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(Adnkronos) - "Dopo il no di Jannik Sinner alla Coppa Davis, il Codacons chiede il ritiro di tutti i riconoscimenti ufficiali e delle onorificenze assegnate al tennista". Si apre così il perentorio comunicato con cui il Codacons prende posizione nel caso alimentato attorno a Jannik Sinner. Il numero 2 del mondo ha annunciato che non giocherà le Final Eight di Coppa Davis per gestire meglio la preparazione in vista della prossima stagione. La decisione, non anomala per i big del tennis considerato il calendario, in Italia ha scatenato polemiche che hanno coinvolto anche soggetti extra-tennis. "La scelta di Sinner di rinunciare a giocare la coppa Davis rappresenta uno schiaffo all’Italia, agli italiani e a milioni di tifosi appassionati di tennis – spiega l’associazione – E’ nel diritto di ogni sportivo decidere sulla propria carriera e anteporre altri interessi, anche economici, a quelli del Paese che rappresentano, ma una simile scelta deve essere portata avanti con coerenza", scrive il Codacons. "Non si può essere rappresentanti dell’Italia nel mondo quando c’è da ritirare riconoscimenti ufficiali, per poi fare scelte sportive che vanno nella direzione diametralmente opposta. Per tale motivo, e dopo la decisione di Sinner di non partecipare alla coppa Davis, chiediamo siano ritirate tutte le onorificenze e annullati i riconoscimenti istituzionali assegnati al tennista, dalla nomina ad “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport” della Farnesina al Collare d’Oro al merito sportivo del Coni, fino alla cittadinanza onoraria del Comune di Torino", prosegue la nota. "Se Sinner dedicasse meno tempo a girare spot pubblicitari per qualsiasi prodotto, forse avrebbe modo di rappresentare meglio il proprio Paese sia nello sport sia fuori dallo sport", la chiusura.
(Adnkronos) - Un 2025 a due velocità per la distribuzione turistica italiana. Dopo una primavera record, l’estate ha rallentato la corsa del comparto, con l'inflazione galoppante che pesa sempre più sui consumi degli italiani. Ma sono positive le prospettive per l'inverno. A dirlo è l'osservatorio di Aidit (Associazione italiana distribuzione turistica), che rappresenta le imprese che operano nel settore delle agenzie di viaggi. Dopo una primavera da record, caratterizzata da crescite a doppia cifra e da un’eccezionale advance booking, l’alta stagione, evidenziano i dati dell'Osservatorio che Adnkronos/Labitalia ha potuto visionare in anteprima, ha mostrato un rallentamento dovuto appunto alla pressione dei prezzi e agli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto delle famiglie. Il quadro complessivo del turismo organizzato resta comunque positivo, anche se con minori toni di entusiasmo rispetto ai mesi iniziali: il 46,9% delle agenzie registra una crescita, il 22,1% segnala stabilità, mentre il 31% chiude con risultati inferiori rispetto al 2024. "Quello che emerge è chiaro -spiega in un'intervista ad Adnkronos/Labitalia Domenico Pellegrino, presidente di Aidit, che aderisce a Federturismo Confindustria- il boom dei prezzi e l'inflazione pesano sui consumi, e abbiamo avuto una crescita ridotta nell'alta stagione estiva rispetto alle aspettative, 'gonfiate' dagli ottimi risultati della primavera, anche grazie alla combinazione di ponti festivi. Ma non c'è assolutamente un calo della domanda e non c'è una crisi del turismo organizzato come canale di distribuzione dei viaggi. Si percepisce però l'incapacità per alcune categorie sociali ormai di poter accedere a determinati servizi a valore aggiunto, come quelle delle agenzie, e quindi magari di utilizzare altre soluzioni, cosiddette low cost ma che spesso si rivelano di low quality. Il settore si sposta sempre più verso un'utenza medio-alta", sottolinea amaro Pellegrino. Ma quali le destinazioni top dell’estate 2025? Sul podio delle mete più richieste nelle agenzie troviamo il Mare Estero (in particolare Egitto), i tour di lungo raggio (Usa e Oceano Indiano) e le crociere (valore medio più alto). Più debole il mare Italia, penalizzato da livelli tariffari spesso considerati eccessivi e dal fenomeno crescente della disintermediazione. Il villaggio turistico si conferma la formula più amata (78,2%), mentre crescono gli short break (+11,7%), espressione di una domanda che cerca vacanze più brevi per contenere la spesa media, aumentata del 9% rispetto all’anno precedente. E dai dati dell'Osservatorio emerge che il settore delle agenzie di viaggi è "resiliente -sottolinea Pellegrino- e ha caratteristiche chiare: è composto da piccole imprese ma altamente professionali. Il campione Aidit infatti evidenzia una distribuzione turistica costituita principalmente da piccole imprese: oltre il 90% delle agenzie conta meno di 7 addetti. La professionalità è però elevata: il 61% degli operatori ha più di 20 anni di esperienza, e solo il 9,6% è composto da nuovi ingressi con meno di 5 anni di attività", sottolinea. Un comparto moderno e che punta a restare al passo con i tempi. "Nonostante l’età media elevata, il comparto dimostra una sorprendente apertura verso le nuove tecnologie. Solo il 30,6% dichiara di non utilizzare strumenti di AI generativa; il restante 69,4% ne fa uso quotidiano, soprattutto per ricerca di informazioni (34,7%) e redazione di testi o progetti operativi (25,2%). Un segnale chiaro di come la digitalizzazione stia ormai entrando stabilmente anche nel lavoro d’agenzia", sottolinea Pellegrino. E sono positive le prospettive per i prossimi mesi. "Per l'inverno -spiega Pellegrino- stiamo vedendo una domanda forte che resiste anche alle tensioni geopolitiche attuali e che sembra proiettata a restituirci un dato positivo rispetto all'anno precedente. Non abbiamo ancora un dato strutturato perché lo faremo tra qualche settimana, ma il percepito è che l'inverno stia lavorando molto bene. E questo ci conferma quello che il mercato del turismo organizzato inevitabilmente si sta spostando verso un'utenza media medio alta, che ha la capacità di pianificare in anticipo le vacanze e anche di scegliere i periodi migliori, quando il prodotto è più accessibile, costa meno ed è anche qualitativamente valido", sottolinea. E secondo i dati dell'osservatorio Aidit il 61,4% delle agenzie di viaggi prevede un trend stabile per il 2026. Le destinazioni più richieste per il prossimo anno vedono in testa l’Asia (28,1%), seguita da Europa Mediterranea, Medio Oriente (Turchia, Egitto, Emirati), Italia (15,1%) e Africa (13,7%). “Il 2025 ha mostrato un turismo organizzato maturo, resiliente e tecnologicamente più avanzato di quanto si pensi -sottolinea Pellegrino- Le agenzie restano un presidio di fiducia e competenza, capaci di offrire valore aggiunto in un mercato sempre più complesso e competitivo", sottolinea Pellegrino. E dall'osservatorio emerge anche l'analisi sui clienti delle agenzie, con alcune sorprese. E' la Generazione Z infatti a tornare sempre più in un luogo frequentato dalle generazioni precedenti: l'agenzia di viaggio. Secondo i dati infatti il 24,7% delle agenzie di viaggi coinvolte nell'osservatorio registra un interesse crescente dei clienti under 30, attratti da sicurezza, consulenza e assistenza personalizzata. Il profilo tipo del cliente è composto invece da coppie tra 36 e 45 anni (53,8%), seguite dalle famiglie (34,9%). "Stiamo parlando di un'utenza giovane -spiega Pellegrino- e che un po' contrasta con il luogo comune che immagina le agenzie di viaggio 'appannaggio' degli anziani e i giovani orientati verso il self-booking o le agenzie on line. Il nostro si conferma un settore che garantisce sicurezza e qualità e i giovani lo capiscono", sottolinea. Facendo riferimento agli ultimi dati disponibili secondo Aidit per il 45,6% delle agenzie, la spesa media per pratica si colloca tra 1.500 e 2.500 euro; nel 36,1% dei casi supera i 3.500 euro. Solo il 10,9% segnala importi ancora più elevati, confermando il progressivo spostamento del turismo organizzato verso la fascia medio-alta del mercato. Nella fase di decisione, il passaparola resta la fonte più influente (47,2%), davanti ai social media (22,9%) e alle piattaforme web (21,5%). I principali disservizi segnalati riguardano il trasporto aereo (47,6%), seguito da tour operator e strutture ricettive (20,3%) per problemi di assistenza, overbooking o qualità inferiore alle aspettative. Ciononostante, il grado di soddisfazione complessivo dei clienti raggiunge l’89%, grazie al supporto real time e post-vendita garantito dalle agenzie.
(Adnkronos) - "Bonduelle è un'azienda familiare che ha una storia di 170 anni, ed è concentrata nella produzione di prodotti a base vegetale. Azienda che ha fatto della propria missione quello che è l'aiuto verso la transizione, verso un'alimentazione a base vegetale per il bene del pianeta e per il bene delle persone. Abbiamo degli impegni chiari, entro il 2030 ad esempio l'80% dei nostri agricoltori che sono appunto coinvolti nelle pratiche agricole che producono le materie prime per i nostri prodotti saranno coinvolti nelle pratiche di agricoltura rigenerativa. Cosa significa agricoltura rigenerativa? Intanto il mantenimento della sostanza organica nel terreno. Il sostegno per quello che sono gli insetti impollinatori, un tema per noi, anche per noi, sentivo prima, molto caro. Ci sono ovviamente le api, ma sono molti gli insetti impollinatori come farfalle, falene. E quindi costruiamo vicino ai campi da cui ci approvvigioniamo anche delle coltivazioni, delle piantagioni diverse, delle culture diverse che possano aiutare il sostegno e la vita di questi insetti". Lo ha detto Federico Odella, ceo Bonduelle Italia, intervenendo all'evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ tenutosi oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. "L'utilizzo responsabile dell'acqua -ha continuato- è un altro tema, anche per noi, molto importante. Vi lascio immaginare l'utilizzo dell'acqua nei campi per produrre insalate oggi in Italia, quanto sia importante mantenere l'azoto minerale all'interno del terreno che è una delle fonti principali di nutrimento per le nostre piante. Lo facciamo tramite l'applicazione di sonde nel terreno per misurarne la quantità. E questo ci permette di ridurre e di ottimizzare quelli che sono appunto i consumi d'acqua necessari", ha sottolineato. "E poi inoltre abbiamo eliminato -ha continuato- tutti quei prodotti fitofarmaci che sono utili per le piante, perché di fatto sono come delle medicine che le aiutano a crescere meglio, ma possono avere un impatto negativo proprio sugli insetti impollinatori di cui parlavamo prima e quindi abbiamo deciso di eliminarli. e quindi pratichiamo quello che è il bio-controllo sui nostri campi. Quindi questo è uno dei temi importanti rispetto al pianeta", ha continuato. E per Odella "sostenibilità non è solo sostenibilità ambientale ma vuole essere anche sostenibilità sociale ed economica". "Una delle strategie del Gruppo è proprio 'persone al centro'. Oggi in Italia abbiamo circa 420 collaboratori e superiamo i 500 nei momenti di picco stagionale. Quindi le persone sono per noi un elemento cardine all'interno dell'organizzazione e crediamo nell'importanza di avere la possibilità di potersi esprimere al meglio all'interno dell'organizzazione ma per fare questo devono esserci le condizioni necessarie per poterlo fare", ha sottolineato. "Spesso si parla di inclusività e noi abbiamo deciso di compiere anche qui degli atti concreti. Siamo certificati, grazie al supporto della fondazione Libellula, azienda con Equality gender dal 2023. Abbiamo introdotto il welfare nello stesso anno all'interno della nostra azienda in modo tale da aiutare, sostenere, i nostri collaboratori per avere un supporto rispetto a quello che è forza fisica e psicofisica. Quindi inoltre abbiamo un sostegno psicologico gratuito per le nostre persone dal 2020", ha ricordato. E non solo. "Abbiamo 12 diverse attività di volontariato -ha spiegato- che possono essere scelte dai nostri collaboratori. Questo cosa significa? Significa che le nostre persone hanno la possibilità di fare atti di volontariato e possono scegliere e hanno messo a disposizione dall'azienda due giorni all'anno per poter fare queste pratiche. Quindi avere un impatto positivo non solo su se stessi, perché si collaborano al bene della società, ma anche concretamente sugli altri. Tutto questo si sposa in un progetto molto più ampio che è quello di essere una B Corp. Siamo un'azienda certificata B Corp e l'essere certificati forse è un po' riduttivo, perché in realtà è un modo di fare azienda e quindi quella voglia di avere un impatto positivo non solo sull'ambiente, ma anche sulle persone e tutti gli stakeholder che sono collegati alle nostre attività lavorative di tutti i giorni", ha concluso.