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(Adnkronos) - Immagini 'rubate' o divulgate senza il consenso, pubblicate su forum sessiti in balia di giudizi e commenti raccapriccianti, oppure usate come merce di scambio. Si chiama 'revenge porn' ed è un reato ormai noto, i cui dati risultano in calo per il 2024 rispetto agli anni precedenti e che vede le donne le principali vittime per il 73% dei casi segnalati. Sono state le vittime del cinema e dello spettacolo a metterlo in evidenza, le immagini un tempo rubate da profili social aperti o da contatti interessati ad altri scopi possono essere create ex novo o modificate grazie all'intelligenza artificiale, in una lotta spietata contro le vittime. "Lo scopo che spinge le persone a modificare foto altrui può essere di vario genere: rendere nude persone che non lo sarebbero mai, incentivando giudizi, commenti di odio, sessisti, dando vita a fenomeni di diffamazione - spiega all'Adnkronos Maria Rosaria Romano, Primo Dirigente della Polizia di Stato, del Servizio Polizia postale e per la sicurezza cibernetica - Ma la trattazione dei fenomeni di intelligenza artificiale non è una novità. Si pensi alla pedopornografia virtuale prevista dal codice penale già da diversi anni". "I dati del 2024 relativi ai fenomeni rientranti nella diffusione di immagini sessualmente esplicite mostrano un aumento complessivo dei casi trattati, che per i minori ha riguardato in maniera significativa vittime tra i 14 e i 16 anni. Ad esempio - continua - il deep nude tra i minorenni può nascere anche da una poca consapevolezza del reato, come può essere lo scherzo al compagno della nudità, ma questi fenomeni hanno degli effetti devastanti nella sfera giuridica comunque di giovani vittime. Si pensi anche al caso di ragazzi che condividono materiale realizzato anche inizialmente consensualmente che poi diventa uno strumento di divulgazione: tanti i casi di minori coinvolti in revenge porn". "L'illecita diffusione di immagini sessualmente esplicite è un fenomeno trattato dalla polizia postale già da diverso tempo, quindi non costituisce una novità rispetto al panorama dei fenomeni online. È un fenomeno pervasivo - spiega ancora il Primo Dirigente della Polizia Postale - perché i danni connessi alla diffusione risultano significativi se non contenuti in tempi stretti con la rimozione anche grazie agli strumenti disposti dall’autorità giudiziaria e il rischio della circolarità è alta. Recentemente è stato aggiunto un altro comma all'articolo 612quater, sull'illecita diffusione di contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale; è una norma entrata in vigore recentemente e rientra nel pacchetto delle disposizioni della delega al governo in materia di intelligenza artificiale. Si sentiva da tempo l'esigenza fondamentale di coprire un fenomeno che già da tempo si era allargato, che riguardava il tema del deep fake, tutto ciò che poteva essere originato dall'utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale attraverso i quali si possono riprodurre video, immagini, contenuti audio che sembrano simili al reale ma possono indurre in errore sulla loro genuinità e creare danno ingiusto alla persona". Cosa può fare una vittima? "Nel momento in cui una persona si trova suo malgrado ritratta in un sito, ha la possibilità di contattare il sito in primis e chiedere la rimozione del contenuto; a questo proposito ci sono siti che hanno adottato policy di verifica dei contenuti e un'azione di rimozione. Può capitare che queste foto siano pubblicate in siti, canali, dove è necessario procedere con l’aiuto delle Istituzioni preposte. Si pensi alla previsione di intervento del Garante per la protezione dei dati personali per la rimozione dei contenuti e della Polizia Postale nel caso dei reati penali. La Polizia Postale procede all’attivazione tempestiva alle verifiche sulle segnalazioni di pubblicazioni o diffusioni di materiale illecito o contenuti generati o alterati con sistemi di intelligenza artificiale sui siti istituzionali; l’obiettivo è quello di contenere le conseguenze di questi fenomeni, contrastare i fenomeni e individuare i responsabili ai fini dell’esercizio dell’azione penale. Al centro dell’attività, la Polizia Postale ha messo la tutela della persona. L’azione di intervento per questi reati è stata strutturata anche sul potenziamento dell’attività di cooperazione di Polizia e giudiziaria per la natura transnazionale di questa tipologia di fenomeni e reati, che trovano anche nell’eterogeneità normativa il proprio limite significativo”. (di Silvia Mancinelli)
(Adnkronos) - “Il lavoro che abbiamo svolto si è sviluppato da un lato con il documento sulle politiche industriali realizzato in sinergia con il ministero delle Imprese e del Made in Italy e dall’altro con un’analisi specifica sulle dinamiche e le buone pratiche regionali. L'esperienza storica dimostra come le Regioni siano attori fondamentali nei processi di riconversione industriale e di programmazione negoziata. Oggi, il Paese è alle prese con fenomeni che pesano sulle capacità di crescita e di sviluppo, come il calo demografico e la desertificazione bancaria e per affrontarli occorre superare una visione frammentata, selezionando impegni strategici sulle transizioni energetica e digitale. In questo contesto, le Regioni non devono essere spettatori, ma attori qualificati che partecipano alla definizione di politiche in grado di incidere sui territori e sullo sviluppo economico complessivo”. Così il consigliere Cnel Paolo Pirani, intervenendo nel corso dell’incontro 'Salute, imprese e lavoro', promosso dal Cnel in collaborazione con la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
(Adnkronos) - "Sono fiducioso che ci sia una reale e consistente inversione di tendenza o quantomeno un incremento di attenzione da parte dei nostri governanti sul tema dei rischi naturali, ambientali ed antropici ed in particolare sul cosiddetto dissesto idrogeologico". Così Domenico Calcaterra, responsabile scientifico Fondazione Return (collegamento), intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. "La nostra fondazione è un ecosistema che da tre anni si occupa in maniera continuativa, nell'ambito delle misure finanziate dal Pnrr, di rischi - spiega - Partiamo dalla trattazione delle singole tipologie di pericolosità, gli esempi sono quelli classici per il nostro paese che purtroppo risente degli effetti della quasi totalità delle pericolosità naturali ed antropiche, pensiamo a frane, alluvioni, terremoti, eruzioni, il degrado ambientale nelle sue varie forme, ad esempio l'inquinamento, per creare dei modelli, tenendo ben presente quanto sta accadendo sotto i nostri occhi e quello che potrebbe nei prossimi anni e nei prossimi decenni accadere in termini di cambiamento climatico". "Il nostro obiettivo è quello di fornire al Paese degli strumenti che, aggiornati allo stato dell'arte, possano servire a migliorare la gestione dei rischi intervenendo con delle soluzioni più adeguate, più efficaci", conclude.