ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Hamas ha consegnato alla Croce Rossa una bara contenente i resti di un ostaggio morto durante la prigionia a Gaza. A renderlo noto è stato l'esercito israeliano. Il corpo è stato scortato dalla polizia all'istituto forense Abu Kabir di Tel Aviv per l'identificazione, un processo che, secondo le autorità, potrebbe richiedere fino a due giorni. Hamas non ha fornito l'identità dell'ostaggio consegnato. Se si confermasse che il corpo appartiene a un ostaggio, significherebbe che a Gaza ci sono ancora i resti di 12 ostaggi deceduti. Il movimento islamista palestinese ha informato i Paesi mediatori di aver avviato le operazioni per recuperare tra i sette e i nove corpi di ostaggi israeliani deceduti, individuati in diverse aree della Striscia. Da parte sua il portavoce di Hamas, Hazem Qassem, ha negato le notizie secondo cui il gruppo starebbe trattenendo i corpi di alcuni ostaggi pur conoscendone l'ubicazione. "Le affermazioni secondo cui Hamas conoscerebbe la posizione degli ostaggi sono false, soprattutto dopo l'aggressione nella Striscia che ha cambiato il volto del territorio", afferma. La dichiarazione, ripresa dai media arabi, arriva in risposta alle notizie provenienti da Israele secondo cui Hamas sarebbe in grado di localizzare i resti di 10 dei 13 ostaggi ancora detenuti a Gaza, ma starebbe scegliendo di non restituirli, in violazione dell'accordo mediato dagli Stati Uniti. Intanto Israele ha messo fine allo stato di emergenza in vigore nel sud del Paese dall'attacco del 7 ottobre del 2023. Lo ha annunciato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz. Come spiega il Times of Israel, lo stato di emergenza ha consentito al Comando del Fronte Interno dell'esercito israeliano di limitare gli assembramenti e chiudere alcune aree. Per la prima volta in oltre due anni, quindi, in Israele non ci sarà alcuna "situazione speciale" attiva. "Ho deciso di adottare la raccomandazione delle Idf e di rimuovere, per la prima volta dal 7 ottobre, la situazione particolare sul fronte interno", ha affermato Katz in una nota. "La decisione riflette la nuova realtà della sicurezza nel sud del Paese, raggiunta grazie alle azioni determinate e potenti degli ultimi due anni delle nostre eroiche truppe contro l'organizzazione terroristica Hamas", ha aggiunto. La Knesset tornerà a discutere la prossima settimana il disegno di legge che introduce la pena di morte per i terroristi. Lo ha annunciato l’ufficio del capo della coalizione, Ofir Katz, precisando che al termine del nuovo dibattito presso la Commissione per la sicurezza nazionale si terrà la votazione. Lo riporta Ynet. Katz ha ringraziato il presidente della Commissione, Zvika Fogel, per il lavoro svolto e ha ribadito che la coalizione di governo è "profondamente impegnata a far approvare la legge il prima possibile". Le famiglie degli ostaggi israeliani deceduti e i cui corpi sono ancora nella Striscia di Gaza hanno chiesto agli Stati Uniti e al governo di Benjamin Netanyahu di non procedere con la seconda fase del piano sul cessate il fuoco a Gaza fino a quando le salme dei loro cari non verranno restituite. ''Hamas sa esattamente dove si trova ognuno di loro'', si legge in una lettera dell'Hostages and Missing Families Forum, che aggiunge: ''Sono trascorse due settimane dalla scadenza stabilita nell'accordo per il ritorno di tutti i 48 ostaggi, eppure 13 rimangono prigionieri di Hamas". L'Hostages and Missing Families Forum prosegue affermando che "le famiglie esortano il governo di Israele, l'amministrazione degli Stati Uniti e i mediatori a non procedere alla fase successiva dell'accordo finché Hamas non avrà adempiuto a tutti i suoi obblighi e restituito tutti gli ostaggi a Israele". Intanto al Times of Israel un funzionario dell'ufficio del primo ministro israeliano ha detto che la ricostruzione nelle zone della Striscia di Gaza che sono sotto il controllo delle Idf può iniziare immediatamente, senza attendere la seconda fase del piano di cessate il fuoco promosso dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. "Il terreno è ormai libero e possiamo iniziare a costruire. Non c'è motivo di aspettare la fase due dalla nostra parte", ha affermato il funzionario, spiegando che diversi investitori internazionali hanno già manifestato interesse a partecipare alla ricostruzione. "Se si tratta di persone favorevoli a Israele e che non rappresentano un rischio per la sicurezza, perché non accoglierle? Perché non lasciarle costruire?", ha aggiunto la fonte. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar in una conferenza stampa a Budapest ha annunciato che Israele non accetterà la presenza delle forze armate turche nella Striscia di Gaza. "I Paesi che vogliono o sono pronti a inviare forze armate dovrebbero essere almeno equi nei confronti di Israele", ha affermato Sa'ar. Le relazioni tra Israele e Turchia sono peggiorate durante la guerra nella Striscia di Gaza, con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che ha criticato aspramente la campagna aerea e terrestre nell'enclave palestinese, paragonandone le azioni a quelle dei nazisti e accusando il Paese di genocidio. "La Turchia, guidata da Erdogan, ha adottato un approccio ostile nei confronti di Israele", e "non solo dichiarazioni ostili, ma anche misure diplomatiche ed economiche", ha affermato Sa'ar in una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto. "Quindi non è ragionevole per noi permettere alle loro forze armate di entrare nella Striscia di Gaza e non lo accetteremo, come abbiamo detto ai nostri amici americani", ha aggiunto. Sa'ar ha inoltre accusato l'Autorità nazionale palestinese di portare avanti la controversa politica del cosiddetto "pay-for-slay", il sistema di sussidi ai detenuti e alle famiglie di autori di attentati, nonostante gli impegni presi per mettervi fine. "Hanno solo cambiato il metodo, non la sostanza. I terroristi stanno riscuotendo i loro pagamenti presso gli uffici postali palestinesi, e l’Autorità nazionale palestinese sta ora effettuando pagamenti aggiuntivi ai terroristi rilasciati nell’ambito dell’accordo di cessate il fuoco", ha aggiunto. Sa’ar ha anche accusato i governi europei di "chiudere un occhio" sulla pratica, denunciando l’Unione Europea per aver concesso all’Autorità nazionale palestinese "legittimità senza responsabilità". "Fino a oggi, l’Autorità nazionale palestinese non ha rispettato i criteri stabiliti dal presidente Trump", ha detto Sa’ar. Altri otto palestinesi sono stati uccisi nelle ultime 48 ore. Lo ha riferito il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas, aggiungendo che 13 persone ferite sono state ricoverate in ospedale. Nella dichiarazione si legge inoltre che cinquanta corpi di palestinesi sono stati portati a Gaza da Israele e 41 corpi non identificati sono stati sepolti.
(Adnkronos) - "L’XI Consiliatura del Cnel sta ponendo particolare attenzione ai temi relativi al welfare e ai servizi sociali. Temi che trovano concretezza anche grazie all’attività dell’Osservatorio nazionale sui servizi sociali territoriali, istituito presso il Consiglio e che sin dal suo insediamento ha lavorato intensamente per fornire un quadro aggiornato sulle politiche sociali del nostro Paese. Cito, tra l’altro, la fotografia fornita dalla relazione sui Servizi sociali territoriali 2024. Questo lavoro di analisi si è poi tradotto in iniziative legislative, come il Ddl Cnel che interviene in revisione della legge quadro 328 del 2000 e il Ddl in materia di Aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp), che si trova già sotto lo scrutinio della Commissione parlamentare competente”. Lo ha affermato Fiovo Bitti, consigliere del Cnel, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
(Adnkronos) - Sono state due giornate di grande partecipazione e sensibilizzazione quelle del 18 e 19 ottobre all’Oriocenter di Bergamo, dove i volontari di Aido Provinciale Bergamo, supportata da Cial – Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio, con il progetto internazionale “Ogni Lattina Vale”, hanno dato vita a una raccolta speciale di lattine in alluminio. L’iniziativa ha voluto celebrare i 50 anni di Aido Bergamo, unendo l’impegno per la promozione della donazione di organi e tessuti con la diffusione della cultura del riciclo e della sostenibilità. La collaborazione tra Cial e Aido Bergamo testimonia come realtà diverse possano trovare punti di contatto importanti, dando vita a progetti dal forte valore sociale e ambientale. Da un lato la missione di Aido, nata proprio a Bergamo nel 1971 e cresciuta fino a diventare un punto di riferimento nazionale, dall’altro il progetto “Ogni Lattina Vale”, promosso in Italia da Cial e attivo oggi in 16 Paesi europei oltre che in Brasile, Stati Uniti ed Emirati Arabi, con l’obiettivo di avvicinarsi al 100% di raccolta delle lattine anche fuori casa. Presso lo stand informativo Aido all’interno del centro commerciale, i cittadini hanno potuto portare le proprie lattine usate e scoprire da vicino i benefici del riciclo, oltre a visitare un originale manufatto realizzato interamente con lattine riciclate. “Ogni Lattina Vale” ha accompagnato questa ricorrenza speciale sottolineando che ogni lattina riciclata è un gesto che fa bene all’ambiente, proprio come ogni adesione ad Aido rappresenta un dono che può salvare vite umane. Da oltre trent’anni, la raccolta delle lattine in alluminio rappresenta per Aido Bergamo una tradizione virtuosa, portata avanti da gruppi locali, oratori, comunità e volontari. Un impegno che unisce educazione ambientale e solidarietà concreta: in Italia, il riciclo degli imballaggi in alluminio ha raggiunto un tasso del 68,2% nel 2024, con oltre 442.000 tonnellate di CO₂ evitate rispetto alla produzione primaria. Nel solo territorio bergamasco, l’iniziativa ha portato alla raccolta di 2,5 tonnellate di lattine in alluminio, raggiungendo in totale circa 40 tonnellate raccolte negli anni, trasformando un gesto semplice in un esempio concreto di partecipazione e cittadinanza attiva. “Negli ultimi anni, grazie alla raccolta lattine, Aido Bergamo ha potuto unire due forme di dono: quello che restituisce vita e quello che tutela l’ambiente” – racconta Everardo Cividini, Presidente del gruppo Aido di Grassobbio (BG) – “Ogni sacco di lattine consegnato è frutto del lavoro di decine di volontari, famiglie, oratori e comunità locali che da anni credono nella forza di un gesto semplice. La nostra speranza è che queste azioni continuino a coinvolgere sempre più persone, perché solo insieme possiamo costruire una cultura del dono davvero completa”. “Siamo orgogliosi di aver affiancato Aido Bergamo in un’iniziativa così importante – commenta Stefano Stellini, Direttore Generale di Cial.“Questa collaborazione dimostra come sia possibile creare sinergie capaci di moltiplicare i risultati: da un lato rafforzando la cultura del riciclo con ‘Ogni Lattina Vale’, dall’altro sostenendo il messaggio di solidarietà promosso da Aido. È proprio dall’incontro tra realtà diverse che nascono esempi concreti di comunità sempre più responsabili e attente al futuro.”