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(Adnkronos) - "Oggi apriamo un nuovo capitolo interamente nuovo e pieno di significato nelle nostre relazioni bilaterali e in senso più ampio nelle relazioni della sicurezza complessiva in Europa". La dichiarazione del presidente ucraino Volodymir Zelensky arriva dopo la firma a Stoccolma, da parte del premier svedese Ulf Kristersson, di una lettera di intenti che porterà a una cooperazione industriale nel settore della difesa con la possibilità per l'Ucraina di acquistare i Gripen. Agile e aggressivo, piccolo e in grado di trasportare sette missili aria-aria, conveniente e con un design rivoluzionario, con poca manutenzione necessaria. ''Un lupo travestito da pecora'', come lo descrivono gli analisti di 'The War Zone'. Si presentano così i Gripen, jet svedesi prodotti dalla Saab e con un asso nella manica, il sistema di guerra elettronica, o Ews, che rappresenta uno "scudo digitale". L'Ucraina ne otterrà fino a 150 esemplari per rafforzare la sua difesa nei confronti della Russia, in base all'accordo firmato a Linköping. ''E' proprio quello di cui l'esercito ucraino ha bisogno'', ha scritto Zelensky su 'X'. "Il Gripen è particolarmente adatto alle esigenze operative dell'Ucraina", ha confermato Justin Bronk, esperto di sistemi di difesa e ricercatore presso il Royal United Services Institute, un think tank britannico. Considerato un pilastro della politica di difesa in evoluzione della Svezia, il Gripen, 'Grifone' in svedese, è un caccia supersonico leggero monomotore di quarta generazione. Si tratta di un cosiddetto aereo da caccia multiruolo progettato per missioni come il combattimento aereo, il bombardamento e la ricognizione. Insomma, un'alternativa valida ed economica ai più costosi aerei di quinta generazione, come gli F-35, spiegano gli esperti. Tra l'altro da tempo la Svezia sta addestrando piloti e manutentori ucraini in vista della loro fornitura a Kiev. In servizio dal 1996 e più volte aggiornato, il Gripen era stato progettato prima che la Svezia facesse parte della Nato (l'adesione è del marzo 2024). Quindi un caccia che necessitasse di poca manutenzione e avesse un raggio d'azione molto lungo. Il primo esemplare dell'ultima versione, il Gripen E, è stato consegnato all'Aeronautica militare svedese a ottobre. In totale, sono stati prodotti più di 280 Gripen. Il Gripen E è lungo poco più di 15 metri, pesa 16,5 tonnellate e può rifornirsi di carburante, riarmarsi e tornare in volo entro 10-20 minuti dall'atterraggio. Inoltre ha un radar a scansione elettronica attiva, un sistema di ricerca e tracciamento a infrarossi e può operare su piste di atterraggio accidentate. Il primo utilizzo dei Gripen in un combattimento diretto è avvenuto quest'anno, quando la Thailandia ha schierato i suoi caccia negli scontri con la Cambogia, come hanno riferito i media svedesi. In precedenza, il Gripen era stato utilizzato principalmente per il controllo aereo ed era stato schierato in Polonia nel 2025 nell'ambito di una missione Nato per pattugliare lo spazio aereo alleato. Era stato anche utilizzato per far rispettare la no-fly zone Nato in Libia nel 2014.
(Adnkronos) - “Un coordinamento stabile per affrontare, con una sola voce, le tematiche di interesse comune dei professionisti. Un’unione di forze che mira a rafforzare le sinergie e portare avanti proposte che vadano incontro alle esigenze delle nuove generazioni, promuovendo un ruolo moderno della consulenza professionale, capace di sostenere l’innovazione nei mercati e di tutelare dignità, diritti e sostenibilità delle carriere”. Lo hanno affermato Francesco Cataldi, presidente Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec), Vincenzo Carbonelli, presidente Associazione italiana giovani notai (Asign), e Carlo Foglieni, presidente Associazione italiana giovani avvocati (Aiga), firmando al Cnel il 'Protocollo Giovani Professionisti', con cui le rappresentanze dei giovani avvocati, dottori commercialisti e notai avviano un percorso condiviso. “L’obiettivo è mettere insieme le nostre competenze, un lavoro congiunto che si concentrerà su diversi ambiti: la Valutazione dell’impatto generazionale (Vig), quale approccio innovativo per misurare gli effetti delle riforme sulle nuove generazioni di professionisti. inoltre, intendiamo dare continuità al presidio sull’equo compenso, monitorando le novità normative e le criticità applicative, specie nei rapporti con la pubblica amministrazione e i grandi committenti privati. Riteniamo anche fondamentale un’integrazione responsabile dell’intelligenza artificiale nei processi professionali, cogliendone le opportunità e governandone i rischi attraverso una regolamentazione sostenibile. Focus anche sull’asse welfare-previdenza, che necessita di strumenti più efficaci di tutela lungo tutto l’arco della vita lavorativa, con particolare attenzione alle fasi di fragilità e discontinuità. Infine, la formazione continua: un fattore strategico per competenze, innovazione e adattamento alle trasformazioni normative e del mercato del lavoro”. Marta Schifone, deputata Fdi, ha evidenziato: “Le professioni rappresentano il 'tertium genus', quella parte di “mezzo” tra il lavoro subordinato e il datoriale che si contraddistingue per l’alto apporto che dà alla nostra nazione. I professionisti sono i difensori degli italiani e proprio per questo il governo Meloni ritiene fondamentale tutelare questi mondi, perché difendere i professionisti significa in primo luogo difendere la nazione ed i cittadini. In questo senso, l’intesa tra le associazioni dei Giovani può rappresentare un’ulteriore spinta per dare ai professionisti maggiore rappresentanza a tutti i livelli e superare quei divari generazionali, territoriali e di genere da cui proprio giovano professionisti sono colpiti”. Per Maria Elena Boschi, deputata Italia Viva, “mettersi insieme è un valore aggiunto per guardare al futuro con una prospettiva di lungo periodo. Da avvocato dico che oggi diventa obbligatorio trasformare la professione a partire dai nostri studi, non nascondendo le problematiche: credo ad esempio che l’intelligenza artificiale porterà nella direzione di una riduzione del lavoro, è un dato di fatto e un tema da affrontare. Il punto centrale è come tutelare le competenze e le specializzazioni dei professionisti, trasformando anche il modo di interpretare la professione. È una straordinaria sfida”. Valentina D’Orso, deputata del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: “Sono entusiasta di un’iniziativa che vede tre associazioni professionali scegliere di camminare insieme verso obiettivi condivisi. Parliamo di ambiti diversi ma complementari, che possono generare più valore quando si integrano. Il futuro delle professioni e dei servizi ai cittadini passa da studi e pratiche realmente multidisciplinari, capaci di mettere a sistema competenze e responsabilità”. Secondo Andrea Mandelli, responsabile nazionale Dipartimento Professioni di FI, “il tema è di grande rilevanza. Bene che ci sia una capacità di fare sinergia per affrontare problematiche che riguardano il presente e il futuro delle professioni”. Stefania Bonaldi, responsabile per la pubblica amministrazione, le professioni e l’innovazione del Partito Democratico, ha sottolineato: “Affrontare insieme le tematiche che riguardano le giovani e i giovani professionisti è un’occasione importante perché consente di ascoltare i bisogni, costruire strumenti comuni e accrescere l’efficacia delle politiche”. A fare gli onori di casa Francesco Titotto, capo segreteria tecnica del presidente del Cnel: “Il nostro organismo guarda con particolare interesse a questo Protocollo d’intesa, avendo di recente pianificato un piano giovani per dare sempre più voce alle nuove generazioni nei processi decisionali”.
(Adnkronos) - Prenderà il via a ottobre 2025 il progetto 'Climwater - Climate-resilient and mitigation actions for sustainable water management', finanziato da Regione Lombardia nell’ambito del bando Collabora & Innova, volto a promuovere progetti complessi di ricerca industriale e sviluppo sperimentale realizzati in collaborazione con Pmi, grandi imprese e organismi di ricerca. L'obiettivo è favorire investimenti strategici per lo sviluppo di innovazioni di prodotto e di processo. Climwater, che si è collocato al terzo posto in graduatoria su 100 progetti candidati, avrà una durata di 2 anni e 3 mesi e un budget complessivo di oltre 4,6 milioni di euro, di cui oltre 1,8 milioni assegnati a Gruppo Cap. La green utility che gestisce il servizio idrico della Città metropolitana di Milano avrà il ruolo di capofila di tre dei cinque Work Package previsti. Al fianco di Gruppo Cap ci saranno Acqua&Sole, Biochem Solution, REF Ricerche e Università di Pavia, Invernizzi Agri Lab di Sda Bocconi, oltre alla collaborazione esterna di Politecnico di Milano e Università degli Studi di Milano. Climwater nasce con l’obiettivo di investigare gli impatti del cambiamento climatico sul ciclo idrico integrato, con un focus sull’hinterland milanese, e proporre soluzioni innovative per accrescere la resilienza del sistema idrico, migliorare la sostenibilità dei sistemi e degli impianti di depurazione e contribuire alla neutralità emissiva ed energetica. Le tre macro-attività in cui è coinvolto Gruppo Cap sono: Resilienza dell’approvvigionamento idrico (Work Package 1); in collaborazione con Università di Pavia e Ref Ricerche verrà sviluppato un modello idrogeologico avanzato basato su machine learning, per realizzare analisi di rischio e strategie di adattamento climatico a supporto della pianificazione infrastrutturale. Monitoraggio delle emissioni climalteranti (Work Package 2); Gruppo Cap condurrà campagne di monitoraggio diretto delle emissioni di gas serra (Ghg) in almeno sei depuratori civili, prima e dopo gli interventi di manutenzione, per valutarne l’impatto e aggiornare gli indicatori aziendali di performance (Kpi) ambientale. Trattamento innovativo dei fanghi (Work Package 3); in collaborazione con Università di Pavia e Biochem Solution, saranno selezionati e testati ceppi fungini capaci di ridurre la quantità di fanghi prodotti, degradare microinquinanti e ottenere prodotti valorizzabili in agricoltura, come ammendanti e biostimolanti. "Climwater -spiega il presidente di Gruppo Cap, Yuri Santagostino- si inserisce appieno nella missione di Gruppo Cap di garantire un approvvigionamento idrico sicuro e sostenibile per il territorio metropolitano milanese, e rappresenta un tassello fondamentale nella nostra strategia di adattamento climatico e innovazione tecnologica. L’eccezionale risultato ottenuto in graduatoria conferma la qualità del progetto e l’impegno del Gruppo nel contribuire attivamente a costruire un sistema idrico più resiliente, sostenibile ed efficiente".