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(Adnkronos) - “Siamo qui per cambiare radicalmente il Quarticciolo”. Gli abitanti della borgata della periferia est di Roma alzano la propria voce e scendono in piazza contro il modello Caivano. Circa 2.000 persone (secondo le forze dell’ordine), incuranti della pioggia che ha accompagnato la manifestazione organizzata dagli attivisti di Quarticciolo Ribelle, hanno attraversato le vie del quartiere. Nessuna bandiera o simbolo di partito lungo il corteo ma tanti slogan gridati dai residenti che hanno partecipato, a cominciare da ‘Quarticciolo alza la voce’. Alla partenza anche il rullare dei tamburi. Tra i cartelli in mezzo alle migliaia dei manifestanti: “Il vostro modello repressione e polizia, il nostro casa e lavoro contro ogni malattia”; “Le disuguaglianze in salute sono frutto di scelte politiche, chiediamo casa, lavoro, diritti”; “Il modello Caivano nuoce gravemente alla salute”. E poi lenzuoli srotolati dall’alto dei palazzi (con scritte come: ‘Quarticciolo vuole tornare a vivere’) insieme a fumogeni e fuochi d’artificio. “Basta degrado, questo è il Quarticciolo e va rispettato”, sono le voci che si levano durante il corteo che nel mirino ha il ‘modello Caivano’. Prende quindi la parola Irene, che viene direttamente da Caivano: “Lì ci sono ancora case fatiscenti e degrado, Caivano non è un modello, il vostro è un modello per quello che state facendo qui, continuate a scendere in piazza”. Al corteo compare anche una riproduzione del palazzo dell’ex questura con disegni che raffigurano gli inquilini e la scritta: “Giù le mani dalle nostre case”. A sfilare anche il presidente del municipio V Mauro Caliste, il segretario del Partito democratico di Roma Enzo Foschi, la parlamentare del Pd Michela Di Biase e il professore Christian Raimo. “Questa manifestazione arriva alla scadenza dei 60 giorni che sono stati indicati dal dl emergenze per individuare gli interventi di riqualificazione sociale per estendere il ‘modello Caivano’ anche, tra gli altri, al quartiere Quarticciolo”, ha detto all’Adnkronos Pietro Vicari di Quarticciolo Ribelle. “Vorremmo che il decreto non venga usato per interventi calati dall’alto a fronte delle trasformazioni che invece gli abitanti auspicano da tempo. Serve dialogo e gli interventi devono essere fatti sulle urgenze che esistono insieme alle realtà sociali del territorio”, ha spiegato. “E’ una manifestazione popolare in difesa del Quarticciolo, non vogliamo bandiere o simboli ulteriori. Vogliamo levare spazio a chi dice che una parte politica strumentalizza questa vicenda per ‘fatti propri’”, ha aggiunto. “Martedì scorso c’è stata un’operazione delle forze dell’ordine che è la rappresentazione plastica - ha poi evidenziato Vicari - di come si intenda affrontare l’illegalità tutta con lo stesso approccio. Non cambia se stai abitando in uno scantinato perché non ti puoi permettere un affitto o stai commerciando chili di eroina e crack. Questa è una cosa devastante in un quartiere in cui chi spaccia, avendo gli strumenti, smette di farlo per un giorno in concomitanza con una operazione di polizia e chi invece ha una condizione di necessità molto forte si trova a pagare il prezzo più alto”. L’ex questura, dove abitano famiglie in attesa di casa popolare da decenni, “è il presidio più forte contro l’espansione di spaccio nel quartiere: è uno dei pochi luoghi qui dove non si vendono e consumano sostanze stupefacenti. Pensare che un intervento di riqualificazione possa partire da una realtà come questa dà la cifra di che idea si ha della riqualificazione. E’ chiaro che nessuno difende l’illegalità, bisogna però trovare un modo per far emergere la questione delle persone che per necessità sono state costrette a ricorrere a pratiche illegali senza mischiarle con chi invece ha fatto dell’illegalità un’occasione di profitto usando prepotenza”. Il corteo si è chiuso tra le torce accese dall’alto dei palazzi in un coreografia spettacolare che ha illuminato tutto l’abitato vicino a piazza del Quarticciolo.
(Adnkronos) - Nel processo di elaborazione di un prodotto, l’utilizzo del software Cad, che ha bisogno di operatori formati in modo professionale, può richiedere fino al 50% del tempo totale; il software, inoltre, richiede un livello elevato di expertise del personale e dunque costi elevati per le aziende. Fino ad oggi, per l’appunto, perché un gruppo di giovani ingegneri under 30, promette di rivoluzionare il settore della progettazione attraverso la startup Neocad, tra le prime al mondo ad associare l’intelligenza artifi ciale generativa al Cad, rendendo il processo di design di prodotti industriali, manufatti ed edifici più veloce, meno costoso per le aziende ed anche più accessibile agli operatori. Un’innovazione che ha portato Neocad a essere selezionata da Zest group tramite il programma Habismart, l’acceleratore dedicato al Proptech e all’edilizia sostenibile della Rete nazionale acceleratori di Cdp venture capital sgr, tra le sei startup più promettenti. Il funzionamento è simile a quanto avviene con l’intelligenza artifi ciale generativa che è alla base di piattaforme popolari come ChatGpt, solo per citare l’esempio più noto. Infatti Neocad permette di realizzare un modello 3D da zero, semplicemente scrivendo su un prompt testuale le caratteristiche desiderate del prodotto - dimensioni, volume e materiale - anziché farle disegnare da zero all’operatore Cad sul software. Una volta ottenuto il modello digitale Cad del prodotto da realizzare, è pronto per essere esportato e in seguito perfezionato nel software Cad di riferimento per la produzione industriale, con un risparmio notevole del tempo di progettazione, fino al 50% che si aggiunge alla riduzione dei costi operativi che possono abbassarsi anche del 30%; non meno importante è la riduzione del margine d’errore umano e del time to market, cioè del tempo tra lo sviluppo del modello digitale e della commercializzazione ultima. Oltre ad abbattere i costi e ridurre i tempi, l’utilizzo di Cad per la modellazione 3D diventa così più intuitiva ed efficiente: "Il futuro della progettazione industriale non è più solo manuale, è generativo. Con Neocad, grazie all'intelligenza artifi ciale trasformiamo istantaneamente le idee in modelli Cad, ridefi nendo i confi ni dell’innovazione e della creatività”, spiega Luca Licciulli, co-founder di Neocad che - insieme ad Alessandro Toia, entrambi under 30 con un background formativo in economia e management - hanno avuto l'intuizione rivoluzionaria di Neocad che hanno potuto sviluppare grazie alla collaborazione ingegneristica del terzo co-founder Ahmed Shahhat. “Qualsiasi prodotto, anche una semplice bottiglietta di acqua, prima di arrivare alla stampa industriale, viene progettata da ingegneri e sviluppatori tramite il Cad, che permette di realizzare l’involucro di stampa, da cui poi nasce il prodotto fi nale”, aggiunge ancora Licciulli. “Con NEocad ottimizziamo e velocizziamo tutto il processo di progettazione sin dalla fase iniziale, quindi dall’ideazione alla generazione, riducendo le tempistiche di lavoro grazie all’applicazione dell’intelligenza artifi ciale. Nonostante la velocità con cui avvengono i cambiamenti in questa fase storica, la tecnologia Cad non si è evoluta con l’IA generativa, per cui la nostra di tecnologia non sostituirà il lavoro e la creatività umana, ma costituirà un aiuto, poiché renderà molto più agili alcuni processi decisivi”, precisa Luca Licciulli. Neocad arriva sul mercato italiano con la formula dell’abbonamento su cloud, adatta sia alle esigenze del libero professionista che alla grande azienda, in particolare del manifatturiero industriale e del settore edile, permettendo quindi a qualsiasi utente di accedere ad una piattaforma Ready-to-use, dove si possono sottoscrivere tre pacchetti, con altrettante differenti versioni del Cad.
(Adnkronos) - All'Università degli studi di Brescia la presidenza della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus). Il comitato di coordinamento della rete ha designato il prof. Carmine Trecroci presidente per il triennio 2025-2027. Ordinario di Economia del dipartimento di Economia e Management, il prof. Trecroci, coordinatore della commissione di ateneo per lo sviluppo sostenibile e responsabile dell’organizzazione di numerose attività strategiche sul tema, succede alla prof.ssa Patrizia Lombardi del Politecnico di Torino, che ha ricoperto il ruolo di presidente nel sessennio 2019-2024. (Qui lo SPECIALE) Promossa nel 2016 dalla Crui-Conferenza dei rettori delle università italiane, la Rus è la prima iniziativa di coordinamento e condivisione tra 88 atenei italiani impegnati sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. Obiettivo principale, la diffusione della cultura e delle buone pratiche di sostenibilità, sia all’interno che all’esterno degli atenei, per contribuire al raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, rafforzando il valore dell’esperienza italiana a livello internazionale. Secondo l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis), l’attuazione degli Sdgs in Italia attraversa una persistente fase di ristagno. Cittadini, imprese e istituzioni sono oggi chiamati ad intensificare i propri sforzi per la realizzazione di profonde trasformazioni, come la riduzione delle emissioni, il rilancio dell’innovatività e della sostenibilità del sistema economico e la promozione dell’inclusività sociale. In questo contesto si inserisce l’esperienza della Rus, intesa come stretta collaborazione e promozione di accordi operativi e sinergie tra le università e con la società. Le numerose azioni nazionali e locali intraprese, infatti, hanno già contribuito fattivamente al dibattito pubblico e alla consapevolezza generale sulle sfide dell’Agenda 2030. Gli 8 gruppi di lavoro e i 3 tavoli tecnici della Rete hanno prodotto inoltre preziose linee guide e raccolte di buone pratiche, che oggi forniscono alle università solidi riferimenti per l’organizzazione e l’attuazione dello sviluppo sostenibile al loro interno, ma anche indirizzi fondamentali per la promozione degli Sdgs sul territorio. "L'incarico alla guida della Rete delle università per lo sviluppo sostenibile è motivo di grande orgoglio per la nostra università -dichiara il Rettore, prof. Francesco Castelli-. Si tratta di una nomina che accogliamo con grande senso di responsabilità e che ci impegnerà nella definizione delle nuove strategie per supportare atenei e territori nella difficile transizione ecologica e sociale. Consapevoli del ruolo che l'università riveste nell’educazione delle giovani generazioni, la cura e la promozione dei valori della sostenibilità sono inseriti da sempre nel nostro piano strategico. Tra le tante iniziative congiunte, Rus e Università degli studi di Brescia collaborano con convinzione dal 2019 all’evento 'Climbing for Climate' per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della crisi climatica che necessita di azioni comuni, condivisione di conoscenze e competenze". "La realizzazione dello sviluppo sostenibile è oggi, ancora più che in passato, l’unica prospettiva di progresso della nostra società -commenta il prof. Trecroci-. Le università della Rus hanno offerto un prezioso impulso e un’adesione creativa, spesso entusiasta, alla sfida esistenziale della 'resilienza trasformativa'. L'immenso patrimonio scientifico e intellettuale delle università italiane sta già sostenendo la transizione sostenibile. La sincerità di questo proposito di cambiamento deve ora riflettersi nella sua attuazione concreta, in un’ottica di coinvolgimento e collaborazione, dimensioni di cui la società italiana ha sempre più bisogno. Un sincero, sentito ringraziamento va alla prof.ssa Lombardi, alla dott.ssa Paola Biglia e a tutto lo staff tecnico del Politecnico di Torino, che ha assicurato alla rete una brillante crescita e l’attivazione di un elevatissimo numero di partnership di qualità. Ringrazio inoltre il comitato di coordinamento 2025-2027 per il supporto e la fiducia riposta nell’Università degli studi di Brescia". Con l’obiettivo di rafforzare il contributo delle università italiane nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, la Rete proseguirà nelle proprie attività lungo tre indirizzi principali: misurare e ridurre l’impronta ecologica delle università italiane; agevolare e orientare scelte strategiche sostenibili in un’ottica di collaborazione e concretezza; promuovere la diffusione della cultura dello sviluppo sostenibile nella società. La priorità del prossimo triennio, coordinato dalla presidenza dell’Università degli studi di Brescia, sarà l’attuazione degli indirizzi contenuti nel Manifesto 2024 di Udine 'Le università per lo sviluppo sostenibile del Paese. Acceleriamo la realizzazione dell’Agenda 2030, aumentiamo l’impegno per lo sviluppo sostenibile': adozione dello sviluppo sostenibile come paradigma di riferimento per l’organizzazione, le strategie e gli interventi delle università in tutte le loro missioni istituzionali; impegno a inserire il riferimento all’Agenda 2030 negli statuti e nei piani strategici degli atenei, definendo e realizzando iniziative volte a favorire la giustizia ambientale, sociale, intra e intergenerazionale, (ispirandosi anche agli artt. 3, 9 e 41 della Costituzione Italiana); impegno a contrastare le discriminazioni e le disuguaglianze economiche, sociali e territoriali, adottando un approccio basato sull’inclusione e sul rispetto dei diritti delle persone, sia attraverso le missioni istituzionali e le attività organizzative, sia attraverso processi culturali di co-costruzione e partecipativi, realizzati nelle comunità universitarie e nei loro territori; promozione della pace tra i popoli quale valore universale per lo sviluppo sostenibile, contrastando ogni forma di ossessione identitaria nazionale o locale, anche attraverso la messa a punto di programmi di accoglienza per studiose e studiosi provenienti dai Paesi dove sono in corso conflitti e violazioni dei diritti umani e lo sviluppo di programmi di due diligence etica dei progetti di ricerca, nel rispetto del principio della libera cooperazione tra ricercatori e ricercatrici. Inoltre rafforzamento delle collaborazioni e delle partnership con società civile, imprese e istituzioni pubbliche -a livello locale, nazionale e internazionale- per la valorizzazione delle conoscenze sullo sviluppo sostenibile, anche nella definizione delle politiche industriali e nella decarbonizzazione dei campus universitari e delle città, anche predisponendo piani di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici, con la finalità di accelerare la decarbonizzazione e di rafforzare la lotta ai fattori che stanno alla base dei cambiamenti climatici; valorizzazione dell’istruzione universitaria e dell’educazione per lo sviluppo sostenibile, che adotti approcci sistemici e interdisciplinari, recuperi il valore dell’etica, riconosca il legame con la comunità e il territorio e assuma una forte responsabilità nella formazione e nello sviluppo di competenze di cittadinanza di studenti, studentesse, docenti e personale tecnico-amministrativo e messa a frutto delle competenze interne agli Atenei nella realizzazione dell’Agenda 2030, adottando un approccio volto a contrastare la concentrazione della proprietà intellettuale e a favorire la diffusione delle conoscenze nella società, ispirato ai criteri della open science, anche mediante laboratori di sperimentazione educativa e living lab, al fine di supportare le autorità politiche, le organizzazioni sociali e le imprese nelle scelte organizzative, di investimento e nei processi di decarbonizzazione di città e territori per una transizione equa alla sostenibilità. Infine impegno a operare, anche con il coinvolgimento della componente studentesca, per la rigenerazione dei luoghi, con particolare attenzione ai quartieri e distretti universitari, attraverso la promozione e il sostegno alla residenzialità, all’accessibilità e al diritto allo studio e la messa a punto di specifici protocolli di sostenibilità dei campus, assumendo un ruolo trainante nei confronti del territorio con riferimento alla transizione ecologica e digitale e all’adozione di modelli di sviluppo basati sui principi dell’economia circolare; impegno a costituire, sulla base degli esempi virtuosi già esistenti, una struttura integrata di ateneo per la sostenibilità, dotata di risorse finanziarie proprie e di figure qualificate manageriali e di staff (sostenibilità, energia, mobilità, risorse e rifiuti, cibo, eterogeneità e inclusione, innovazione, etc. ...); misurazione e monitoraggio continuo attraverso opportuni indicatori e strumenti di valutazione dell'efficacia delle politiche e delle azioni per lo sviluppo sostenibile, al fine di migliorare le politiche e consentirne il controllo pubblico.