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(Adnkronos) - La Russia rallenta l'assedio a Pokrovsk ma l'Ucraina non si illude. Le forze di Mosca frenano in attesa di rinforzi e nuovi mezzi per sferrare una nuova offensiva. La città del Donetsk rimane obiettivo prioritario per l'esercito russo: Vladimir Putin 'esige' una conquista che però, dopo 3 anni e mezzo di guerra, avrebbe un valore più simbolico che concreto. La strategia dell'esercito invasore non cambia. Attacchi a ondate, senza pensare alle perdite enormi, e parallelamente azioni di mini-squadre che cercano di infiltrarsi oltre le linee nemiche mentre i droni martellano senza sosta. Il quadro negli ultimi giorni è parzialmente mutato, come evidenzia l'Institute for the study of war (Isw), il think tank americano che monitora il conflitto sin dalle fasi iniziali. Sulla base dell'analisi di video geolocalizzati, si evidenzia che le forze russe sono avanzate lievemente ad est di Pokrovsk, nell'area di Myrnohrad. In generale, i progressi dei reparti di Mosca non sono seguiti da un consolidamento delle posizioni. I droni ucraini continuano a colpire e il territorio rimane per larghi tratti una 'zona grigia' in cui il controllo è estremamente fragile. L'esercito di Kiev, secondo l'Isw, ha raccolto elementi relativi ad una frenata volontaria del nemico. Le forze russe stanno rallentando le loro operazioni offensive in direzione di Pokrovsk in attesa di rinforzi e mezzi, che dovrebbero raggiungere le zone a sud della città. Tutto lascia supporre che si assisterà ad un'accelerazione nei prossimi giorni. "Siamo quasi circondati, ma siamo abituati", dice un comandante ucraino alla Cnn. "La situazione è complicata, ci sono scontri di ogni tipo e si spara con ogni tipo di arma". La Russia punta a Pokrovsk da quasi 2 anni. La città è stata un nodo logistico fondamentale, un centro di controllo delle vie di trasporto e dei rifornimenti. Ora, però, la situazione è cambiata. E, secondo l'Isw, conquistare o perdere la 'fortezza' non incide sullo sviluppo della guerra. "Da un punto di vista delle operazioni, non ha senso", dice George Barros, analista dell'Isw, esprimendosi sulle perdite enormi che la Russia è disposta ad accettare pur di prendere la città. "Era importante dal punto di vista operativo perché controllava una linea di rifornimento che supportava la logistica ucraina, con ricadute su altre posizioni nei villaggi più piccoli e nei campi intorno a Pokrovsk", osserva Barros. Kiev da tempo è stata costretta a cercare altre soluzioni. In sostanza, Mosca ha già raggiunto l'obiettivo reale. "I russi hanno già ottenuto ciò a cui puntavano. Da qui in poi, continuare non ha senso", ribadisce l'analista. E allora perché Mosca insiste? Perché Pokrovsk sarebbe la città più grande conquistata dopo Bakhmut nel maggio 2023. Mentre circa 60.000 persone vivevano nel centro prima della guerra, ora tra le macerie rimangono circa 1.200 civili. "Dal punto di vista strategico, politico e informativo, Pokrovsk è molto importante, perché Putin si è più volte espresso sulla conquista della città. "Sta conducendo una campagna di informazione strategica che mira a presentare la vittoria militare della Russia sul campo di battaglia come inevitabile", aggiunge Berros. C'è anche il rovescio della medaglia: l'Ucraina continua a difendere una città-simbolo chiedendo uno sforzo enorme alle proprie truppe, costrette a combattere in inferiorità numerica e senza possibilità di rotazioni analoghe a quelle russe. "Non c'è stato alcun ordine di ritirata, sebbene tutti comprendano già che la caduta di Pokrovsk è inevitabile. Pokrovsk è stata difesa per molto, molto tempo. Ma i soldati sono esausti e i rinforzi non sono stati inviati in tempo", l'amara sintesi di un soldato ucraino alla Cnn.
(Adnkronos) - “G∙row è un'iniziativa di Eni intorno alla quale si sono subito unite tante grandi aziende e istituzioni. Tende a valorizzare la parte di governance della Esg con l’obiettivo di rafforzare il sistema dei controlli lungo l'intera catena del valore, nel presupposto che tanti rischi - come la cyber security, quelli della supply chain, il reputation risk e via dicendo - nascono dal rapporto con i soggetti esterni e per questo è difficile gestirli esclusivamente attraverso i nostri sistemi di controllo aziendali”. Così Gianfranco Cariola, Director Internal Audit di Eni, intervenendo oggi, al Gazometro di Roma Ostiense, alla G∙row Conference 2025 - Evolving through Risk & Control Governance durante la quale Eni ha presentato il progetto - un’alleanza tra imprese e istituzioni- nato con il supporto strategico di McKinsey & Company e quello tecnologico di SAP Italia e sostenuto anche da primarie aziende e istituzioni nazionali e internazionali. “L'idea è quella di coinvolgere la maggior parte degli attori della value chain - riprende Cariola - attraverso un percorso di contaminazione culturale e di condivisione di un framework, di prassi, di esperienze che accrescano sensibilità di questi soggetti. Una crescita che assicurerà, nel tempo, la possibilità di rafforzare la prevenzione dei rischi”. Per Cariola “G∙row è un cambio di paradigma importante” emblema di una transizione “dal tradizionale sistema dei controlli interni a un sistema di controllo diffuso e distribuito tra tutti i soggetti della catena del valore”, spiega. “Si sta costruendo un nuovo circolo virtuoso nel quale la grande capo filiera supporta l'ecosistema - approfondisce - l'ecosistema cresce e restituisce valore all’impresa. E’ un equilibrio win win che si traduce in quello che noi definiamo come lo "Scope 3" dei sistemi di controllo aziendali”, conclude.
(Adnkronos) - “Ecomondo per la nostra azienda è un'occasione di incontro con clienti e fornitori, ma anche occasione di opportunità, perché in questi ultimi anni siamo cresciuti molto. Oggi, infatti, l'azienda tratta oltre un milione di tonnellate all'anno di rifiuti. Abbiamo avuto una crescita anche per linee esterne, abbiamo acquisito degli impianti che trattano anche rifiuti sanitari in quanto siamo recentemente entrati nel settore del trattamento di questi rifiuti”. Sono le dichiarazioni di Stefano Capra, titolare del Gruppo Dimensione Ambiente, all’edizione 2025 di Ecomondo, l'evento annuale leader nei settori della Green and Circular Economy, presso la fiera a Rimini, dal 4 al 7 novembre 2025. “All'interno del Gruppo c'è una società che si chiama Repack, che si occupa esclusivamente di recupero di imballaggi plastici di grandi dimensioni per il trasporto di liquidi, quindi fusti e cisterne. Su questo segmento di attività siamo riusciti a ottenere la produzione di un imballaggio prodotto esclusivamente con materiale riciclato - spiega Capra - E questo è un esempio di circolarità perché ritiriamo dei rifiuti da imballaggio dagli utilizzatori di prodotti chimici e forniamo il prodotto chimico all'interno di un imballaggio fatto con il rifiuto prodotto da chi ci conferisce il rifiuto. Questo migliora il bilancio di sostenibilità sia nostro che dei nostri clienti”. “Nel nostro Paese la circolarità è diventata ormai un solco dentro il quale ci si muove tutti, perché oggi essere green e circolari non è più solo una questione di moda, ma è un aspetto che viene richiesto dalle norme, dal mercato e anche dalla finanza, perché per riuscire a finanziarsi a costi sempre più bassi è fondamentale riuscire a essere sostenibili. L'Italia, poi, è uno dei Paesi che, a livello di ricircolo di materie prime e seconde, è fra i leader in tutta Europa”, conclude.