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(Adnkronos) - L’impresa funebre è un comparto economico che negli ultimi anni ha cambiato pelle: cresce, si professionalizza e si ridisegna, spinto dall’invecchiamento della popolazione, dalla ricerca di soluzioni più sostenibili come la cremazione e da regole sempre più stringenti. Al 30 giugno 2025, secondo i dati diffusi, le imprese funebri attive nel Paese sono 7.050: un dato superiore del 4,9% al 2019, quando se ne contavano 6.720, come riferisce Unioncamere-InfoCamere, Movimprese in una nota. Ma la fotografia restituisce un quadro con interessanti variazioni interne. Il Sud e le Isole si confermano l’area con la maggiore concentrazione di attività (3.266, pari al 46,3% del totale), seguite dal Nord Ovest (1.508), dal Centro (1.311) e dal Nord Est (965). Alcune regioni hanno visto crescere sensibilmente il numero di operatori: la Puglia con un +16% rispetto al 2019, la Calabria (+13,1%), la Sicilia (+11,2%) e la Campania (+7,9%). In altre zone, invece, la dinamica è stata opposta: le Marche hanno perso l’11,1% delle imprese e la Valle d’Aosta addirittura il 23,1%. In termini assoluti, a giugno scorso la presenza maggiore di imprese funebri si registra in Sicilia (827), seguita da Lombardia (773) e Campania (616). Ancora più eloquente è il cambiamento nella forma giuridica delle imprese. In sei anni le società di capitale sono passate da 2.122 a 2.771 (+30,6%), segno di una progressiva strutturazione e professionalizzazione del comparto. A fare da contraltare c’è la diminuzione delle imprese individuali (da 2.557 a 2.386, -6,7%) e delle società di persone (da 1.723 a 1.590, -7,7%), un ridimensionamento che suggerisce le difficoltà delle realtà più piccole nell’affrontare costi, burocrazia e nuove richieste del mercato. Anche la variazione degli addetti, tra il 2019 e il 2025, evidenzia un andamento positivo, con una crescita complessiva dell’11,5% a livello nazionale. Considerando le imprese con addetti dichiarati, gli incrementi più rilevanti si registrano in Sicilia (+33,8%), Sardegna (+26,0%), Lazio (+22,8%) e Trentino-Alto Adige (+21,3%), segnalando un’espansione marcata in alcune aree periferiche e insulari. Al contrario, poche regioni mostrano flessioni, in particolare Liguria (-10,9%), Valle d’Aosta (-5,0%) e Basilicata (-0,6%), indicando contesti locali di ridimensionamento. Nel complesso, l’aumento diffuso degli addetti suggerisce una fase di rafforzamento del settore, pur con significative differenze territoriali. Il settore si presenta dunque come un mosaico in lento ma progressivo cambiamento: all’aumento del numero complessivo si affianca infatti una trasformazione ancora più apprezzabile nelle forme organizzative e nella geografia interna. Se la domanda è sempre legata a un bisogno certo e inevitabile, le modalità con cui le imprese vi rispondono raccontano un comparto che tende a consolidarsi abbandonando le dimensioni più artigianali per assumere fisionomie più strutturate, con maggiore capacità di investimento, più attenzione al marketing e alla diversificazione dei servizi. "Le tendenze che emergono dall’analisi - si osserva nella nota - confermano che il settore funebre fa parte a pieno titolo della vita economica del Paese. Un comparto che cambia insieme alla società e che merita attenzione non soltanto nel suo ruolo simbolico, ma anche per il peso reale che porta nel tessuto imprenditoriale italiano".
(Adnkronos) - "I dati Inps sono incoraggianti, con un mercato del lavoro positivo, grazie a una situazione economica favorevole e politiche lungimiranti e concrete del ministero del Lavoro. E' un lavoro anche buono, in gran parte stabile, e che sta coinvolgendo classi tradizionalmente ai margini come giovani e donne. Si sta affrontando il tema del Neet, dei giovani che non lavorano e non studiano. Quindi un quadro incoraggiante però non si tratta solo di creare posti di lavoro ma renderli qualificati e capaci di sostenere il benessere delle famiglie. E il benessere del lavoratore non nasce solo da un salario giusto ma anche da una partecipazione e da una continuità di crescita di carriera". Lo ha detto Valeria Vittimberga, direttore generale Inps, intervenendo al convegno 'Il benessere del lavoratore:dalla questione salariale alla sicurezza nei luoghi di lavoro'. Vittimberga ha ricordato che "Inps è uno strumento nelle mani del decisore politico, a cui ha dati da mettere a disposizione. L'Istituto è attore del sistema del welfare, ma è anche un termometro della situazione che credo oggi stia dando dati positivi. E' anche presenza dello Stato 'amico' sul territorio, con un ruolo sempre più proattivo, che speriamo possa contribuire al miglioramento del sistema", ha concluso.
(Adnkronos) - Secondo l’Osservatorio Second Hand Economy di Bva Doxa per Subito, la compravendita di usato si è posizionata al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più praticati dagli italiani, nello specifico da 27,2 milioni di persone solo nel 2024. Anche quest’anno Subito - piattaforma di re-commerce in Italia, con 26 milioni di utenti attivi al mese - ha voluto misurare l’effettivo impatto ambientale dell’attività di compravendita in piattaforma, attraverso lo studio Second Hand Effect, condotto in collaborazione con Vaayu, la piattaforma di climate tech che supporta le aziende nel monitoraggio, misurazione e riduzione dell’impatto ambientale. L’analisi - che riguarda le compravendite tra privati avvenute nella quasi totalità delle categorie Market ed esclude invece Immobili, Motori e Lavoro - permette di quantificare le emissioni potenzialmente evitate grazie all’acquisto di prodotti di seconda mano, sulla base delle linee guida più recenti della comunità scientifica. L’approccio di Vaayu rende il calcolo delle emissioni accurato e trasparente, affiancando al metodo Lca una mappatura ancora più granulare delle emissioni legate al business e una survey integrativa sottoposta a un campione di oltre 1.400 utenti Subito per indagare i loro comportamenti in termini di trasporto e imballaggio. Grazie ai quasi 11,5 milioni di oggetti venduti su Subito nelle categorie oggetto di analisi, nel 2024 sono state potenzialmente risparmiate circa 450mila tonnellate di CO2. Un impatto molto significativo, i cui benefici sono rappresentati in modo ancor più concreto da alcune equivalenze: è come se si fossero evitate le emissioni di 4,5 milioni di passeggeri che volano da Milano a Roma o 3,7 milioni di auto che viaggiano tra Milano e Roma. Nel 2024 ogni compravendita su Subito ha consentito un risparmio potenziale medio di 39 kg di CO2 non immessi nell’atmosfera in crescita del 40% rispetto al 2023. Un dato positivo che dipende anche da un altro aspetto ovvero l’incremento delle vendite di oggetti con un impatto maggiore sull’ambiente, come ad esempio biciclette (240 kg di CO2 risparmiata in media), Pc fissi e console (210 kg), Tv (135 kg) e notebook/tablet (95 kg). Quella delle biciclette (38%) si attesta al primo posto nella classifica delle categorie che hanno contribuito maggiormente al risparmio totale di CO2. Sul secondo e sul terzo gradino del podio troviamo, quasi a parimerito, due categorie molto diverse tra loro ma molto apprezzate e presidiate quando si parla di mercato second hand: arredamento e casalinghi (20%) e informatica (19%). “I risultati dell’analisi Second Hand Effect 2024 dimostrano come la compravendita di oggetti usati non sia solo una scelta consapevole e smart, ma anche un gesto concreto con un impatto ambientale misurabile - racconta Giuseppe Pasceri, Ceo di Subito - È soddisfacente e stupefacente osservare come quelli che ci sembrano piccoli gesti quotidiani siano in realtà grandi cambiamenti a favore del nostro futuro. L’anno scorso, 11,5 milioni di compravendite su Subito hanno potenzialmente evitato le emissioni equivalenti all’impronta ambientale di 78mila italiani, praticamente l’intera città di Varese”. Dalla survey integrativa realizzata da Vaayu sul campione rappresentativo degli utenti Subito, emerge inoltre che in 6 casi su 10 (59,5%) l’usato evita effettivamente l'acquisto di un prodotto nuovo, con picchi del 66% in categorie chiave come arredamento, elettrodomestici ed elettronica. Questo comporta l’ulteriore abbattimento dei costi e delle emissioni correlate alla produzione di beni nuovi (dall’estrazione delle materie prime, alla loro lavorazione, fino alla distribuzione). Un dato significativo se si considera che - secondo quanto dichiarato dai rispondenti alla survey - il 71,5% degli oggetti pubblicati su Subito trova effettivamente un acquirente, portando a compimento il circolo virtuoso del riuso. A suggellare le buone pratiche che i consumatori possono mettere in atto nell’ambito degli acquisti second hand, una menzione particolare riguarda anche la scelta delle modalità di consegna e spedizione. Secondo le analisi di Vaayu, cresce infatti il numero di utenti che sceglie la consegna in un punto di ritiro, più sostenibile perché solitamente ottimizza il tragitto dei mezzi di trasporto, a discapito della consegna a casa, utilizzata sempre con minor frequenza (18%). Ultimo, ma non per importanza, l’imballaggio: l’80% di chi spedisce un prodotto lo fa utilizzando un imballaggio già presente in casa o comunque già utilizzato per altro (come ad esempio confezioni di precedenti acquisti); mentre chi preferisce effettuare la compravendita e lo scambio di persona nel 63% dei casi dichiara di non utilizzare alcun tipo di imballaggio.