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(Adnkronos) - "L'amore vero? Nella quinta stagione Emily lo trova in sé stessa". Così Lily Collins racconta all'Adnkronos l’evoluzione del suo personaggio in 'Emily in Paris 5', disponibile da oggi su Netflix. Un percorso di crescita interiore che porta la protagonista ad acquisire una nuova sicurezza: "C'è un senso di sollievo nel permettersi di provare tutte le emozioni, di non essere perfetta e di lasciare che le cose vadano come devono. Diventa più disordinata, più umana, più empatica". I nuovi episodi rappresentano un vero punto di svolta per la serie creata da Darren Star (già dietro le serie cult 'Beverly Hills 90210' e 'Sex and the City'). "Questa è la stagione della maturità", spiega il creatore. "Tutti i personaggi crescono, cambiano e affrontano sfide reali". Un'idea condivisa anche da Collins: "Molti equilibri cambiano, ma è proprio grazie alla maturità di tutti che possiamo andare avanti. Se certi colpi di scena o nuove relazioni fossero arrivati nella prima stagione, probabilmente i personaggi sarebbero andati nel panico". In 'Emily in Paris 5' la protagonista si trova a capo della sede romana dell’Agence Grateau, guidata da Sylvie Grateau (Philippine Leroy-Beaulieu). Trasferitasi in Italia dopo l’esperienza parigina, Emily deve adattarsi a una nuova città mentre affronta sfide professionali e sentimentali sempre più complesse. Quando tutto sembra finalmente andare per il verso giusto, un’idea lavorativa si rivela un fallimento, innescando delusioni amorose e nuovi ostacoli alla carriera. In cerca di stabilità, Emily si rifugia nel suo stile di vita francese, ma un grande segreto rischia di compromettere uno dei suoi rapporti più importanti. Affrontando i conflitti con maggiore sincerità, ne esce però più consapevole, con legami più profondi e la voglia di abbracciare nuove possibilità. La quinta stagione mette in discussione anche uno dei legami più amati della serie, quello tra Emily e Mindy. "È la prima volta che Mindy tiene qualcosa nascosto a Emily", racconta Ashley Park, interprete di Mindy. "Forse per proteggerla, forse per paura. La loro amicizia non ha mai funzionato sulla base della paura. Affrontare il conflitto e comunicare davvero rende il loro rapporto ancora più profondo". Anche l'inscalfibile Sylvie vive una trasformazione significativa. L'attrice Philippine Leroy-Beaulieu descrive una donna finalmente messa alla prova: "Volevamo romperle l’armatura, metterla in situazioni in cui potesse fallire. Per un attore è una gioia. L’Italia, e Roma in particolare, la aiutano a lasciarsi andare. A Parigi è rigida, in Italia si apre. Poi, tornando a Parigi, torna anche la corazza". Girare in Italia ha lasciato il segno anche fuori dal set. Collins racconta di essere stata colpita "dal calore delle persone, dal rapporto con il cibo e da un tempo che scorre diversamente". Park aggiunge con ironia: "Pensavo di essere intollerante al glutine, poi ho scoperto la pasta italiana. L’Italia mi ha insegnato quanto cultura e storia siano legate al cibo e mi ha spinto a esplorare le mie radici". L’influenza italiana si riflette anche nel linguaggio visivo della serie. Darren Star rivela: "Ci siamo ispirati al grande cinema italiano, da 'Cinema Paradiso' a 'Vacanze Romane'. Per il pubblico americano, Roma è profondamente legata all’immaginario cinematografico". Dopo Roma e Venezia, Emily continuerà a esplorare l'Europa in una possibile sesta stagione? "Il suo cuore è a Parigi", sorride Star, "ma questo non significa che non possa continuare a vagare". (di Lucrezia Leombruni)
(Adnkronos) - Manageritalia executive professional, l’associazione di Manageritalia dedicata alle figure manageriali e alle alte professionalità che operano con contratti libero professionali, è fortemente contraria alla disposizione che subordina il pagamento dei compensi ai liberi professionisti per prestazioni rese in favore della pa alla dimostrazione della regolarità fiscale e contributiva, senza alcun limite di importo e quindi anche per somme irrisorie. “Riteniamo fortemente vessatorio - afferma Carlo Romanelli, presidente di Manageritalia Executive Professional - abolire il limite di 5000 euro attualmente esistente per legge per il pagamento dei debiti della PA. Inoltre, obbligare il professionista a produrre la documentazione che prova la regolarità fiscale e contributiva al momento della presentazione della fattura rappresenterebbe un aggravio di costi e di tempo. Chiediamo – conclude Romanelli - l’abolizione della norma all’art. 129 e il ritiro dell’emendamento, entrambi iniqui e penalizzanti per la categoria dei liberi professionisti”.
(Adnkronos) - Sentimenti di ansia, sfiducia e rabbia nei confronti del futuro. Così l’emergenza climatica impatta sulla salute mentale e sul benessere psicologico, in particolare dei giovani italiani. È quanto emerge dall'indagine sull’ecoansia, condotta su un ampio campione di giovani italiani tra i 18 e i 35 anni, realizzata dall’Istituto Europeo di Psicotraumatologia e Stress Management (Iep) per conto di Greenpeace Italia e ReCommon, con la collaborazione di Unione degli universitari (Udu) e Rete degli studenti (RdS), e pubblicata sul Journal of Health and Environmental Research. I dati sono stati raccolti tra giugno e novembre 2024 con un questionario diffuso dalle associazioni studentesche in scuole e università italiane e online, compilato da 3.607 persone. Dalle risposte emerge che il 41% dei giovani intervistati associa il tema del cambiamento climatico a sentimenti di ansia per il futuro, il 19% a una sensazione di rabbia e frustrazione, il 16% ad impotenza e rassegnazione. Solo l’1% ha risposto affermando di sentirsi responsabile o di avere dei doveri nei confronti del Pianeta. Infine, per il 44% l’ansia generata dal cambiamento climatico ha un effetto negativo sul benessere psicologico nella vita di tutti i giorni. "Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma è diventato a tutti gli effetti una crisi emotiva e valoriale che interessa profondamente i giovani italiani, incidendo sul modo in cui immaginano il futuro, sulle decisioni quotidiane e persino sulle relazioni sociali - spiega Rita Erica Fioravanzo, presidente dello Iep - Per tutelare i giovani, dobbiamo riconoscere la gravità del loro disagio e affrontarlo insieme alle cause strutturali del cambiamento climatico". L'analisi evidenzia forti collegamenti tra l’ecoansia e un maggiore disagio psicologico generale, evidente non solo tra i giovani che sono stati colpiti direttamente da eventi climatici estremi, come alluvioni e ondate di calore, ma anche tra coloro che possiedono semplicemente una consapevolezza della minaccia climatica. Particolarmente colpiti risultano i giovani che vivono al Sud e nelle Isole, i quali presentano in media sia più preoccupazione per gli effetti della crisi climatica, sia in alcuni casi sintomi psicologici più intensi, come ad esempio insoddisfazione, ruminazione e ansia. Dall’analisi emerge che l'impatto del cambiamento climatico sul disagio psicologico è prevalentemente indiretto ed è mediato da tre fattori psicologici: l'ecoansia, il pessimismo nei confronti del futuro e, soprattutto, la mancanza di scopo nella vita. L’analisi delle risposte conferma la presenza diffusa di forte sfiducia, rabbia e frustrazione, sentimenti che sembrano prevalere nettamente sulla percezione della propria capacità individuale di poter contrastare le conseguenze dei cambiamenti climatici. "L’emergenza climatica incide drasticamente sulla nostra vita, con impatti ambientali già molto visibili. Questa indagine mostra che è anche una questione di salute mentale, che non possiamo continuare a ignorare - dichiara Simona Abbate della campagna Clima di Greenpeace Italia - Chiediamo al governo di riaccendere la speranza nel futuro agendo contro le cause della crisi climatica e facendo pagare ai suoi principali responsabili, le aziende del gas e del petrolio, i danni che stanno causando con le loro emissioni, oltre a garantire un supporto concreto alla salute delle persone, inclusa quella mentale, minacciata dagli effetti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici".