccontano la vita delle aziende di oggi e di chi le vive dall’interno: la passione creativa dell’impresa, il rapporto con il territorio in cui si insediano, la responsabilità sociale, i valori e la storia della civiltà d’impresa, la sfida ambientale e i progetti di innovazione, il vissuto del lavoro, il valore delle persone che ne sono protagoniste. Le opere selezionate nelle tre diverse aree del Premio (Narrativa, Documentaria e Innovative Image & Sound) saranno premiate ancora una volta da una giuria d’onore. Anche nell’edizione 2026, infine, saranno assegnati premi speciali a personalità del mondo del cinema.
(Adnkronos) - L'Organizzazione Meteorologica Mondiale (Omm-Wmo) ha certificato il nuovo record mondiale per il fulmine più lungo: ben 829 km in un noto hotspot per le tempeste negli Stati Uniti, le Grandi Pianure del Nord America. Il 'megaflash' - fa sapere il Wmo in una nota - si è verificato nell'ottobre 2017, durante un violento temporale: si è esteso dal Texas orientale fino a Kansas City, una distanza equivalente a quella tra Parigi e Venezia in Europa. Un'auto impiegherebbe dalle otto alle nove ore e un aereo commerciale almeno 90 minuti per coprire quella distanza. "I fulmini sono fonte di meraviglia ma anche un grave pericolo che miete numerose vittime in tutto il mondo ogni anno e rappresentano quindi una delle priorità dell'iniziativa internazionale 'Early Warnings for All'. Queste nuove scoperte evidenziano importanti preoccupazioni per la sicurezza pubblica in merito alle nubi elettriche, che possono produrre fulmini che percorrono distanze estremamente grandi, hanno un impatto significativo sul settore dell'aviazione e possono innescare incendi boschivi", ha dichiarato il segretario generale dell'Omm Celeste Saulo. Il Comitato per gli Estremi Meteorologici e Climatici dell'Omm, che tiene registri ufficiali degli estremi globali, emisferici e regionali, ha riconosciuto il nuovo record con l'aiuto delle più recenti tecnologie satellitari. I risultati sono stati pubblicati sul Bulletin of the American Meteorological Society. Il nuovo record di 829 km presenta un margine di errore di ± 8 km. È di 61 chilometri superiore al record precedente, che copriva una distanza di 768 ± 8 km in alcune zone degli Stati Uniti meridionali il 29 aprile 2020. "Questo nuovo record dimostra chiaramente l'incredibile potenza dell'ambiente naturale. Inoltre, la valutazione dell'Omm di eventi estremi ambientali come questo record testimonia i significativi progressi scientifici nell'osservazione, nella documentazione e nella valutazione di tali eventi. È probabile che esistano anche eventi estremi ancora più gravi e che saremo in grado di osservarli man mano che nel tempo si accumuleranno ulteriori misurazioni di fulmini di alta qualità", ha affermato il professor Randall Cerveny, relatore del rapporto sugli estremi meteorologici e climatici dell'Omm.