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(Adnkronos) - Il presidente Donald Trump ha concesso al primo ministro ungherese Viktor Orbán "un'esenzione illimitata" dalle sanzioni Usa sul petrolio russo, dopo il loro incontro alla Casa Bianca di oggi venerdì 7 novembre. Ad affermarlo è il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto in un post su X. "Gli Stati Uniti hanno concesso all’Ungheria un’esenzione totale e illimitata dalle sanzioni su petrolio e gas. Siamo grati per questa decisione, che garantisce la sicurezza energetica dell’Ungheria", ha scritto Peter Szijjarto su X. "L'Ue deve rispettare l'Ungheria e il suo leader, e rispettarlo molto, perché ha ragione sull'immigrazione", ha detto Trump, aggiungendo di guardare "a quello che succede in Europa con l'immigrazione, con persone che arrivano da tutte le parti e la danneggiano". E indicando Orban, ha detto alle telecamere: "È un grande leader. Viktor Orban, dice Trump, "non è necessariamente apprezzato da tutti i leader, ma quei leader si sono dimostrati in errore. Se guardate alla sua posizione sull'immigrazione e a quella dell'Europa - che ha fatto errori enormi che sta pagando a caro prezzo - lui non ha mai commesso errori sull'immigrazione". "Lui è rispettato da tutti ma non è apprezzato da tutti - ha aggiunto Trump - ma io lo rispetto e lo apprezzo. L'Ungheria è gestita nel modo giusto e avrà successo alle prossime elezioni". Interrogato dai giornalisti presenti sulla possibilità di un incontro a Budapest con Vladimir Putin, Trump ha risposto: "C'è sempre una possibilità. Vorrei che si tenesse in Ungheria, a Budapest". E ha spiegato di non aver voluto organizzare ancora un incontro "perché non penso sarebbe successo nulla". L'incontro non è ancora pronto perché la Russia "ancora non vuole fermarsi. Penso che si fermeranno - ha precisato - la guerra sta costando cara a entrambi Paesi". Quanto all'eventualità di esenzioni sulle sanzioni sul petrolio russo, richieste da Orban, Trump risponde: "Stiamo esaminando la questione, per l'Ungheria è difficile avere gas e petrolio da altre parti, non hanno il vantaggio di avere lo sbocco al mare e ai porti". Poi, indicando Orban, ha detto alle telecamere: "È un grande leader". Dal canto suo l'Ungheria ha annunciato l'intenzione di acquistare materiale bellico per 700 milioni di dollari attraverso il sistema di vendite militari all'estero. Lo rende noto il Dipartimento di Stato Usa in un comunicato al termine dell'incontro tra il presidente Usa Donald Trump e il premier ungherese Viktor Orban. Tra i nuovi accordi tra i due Paesi c'è anche la firma di un Memorandum d'intesa sull'energia nucleare. Il Memorandum d'intesa segnala l'intenzione di avviare negoziati per facilitare la cooperazione nell'industria nucleare civile, compresi i reattori modulari di piccole dimensioni (Smr) e lo stoccaggio del combustibile esaurito. L'Ungheria ha segnalato l'intenzione di sostenere la costruzione di un massimo di 10 Smr con un valore potenziale fino a 20 miliardi di dollari. Orban, inoltre, ha annunciato un accordo con Westinghouse per la fornitura di combustibile nucleare statunitense alla centrale nucleare ungherese di Paks I. Il contratto ha un valore di circa 114 milioni di dollari. L'Ungheria si è impegnata ad acquistare gas naturale liquefatto (Gnl) dagli Stati Uniti, diversificando ulteriormente le sue fonti energetiche. Si prevede che i contratti avranno un valore di circa 600 milioni di dollari.
(Adnkronos) - In merito alle dichiarazioni secondo cui la Manovra fiscale introdurrebbe presunti 'favori ai più ricchi', Federmanager invita a riportare il dibattito su basi oggettive. Ridurre le imposte su chi lavora e contribuisce in modo significativo non significa penalizzare altri, ma riconoscere il ruolo di chi sostiene la crescita, la spesa pubblica e il welfare del Paese. "La questione - dichiara Valter Quercioli, presidente di Federmanager - non va letta in termini di contrapposizione sociale tra chi ha di più e chi ha di meno ma come la necessità di riequilibrare un sistema che oggi grava in modo eccessivamente squilibrato su chi contribuisce di più. Il principio di progressività resta e deve restare fondamentale: il punto è renderlo equo e sostenibile, così da rafforzare la solidarietà e non indebolirla". La misura più discussa - la riduzione dal 35% al 33% dell’aliquota Irpef per i redditi tra 28mila e 50mila euro fino a 200mila euro complessivi – è un intervento mirato che si inserisce in una logica di riequilibrio. In Italia, infatti, l’aliquota massima del 43% scatta già a partire dai 50mila euro lordi, molto prima rispetto ad altri Paesi europei. Oggi solo il 27,41% dei cittadini, circa 11,6 milioni di contribuenti, versa quasi l’80% di tutta l’Irpef, mentre il 43,15% non dichiara alcun reddito (fonte: Osservatorio Itinerari previdenziali - Cida). La fascia sopra i 55mila euro - che comprende professionisti qualificati, quadri e dirigenti - rappresenta appena il 5,8% dei dichiaranti, ma contribuisce per oltre il 42% del gettito Irpef. "Sono dati - continua Quercioli - che parlano da soli . Non parliamo di una categoria privilegiata, ma di lavoratrici e lavoratori altamente qualificati che, insieme agli altri contribuenti onesti, garantiscono la tenuta del sistema Paese. Sostenere il ceto produttivo non significa accentuare le disuguaglianze, ma preservare le condizioni che consentono allo Stato di redistribuire risorse, investire in sanità, scuola e previdenza". Federmanager sottolinea che le disuguaglianze restano una delle ferite più gravi e profonde del Paese, e che vanno affrontate con coraggio, responsabilità e politiche di lungo periodo. Dietro ogni statistica ci sono persone e famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, e il disagio di chi vive con redditi bassi merita rispetto, ascolto e risposte concrete. "Non possiamo illuderci - osserva Quercioli - di combattere le disuguaglianze solo con la leva fiscale. La vera risposta è rilanciare il lavoro di qualità e l’industria, che è il comparto con i salari medi più elevati e la maggiore capacità di creare valore, innovazione e benessere diffuso. Ogni politica che ambisce a ridurre le distanze sociali deve partire dal lavoro stabile, dalla formazione continua e dal riconoscimento del merito in tutti i ruoli, perché solo una società che valorizza tutte le sue competenze può essere davvero giusta. Solo una politica industriale che rimetta al centro la produttività e le competenze potrà dare risposte durature al tema salariale". Federmanager ribadisce che una politica fiscale equa deve essere alleata del lavoro, non ostacolarlo, e che la lotta all’evasione e all’economia sommersa è una priorità imprescindibile per la giustizia sociale. "Il Paese - sottolinea - ha bisogno di fiducia, responsabilità e coesione. La sfida non è tra chi ha di più e chi ha di meno, ma tra chi vuole costruire un’Italia più equa e giusta e chi preferisce avvantaggiarsi delle pieghe del sistema Paese. Serve una fiscalità che premi chi produce valore, crea occupazione e contribuisce al bene comune, perché solo insieme potremo garantire dignità e futuro al lavoro di tutti".
(Adnkronos) - La quinta edizione dell’Africa Green Growth Forum, a Ecomondo 2025, si è focalizzata sulle iniziative per l’energia pulita e sostenibile nel continente africano nell’ambito del Piano Mattei e dal programma 'Mission 300'. Dopo i saluti iniziali di Fabio Fava, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, e con la moderazione di Silvia D’Ovidio di Res4Africa, il Forum ha visto gli interventi di Fabio Massimo Ballerini, direttore Struttura di Missione per l'attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di Fabrizio Lobasso (Maeci) e di Giulia Pinna (Mase). Subito dopo, Robin Hendrix del Gruppo della Banca Mondiale e Davinah Milenge Uwella della Banca Africana di Sviluppo hanno fornito una panoramica sull’impatto del Piano Mattei e della 'Mission 300'. Nella successiva tavola rotonda, esponenti di Confindustria Assafrica Mediterraneo, Res4Africa, Cdp, Sace, Simest e Banca Europea degli investimenti hanno dialogato sulle opportunità per promuovere partnership e investimenti verdi in Africa. Ha chiuso l’evento un’ultima sessione, moderata da Angela Giordano di Confindustria Assafrica Mediterraneo, che ha messo in risalto le best practices delle imprese che operano in Africa nel campo 'green and technology'.