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(Adnkronos) - "Come devono stare? Sono distrutti". Così l'avvocato Mario Fazzini, parlando con l'Adnkronos, a proposito del padre di Elia, il bambino di 8 anni trovato morto l'altro ieri nell'abitazione di Calimera, in provincia di Lecce, e dei nonni del piccolo che risiedono nel piccolo centro della Grecìa salentina. A ucciderlo probabilmente è stata la madre, Najoua Minniti, detta Gioia, 35 anni, ex compagna dell'uomo, il cui corpo è stato recuperato in mare a Torre dell'Orso in provincia di Lecce sempre martedì. L'ipotesi degli inquirenti è infatti quella dell'omicidio-suicidio. La donna avrebbe ucciso il piccolo e poi si sarebbe gettata in mare. La sua vettura non è stata ancora trovata. Sul corpo del bambino, nel corso di una prima ricostruzione cadaverica, sono stati trovati segni di soffocamento. Saranno le autopsie a fare maggiore chiarezza. "Per quanto mi riguarda - aggiunge Fazzini - c'è stata una sottovalutazione della situazione da parte degli organi competenti, dai Servizi sociali al Centro di salute mentale. Anche se è facile dirlo con il senno di poi però è così". Lo scorso 16 dicembre dell'anno scorso il padre del piccolo, separato dalla compagna da un paio d'anni, all'insaputa dei legali, si recò all'Ufficio Servizi sociali del Comune e presentò un esposto in cui riferì le parole che la donna gli aveva detto quel giorno stesso. "'Saluta bene Elia perché lo porto con me'", avrebbe detto Najoiua. "È già capitato che io sia andata di fronte al mare con la macchina. Ritieniti responsabile di qualsiasi cosa capita a me e a Elia'". L'uomo sarebbe rimasto terrorizzato da quelle parole. "I Servizi sociali - racconta l'avvocato Fazzini - attivarono immediatamente un provvedimento di urgenza '403'". Si tratta di una disposizione del Codice civile che prevede l’intervento in autonomia della pubblica autorità al fine di garantire la protezione e la sicurezza alle persone minori di età rispetto a pericoli gravi e immediati nell’attesa di provvedimenti da parte del Tribunale per i Minorenni. "Ma il pm - sottolinea l'avvocato - ritenne di non procedere con quell'articolo e di invertire l'onere del collocamento. Quindi spostò il bambino da casa della mamma a quella del papà e dei nonni, inibendo alla mamma di vedere il bambino se non in maniera protetta finché non ci fosse stata una relazione dei Servizi sociali e del Csm. In appena un paio di mesi, secondo me in maniera frettolosa, sono arrivate queste relazioni in cui si diceva sostanzialmente che il bambino aveva manifestato di stare bene sia con la mamma che col papà e che la signora non mostrava grosse criticità e pericolosità. Questa cosa è stata recepita anche dal pm che ha proposto l'archiviazione in maniera molto frettolosa", continua l'avvocato. "Anche qui è facile parlare con il senno di poi però è così". La questione si è in qualche modo spostata al Tribunale ordinario dove era in piedi un altro procedimento tra i due ex compagni. "Lì abbiamo transatto proprio perché c'erano queste relazioni - ribadisce - e soprattutto per non sottoporre il bambino ad altri accertamenti, indagini, ascolti protetti. Abbiamo pensato che, smussando, forse si poteva recuperare la situazione". Tanto che c'è' stato un affido "consensuale" tra i due genitori che tenevano il piccolo in modo alternato. La donna, Najoua Minniti, secondo questo accordo, avrebbe dovuto sottoporsi a un percorso e ai controlli da parte dei Servizi sociali e del Csm che dovevano verificare le condizioni esistenziali del minore e soprattutto accertare l'ottemperanza a quanto stabilito consensualmente. "Ma non si è potuto fare perché, dal momento della sentenza, a maggio 2025, la signora si è sempre sottratta a questo compito", conclude amaramente l'avvocato. Non è ancora stata fissata la data dell'autopsia sui corpi di Elia Perrone e di sua madre Najoua Minniti. La Procura della Repubblica del capoluogo salentino ha incaricato dell'esame autoptico il medico legale Alberto Tortorella mentre la difesa del padre del piccolo ed ex compagno della donna ha incaricato come consulente tecnico di parte il dottor Roberto Vaglio. Ma entrambi si troverebbero fuori Lecce. Quindi è possibile che l'autopsia venga effettuata lunedì. Ci sarebbero anche problemi di notifica degli atti alle altre parti, e cioè ai familiari della donna, di origine maghrebina e che risiedono in Calabria.
(Adnkronos) - Il tema della flessibilità previdenziale è stato portato oggi al centro del dibattito al al seminario 'Previdenza Next Gen' dal presidente nazionale del Patronato Acli, Paolo Ricotti. Ricotti ha ribadito la necessità di un vero 'pacchetto flessibilità', capace di restituire stabilità, certezza e inclusività al sistema pensionistico italiano. La proposta prevede di consentire l’uscita dal lavoro tra i 63 e i 65 anni, con almeno 20 anni di contributi, stabilendo un assegno calcolato proporzionalmente all’età di accesso. Si tratta di un approccio che intende superare le soluzioni temporanee e selettive degli ultimi anni, restituendo equità e diritti certi a tutti i lavoratori. Ricotti ha sottolineato "l’urgenza di reintrodurre criteri strutturali e universali di flessibilità, evidenziando come l’eccessiva selettività o penalizzazione nel calcolo svuoti la natura stessa delle prestazioni previdenziali pensate per garantire una vera flessibilità in uscita. Ne è prova la drastica riduzione delle adesioni a misure come Opzione Donna e Quota 103, che negli ultimi due anni ha registrato crolli rispettivamente dell’82% e del 95%". Forte l’appello per l’introduzione di una pensione minima di garanzia nel sistema contributivo, al fine di scongiurare situazioni di grave disagio economico. Ricotti ha portato un esempio concreto: “Una vedova, il cui marito ha versato 10 anni di contributi nel sistema contributivo con una retribuzione annua lorda di 28 mila euro, percepisce una pensione di reversibilità di soli 178 euro lordi al mese; con i due figli, l’importo sale a 298 euro. Una situazione che mette intere famiglie sull’orlo della povertà e dimostra la necessità di introdurre una modifica normativa strutturale di tutela". Il presidente del patronato Acli ha sottolineato come la previdenza complementare vada rilanciata per favorire equità e inclusione. Tra le principali proposte illustrate, spiccano: l’iscrizione automatica ai Fondi pensione di categoria all’assunzione, con contributo del datore di lavoro e un periodo di “prova” prima dell’adesione definitiva; l’attenzione ai giovani con l’introduzione dell’educazione previdenziale nelle scuole e nei primi mesi di lavoro e la detraibilità dei loro contributi. Serve promuovere una nuova cultura previdenziale. “Il Patronato Acli, con 80 anni di storia al servizio dei diritti sociali e previdenziali, rinnova oggi il suo impegno per costruire un welfare più giusto, inclusivo e sostenibile. Dal 1945, sempre al fianco dei lavoratori e dei cittadini, per i diritti di tutti", ha detto. L’evento è stato un’occasione di confronto e approfondimento sui temi della previdenza, del lavoro e del welfare, con uno sguardo rivolto alle nuove generazioni e alle sfide del futuro che ci interrogano già oggi. L’iniziativa ha visto la partecipazione di autorevoli esperti del mondo accademico, istituzionale e sociale: Stefano Giubboni, ordinario di diritto del lavoro – università di Perugia; Lisa Taschini, professoressa associata di diritto del lavoro – università e-Campus; Valerio Martinelli, assegnista di ricerca – università di Perugia, segretario comitato scientifico “Premio Satta” Patronato Acli; Maurizio Franzini, emerito di politica economica – Sapienza Università di Roma; Paola Bozzao, professoressa di diritto del lavoro e della sicurezza sociale – Sapienza Università di Roma; Tiziano Treu, emerito di diritto del lavoro – università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, già Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale; Roberto Ghiselli, presidente consiglio di indirizzo e vigilanza Inps; Gianluigi Petteni, presidente pro-tempore Ce.Pa (Centro Patronati); Paolo Ricotti, presidente nazionale Patronato Acli; Emiliano Manfredonia, presidente nazionale Acli. A moderare e coordinare i lavori è stato Fabio Insenga, giornalista e vicedirettore Adnkronos. Durante il seminario di studio sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca 'Tracciare il futuro. Prospettive pensionistiche per le nuove generazioni', curato dal dipartimento di scienze politiche dell’università degli studi di Perugia e la rilevazione online 'Una previdenza per tutte le generazioni: raccontaci la tua idea'.
(Adnkronos) - “Tra le forme di welfare più richieste c’è l’assicurazione sanitaria integrativa. I lavoratori richiedono alle aziende stabilità, continuità, certezza nei percorsi di cura. Fondamentalmente chiedono supporto”. Così la vicepresidente di Eikon Strategic Consulting Italia Paola Aragno, commentando i risultati della ricerca ‘Salute, benessere e sostenibilità’, presentata da Eikon in occasione dell’evento di apertura della Social Sustainability Week in corso oggi a Palazzo dell’Informazione a Roma. “Non si apre un conflitto tra pubblico e privato, ma un discorso sul tema della sostenibilità complessiva della tutela della salute” aggiunge Aragno sottolineando che “in questo le aziende possono fare la differenza”, favorendo “la costruzione di un welfare multi livello” dove “il servizio sanitario resta universale ma viene sostenuto dalle imprese, che diventano quasi parte di questa rete di protezione”.