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(Adnkronos) - Crollo della Torre dei Conti, si cerca di far luce sulle cause che hanno provocato il cedimento. "Sarà oggetto di varie valutazioni tecniche, di periti, e immagino che anche il tribunale farà la sua parte, come è giusto che sia" dice all'Adnkronos l'assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio. "Aspettiamo solo i rilievi tecnici oggettivi per capirlo e capire le reali condizioni della Torre che, a vista, comunque, appaiono molto precarie: ma anche questo ce lo faremo dire dagli ingegneri strutturisti, dagli architetti, da chi conosce bene quel cantiere, per capire come metterlo in sicurezza". Per sicurezza, prosegue l'assessore alla Cultura, "è stato sgomberato il palazzo accanto (alla Torre): anche lì ha operato Roma Capitale con i servizi sociali a disposizione dei cittadini. Insomma, mi pare che c'è stata una reazione corale a un evento non previsto e ancora adesso si opera per raggiungere gli obiettivi e in primis salvare la vita a questa persona". La Torre, ricorda Smeriglio, "era chiusa dal 2006 ed era necessario un intervento di messa in sicurezza e di riqualificazione per rimetterla nella disponibilità dei cittadini. Adesso, le indicazioni su cosa dovremmo farne le riceveremo nei prossimi giorni insieme ai tecnici, a chi ci dirà cosa possiamo fare concretamente e come riprendere poi successivamente, dopo immagino il naturale sequestro dell'area, i lavori. In queste prime ore però abbiamo affrontato un'emergenza e lo abbiamo fatto tutti insieme: è stato importante essere là a testimoniare la vicinanza agli operatori da parte del sindaco Roberto Gualtieri, del ministro della Cultura Alessandro Giuli, mia personale, del presidente della Commissione Cultura Federico Mollicone, del prefetto di Roma Lamberto Giannini, che ha svolto un ruolo fondamentale anche di comunicazione. Si sta operando nel migliore dei modi, anche coinvolgendo Acea e ditte private, Autostrade per l'Italia e tutti coloro che potranno dare una mano per mettere a disposizione i mezzi per tentare di arrivare il prima possibile all'operaio che ancora si trova sotto le macerie". Il restauro della Torre dei Conti, prosegue l'assessore, è "l'aspetto che va rivendicato: il lavoro - coerente e coordinato tra il comune e il governo - di rifacimento complessivo di tutta l'area centrale tra i Fori Imperiali, l'area intorno al Celio, l'area intorno al Circo Massimo, un progetto ambizioso che prevede 113 interventi". Quello in Largo Corrado Ricci, prosegue Smeriglio "era uno dei più grandi, con un finanziamento di quasi 7 milioni di euro per rigenerare, rendere ancora più fruibile, non solo ai turisti, anche ai cittadini romani, la Torre dei Conti: il nostro progetto era quello di mettere lì un'aula studio, pubblica e gratuita, un polo culturale come abbiamo fatto sul Celio e mettere a disposizione dei nostri ragazzi e ragazze anche luoghi molto belli, di pregio, di tutta la città. Questa opera di riqualificazione dell'area Sacra, dell'area più importante della città di Roma tra Piazza Venezia, Colosseo e il Circo Massimo rimane l'obiettivo". Per l'amministrazione, comunque, spiega Smeriglio, in questo momento è fondamentale "mettere in sicurezza l'area, che è un'area di pregio, in cui passano centinaia di migliaia di turisti, di cittadini romani, in cui vivono le persone, in cui ci sono ristoranti, attività. Per farlo, ci sarà bisogno di una perizia che ci spieghi lo stato dell'arte. Da domani ragioneremo sui rilievi tecnici: in questo momento speriamo di tirare fuori l'operaio, e tutti gli sforzi e tutti i ringraziamenti vanno ai vigili di fuoco che stanno operando in condizioni difficilissime e che, dopo il primo crollo, hanno operato in maniera egregia per mettere al sicuro gli operai che erano rimasti all'interno. Poi purtroppo il secondo crollo ha compromesso il recupero immediato del quarto operaio".
      (Adnkronos) - Una buona idea e un pitch accattivante non bastano più per attrarre investimenti. In un ecosistema sempre più competitivo, oggi gli investitori richiedono soprattutto preparazione, tenacia e trasparenza. A sostenerlo è Nova Ventures, il polo italiano composto da oltre 1000 piccoli investitori raccolti negli anni, che punta su startup in fase pre-seed con un approccio selettivo e quasi chirurgico: al centro, le persone. Ma non tutte. "Troppi founder pensano che basti raccogliere qualche decina di migliaia di euro per considerarsi imprenditori. Non è così. E' necessario prima di tutto saper gestire quel denaro, ma anche coltivare e mantenere vivo il legame con chi ha creduto in te. Purtroppo, l’amara verità è che tanti, una volta chiuso il primo round, spariscono letteralmente dai radar", racconta Lorenzo Ferrara, ceo di Nova Ventures. "Fortunatamente - sottolinea - nella nostra storia di oltre 50 investimenti, abbiamo avuto un solo caso simile perché siamo molto selettivi nella scelta delle startup, ma so che questo comportamento è diffuso e, oltre a minare la fiducia degli investitori, rovina la credibilità di un intero ecosistema". Il messaggio è chiaro: serve una nuova generazione di imprenditori in grado di far crescere il Paese con tenacia, preparazione e onestà. Nova Ventures nasce proprio per rispondere a questa esigenza: selezionare, formare e accompagnare solo quelle startup che dimostrano da subito una maturità imprenditoriale reale. "Non ci serve - avverte Ferrara - l’ennesima idea brillante: cerchiamo founder capaci di costruire una macchina operativa che funzioni, anche prima di avere il prodotto sul mercato". "A volte - fa notare - capita che le startup si trovino in difficoltà. Non c’è nulla di cui vergognarsi, fa parte del gioco. Ma nascondersi non è mai la risposta. Abbiamo già affrontato situazioni in cui un confronto tempestivo con i founder ha permesso di salvare realtà promettenti. In questi casi, gli investitori possono rappresentare una risorsa, un aiuto concreto nelle emergenze. Avere una base di oltre 1000 soci ci consente di attivare rapidamente una massa critica attenta e motivata a tutelare la startup e il proprio investimento". Il portfolio attuale di Nova Ventures è la dimostrazione di questa filosofia: oltre 20 startup nate con una visione solida e strutturata, capaci di parlare con i numeri già nei primi mesi e costruire fiducia giorno per giorno. Non promesse, ma progressi. Vale la pena ricordare che in 10 anni di attività, i fondatori di Nova Ventures (Seed Money e Open Seed) hanno collezionato anche diverse exit come Premoneo, Corobotics, CleanBnB, Genuino, Gasgas, Fitprime, Cupsolidale e altri, dando prova di grande lungimiranza e capacità di scelta. Secondo Tommaso Baldissera Pacchetti, founder e ceo di Crowdfundme, "uno dei problemi che ultimamente ha segnato l’ecosistema italiano è stato proprio la scarsa accountability. In Italia abbiamo investitori insoddisfatti perché troppi founder hanno dimostrato poco senso di responsabilità. Come piattaforma di crowdfunding, da sempre facciamo sottoscrivere alle aziende in raccolta un documento in cui si impegnano a inviare aggiornamenti trimestrali a tutti gli investitori. Siamo molto intransigenti su questo punto perché onestà, trasparenza e puntualità nelle comunicazioni sono alla base di un patto reciproco di fiducia. Oggi, chi vuole fondare una startup deve partire con lo stesso rigore con cui si gestisce una società quotata, nel pieno rispetto di chi ti ha dato fiducia e capitali". L’obiettivo di Nova Ventures è contribuire alla crescita di un nuovo modello di founder: preparato, credibile, etico. "Puntiamo- afferma Ferrara - su founder con caratteristiche precise: sognatori sì, ma anche professionisti dell’innovazione. Perché l’intuizione non basta, bisogna studiare. I founder che vogliono crescere e giocare in mercati internazionali devono partire con la freddezza di un analista e la determinazione di un maratoneta. L’epoca dei pitch pieni di buzzword e delle exit sognate al primo anno è finita. Il mercato premia chi ha i piedi per terra, la testa lucida e la capacità di meritarsi ogni centesimo raccolto. Sono queste le regole del gioco". Per sostenere l’innovazione italiana e puntare su startup che hanno questi requisiti, Nova Ventures ha in corso una campagna su crowdfundme. I fondi raccolti verranno investiti in giovani aziende che operano in quattro verticali ben definiti e dall’elevato ritorno economico: proptech, creative Ia, lifetech, impact investing.
(Adnkronos) - FederlegnoArredo conferma il proprio impegno per la transizione sostenibile partecipando, per il terzo anno consecutivo, a Ecomondo, l’evento internazionale di riferimento per la green e circular economy, in programma dal 4 al 7 novembre al Quartiere Fieristico di Rimini. Presente in Hall Sud, stand 107, la Federazione sarà protagonista di un calendario di appuntamenti dedicati ai principali temi ambientali e normativi che interessano il comparto legno-arredo, rinnovando così il proprio servizio a supporto delle imprese della filiera verso modelli produttivi sempre più sostenibili che, pur in linea con le nuove direttive europee, consentano una reale sostenibilità economica e sociale delle misure. Il 2025 rappresenta infatti un anno cruciale per il settore, con l’entrata in vigore di regolamenti come il Ppwr sugli imballaggi, l’Eudr sulla deforestazione di cui non sono ancora ben definiti i contorni e la Responsabilità estesa del produttore (Epr) che vede la Federazione e le aziende dell’arredo impegnate in un progetto concreto che ha voluto anticipare un possibile obbligo di legge. “La presenza a Ecomondo non è solo testimonianza, ma rappresentanza su temi chiave dell’economia circolare, a partire dalla tracciabilità delle materie prime, alla progettazione responsabile”, dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. “La sostenibilità - prosegue - è un percorso condiviso che si costruisce insieme alle imprese e alle istituzioni, italiane ed europee con coerenza e visione. È questa la direzione che vogliamo rafforzare a Ecomondo, portando la voce di un settore che pur eccellendo sui temi della sostenibilità è pronta a migliorarsi ancora, in un quadro che sappia però tener conto della reale fattibilità di ogni misura. Un impegno che richiede coerenza, dialogo con l’Europa e la volontà di costruire un sistema industriale competitivo. Essere a Ecomondo rappresenta un’occasione per confrontarci con esperti e istituzioni, e ribadire che la transizione ecologica si costruisce attraverso un’azione di sistema”. Con la partecipazione a Ecomondo 2025, FederlegnoArredo riafferma la propria visione di transizione sostenibile come percorso collettivo, fondato su dialogo, innovazione e responsabilità condivisa. Un impegno che guarda all’Europa, ma nasce in Italia, dal valore delle sue imprese e dalla qualità dei suoi prodotti, ma soprattutto dalla volontà di costruire un’economia circolare realmente competitiva.