ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Il colosso americano dei chip elettronici Nvidia ha pubblicato risultati superiori alle aspettative per il terzo trimestre del suo esercizio, sostenuti da una domanda che “continua ad accelerare”, secondo il ceo Jensen Huang. L'utile netto per il terzo trimestre è balzato del 65% su base annua, raggiungendo i 31,9 miliardi di dollari, riporta una nota. Il dato è stato accolto con favore a Wall Street, dove il titolo del gruppo ha registrato un aumento di quasi il 4% nelle contrattazioni elettroniche dopo la chiusura. Il fatturato è aumentato del 62% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, raggiungendo i 57 miliardi di dollari. “La domanda di capacità di calcolo continua ad accelerare”, ha aggiunto Huang, spiegando: “L'intelligenza artificiale si sta diffondendo ovunque e può fare qualsiasi cosa”. E Nvidia non vede alcun rallentamento, prevedendo una crescita del 65% dei ricavi per il trimestre in corso, un ritmo notevolmente superiore alle previsioni degli analisti. Il gruppo di Santa Clara (California) annuncia anche un margine lordo compreso tra il 74,8% e il 75,0%, sempre per il quarto trimestre (chiuso a fine gennaio), ovvero un livello che non si vedeva da cinque trimestri.
(Adnkronos) - "Noi siamo molto contenti della sentenza della Corte, siamo molto contenti di tutto quello che è successo, è stato un periodo nel quale abbiamo proprio dovuto assicurarci che tutto funzionasse. Ora che è tutto messo al di là di ogni ragionevole dubbio, la prima cosa che la Commissione farà è quella appunto di assicurarsi della corretta trasposizione della direttiva sul salario minimo in tutti i Paesi membri. Al momento abbiamo 19 Paesi, tra cui l'Italia, che hanno comunicato trasposizione completa, anche per quei 19 noi inizieremo a verificare che la trasposizione sia davvero completa. E poi ci sono altri 8 Paesi, di cui 5 devono ancora comunicare e 3 hanno comunicato trasposizione parziale. Quindi credo che adesso la priorità sia certamente quella di assicurarsi che la trasposizione sia ottima". Così, intervistato da Adnkronos/Labitalia, Mario Nava, direttore generale della Dg occupazione, affari sociali e inclusione (Dg Empl) della Commissione Europea, dopo la decisione della Corte di Giustizia Ue sulla direttiva sul salario minimo. Secondo Nava la sentenza "come ha detto la presidente Von der Leyen, è una milestone, una pietra miliare per gli europei perché è per la loro dignità, per l'equità, per la sicurezza finanziaria. Quello che ci rende particolarmente soddisfatti è che la direttiva può essere implementata nel pieno rispetto delle tradizioni nazionali, dell'autonomia dei partner sociali, dell'importanza della negoziazione collettiva". E Nava ha sottolineato che "non potrebbe esserci miglior riconoscimento per un provvedimento che sta già funzionando da un punto di vista economico. Perché negli ultimi anni, dove più e più Paesi hanno messo in opera un salario minimo, quest'ultimo non solo non ha aumentato la disoccupazione, ma questa al contrario è scesa e i tassi di impiego sono aumentati", ha sottolineato. E sull'ipotesi di un salario minimo legale in Italia ha ribattuto che "non spetta a me dire cosa fare", sottolineando "che la direttiva sul salario minimo spiega quali possono essere le diverse opzioni, e quello che sottolinea la sentenza al di là di ogni ragionevole dubbio è che una direttiva su un salario minimo adeguato, appropriato, è corretta da un punto di vista legale e, aggiungo io, da un punto di vista economico, di giustizia sociale, di un'economia che sia allo stesso tempo produttiva e inclusiva", ha ricordato Nava. E Nava ha quindi ricordato che "il salario minimo non solo protegge il potere d'acquisto dei lavoratori, non solo riduce le differenze di salario, non solo elimina uno dei fenomeni più fastidiosi dei nostri giorni che è quello del lavoro povero, il lavoro che non permette di arrivare a fine mese, ma soprattutto il salario minimo sostiene la domanda aggregata e aumenta gli incentivi a lavorare. Questo è il punto fondamentale: il salario minimo aumenta il tasso di impiego, perché se c'è un salario minimo ci sono più incentivi a lavorare e quindi più gente va a lavorare. Inutile dire che siccome tanta gente che è fuori dal mercato del lavoro è di sesso femminile, un salario minimo riduce anche il famoso gender gap, perché richiama più persone, più donne sul mercato del lavoro". E ha concluso sottolineando che "la Commissione nelle prossime settimane lancerà la cosiddetta 'Quality Jobs Roadmap', la roadmap per la qualità del lavoro. E' chiaro che la direttiva sul salario minimo ci dà un piedistallo abbastanza forte, su cui poi agganciare tutti gli altri elementi che rendono il lavoro un lavoro di qualità. E' chiaro che quando si parla di un lavoro di qualità la prima cosa che viene in mente è che sia un lavoro che paghi, che non sia un lavoro povero e che aiuti la gente a vivere in maniera degna. A me è piaciuto molto che la Presidenza abbia usato la parola dignità, giustizia e sicurezza finanziaria". (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Temperature estreme fino ai 38°C entro il 2050, forte stress idrico e inondazioni più frequenti. Questi i principali rischi emersi dallo studio sulla regione Toscana realizzato da Axa Climate e presentato in occasione dell’incontro a Lucca, nella sede di Confindustria Toscana Nord, dal titolo 'Cambiamenti Climatici. Prevenire e mitigare il rischio' organizzato dal Gruppo assicurativo Axa Italia. Con il Patrocinio di Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici), Comune di Lucca e Regione Toscana, l’iniziativa prosegue sul territorio italiano dopo le tappe di Senigallia, Cervia, Treviso, Varese e Torino. Al centro dell’incontro, lo studio scientifico sul grado di rischiosità futuro, al 2050, della regione Toscana, realizzato da Axa Climate, società del Gruppo che si avvale di un team di oltre 20 PhD esperti in scienza e climatologia e data scientist. Tre gli ambiti di rischio prioritari per la regione: temperature estreme, inondazioni e stress idrico. Sul fronte delle temperature estreme, i modelli di Axa Climate prevedono un aumento delle temperature annuali su quasi tutta la regione Toscana, passando dai 30-34°C della baseline ai 34-38°C nel 2050. In particolare, sarà la parte centrale della regione ad essere particolarmente colpita da ondate di calore, con temperature che supereranno i 38°C nel 2050, contando 5 giorni in più in cui le temperature massime percepite all’ombra supereranno i 40°C. Le temperature estreme rappresenteranno una grande sfida soprattutto per Lucca e Firenze. A Lucca, le massime percepite all’ombra raggiungeranno i 46,5°C nel 2050 e saranno 7 i giorni in più con temperature all’ombra maggiori di 35°C. Firenze, invece, vedrà nel 2050 le temperature massime percepite all’ombra fino ai 50°C con 14 giorni in più di temperature all’ombra maggiori di 35°C. Il fenomeno delle ondate di calore influenzerà in modo significativo tutta la regione: i modelli di Axa Climate prevedono infatti temperature e durate mai raggiunte prima. Dal 2050, ogni 5-10 anni le temperature raggiungeranno i 38°C per 20 giorni all’anno con uno scenario più estremo di temperature fino a 41°C per 70 giorni all’anno. Gli episodi di inondazioni e piogge intense diventeranno sempre più frequenti con il cambiamento climatico. Già a marzo 2025 le province di Livorno, Pisa e Firenze hanno visto cadere in 24h l’equivalente del 300% della media mensile di alcune parti della regione con impatti molto importanti sul settore industriale, agricolo e turistico. L’aumento nei livelli di inondazioni pone, infatti, un rischio importante sulle infrastrutture critiche della regione: saranno principalmente i quartieri di Sant’Angelo in Campo e la zona al nord del fiume Serchio ad essere colpiti, causando un impatto diretto su alcune strade essenziali all’attività economica della Toscana, come l’A11 e l’E76 tra Pisa e Firenze. I livelli d’acqua raggiungeranno i 50-150cm intorno alla città di Lucca e fino a 4 metri in alcune parti delle autostrade. La Toscana sarà, inoltre, sempre più soggetta a stress idrico con intensificazioni del fenomeno nella parte nord, raggiungendo fino a quasi l’80% dell’acqua disponibile usata entro il 2050. Nell’altra metà della regione, dove il rischio viene già considerato 'estremamente alto', si accentuerà ulteriormente aumentando da 86% a 132% tra la baseline e il 2050. Infine, anche il rischio di frane rappresenterà un pericolo molto più importante per la regione nel 2050 rispetto ad oggi, con un impatto sia diretto, come ad esempio sulle popolazioni locali, che indiretto, come sulle infrastrutture e collegamenti. Con questo ciclo di incontri, Axa ha voluto porre l’attenzione su possibili azioni di prevenzione e mitigazione dei rischi climatici: da misure di sensibilizzazione o di revisione dei piani di emergenza e di business continuity, fino a potenziali misure di adattamento delle infrastrutture e delle attività aziendali. Tra queste, la piattaforma Altitude, il nuovo strumento di analisi del rischio climatico e della biodiversità, sviluppato da Axa Altitude, parte di Axa Climate, per aiutare le aziende a identificare l’esposizione dei propri siti ai rischi climatici, valutarne i potenziali impatti finanziari e definire la strategia di adattamento proponendo le misure di mitigazione più efficaci. Per Umberto Guidoni, co-direttore generale di Ania: “La protezione dalle catastrofi naturali è un tema centrale per il Paese, soprattutto alla luce dell’elevata fragilità, dal punto di vista idrogeologico, del nostro territorio e degli effetti del cambiamento climatico in atto. Per questo, la legge che impone a tutte le imprese di assicurarsi per i danni causati dalle calamità naturali è una grande opportunità per mettere in sicurezza il tessuto produttivo italiano. Siamo entrati nella fase conclusiva del percorso di adeguamento alla norma: per le aziende di grandi e medie dimensioni l'obbligo è già in vigore. L'auspicio è che anche le piccole, alle quali è stata concessa una proroga fino al 31 dicembre 2025, comprendano il grande valore delle polizze catastrofali per la tutela della loro attività”. "A pochi mesi dalla tappa di Torino, torniamo con il ciclo di incontri sui cambiamenti climatici, giunti al loro sesto appuntamento, questa volta a Lucca in Toscana - spiega Letizia D’Abbondanza, Chief Customer External Communication Officer del Gruppo Axa Italia - L’iniziativa, che ha come obiettivo quello di diffondere maggiore consapevolezza sui rischi climatici e sulle strategie di mitigazione e prevenzione, sottolinea l’impegno di Axa nel supportare la società nella transizione climatica con un approccio a 360°. Il cambiamento climatico, che si attesta nuovamente come primo rischio percepito a livello globale secondo il nostro Future Risks Report, richiede azione immediata e collettiva e come assicuratori abbiamo un ruolo sociale fondamentale nel promuovere una cultura della prevenzione basata su dati scientifici, proporre soluzioni concrete e contribuire a costruire un percorso di sviluppo sostenibile, in una logica di collaborazione pubblico-privata”.