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(Adnkronos) - Arrivano le feste di Natale e il cuore rischia di più. Nella settimana dal 24 dicembre all'1 gennaio "si verifica il numero più alto di decessi per attacco cardiaco rispetto a qualsiasi altra settimana dell'anno", dice Antonio Rebuzzi, docente di Cardiologia all'università Cattolica di Roma, spiega all'Adnkronos Salute. "L'incremento è ovviamente dovuto a diversi fattori: pasti troppo abbondanti, consumo di alcol, sbalzi di temperatura e stress emotivo. Parola d'ordine: relax. Il consiglio è di trascorrere le feste di Natale in tranquillità, senza dove per forza accettare inviti per pranzi, cene e aperitivi. E a tavola, se si è cardiopatici, ipertesi, diabetici o con livelli alti di colesterolo, meglio evitare, oltre all'alcol, grassi, sale e zuccheri", aggiunge il professore. Niente "abbuffate natalizie", perché "possono avere un impatto significativo sulla salute cardiovascolare e sul colesterolo - ammonisce il cardiologo - Molto dipende ovviamente dal tipo di patologia di cui si soffre, ma la regola che vale per tutti è sempre la stessa: a tavola serve usare il buonsenso. Quindi limitare il più possibile sale e grassi presenti in cotechino, zampone, affettati", o burro, panna, cibi ultraprocessati e prodotti da forno industriali - raccomanda lo specialista - nonché "gli zuccheri (panettone, pandoro, torrone, struffoli e in generale tutti i dolci natalizi), oltre a vino, spumante e superalcolici. Da ricordare che il consumo di bevande alcoliche, oltre ad aumentare la pressione arteriosa, favorisce le aritmie". Chiarisce Rebuzzi: "Sia per chi ha il cuore in condizioni perfette sia per chi deve convivere con un problema cardiaco, in particolare gli anziani, il vino, oltre ad aumentare la pressione, è un importante trigger per le aritmie. Basti pensare che il 10% della popolazione over 70 ha problemi di fibrillazione atriale". Un altro "nemico delle feste" per chi ha un problema cardiovascolare "è il sale". Chi soffre di "scompenso cardiaco e assume più sale in questi giorni tra pranzi e cenoni di conseguenza tende a bere più acqua, ma così il cuore si sforza di più", sottolinea il cardiologo. La strategia vincente è quella di "essere rigorosi e impeccabili nei giorni precedenti e successivi" alle festività. "Non è necessario diventare maratoneti - chiosa Rebuzzi - ma è sufficiente svolgere una costante attività fisica per favorire un incremento del colesterolo Hdl (quello 'buono') e ridurre il colesterolo Ldl (cosiddetto colesterolo 'cattivo')". Non solo stare a dieta prima e dopo le feste, "ma soprattutto al divano preferire lunghe passeggiate: almeno 3-4 km al giorno".
(Adnkronos) - Il Ristorante Hotel Cipriani di Rio de Janeiro, guidato dallo chef Nello Cassese e ospitato nell'omonimo edificio, è stato nuovamente nominato miglior ristorante italiano al mondo dalla guida 50 Top Italy 2026 , che presenta il meglio della ristorazione italiana in Italia e all'estero. Il secondo posto è andato a Il Carpaccio, guidato da Alessandra Del Favero e Oliver Piras , situato presso Le Royal Monceau, a Parigi. Il terzo posto è andato a DaNico dello Chef Daniele Corona, a Toronto. La cucina italiana, recentemente dichiarata Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità dall'Unesco, è stata celebrata dai suoi massimi esponenti durante il gran galà della cucina italiana 50 Top Italy 2026 al Teatro Manzoni di Milano. Il quarto posto è andato al Rezdôra di Stefano Secchi a New York, mentre il quinto è andato al Da Vittorio Shanghai , di proprietà della famiglia Cerea. Il sesto posto è andato a Torno Subito a Singapore, sotto la direzione dello chef Alessio Pirozzi e la supervisione di Massimo Bottura. Il settimo posto è andato al Fiola di Fabio Trabocchi a Washington Dc, e l'ottavo posto a Otto e Mezzo Bombana a Hong Kong, dello chef Umberto Bombana. Il nono posto è andato ad 'Agli Amici Rovinj' a Rovigno, di proprietà della famiglia Scarello, e il decimo posto ad Acquarello di Mario Gamba a Monaco di Baviera. I paesi con il maggior numero di sedi nella classifica di quest'anno sono gli Stati Uniti, la Francia e la Svizzera con 7 sedi ciascuno, seguiti da Cina e Belgio con 4. Sono stati assegnati sedici premi speciali al meglio della cucina italiana dentro e fuori i confini del Belpaese: Il Premio Pranzo dell'Anno 2026 – Pastificio dei Campi è andato a Il Carpaccio di Parigi; il Premio Piatto dell'Anno 2026 – Premio Latteria Sorrentina è andato a Fusillo al Ferretto, Lamiaceae, Caprino e Lime di Marotta Ristorante di Squille, mentre il Miglior menu degustazione 2026 – Premio Latteria Sorrentina è andato a Miseria e Nobiltà dell'Osteria Francescana di Modena. Lo chef dell'Anno 2026 – Premio Ferrarelle è Nello Cassese del Ristorante Hotel Cipriani di Rio de Janeiro. Il Maître dell'Anno 2026 – Premio Maistà è Massimo Raugi presso Villa Crespi a Orta San Giulio. Il manager dell'Anno 2026 – Premio Il Fritturista – Oleificio Zucchi (Manager dell'anno 2026 – Premio Il Fritturista – Oleificio Zucchi) è Gianni Caprioli di Giando a Hong Kong. Il Premio novità dell'anno 2026 – Solania è andato a Orsini di Zurigo, mentre il Premio Sommelier dell'Anno 2026 è andato a Emanuele Izzo presso Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia. Il Premio made in Italy 2026 – Salumi Coati è andato a Torno Subito di Singapore, mentre il Premio Performance dell'Anno 2026 – D'Amico è andato a Roscioli Salumeria con Cucina di Roma. Il Premio migliore prima colazione 2026 – Latteria San Salvatore è andato a Il San Corrado di Noto , in Sicilia, mentre il Premio Icon 2026 – Latteria San Salvatore è andato a Mario Gamba di Acquarello di Monaco. Il Premio migliore comunicazione social 2026 – Premio Mammafiore è andato a Uliassi di Senigallia. Il Premio One to Watch 2026 – Goeldlin è andato a Sustànza di Napoli. Il Premio Pasticceria nella Ristorazione 2026 – Premio Mulino Caputo è andato al ristorante Duomo di Ragusa, mentre il Premio Pasticceria dell'Anno 2026 – Premio Mulino Caputo è andato a Pietro Macellaro di Piaggine.
(Adnkronos) - "Dall'inizio di quest'anno c'è l'obbligo di introduzione del 25% di riciclato nelle bottiglie, quindi andiamo a toccare con mano e abbiamo toccato con mano dal vivo in questo 2025 che cosa vuol dire obbligare qualcuno a mettere del riciclato". Queste le parole di Corrado Dentis presidente Coripet, il consorzio autonomo, volontario che opera nella raccolta e nell'avvio a riciclo dei contenitori per liquidi in Pet, intervenendo alla Conferenza Nazionale Industria del Riciclo 2025, promossa dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile con Conai e Pianeta2030, con il patrocinio di Mase e Commissione Europea. "Abbiamo dato il 25% di riciclato, quello che è obbligatorio per legge, a tutti i consorziati produttori – prosegue Dentis – quindi rispettano gli obblighi normativi. Questo l'abbiamo fatto grazie ad una catena di custodia che parte dalla raccolta e segue tutta la filiera fino alla consegna ai soci di un Pet riciclato di altissima qualità, qualitativamente elevato. Abbiamo condotto in questi anni assieme all'Università Federico II di Napoli uno studio completo su più di mille campionature effettuate su tutta la filiera. La capacità di produzione del polimero in estremo oriente è 12 volte superiore a quella di tutta l'Europa. Quindi abbiamo dimensioni e dinamiche non comparabili. Siamo riusciti, ciononostante, attraverso questo nuovo modello, a garantire i presupposti per ottemperare alla legge, dando ai nostri soci un polimero, peraltro, a condizioni economiche estremamente stabili, che è tracciato made in Italy (dalla raccolta alla produzione) e rispetta perciò anche le norme che prevedono l’obbligo di utilizzo di E-Pet europeo”. “Il nostro modello riguarda più del 40% dell’immesso a consumo e auspichiamo che anche tutti gli altri produttori sposino il modello Coripet. Ma al momento la restante quota di mercato, approfittando di un vuoto normativo privo di sanzioni, non rispetta gli obblighi, continuando ad usare il Pet vergine di importazione, favorito da un prezzo più basso. Questo è un qualcosa che va colmato a stretto giro, anche perché la concorrenza, quella che arriva dalla Cina, riguarda sia il polimero vergine che sui polimeri riciclati”.