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(Adnkronos) - Linee elettriche abbattute, cumuli di detriti e veicoli immersi nell'acqua fangosa. Un video condiviso dalla Jamaican Constabulary Force mostra le autorità locali al lavoro per valutare i danni a Black River, vicino al punto in cui ieri l'uragano Melissa - che ora investe a Cuba - ha toccato terra in Giamaica, diventando una tempesta di categoria 5 prima di perdere potenza e scendere a livello 4 e poi a 3: l'allarme rimane altissimo, visti i venti a quasi 200 km orari. In Giamaica sono stati segnalati danni ingenti in alcune zone di Clarendon, nella zona meridionale, e nell'area sud-occidentale di St. Elizabeth, che era "sott'acqua", ha affermato Desmond McKenzie , vicepresidente del Consiglio per la gestione dei rischi di catastrofe della Giamaica. La tempesta ha danneggiato anche quattro ospedali e ne ha lasciato uno senza elettricità, costringendo le autorità a evacuare 75 pazienti, ha affermato McKenzie. Più di mezzo milione di persone sono rimaste senza elettricità fino a ieri sera, mentre le autorità hanno riferito che la maggior parte dell'isola ha subito la caduta di alberi, la distruzione delle linee elettriche e vaste inondazioni. Secondo l'organizzazione di monitoraggio di Internet NetBlocks, la connettività Internet in Giamaica è scesa al 42% dei livelli normali. I forti venti della tempesta hanno causato danni ingenti alle infrastrutture elettriche e di comunicazione, isolando molte parti del Paese, ha affermato NetBlocks. Il governo ha affermato che spera di riaprire tutti gli aeroporti della Giamaica già da domani per garantire la rapida distribuzione dei rifornimenti di emergenza. La tempesta è già stata ritenuta responsabile della morte di sette persone nei Caraibi, tra cui tre in Giamaica, tre ad Haiti e una nella Repubblica Dominicana , dove un'altra persona risulta ancora dispersa. Il National Hurricane Center ha nuovamente declassato Melissa a "uragano di categoria 3 sulla scala Saffir-Simpson", ma ha affermato che si tratta comunque di "un uragano di grandi dimensioni estremamente pericoloso". Il centro ha avvertito che l'uragano potrebbe "causare inondazioni improvvise potenzialmente letali e catastrofiche, con numerose frane" nel suo passaggio a Cuba. Nella parte orientale dell'isola, si prevedono forti precipitazioni, soprattutto sulle alture.
(Adnkronos) - Investire nella rieducazione dei detenuti, mettendo al centro formazione e lavoro. E' l'obiettivo di un progetto di reinserimento sociale che il Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro sta portando avanti in tutta Italia attraverso diversi consigli provinciali dei professionisti, come quello di Bologna. "Noi a Bologna -racconta ad Adnkronos/Labitalia Pier Paolo Redaelli, presidente del Consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti del lavoro di Bologna- seguiamo un'impresa sociale che si chiama 'Fare Imprese in Dozza'. La Dozza è il carcere di Bologna e questa impresa è stata costituita da tre società che operano nel campo della costruzione delle macchine automatiche. E la novità di questo progetto è che è stato costruito all'interno della carcere, grazie all'amministrazione carceraria che ha dato in uso la palestra, un'officina meccanica. In quest'officina meccanica in questo momento operano come dipendenti assunti a tempo indeterminato 14 detenuti che sono stati selezionati e formati dalla 'Fondazione Aldini Valeriani', che è una fondazione che si ricollega all'Istituto tecnico 'Aldini Valeriani'", sottolinea. E in questi anni i risultati sul reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti sono arrivati. "Dal 2012 sono stati assunti 77 dipendenti proprio all'interno del carcere -sottolinea Redaelli- che ovviamente nel corso di questi anni hanno cessato la loro attività lavorativa perché sono stati scarcerati. Di queste 77 persone l'80% circa non ha più avuto recidiva, nel senso che oggi ha un lavoro stabile all'interno di questa impresa", sottolinea Redaelli. E il presidente del consiglio provinciale dell'ordine dei consulenti di Bologna sottolinea come quindi "sia un progetto che funziona molto bene. È entrata a far parte di questa realtà la Granarolo latte, perché all'interno delle carceri della Dozza ci sono dei macchinari per produrre prodotti caseari, e quindi inizieranno questa nuova avventura". "L'altra realtà che seguiamo -spiega Redaelli- è un'impresa sociale che si chiama 'Siamo Qua', ed è un'impresa per le detenute. Loro hanno realizzato all'interno del carcere che presso la sede della cooperativa sociale, un laboratorio di sartoria. Delle operaie formano all'interno del carcere queste detenute, che poi quando ottengono la semilibertà vengono trasferite appunto nella sede sociale della coop. Le problematiche sono molte per queste detenute, perché ovviamente al termine del periodo di detenzione perdono la loro qualifica di svantaggiate e quindi si ritrovano nel mondo del lavoro". "Molto spesso però in particolare per quelle extracomunitarie, senza permesso di soggiorno, farle entrare nel mondo del lavoro è sempre più complesso. Ecco perché noi stiamo cercando di portare avanti una richiesta di riforma della norma, proprio per dare la possibilità a questo persone svantaggiato di poter riprendere la propria attività lavorativa, la propria dignità", conclude Redaellli.
(Adnkronos) - "Il 92% degli intervistati, su un campione di 2000 persone, dice che la salute delle persone e quella del pianeta sono assolutamente interconnesse tra di loro. E tra gli obiettivi dell'Agenda 2030 mette al primo posto la salute e il benessere. Questo che cosa significa? Che la sostenibilità è entrata nella sfera del benessere quotidiano, cioè nel modo in cui mangiamo, ci muoviamo, lavoriamo, respiriamo". Così Paola Aragno, vicepresidente Eikon Sc intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma, illustrando i dati di una ricerca di Eikon Sc per la Social Sustainability Week. "La sostenibilità non significa ridurre solamente le emissioni ma significa vivere meglio. L'economia circolare diventa strategica se ha una funzione anche sociale, per cui rigenera non solo le risorse ma la salute, le competenze, i valori", osserva. "Se andiamo a guardare anche ai giovani, cioè a quelli che saranno i nostri protagonisti della sostenibilità, della transizione, il 65% si sente coinvolto negli obiettivi dell'Agenda 2030 e il 70% dice che si sentirebbe più motivato a lavorare in un'azienda che tiene conto ed è molto attenta alla sostenibilità. Per cui i giovani vogliono delle aziende coerenti, a 360 gradi, capaci di unire impatto ambientale, ma anche benessere", conclude.