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(Adnkronos) - "Questo dossier non è un progetto fatto a tavolino, non c'è una struttura progettuale preconfezionata. Questo progetto mette in rete alcune cose che già esistono". Con queste parole il professor Roberto grossi ha presentato oggi, nella sala Piersanti Mattarella al Palazzo Reale di Palermo, la candidatura di Mazzarino a Capitale della Cultura 2027. Il dossier è un "progetto certamente ambizioso", come spiega Grossi, che vede protagonista Mazzarino, l’unica città siciliana in competizione con altre 16 importanti realtà italiane, tra cui Reggio Calabria, Pompei, Brindisi, Gallipoli, Savona, La Spezia, Pordenone. E che, come tiene a precisare il sindaco di Mazzarino, Domenico Faraci, "rappresenta un processo di riprogrammazione economica e sociale centrata sui valori dell’arte, della cultura e della natura. Mazzarino che punta sulla vocazione storica e culturale". Il dossier sottolinea la centralità culturale e storica di Mazzarino. Entro il 31 gennaio si conoscerà la top ten delle città che andrà in finale. La città vincitrice – che sarà proclamata entro il 28 marzo del 2025 – riceverà un finanziamento di un milione di euro da utilizzare per realizzare gli obiettivi del progetto, valorizzare il patrimonio culturale e rendere concrete le opportunità di sviluppo offerte dalla nomina. Durante la conferenza stampa è stato illustrato, in una sala gremita, il progetto “Mazaris, il grano e le identità plurali”. "Indipendentemente dall’esito del concorso", come ha sottolineato ancora il Sindaco di Mazzarino, Faraci, “consideriamo il nostro percorso fino ad oggi già una significativa vittoria, perché ci ha consentito di costruire, entro una visione strategica, un progetto di sviluppo centrato sul nostro patrimonio artistico, culturale ed ambientale che intendiamo comunque portare avanti. La condivisione e lo sforzo congiunto con le altre amministrazioni comunali, che fanno parte del progetto, con gli enti siti Unesco, il Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale e il Geopark Rocca di Cerere, con il mondo delle imprese e delle associazioni, fanno ben sperare e aprono delle prospettive inedite. Abbiamo scelto il titolo e il richiamo a Mazaris - il primo insediamento abitativo di Mazzarino del II sec. a.C. - la cui radice greca ci riporta al ‘pane’, come risorsa vitale per ciascuno di noi proprio per sottolineare la forte ispirazione all’eredità culturale che intendiamo rilanciare”. "Si tratta di un percorso ambizioso che fa perno sulla vocazione storico-artistica del territorio, con le sue caratteristiche e peculiarità: un'eredità culturale che viene raccolta ed attualizzata. Per rendere attraente la città e il territorio, per le competenze e professionalità, per l'innovazione e i finanziamenti, per nuove forme di turismo sostenibile". "Un’opportunità, dunque, non solo per Mazzarino, ma per tutta la Sicilia", come ha sottolineato l’Assessore alla Cultura, Filippo Alessi, “un’occasione per riaffermare il nostro ruolo centrale nel panorama culturale italiano, dimostrando che anche i piccoli centri possono essere protagonisti di grandi storie di riscatto, innovazione e inclusività”. Per l’Assemblea Regionale Siciliana è intervenuto il deputato regionale Totò Scuvera, che ha confermato "l’attenzione e l’impegno dell’Ars affianco all’amministrazione, per portare avanti il progetto". I contenuti, gli obiettivi e gli elementi più significativi della ricerca e dello studio realizzato dallo staff di Globart, sono stati illustrati in dettaglio dal Prof. Roberto Grossi, direttore del progetto: “Abbiamo analizzato con rigore scientifico gli elementi di criticità e le potenzialità presenti per arrivare a concepire il disegno di un Distretto culturale ed ambientale di area vasta e lunga durata, quale strumento per creare nuova occupazione, rendere attraenti i luoghi e creare benessere diffuso. I sedici progetti, che compongono il Dossier, valorizzano la cultura del grano, la sua vocazione agricola e paesaggistica e quella stratificazione storico-culturale che rende questo territorio unico”. Sono intervenuti anche i rappresentanti degli enti che compartecipano al progetto: Carmelo Nicotra per l’Ente Parco Archeologico di Morgantina e Villa Romana del Casale, Daniela Vullo, Soprintendente dei Beni culturali di Caltanissetta, Corrado Figura, sindaco di Noto per Itinerario della Val di Noto, Silvano Arcamone per l’Agenzia del Demanio, e Andrea Mineo, dirigente dell'ufficio di gabinetto dell'Assessorato regionale alle Infrastrutture della Sicilia.
(Adnkronos) - "Del Piano Mattei ci è piaciuta molto l'attenzione da parte del governo a un Continente in così forte sviluppo. Il Piano nel corso del 2024 è stato riempito piano piano di contenuti, e i contenuti hanno iniziato a dare risultati. E mano a mano che passava il tempo è stato come un aggregatore del sistema Paese, con le banche di investimento, la cooperazione economica, Confindustria. Tutti hanno iniziato a parlare del tema in modo più coordinato. Il Sistema Paese ha dato quindi attenzione, dal punto di vista dell'impresa, allo sviluppo del Continente. E quindi il Piano è diventato non solo strategico e importante per l'Italia, ma è riconosciuto come l'unico vero piano per l'Africa sia da tutto il mondo dell'economia reale che dal mondo finanziario". Così con Adnkronos/Labitalia, Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, commenta le parole di oggi su Africa e Piano Mattei della premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa con la stampa parlamentare. Per Dal Checco quindi il Piano Mattei è diventato "un piano non più fatto solo di annunci e di che cosa si voleva fare, ma un piano concreto. Noi abbiamo fatto a settembre scorso un incontro con 70 aziende, al quale hanno partecipato tutti gli attori coinvolti". E per Dal Checco è fondamentale che "con questo piano la cooperazione italiana, che prima era rivolta esclusivamente a tutto il mondo no profit, si sia rivolta anche al mondo profit. Perché si è capito che lo sviluppo economico in questi Paesi fa molto bene, anche associato a quella che era tutta la parte no profit". Positivo per Dal Checco, l'ampliamento del Piano ad altri Paesi, come annunciato dalla premier. "Da due punti di vista: il primo motivo sicuramente per le imprese, per avere più opportunità di più Paesi dove si può essere appoggiati dal piano Mattei. Ma l'altra cosa secondo me molto importante, non solo dal punto di vista economico, è contribuire alla crescita dell'Africa in un'etica che è conforme alla nostra, in modo tale da avere più facilità di rapporto nel futuro", sottolinea. E il prossimo 22 gennaio Confindustria Assafrica & Mediterraneo terrà la propria assemblea pubblica che sarà occasione per fare il punto proprio con le imprese associate sul piano Mattei. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - A livello mondiale, nel 2024 le catastrofi naturali hanno causato perdite per 320 miliardi di dollari, di cui circa 140 miliardi assicurate. Gli eventi meteorologici estremi sono stati responsabili del 93% delle perdite complessive e del 97% delle perdite assicurate. A fare il punto è Munich Re, fornitore di soluzioni di riassicurazione, assicurazione primaria e rischi assicurativi, in un report globale sui danni registrati lo scorso anno a causa dei disastri naturali. A livello mondiale, secondo i calcoli di Munich Re, nel 2024 le catastrofi naturali hanno causato perdite per 320 miliardi di dollari (268 miliardi nel 2023, rettificati per l’inflazione), di cui circa 140 miliardi (106 miliardi) assicurate. Le perdite complessive e, ancor più, quelle assicurate sono state notevolmente superiori alla media, aggiornate per l’inflazione, degli ultimi dieci e trent’anni (perdite totali: 236/181 miliardi di dollari; perdite assicurate: 94/61 miliardi di dollari). In termini di danni assicurati, il 2024 è stato il terzo anno più costoso; in termini di danni totali, si colloca al quinto posto nella scala dei costi dal 1980. Gli eventi meteorologici estremi sono stati responsabili del 93% delle perdite complessive e del 97% delle perdite assicurate. Nel 2024, circa 11mila persone hanno perso la vita a causa di catastrofi naturali, un numero significativamente inferiore rispetto alla media. Le perdite dovute a eventi non di picco, come inondazioni, incendi e forti temporali, sono state ancora una volta consistenti, per un totale di 136 miliardi di dollari, di cui circa 67 miliardi assicurati. Nel 2024, i cicloni tropicali hanno contribuito da soli con 135 miliardi di dollari alle perdite totali e con 52 miliardi di dollari alle perdite assicurate. La maggior parte di queste perdite è stata causata dai grandi uragani negli Stati Uniti (105 miliardi di dollari, di cui 47 miliardi assicurati). Gli uragani Helene e Milton, che hanno colpito gli Stati Uniti in rapida successione, rispettivamente a settembre e ottobre, sono stati i disastri più distruttivi del 2024. L’uragano Helene ha causato le maggiori perdite complessive dovute a catastrofi naturali nel 2024, pari a 56 miliardi di dollari, di cui 16 miliardi a carico degli assicuratori. L’uragano Milton ha prodotto i maggiori danni assicurati dell’anno, per un totale di 25 miliardi di dollari. Le perdite complessive sono state di 38 miliardi di dollari - calcola Muniche Re - La terza catastrofe naturale più costosa dell’anno in termini di perdite complessive è stata un terremoto in Giappone il giorno di Capodanno, che ha scosso la costa occidentale del Paese vicino alla penisola di Noto, scarsamente popolata, con una magnitudo di 7,5. Le perdite complessive sono state stimate in 15 miliardi di dollari, con danni assicurati per circa 2,5 miliardi di dollari. Il disastro naturale con il più alto numero di vittime è stato il tifone Yagi: circa 850 persone sono state uccise quando ha attraversato le Filippine, l’isola cinese di Hainan, la punta meridionale della provincia cinese di Guangdong, il Vietnam e il Myanmar a settembre. Con perdite totali di 14 miliardi di dollari, Yagi è stato anche uno dei disastri più costosi dell’anno, ma solo una piccola parte è stata assicurata, circa 1,6 miliardi di dollari. Il Nord America (compresi l’America Centrale e i Caraibi) ha registrato ancora una volta la quota più alta dei danni da catastrofi naturali a livello mondiale, e una percentuale più elevata del solito (circa il 60% dei danni totali, media decennale 54%). In totale, le perdite sono state pari a circa 190 miliardi di dollari, di cui circa 108 miliardi assicurati. Oltre agli uragani, anche i forti temporali hanno causato danni enormi: solo negli Stati Uniti hanno causato perdite per 57 miliardi di dollari, di cui 41 miliardi assicurati. In Europa, lo scorso anno le catastrofi naturali hanno distrutto beni per un valore di 31 miliardi di dollari, di cui 14 miliardi assicurati. La catastrofe più grave è stata l’inondazione in Spagna, vicino a Valencia. Almeno 200 persone hanno perso la vita, diventando così il disastro naturale più letale degli ultimi 50 anni in Spagna. I danni totali ammontano a circa 11 miliardi di dollari, di cui 4,2 miliardi assicurati. Anche le inondazioni in Germania e nei Paesi limitrofi a giugno e nell’Europa centro-orientale a settembre hanno causato danni per oltre 9 miliardi di dollari, di cui ben 4 miliardi assicurati. “Il 2024 è stato un anno che ha nuovamente messo in evidenza la crisi climatica in Italia. Gli eventi atmosferici estremi che abbiamo affrontato, dalle alluvioni alle grandinate, dalle ondate di calore alle raffiche di vento, sia pur non raggiungendo a livello di danni assicurati i valori del 2023, hanno avuto un impatto significativo sulle economie locali del nostro paese, ma anche sul panorama assicurativo globale come riportato nel nostro report globale. È necessario rafforzare l’impegno verso soluzioni innovative non solo per mitigare i rischi, ma anche per favorire uno sviluppo sostenibile che protegga le generazioni future”, ha dichiarato Thomas Wilde, Ceo Munich Re Italia. Nella regione Asia-Pacifico e in Africa, le perdite totali di circa 91 miliardi di dollari sono state superiori a quelle dell’anno precedente (66 miliardi di dollari) e alla media decennale (66 miliardi di dollari). Le perdite assicurate, pari a circa 16 miliardi di dollari, sono state significativamente superiori a quelle dell’anno precedente (10 miliardi di dollari).