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(Adnkronos) - Arriva il codice Ateco per prostitute e escort? Nell'elenco dell'Istat per classificare le attività economiche spicca il codice 96.99.92 in cui rientrano, come evidenzia l'istituto, "le seguenti attività: le agenzie matrimoniali e quelle di speed dating". E allora perché c'è chi pensa che il codice faccia riferimento anche a escort e prostitute che, in sostanza, si iscriverebbero alla Camera di commercio? "Con l'entrata in vigore della nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2025 "è stato recepito dalla classificazione statistica europea delle attività economiche denominata Nace Rev. 2.1 il codice 96.99 'Altre attività di servizi alla persona n.c.a'. La descrizione di questo codice definita a livello europeo riporta, tra le altre, anche le seguenti attività: 'provision or arrangement of sexual services, organisation of prostitution events or operation of prostitution establishments'", spiega l'Istat richiamando la classificazione europea. D'altra parte "le stesse attività erano già incluse nella classificazione europea precedente nell’ambito del codice 96.09, in vigore a partire dal 2008 al 2024, sebbene non in modo così esplicito. Si precisa che la classificazione statistica delle attività economiche definita a livello comunitario può includere oltre alle attività legali anche quelle non legali al fine di garantire l’esaustività della classificazione e la piena comparabilità dei dati tra Paesi dell’Ue, indipendentemente dal loro regime normativo", spiega l'istituto. "Si segnala tuttavia - continua l'istituto di statistica - che l’implementazione della classificazione Ateco 2025 a livello nazionale riguarderà solo gli operatori economici residenti che svolgono attività legali, come nel caso del codice 96.99.92 in cui rientrano, ad esempio, le seguenti attività: le agenzie matrimoniali e quelle di speed dating. La stima delle attività illegali, richiesta nell’ambito dei Sistema dei conti nazionali e regionali dell’Unione europea (Sec), verrà effettuata dall’Istat esclusivamente nell’ambito dei Conti Nazionali utilizzando metodi di stima indiretti".
(Adnkronos) - "Il futuro dell'energia in Italia, secondo me, non sarà solo idrogeno verde. Il ministro Urso, quando è venuto qui a Siracusa, ha parlato della costruzione di mini centrali nucleari, quindi io vedo un mix di nucleare, elettrico e idrogeno. E per l'idrogeno verde servono grandi impianti di rinnovabili, fotovoltaico ed eolico". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Giovanni Musso, ceo di Irem spa, sui scenari del futuro dell'energia nel nostro Paese. Irem spa è una società leader nell'impiantistica industriale, attiva nei mercati nazionale e internazionale, e con headquarter a Siracusa in Sicilia. "La nostra forza -spiega Musso- è che siamo un Gruppo capace di coprire tutte le fasi di costruzione di un impianto che possiamo fornire 'chiavi in mano' ai clienti. Irem in questo momento fattura 330 milioni di euro, con 4mila dipendenti e lavora principalmente in Europa, soprattutto Nord Europa, poi abbiamo anche cantieri in Grecia, qualcosa anche fuori dall'Europa, Kazakistan e Kuwait, e stiamo iniziando dei lavori importanti in Egitto". E Irem sta vivendo sulla propria 'pelle' la transizione energetica. "Gli impianti che adesso stiamo realizzando non sono più quelli tradizionali su cui eravamo specializzati, ma impianti green. Infatti stiamo costruendo una acciaieria verde a Boden in Svezia, con un grossissimo investimento di circa 6 miliardi di euro, di noi abbiamo acquisito soltanto 100 milioni. Un'acciaieria verde che funziona a idrogeno: produzione di acciaio 'verde' con l'idrogeno che viene prodotto con fonti alternative. Il nostro business sta 'migrando' quindi da impianti tradizionali a quelli alimentati con energia green", sottolinea Musso. E la svolta green per Irem sta avvenendo anche in Italia. "In Italia stiamo realizzando -spiega Musso- un impianto qui a Siracusa, il nostro quartiere generale, un impianto di idrogeno con fondi Pnrr. E' un piccolo impianto di 18 milioni di euro, che produrrà 170 tonnellate di idrogeno verde in un che pensiamo di vendere al polo industriale qui di Siracusa, dove anche loro sono in prossimità di realizzare una transizione energetica, quindi l'idrogeno è funzionale anche a questo". "Noi produrremo 170 tonnellate all'anno, al Polo ne servirà molto, molto di più, quindi più che altro sarà un impianto pilota importante per sviluppare impianti molto più grossi per contribuire alla tradizione energetica del Polo Industriale", spiega ancora. Ma cosa serve in Italia per incentivare la produzione di idrogeno verde? "Purtroppo, per l'idrogeno ci vuole molta energia elettrica, che le nostre reti non riescono a fornire. Inoltre questa energia elettrica dovrebbe essere prodotta da fonti alternative, green, altrimenti l'idrogeno che si produce è un idrogeno non più verde, è un idrogeno scuro, grigio, quindi non è idoneo per realizzare gli obiettivi che ci siamo dati in Europa. Quindi cosa serve? Servono impianti di fotovoltaico ed eolico enormi -sottolinea- che possano alimentare la produzione di idrogeno verde. Ad esempio, il governo sta puntando moltissimo nell'area africana per cercare di produrre lì, diciamo così, idrogeno da fonti alternative, visto che ci sono ampi spazi e molto soleggiati, e quindi l'area è idonea per produrre l'idrogeno", aggiunge ancora. L'allarme dazi "Vedo in modo molto positivo l'incontro del 17 aprile tra la premier Meloni e Trump. Non credo che il presidente americano sarà così drastico nei confronti dell'Europa, credo che un punto d'incontro ci sarà e l'annunciata guerra dei dazi sarà una piccola battaglia che finirà senza grosse perdite da ambo le parti", spiega Musso che è anche componente del gruppo tecnico internazionalizzazione di Confindustria, sul tema dei dazi Usa. Secondo Musso, "è chiaro che siamo in una situazione molto preoccupante anche se le via d'uscita ci sono". "Oltre che aprire negoziati con gli Usa le aziende possono andare in territori dove i dazi sono bassi, come la Gran Bretagna, o guardare ad altri mercati come il Messico e tutta l'area del Mercosur dove ci sono grandi margini di sviluppo dei mercati", dice. E Musso apprezza le misure a cui sta pensando il governo "come i contributi a fondo perduto attraverso i fondi del Pnrr oppure dai Fondi coesione per sostenere le aziende", sottolinea. Versalis e il futuro del polo di Siracusa "Versalis con il protocollo firmato con le parti sociali giorni fa ha garantito l'investimento per una bio raffineria per la produzione di bio carburanti. Questa cosa l'abbiamo accolta con molto entusiasmo e la visita del ministro che c'è stata la scorsa settimana ha confermato che questo modello Versalis può essere esteso a tutto il polo industriale di Siracusa e questa è una cosa importante che in un certo senso ci lascia fiduciosi". spiega Giovanni Musso che ricopre, tra l'altro, il ruolo di vicepresidente sezione metalmeccanici Confindustria Siracusa. E Musso sottolinea che il "governo nazionale ha preso a cuore il sito di Siracusa, che è importante per l'Italia, strategico per le milioni di tonnellate di petrolio che produce", conclude.
(Adnkronos) - 'Intelligent Venice: la più antica città del futuro' è il Progetto Speciale della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità - Venice Sustainability Foundation (Vsf) realizzato per la Biennale Architettura 2025 (10 maggio - 23 novembre 2025), secondo un accordo siglato tra La Biennale di Venezia e Vsf. La mostra si svolgerà presso la Tesa dell’Isolotto, Darsena Grande dell’Arsenale, a cura di Benno Albrecht (Università Iuav di Venezia), Renato Brunetta (Vsf e Cnel), Pierpaolo Campostrini (Corila), Paolo Costa (C+3C Sistemi e Strategie). La mostra è il racconto di uno straordinario progetto millenario, una storia fatta di invenzioni medievali e tecnologie contemporanee, di interventi sulla natura e antropizzazione, di strategie di sopravvivenza e resilienza, attraverso le quali per secoli si è dispiegata la capacità della città di sopravvivere a un ambiente ostile, grazie all’esercizio costante dell’intelligenza. L’esposizione 'Intelligent Venice' occupa la Tesa dell’Isolotto, sulla Darsena Grande dell’Arsenale, unico superstite di 18 squeri trecenteschi demoliti nel 1880, ed è costruita con una successione di absidi, pannelli verticali ed una spina centrale rappresentata da un lungo tavolo. L’allestimento si estende su una superficie di 500 metri quadrati e include oltre 5000 immagini d’archivio; più di 1000 mappe storiche provenienti dalle più autorevoli banche dati; oltre 3 ore di proiezioni video; 5 pannelli multimediali interattivi. Nello spazio del Padiglione, un interno architettonico basilicale con capriate lignee, cinque 'Absidi delle intelligenze' offrono un viaggio immersivo nella storia e nella gestione della laguna e della città: 'Tempo millenario', 'Laguna regolata', 'Natura antropizzata', 'La Venezia della gente', 'Forma urbana' permetteranno al pubblico di esplorare l’evoluzione 'intelligente' della città con la sua laguna, le invenzioni, le strategie sviluppate per la sua fruizione e per la tutela e l'accrescimento del suo patrimonio culturale, attraverso proiezioni avvolgenti e postazioni interattive multimediali, offrendo un’esperienza che unisce scienza, tecnologia e narrazione visiva. Il Tavolo, che si sviluppa per 30 metri lungo l’asse centrale della Tesa, è dedicato agli Ingegni e rappresenta gli oggetti, gli strumenti, i meccanismi e le tecnologie con cui i veneziani hanno saputo fare di un luogo apparentemente inabitabile una delle più importanti testimonianze della storia urbana globale. Nella sezione 'Attori di oggi e di domani', che anima le pareti di connessione tra le Absidi delle Intelligenze, prendono forma le visioni e i progetti di una molteplicità di attori pubblici e privati che operano in città. Se, come ha affermato il presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco, “la Biennale Architettura di quest'anno è anche l’autobiografia di Venezia”, “Intelligent Venice è la biografia di una città viva, in continua rigenerazione, capace di ispirare il futuro, per sé stessa e per il mondo intero”, così il presidente di Vsf, Renato Brunetta.