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(Adnkronos) - Dalla pace fiscale selettiva all'Irpef più leggera per il ceto medio ma possibilmente anche l'Ires premiale e la detassazione dei premi di produttività. Le ipotesi sul tavolo in vista della manovra di bilancio puntano a new entries e riconferme ma tutto sarà condizionato dalle risorse disponibili. Come di consueto, a quanto si apprende, le misure del 'pacchetto fiscale' potrebbero convergere in un decreto collegato alla Legge di Bilancio, inglobando eventualmente il ddl sulla pace fiscale in discussione in commissione Finanze al Senato. Presentato lo scorso 11 febbraio in Senato, il ddl con la rottamazione generalizzata delle cartelle in 120 rate uguali e senza interessi è ancora in discussione in commissione Finanze a Palazzo Madama. La presentazione degli emendamenti, attesa per oggi, è slittata al 22 settembre. Intanto nella maggioranza e nel governo si ragiona all'ipotesi di interventi selettivi per i contribuenti realmente in difficoltà, estromettendo cosi recidivi e furbetti che pagavano solo la prima rata per bloccare fermi e pignoramenti. Si studia inoltre la possibilità di allineare il livello delle prime rate alle successive, rispetto alle ultime edizioni che prevedevano tranche al 10% del debito nei primi due versamenti e poi al 5%. Costi: una sanatoria generalizzata costerebbe oltre 5 miliardi di euro nel 2025, ma con le modifiche il conto scenderebbe. Il governo punta ad abbassare l’Irpef al ceto medio, portando l’aliquota intermedia dal 35% al 33% e cercando di ampliare lo scaglione ai redditi fino a 60mila euro. Costo totale dell'operazione 4 miliardi, ma potrebbe scendere a 2,5 miliardi se l'asticella si fermasse ai redditi fino a 50mila euro. Il governo in manovra punta per lo meno a confermare l'agevolazione fiscale al 5% sui premi di produttività. La misura coinvolge più di 15.000 imprese per oltre 4 milioni di lavoratori. La flat tax a 200mila euro per 15 anni per i Paperoni stranieri potrebbe essere vincolata agli investimenti nell'economia reale. In merito c'è una proposta del deputato leghista Giulio Centemero (Lega) per agganciarla sia agli investimenti che alla residenza. "Vedremo se si può fare, ma non su chi è già residente", ha risposto il vice ministro al Mef Maurizio Leo sul tema. Risorse permettendo, il governo punta alla riconferma dell'Ires premiale al 20% per le imprese che investono e assumono. L'incremento delle entrate erariali (+8,4 miliardi secondo l'ultimo bollettino Mef) e i risparmi di oltre 2,4 miliardi della spesa per interessi sul debito dovranno andare al taglio del deficit, con la realistica possibilità di anticipare il rientro sotto il 3% già quest'anno, invece che il prossimo, e quindi uscire dalla procedura Ue sui conti. In questo modo l'Italia entrerebbe tra i paesi 'virtuosi' che potrebbero derogare al nuovo target della spesa netta per gli investimenti in difesa e sicurezza. Per le coperture della manovra invece si potrebbe attingere dal gettito del concordato preventivo biennale che si è attestato intorno a 1,6 miliardi di euro, cifra che potrebbe quasi raddoppiare se il ravvedimento bis introdotto con l'ultimo dl fiscale sortisse i risultati sperati. L'Operazione si chiude il 30 settembre. La prima scadenza da segnare per i conti pubblici è il 22 settembre quando l'Istat pubblicherà i conti economici nazionali 2024: eventuali ritocchi potrebbero infatti impattare le previsioni di quest'anno. Entro fine mese è invece attesa la risoluzione del Parlamento sul documento programmatico di economia e finanza, mancando ancora all'appello la riforma della legge di contabilità. Prima di questo appuntamento però le opposizioni hanno chiesto che il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti vada in Aula a riferire sul quadro macro-economico. La nuova 'Nadef', il Documento programmatico di economia e finanza (Dpfp), sarà poi trasmessa alle Camere entro il 2 ottobre. La manovra dovrebbe invece arrivare entro il 15 dello stesso mese.
(Adnkronos) - Engineering, leader nei processi di digitalizzazione per aziende e Pa, ha partecipato oggi agli Stati generali europei della difesa, spazio e cybersicurezza, tenutisi presso Esa-Esrin di Frascati e promossi da Parlamento Europeo e Commissione Europea in collaborazione con l’Esa. L’evento ha riunito rappresentanti delle istituzioni europee e nazionali, agenzie di cybersecurity e aziende leader del settore, per affrontare le sfide poste dalla guerra ibrida e dalla crescente interdipendenza tra difesa, spazio e cybersicurezza. Engineering ha contribuito al dibattito con l’intervento dell’executive vice president public sector Andrea Gabardo nel panel 'Hybrid warfare and cybersecurity: defending liberal democracies', condividendo la visione dell’azienda su come le tecnologie digitali possano diventare un abilitatore strategico per la protezione delle infrastrutture critiche e per la resilienza democratica. Andrea Gabardo dichiara: "La guerra ibrida ha reso la difesa una sfida multidimensionale: non si tratta più solo di proteggere i confini fisici, ma anche di garantire l’integrità dei dati, delle infrastrutture e dei processi decisionali. Per questo è fondamentale un approccio integrato che unisca spazio, cyber e terra in un’unica architettura resiliente. Engineering lavora per sviluppare tecnologie dual-use, soluzioni di AI e GenAI e di Digital Twin di sicurezza, e strumenti che permettano ai governi di rafforzare la sovranità digitale e la fiducia dei cittadini". Con la sua presenza agli Stati Generali Europei della Difesa, Spazio e Cybersicurezza Engineering "conferma l’impegno del Gruppo nel supportare governi e istituzioni nella costruzione di un ecosistema europeo di difesa digitale integrata, attraverso piattaforme di comando e controllo interoperabili, analisi satellitare basata su AI, soluzioni di cyber resilience e security operation center per la protezione delle infrastrutture critiche".
(Adnkronos) - Nell’estate 2025, su 388 campionamenti effettuati nelle acque costiere e lacustri in 19 regioni, il 34% è risultato oltre i limiti di legge, cioè 1 campione su 3. In particolare, il 35% dei punti campionati con Goletta Verde è risultato inquinato o fortemente inquinato con una media di un punto ogni 80 km; per i bacini lacustri, il 30% dei punti campionati da Goletta dei Laghi è risultato oltre i limiti di legge. Questo il bilancio finale delle campagne estive di Legambiente, Goletta Verde e Goletta dei Laghi 2025. Anche quest’anno foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago si confermano punti critici: il 54% dei punti analizzati (101 su 188) è risultato inquinato o fortemente inquinato. Situazione migliore per i campioni prelevati direttamente in mare o nelle acque del lago, ossia in aree lontane da foci o scarichi, dove solo il 15% dei punti campionati è risultato oltre i limiti di legge (30 su 200). Al problema dell’inquinamento, si affianca quello della crisi climatica. Legambiente, rielaborando i dati forniti dalle immagini satellitari di Copernicus, ha calcolato che a giugno e luglio la temperatura media delle acque superficiali del Mediterraneo è stata di 25,4°C, la più calda dal 2016 ad oggi, collocandosi al primo posto nell’ultimo decennio, e superando i precedenti record del 2022 (media 25,2°C) e quello del 2024 (25,1°C) e i valori degli anni fino al 2021 che erano intorno ai 24,5°C. Un aumento sensibile di circa mezzo grado centigrado che mette a repentaglio la biodiversità marina e che amplifica gli eventi meteorologici più estremi, osserva Legambiente. Di fronte al bilancio emerso da Goletta Verde e dei Laghi, l'associazione torna a ribadire "l’urgenza di approvare un piano nazionale per la tutela delle acque costiere e interne che abbia al centro una governance integrata su più livelli prevedendo piani di adattamento ai cambiamenti climatici; più risorse economiche da destinare al servizio di depurazione per ammodernare gli impianti rispondendo ai più stringenti parametri per il trattamento e riuso delle acque reflue; più controlli da parte di Regioni, Arpa e Comuni sui punti critici e una migliore gestione delle acque interne". “Al governo - commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - chiediamo di definire e approvare al più presto un piano nazionale per la tutela di mare e laghi, investendo su innovazione e sostenibilità per ammodernare i sistemi di depurazione e per diffondere il riuso in agricoltura delle acque depurate. Sullo sviluppo delle rinnovabili in mare, dopo l’approvazione del decreto porti, è urgente stanziare le risorse economiche necessarie per infrastrutturare i due hub cantieristici di Taranto e di Augusta, che potranno garantire anche nuova occupazione green a due aree portuali che hanno sempre avuto a che fare con la logistica delle fonti fossili”.