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(Adnkronos) - Manita di uno splendido Psg all'Inter nella finale di Champions League. Un netto 5-0 che non ammette repliche. Il Psg è stato più forte in tutti i reparti e si è aggiudicato meritatamente l'ultimo atto della massima competizione continentale per Club. La squadra di Luis Enrique ha espresso tutta la sua tecnica, classe, velocità mettendo da subito in difficoltà la squadra di Simone Inzaghi, che torna a casa con la sconfitta più pesante nella storia delle finali di Champions League. I nerazzurri escono quindi ancora battuti nella finale e dopo Istanbul anche Monaco è amara per l'Inter che dopo aver perso il campionato, lascia anche la Coppa dalle grandi orecchie che va per la prima volta al Psg. A decidere la gara la doppietta di Désiré Doué dopo il gol iniziale dell'ex Hakimi, prima dei gol di Kvaratskhelia e Senny Mayulu. Luis Enrique in avvio sceglie proprio il giovane Doué in avanti con Dembelé e Kvaratskhelia, mentre conferma Pacho al fianco di Marquinhos in difesa e Fabian in mediana. Inzaghi si affida in avanti alla coppia Lautaro e Thuram, con Dumfries e Dimarco esterni. In difesa recuperato Pavard. Psg controlla subito il possesso del pallone con l'Inter che si difende e prova a ripartire in maniera veloce. Al 10' arriva il primo tiro del match targato Doué, la sua conclusione si rivela però lenta e centrale. Il Psg sale di intensità, rischia poco e nel giro di 8 minuti indirizza la gara: prima Hakimi al 12' e poi Douè al 20' sono un uno-due terrificante per l'Inter, che completamente in balia dell'avversario, incapace di reagire. Al 12' splendida imbucata di Vitinha per Douè che serve Hakimi, solo davanti alla porta che deve solo depositare in rete il pallone dell'1-0. Al 20' il raddoppio, con una veloce ripartenza di Kvara e Dembelé, con quest'ultimo che serve Douè, bravo a concludere di prima intenzione con il destro a battere Sommer con la decisiva la deviazione di Dimarco per il 2-0. Al 23' ci prova Acerbi di testa sugli sviluppi di corner, ma la palla termina alta poco sopra la traversa. L'Inter prova a reagire e al 38' sempre di testa e sugli sviluppi di corner, Thuram non inquadra lo specchio della porta. Al 44' ancora Psg sempre con lo spunto di Douè che serve Dembelè che però non riesce ad inquadrare la porta. Ad inizio ripresa al 47' subito Kvaratskhelia pericoloso con il mancino ma la palla esce di poco al lato. L'ex Napoli si ripete poco dopo ma non trova lo specchio. L'Inter prova a reagire ma si scopre e al 63' subisce il tris francese: verticalizzazione improvvisa del Psg con Dembelè prima e Vitinha poi che trova Doué, bravo a battere Sommer con il destro per il 3-0. Neanche i cambi aiutano Inzaghi che è costretto a togliere Bissek per infortunio poco dopo l'ingresso in campo. I parigini non si fermano e continuano a cercare i varchi e al 73' calano il poker: altro contropiede del Psg con Dembelè che serve Kvara che si invola e batte Sommer con il mancino per il 4-0. L'Inter al 76' prova a segnare il gol della bandiera con Thuram che conclude da posizione ravvicinata, ma è bravissimo Donnarumma a dire di no. L'Inter ormai è sulle gambe e rischia ancora all'82' con Barcola, appena entrato, che da solo dinanzi a Sommer dopo un numero con la suola, non inquadra lo specchio della porta. Lo schiaffo finale arriva all'86' con il giovanissimo Senny Mayulu che imbeccato alla perfezione da Barcola è bravissimo a battere Sommer con un mancino potente e preciso che tocca il palo e finisce in rete per il 5-0 finale. Punizione troppo dura per l'Inter in finale.
(Adnkronos) - "Complimenti ai consulenti del lavoro che come ogni anno fanno una grande manifestazione dove si parla di lavoro e soprattutto di sicurezza del lavoro. Questo è un governo che ha creato tante norme su questo tema, abbiamo aumentato gli ispettori del lavoro e anche le ispezioni sui luoghi di lavoro. Tutto ciò non basta perché oggettivamente sono ancora troppi i morti che noi abbiamo ogni giorno quindi dobbiamo far si anche che la cultura della sicurezza entri nelle aziende e nei lavoratori perché altrimenti non riusciremo a estirpare questo male". Lo ha detto il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, conversando con Adnkronos/Labitalia a margine della sedicesima edizione del Festival del lavoro in corso a Genova. Secondo Durigon, "non c'è un soggetto unico che può determinare e salvaguardare quelle che è la sicurezza del lavoro". "Questo è un gioco di squadra, è un gioco in cui tutti quanti dobbiamo sentirci parte in causa", ha concluso.
(Adnkronos) - Si è tenuta oggi nella Sala degli Squadratori all’Arsenale di Venezia la prima conferenza della Biennale della Sostenibilità 2025, organizzata dalla Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (Vsf), dal titolo 'Ricerca, Formazione, Innovazione. Verso un cluster della Conoscenza a Venezia'. I saluti istituzionali sono stati portati dal Contrammiraglio e Comandante dell’Istituto di Studi Militari Marittimi e del Presidio di Venezia, Marina Militare, Domenico Guglielmi, il quale ha spiegato come questo tema sia di grandissimo interesse, aggiungendo che la Marina è pronta a fare la sua parte. Per il sindaco e vicepresidente Vsf di Venezia, Luigi Brugnaro, "il cluster della conoscenza è una sfida concreta per il rilancio socio-economico della città. L’obiettivo comune è di attrarre capitale umano, imprese innovative e investimenti sostenibili. Deve vincere l’idea del lavoro, della ricerca, dell’impegno. L’Arsenale è un esempio di riconversione intelligente, un luogo che torna ad essere motore produttivo, ma questa volta connesso al sapere, all’innovazione, alla sostenibilità". Renato Brunetta, presidente Vsf, ha fatto il punto della situazione sullo sviluppo che la Fondazione sta avendo. "Oggi Venezia si propone come un cluster della conoscenza, una costellazione di imprese, istituzioni e saperi interconnessi - ha detto Brunetta - Questo cluster, in fondo, rappresenta la sublimazione di ciò che Venezia è sempre stata: un faro di civiltà, un crocevia di intelligenze. Oggi può tornare ad esserlo, declinando la modernità attraverso università, laboratori, brevetti, cultura e scienza. Una città che non si arrende alla monocultura turistica, ma che si reinventa come capitale globale del sapere sostenibile, in grado di ispirare il mondo con il proprio esempio". Nel corso del primo panel 'Verso un cluster urbano della conoscenza a Venezia' si è affrontato il tema grazie ai contributi di Benno Albrecht, rettore dell’Università Iuav di Venezia, Giuseppe Schivardi, contrammiraglio e direttore dell’Istituto di Studi Militari Marittimi della Marina Militare, Luiza Anna Bialasiewicz, professoressa dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Francesco Marcello Falcieri, responsabile Ismar-Venezia, Cnr, e Paola Mar, assessore all’Università del Comune di Venezia. I relatori hanno presentato una serie di considerazioni sul progetto 'Venezia Città Campus', approfondendo il tema con un focus sulla realizzazione di nuovi corsi e la costruzione di reti di collaborazione tra privati, istituzioni pubbliche, istituzioni di ricerca e università. Il secondo panel, rivolto alle esperienze internazionali, si è focalizzato sulle esperienze di Marsiglia, Amsterdam e Valencia. Willem Van Winden, direttore del Centro per la Trasformazione Economica, Università di Scienze Applicate di Amsterdam ha spiegato che gli elementi fondamentali di una buona knowledge city sono l’accessibilità, la qualità della vita, la presenza di università, la capacità di attrarre talenti e le imprese. Ma è essenziale che siano connessi tra loro. Il sistema di Amsterdam coinvolge l’intera regione, sostenuta da un’infrastruttura di mobilità molto avanzata. In seguito, Delphine Lapray, responsabile del Dipartimento innovazione, istruzione superiore e ricerca, Aix-Marsiglia-Provenza ha portato la propria esperienza chiarendo che nella provincia di Aix-Marseille-Provence si condivide una visione dell’innovazione fondata sull’inclusività. La diversità, pur rappresentando un valore fondamentale, pone anche sfide significative, in questo scenario, l’innovazione non è una scelta, ma una necessità, così come accade anche a Venezia. Uno dei principali punti di forza del territorio è l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione. Vi operano numerosi attori e stakeholder, tra cui l’università, che conta oltre 100mila studenti. A questa rete si affiancano circa 800 start-up, 15 incubatori, 9 cluster e numerose imprese, tutte caratterizzate da approcci e mentalità differenti. Da ultima, Mar Ferrer Sáez, direttrice per Infrastrutture, Sistemi e Comunicazioni, Valencia Innovation Capital (Vic) ha spiegato come incentivare il settore a partire dal pubblico, aggiungendo poi come sia necessario affrontare le sfide a partire dalla transizione ecologica, focalizzarsi sulle sfide dei cittadini, perché la conoscenza è il 'come', ma le persone sono il 'perché', e Vic è al centro di un triangolo che accentra cittadinanza, sostegno e ecosistema, ponendo al centro la strategia della municipalità. La terza e ultima parte della conferenza si è invece sviluppata attorno alle reazioni dei soci Vsf e come questi potranno reagire nel prossimo futuro per contribuire allo sviluppo di tale cluster della conoscenza. I presenti hanno sottolineato come larga parte delle progettualità che oggi insistono sul territorio siano riconducibili a un’economia della conoscenza. La presenza di tali strategie determina l’esigenza di cercare di mettere a sistema tutte le progettualità in essere, cercando di far comunicare i pezzi di un puzzle, in un’ottica di creazione di ecosistema che riconduca, appunto, al cluster della conoscenza. Le conclusioni, affidate a Paolo Costa, si sono concentrate sulla dimensione che il fenomeno deve considerare. "Il cluster della conoscenza è strategico perché siamo entrati anche il Italia nell’era dell’economia ad alta intensità di conoscenza - ha detto Costa - È questo vale sia per la manifattura sia per i prodotti digitali. L’economia ad alta intensità di conoscenza è tipicamente urbana. E le città attraggono imprese innovative e risorse umane talentuose tanto più sono grandi. Per fortuna Venezia è più grande in termini funzionali del suo centro storico. Sono almeno 1,5 milioni gli utenti registrati dalla Smart Control Room del Comune di Venezia che operano nella città funzionale (Venezia più 15 comuni). Ma per continuare ad attrarre attività innovative dobbiamo mettere a sistema le università veneziane con quella di Padova e le imprese di Venezia anche con quelle di Treviso".