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(Adnkronos) - Quali e quanti sono i cardinali papabili? La corsa alla successione di Papa Francesco non è ancora formalmente aperta ma i nomi dei candidati possibili al soglio pontificio, quelli che sulla carta sono più accreditati, sono almeno 15 secondo una lista pubblicata dalla Afp. La lista può non essere esaustiva, e tra questi ci sono nomi più caldi di altri, su tutti gli italiani Parolin, Zuppi e Pizzaballa, il filippino Tagle e il congolese Ambongo Besungu, ma da questi nomi si parte in vista del Conclave. Eccoli, divisi per continente di appartenenza. Pietro Parolin (Italia), 70 anni, Segretario di Stato Vaticano. Il capo della diplomazia vaticana, è stato il numero due per quasi tutto il pontificato di Francesco. È noto a molti leader mondiali, avendo viaggiato in tutto il mondo, ma anche a molti membri della Curia Romana, il governo della Santa Sede. Membro del Consiglio dei Cardinali di Francesco, un organo consultivo, Parolin ha svolto un ruolo chiave nello storico accordo del 2018 tra la Santa Sede e la Cina sulla nomina dei vescovi. Pierbattista Pizzaballa (Italia), 60 anni. Patriarca di Gerusalemme dei Latini. E' il principale esponente cattolico in Medio Oriente, con un'arcidiocesi che comprende Israele, i Territori Palestinesi, la Giordania e Cipro. È stato creato cardinale nel settembre 2023, poco prima dello scoppio della guerra tra Israele e Hamas. Il francescano ha lanciato un appello per la pace da entrambe le parti e, a Natale del 2024, ha celebrato la messa sia a Gaza che a Gerusalemme. Matteo Maria Zuppi (Italia), 69 anni, Arcivescovo di Bologna. Membro della comunità romana di Sant'Egidio, ha svolto per oltre trent'anni il ruolo di diplomatico per il Vaticano, ricoprendo anche il ruolo di inviato speciale di pace di Papa Francesco per l'Ucraina. Zuppi è una figura popolare per i suoi decenni di impegno a favore dei bisognosi. Si batte anche per l'accoglienza di migranti e cattolici gay nella Chiesa. È presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) dal 2022. Claudio Gugerotti (Italia), 69 anni. Diplomatico e poliglotta originario di Verona, è un esperto del mondo slavo. Ha prestato servizio come nunzio, ovvero ambasciatore della Santa Sede, in diversi Paesi, tra cui Gran Bretagna, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia e Ucraina. Consultato da Papa Francesco sulla guerra tra Ucraina e Russia, è stato nominato Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali nel 2022. Jean-Marc Aveline (Francia), Arcivescovo di Marsiglia, 66 anni. Nato in Algeria, ha trascorso gran parte della sua vita a Marsiglia ed è una figura emblematica della città portuale del sud della Francia. Considerato un caro amico di Papa Francesco, è stato nominato vescovo ausiliare di Marsiglia nel 2013 e nominato cardinale nel 2022. Si è sempre battuto per il dialogo tra religioni e culture e per la difesa dei migranti, entrambi principi centrali del papato di Papa Francesco. Anders Arborelius (Svezia), 75 anni, Vescovo di Stoccolma. Nominato nel 2017 primo cardinale svedese, Arborelius si è convertito al cattolicesimo in un Paese scandinavo a stragrande maggioranza protestante, sede di una delle società più secolarizzate al mondo. E' un fermo difensore della dottrina della Chiesa, in particolare contrario al permesso alle donne di essere diacono o alla benedizione delle coppie dello stesso sesso. Come Papa Francesco, Arborelius è un sostenitore dell'accoglienza dei migranti in Europa, inclusi cristiani, cattolici e potenziali convertiti. Mario Grech (Malta), 68 anni, vescovo emerito di Gozo. E' il segretario generale del Sinodo dei vescovi, un organismo che raccoglie informazioni dalle chiese locali su questioni cruciali per la Chiesa – che si tratti del posto delle donne o dei divorziati risposati – e le trasmette al papa. Ha dovuto compiere un delicato atto di equilibrio, seguendo l'esempio di Papa Francesco nel creare una Chiesa aperta e attenta, pur riconoscendo le preoccupazioni dei conservatori. Ha riconosciuto il "dialogo fraterno" tra cattolici di ogni livello, assicurando al contempo ai tradizionalisti che la Chiesa "non è una democrazia, la Chiesa è gerarchica". Peter Erdo, 72 anni, Arcivescovo Metropolita di Esztergom-Budapest. Intellettuale e stimato esperto di diritto canonico, parla sette lingue, ha pubblicato più di 25 libri ed è riconosciuto per la sua apertura verso le altre religioni. Ma i suoi legami con il governo del primo ministro nazionalista Viktor Orbán – le cui posizioni anti-migranti intransigenti si scontrano con quelle di Papa Francesco – sono stati oggetto di esame in passato. Noto per il suo entusiasmo per l'evangelizzazione, il cardinale cresciuto sotto il comunismo è un conservatore su temi come il matrimonio gay e i divorziati che si risposano. Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo. Gesuita come Papa Francesco, Hollerich ha trascorso oltre 20 anni in Giappone ed è uno specialista delle relazioni culturali tra Europa e Asia. Fermo nel dogma, il teologo è ancora aperto alla necessità che la Chiesa si adatti ai cambiamenti sociali, proprio come il papa argentino a cui era vicino e per il quale è stato consigliere del Consiglio dei Cardinali. Hollerich si è impegnato a favore dell'ambiente e ha spinto i laici, soprattutto i giovani, a impegnarsi maggiormente nella Chiesa. Luis Antonio Tagle (Filippine), 67 anni, Arcivescovo Metropolita emerito di Manila. Favorito in Asia per il papato, è un moderato carismatico che non ha avuto timore di criticare la Chiesa per le sue mancanze, tra cui gli abusi sessuali sui minori. Parla fluentemente inglese, è un oratore eloquente e, come Francesco, è un importante sostenitore dei poveri, dei migranti e degli emarginati. Soprannominato "Chito", è stato creato cardinale da Benedetto XVI nel 2012 ed era già stato considerato candidato al papato nel conclave del 2013, in cui Francesco fu eletto. Charles Maung Bo (Myanmar), 76 anni, Arcivescovo di Yangon. Presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali Asiatiche, è stato creato cardinale da Papa Francesco nel 2015, primo e unico cardinale del suo Paese. Bo ha chiesto dialogo e riconciliazione nel Myanmar devastato dal conflitto e, dopo il colpo di stato militare del 2021, ha invitato i manifestanti dell'opposizione a rimanere non violenti. Ha difeso i Rohingya, per lo più musulmani, perseguitati, definendoli vittime di "pulizia etnica", e si è espresso contro la tratta di esseri umani che sta stravolgendo la vita di molti giovani birmani. Peter Turkson (Ghana), 76 anni. Arcivescovo emerito di Cape Coast è uno dei cardinali africani più influenti della Chiesa, spesso menzionato come possibile primo papa nero, sebbene nel 2010 abbia dichiarato di non volere l'incarico, sostenendo che un papa del genere "avrebbe avuto vita dura". È Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Nato in un'umile famiglia di 10 figli, Turkson parla sei lingue e ha visitato più volte il World Economic Forum di Davos per convincere i leader aziendali dei pericoli dell'economia trickle-down. Fridolin Ambongo Besungu (Repubblica Democratica del Congo), 65 anni, Arcivescovo di Kinshasa. E' l'unico cardinale africano nel Consiglio dei Cardinali di Papa Francesco, il comitato consultivo del pontefice. In qualità di presidente del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar, nel gennaio 2024 ha firmato una lettera in cui esprimeva la sua opposizione alla dichiarazione del Vaticano che autorizzava i sacerdoti a impartire benedizioni non liturgiche alle unioni omosessuali. In un'intervista del 2023, Ambongo ha dichiarato che "l'Africa è il futuro della Chiesa, è ovvio". Robert Francis Prevost (Stati Uniti), 69 anni, Arcivescovo-Vescovo emerito di Chiclayo. Originario di Chicago, è il prefetto del potente Dicastero per i Vescovi, incaricato di consigliare il Papa sulle nomine dei nuovi vescovi. Creato cardinale da Papa Francesco nel 2023, è anche presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina. Timothy Dolan (Stati Uniti), 75 anni, Arcivescovo di New York. Radici irlandesi-americane, Dolan è un conservatore teologico, fermamente contrario all'aborto. Ex arcivescovo di Milwaukee, ha supervisionato le conseguenze di un grave scandalo di abusi sessuali nella diocesi. A New York, in un momento in cui il numero dei fedeli è in calo, Dolan ha cercato di abbracciare la crescente popolazione ispanica, prevalentemente cattolica.
(Adnkronos) - Valorizzazione del patrimonio costruito. Questo il tema centrale dei lavori della seconda Giornata nazionale dell’Ingegneria Economica, evento organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri con Ance che ha visto come focus principale lo sviluppo del Partenariato pubblico privato. Le sessioni di lavoro sono state precedute dalla presentazione, da parte della consigliera del Cni Ippolita Chiarolini, di una indagine realizzata dal Centro studi Cni sulla presenza degli ingegneri nei ruoli apicali. Gli ingegneri italiani inquadrati con un ruolo di dirigente o di quadro direttivo/apicale sono l’87% uomini, il 13% donne. Appartengono per il 40,4% alla fascia di età 46-55 anni, per il 30,7% alla fascia 56-65. Il 61,2% di loro assume il ruolo di direttore tecnico, il 21,6% quello di direttore generale, il 16,1% dirige le attività di ricerca, sviluppo e progettazione. Significativo il fatto che il 10,5% di questi ingegneri dirige la pianificazione strategica. Per quanto riguarda la distribuzione geografica, il 27% degli ingegneri manager è attivo nel Nord-Ovest, il 26,2% nel Sud e nelle isole, il 24 nel Centro, il 22,2% nel Nord-Est, 0,6% all’estero. Le regioni leader sono la Lombardia e il Lazio, con rispettivamente il 16,7% e il 12,4% del totale degli ingegneri manager. Relativamente ai singoli settori, il 28,8% è rappresentato da ingegneri civili, il 15% da ingegneri meccanici, il 10,7% da ingegneri elettronici. Il 98,7% di loro è iscritto all’Albo: il 51,6% nella sezione civile-ambientale, il 37,2% nella sezione ingegneria industriale, l’11,1% nella sezione ingegneria dell’informazione. Interessante notare le motivazioni che spingono questi ingegneri manager ad iscriversi all’Albo: il 38,2% lo fa perché l’iscrizione è necessaria per l’esercizio dell’attività lavorativa, il 35,6% per mantenere il titolo di “ingegnere”, il 32,9% per senso di appartenenza alla categoria. “Gli ingegneri che hanno risposto al sondaggio - ha affermato Ippolita Chiarolini, consigliera del Cni, commentando questi dati - mostrano di avere in grande considerazione l’Albo e l’Ordine professionale ma chiedono ad esso un forte supporto in termini di formazione dedicata, soprattutto per tutti quei settori diversi da quello civile, con particolare riferimento a quelli emergenti. Interessante rilevare che il 10% degli intervistati ricoprono ruoli nella pianificazione strategica”. I lavori, moderati dalla stessa Chiarolini e da Remo Chiodi, componente del gruppo tematico PPP del Cni, hanno quindi affrontato l’argomento del giorno: la valorizzazione del patrimonio del costruito nel nostro paese in relazione ai bisogni emergenti. Stefano Betti (vice presidente di Ance) ha dichiarato: “Serve una normativa adeguata alle trasformazioni delle città, dove nel 2050 vivrà il 75% della popolazione. Riscriviamo regole urbanistiche e edilizie obsolete per garantire un dialogo trasparente tra operatori, cittadini e pubblica amministrazione”. Gabriele Buia (presidente Unione Parmense degli Industriali) ha definito uno degli scopi del Ppp. “L’obiettivo - ha detto - deve essere quello di dare una casa agli italiani. Occorrono iniziative di housing sociale e studentati attraverso operazioni immobiliari con garanzia dello stato, risolvendo così molte criticità e tensioni sociali. Naturalmente è fondamentale la sostenibilità degli investimenti che è realizzabile anche attraverso accordi operativi”. Sono intervenuti anche Guglielmo Calabresi (responsabile Fondo Sviluppo Cdp real asset SGR) che ha illustrato il caso di Manifattura Tabacchi di Firenze e Isabella Di Marsico (Agenzia del demanio) che ha parlato del caso di Tor Vergata. Nella seconda sessione è stato approfondito il ruolo dell’Intelligenza Artificiale, attraverso il racconto e testimonianze relativi a casi concreti, con messa in evidenza dei punti di forza e quelli di debolezza. Hanno partecipato a questo confronto Valter Quercioli (presidente Federmanager), Francesco Visconti (head of Ai solutions Mangrovia), Paola Russillo (dirigente Ministero della Giustizia - direttore tecnologie e pmi Italy Cic board member), Giovanni Gambaro (Rina global executive ai technology strategy director) e Cinzia Pica (head of Rina consulting digital transformation). A Massimo Angelo Deldossi (vice presidente Ance) sono state affidate le conclusioni dei lavori: “Quest’iniziativa ha consentito di rafforzare il legame tra due mondi, quello finanziario e quello tecnico. Uniti per garantire sostenibilità e sicurezza dei progetti e utilizzare al meglio le opportunità della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, valorizzando le competenze della filiera”.
(Adnkronos) - Cento team di giovani innovatori che lavorano su progetti con impatto sociale riceveranno borse di studio per sviluppare competenze e soluzioni che possano migliorare la resilienza e la sostenibilità dei sistemi alimentari, con particolare attenzione alle pratiche agricole rigenerative, alla mitigazione dei cambiamenti climatici e alle innovazioni in materia di sostenibilità degli imballaggi. L'obiettivo è aiutare, direttamente o indirettamente, 500mila persone. Sulla scia del successo di un progetto pilota lanciato in America Latina nel 2023, che ha coinvolto 20 giovani leader e di cui hanno beneficiato 130mila membri della comunità, Youth Impact: Because You Matter, iniziativa di Unesco e Nestlé, mira a espandere il suo impatto a livello globale, concentrandosi sulle sfide dei sistemi alimentari. Nestlé e l'Unesco sostengono, così, i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni nello sviluppo e nel lancio di idee imprenditoriali che mirano a rendere la produzione, la lavorazione, il trasporto e il consumo di cibo più resilienti e sostenibili. Contestualmente, puntano a rafforzare le economie e a garantire tassi più elevati di occupazione giovanile. “Una forza lavoro altamente qualificata e un approvvigionamento di materie prime più resiliente sono essenziali per il successo a lungo termine di Nestlé - ha dichiarato Laurent Freixe, Ceo di Nestlé - Stiamo affrontando la sfida di nutrire una popolazione in crescita, lavorando al contempo sulle cause e sugli effetti del cambiamento climatico. Si tratta di sfide cruciali che richiedono azioni decisive. Ecco perché, per risolverle, stiamo sostenendo i giovani innovatori”. Youth Impact: Because You Matter fornirà ai beneficiari corsi di formazione e programmi di mentoring personalizzati in base alle loro esigenze e priorità. Queste attività formative saranno sviluppate in parte dalla Youth Entrepreneurship Platform (Yep) di Nestlé, che fungerà anche da hub centrale del programma di rafforzamento delle competenze, che durerà sei mesi. Il progetto si inserisce nella più ampia iniziativa Nestlé Needs Youth, che negli ultimi dieci anni ha aiutato dieci milioni di giovani ad accedere a opportunità economiche. Inoltre, rafforza l'impegno a lungo termine dell'azienda nei confronti dei giovani nell'ambito della sua rinnovata strategia, che prevede il sostegno ai ragazzi e alle ragazze per sviluppare entro il 2030 competenze che guardano al futuro, al fine di far crescere la prossima generazione di dipendenti e imprenditori agricoli e alimentari.