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(Adnkronos) - Vasile Frumuzache, 32 anni, cittadino romeno e guardia giurata in servizio nella provincia di Pistoia, residente a Monsummano Terme, ha confermato oggi davanti al gip del tribunale di Prato la propria responsabilità nel duplice omicidio di Denisa Maria Adas Paun e Ana Maria Andrei, le due giovani connazionali ritrovate senza vita in un terreno abbandonato nei pressi di un casolare di campagna a Montecatini Terme (Pistoia) nei giorni scorsi. Durante l'interrogatorio di garanzia, svoltosi nel carcere della Dogaia a Prato e durato circa due ore, l'indagato ha ribadito quanto già confessato nei giorni scorsi davanti ai magistrati della procura: "Sì, le ho uccise io". Tuttavia, secondo quanto riferito dal suo legale d'ufficio, l'avvocato Diego Capano, Frumuzache ha negato con decisione qualsiasi coinvolgimento in altri omicidi o crimini irrisolti. "Non ho ucciso altre donne", ha detto. "Il mio assistito ha fornito la sua versione dei fatti, collaborando pienamente con le autorità. Ha escluso categoricamente l'ipotesi di altri reati simili a suo carico", ha dichiarato Capano ai giornalisti all'uscita dal carcere. Al termine dell'udienza odierna, il giudice per le indagini preliminari si è riservato la decisione sulla richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dalla procura diretta da Luca Tescaroli. Si attende una pronuncia nelle prossime 48 ore. Nel frattempo, Frumuzache rimane detenuto in stato di fermo presso il carcere di Prato, dove ieri è stato aggredito dal cugino di Ana Maria Andrei, la 27enne ballerina scomparsa il 1° agosto 2024, il cui corpo martoriato è stato trovato in un campo vicino a un casolare in uso all'arrestato.
(Adnkronos) - Il referendum sul Jobs Act? Di nessuna utilità, perchè il provvedimento varato dall'allora governo Renzi è stato già 'smantellato' nei suoi aspetti più innovativi dalle sentenze della Corte Costituzionale. Ne è convinto il giuslavorista Luca Failla, avvocato dello studio Failla&Partners, come spiega ad Adnkronos/Labitalia. "All’esito degli interventi della Corte Costituzionale, da ultimo in particolare grazie alle sentenze cosiddette gemelle 128 e 129 del 2024 - si può dire senza tema di smentita che il regime prevalentemente 'indennitario' anziche reintegratorio all’epoca introdotto dal Jobs Act di fatto sia stato integralmente smantellato, annullandosi così ogni differenza fra tale disciplina e quella prevista dalla previgente disciplina della Legge Fornero", sottolinea il giuslavorista. Secondo Failla, "alla luce della giurisprudenza costituzionale, che ha già inciso pesantemente sull’impianto originario del cosiddetto contratto a tutele crescenti, è lecito interrogarsi sull'effettiva utilità e impatto dell'iniziativa referendaria, a mio avviso pressoché nulla". Per il giuslavorista, "l’iniziativa referendaria mantiene certamente un valore politico e simbolico, soprattutto a mio avviso con riferimento agli altri quesiti proposti, ma appare limitato nella sua portata applicativa con riferimento al primo quesito dell’abrogazione del Jobs Act. "E infatti - ribadisce - le differenze ormai colmate, ad opera della giurisprudenza costituzionale, in tema di reintegrazione fra la disciplina Fornero e quella del cosiddetto contratto a tutele crescenti oggetto del primo quesito rendono di fatto di alcuna concreta utilità la abrogazione di quest’ultima anche in caso di esito positivo del referendum, se non addirittura peggiorando la misura massima dell’indennizzo che da trentasei scenderebbe a ventiquattro mensilità anche per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015", sottolinea. Secondo Failla, è necessario quindi guardare al futuro. "La parabola del Jobs Act -sottolinea- sembra oggi segnata da una profonda revisione operata dai giudici, più che dal legislatore. In questo scenario, è auspicabile una riforma sistemica e complessiva della disciplina del licenziamento, che aggiorni soglie, criteri e tutele alla luce delle trasformazioni del lavoro e del sistema produttivo, magari andando ad integrare il criterio semplicemente numerico della soglia dei 15 dipendenti, come da più parti richiesto e come anche rilevato dalla Corte Costituzionale". "A prescindere dalla questione relativa al raggiungimento del quorum o meno, in relazione al quesito referendario relativo al Jobs Act, l’abrogazione di singole disposizioni di legge senza una contestuale riformulazione organica del quadro normativo -sottolinea il giuslavorista- rischia di produrre vuoti regolativi ed ulteriore confusione applicativa che necessiterebbe a quel punto l’iniziativa del legislatore. Tuttavia, più che un ulteriore intervento normativo oggi si avverte l’esigenza di una revisione sistemica e coerente della integrale disciplina dei licenziamenti, che tenga conto delle trasformazioni del mercato del lavoro e dell’evoluzione del sistema produttivo italiano". "Senza un intervento legislativo razionale e complessivo, si continuerà infatti a demandare alla giurisprudenza, costituzionale e ordinaria, il compito di colmare lacune normative, esponendo il sistema a incertezze e disomogeneità interpretative", conclude.
(Adnkronos) - I poli di Volvo Trucks non portano più rifiuti in discarica: raggiunto il traguardo zero waste to landfill nei 16 stabilimenti di proprietà Volvo Truck Center Italia presenti sul territorio nazionale. Un risultato reso possibile da un lavoro strutturato e sinergico condotto insieme a Omnisyst, partner strategico e tecnico dell’azienda da oltre sei anni. ( VIDEO ) Grazie a un approccio integrato, digitale e capillarmente monitorato, Volvo Trucks ha centrato l’obiettivo richiesto da casa madre in Svezia di zero rifiuti conferiti in discarica. In Italia, la rete produttiva è articolata e distribuita, elemento che ha rappresentato una delle principali sfide operative nel percorso verso tale obiettivo. Il risultato è stato conseguito anche grazie a Omnisyst, realtà specializzata nella gestione circolare dei residui industriali, che opera sin dal principio con un approccio orientato a semplificare la complessità normativa e organizzativa. Attraverso un modello operativo che coniuga digitalizzazione, monitoraggio continuo e prossimità logistica, Omnisyst ha messo a disposizione di Volvo Trucks un software proprietario che consente una completa digitalizzazione del processo di gestione ambientale, garantendo tracciabilità, standardizzazione e reportistica immediata. La capillarità dell’intervento è stata assicurata anche da una rete di fornitori altamente qualificati e distribuiti in modo omogeneo sul territorio, selezionati secondo un processo strutturato di qualifica e audit continuo, con logiche di multisourcing per minimizzare i rischi e garantire continuità di servizio e conformità normativa, anche nei contesti più complessi. L’evoluzione della gestione dei rifiuti nei siti Volvo Truck Center Italia mostra risultati concreti e tracciabili. Diversi stabilimenti hanno già raggiunto il 100% di rifiuti avviati a recupero, mentre negli altri la quota residua viene gestita attraverso trattamenti in D8 e D9, ovvero depurazione biologica e chimico-fisica. Si tratta di operazioni per rifiuti che non possono essere destinati direttamente al recupero, ma che consistono nella depurazione delle acque e nella stabilizzazione dei fanghi. L’alternativa a queste soluzioni, da valutare caso per caso, sarebbe la termovalorizzazione, una pratica che però comporterebbe impatti ambientali ed economici significativamente più alti. Il volume totale di rifiuti gestito dal 2019 a fine 2024 ammonta a 3.851 tonnellate. Sul fronte delle emissioni, l’impegno di Volvo Trucks è andato ben oltre la sola compensazione. Dal 2020 al 2024, sono state compensate oltre 38 tonnellate di CO2 equivalenti residuali, ma la vera sfida è stata ridurre queste emissioni alla fonte. Grazie all’ottimizzazione dei carichi di trasporto e alla selezione di impianti in prossimità, si è resa possibile una significativa riduzione delle distanze percorse e, quindi, delle emissioni. La CO2 compensata rappresenta infatti la quota residua e costantemente decrescente, calcolata grazie a un algoritmo sviluppato internamente da Omnisyst e compensata attraverso crediti certificati. Infine, uno degli elementi di maggiore complessità è rappresentato proprio dalla geografia industriale della rete Volvo Truck Center Italia, distribuita su 16 siti diversi, ciascuno con specificità operative, produttive e logistiche. In questo contesto, Omnisyst ha svolto un ruolo abilitante, promuovendo la standardizzazione delle best practice e trasferendo il know-how operativo nei vari siti per assicurare uniformità, tracciabilità e conformità normativa. La partnership operativa ha consentito di: ridurre la complessità della gestione dei rifiuti industriali; abbattere i costi indiretti, grazie alla migrazione delle attività organizzative e di monitoraggio dalla struttura Volvo Trucks alla piattaforma integrata di Omnisyst; trasformare la gestione ambientale in un asset strategico. “Questo risultato è sia un traguardo che un nuovo punto di partenza. Abbiamo costruito insieme a Volvo Trucks un modello replicabile di gestione ambientale industriale, fondato sulla digitalizzazione e sulla prossimità. Il nostro software proprietario, insieme alla rete di fornitori qualificati, ci ha permesso di garantire continuità di servizio e controllo delle performance. È la prova che sostenibilità e industria possono, e devono, procedere nella stessa direzione”, dichiara Stefano Ceresoli, District Manager Alta Lombardia Omnisyst. “Il Volvo Truck Center è una grande e complessa organizzazione con 16 sedi e circa 300 persone. Ci focalizziamo sulla soddisfazione dei clienti Vt e per questo lavoriamo costantemente al miglioramento dei nostri processi. La sicurezza dei nostri dipendenti e la sostenibilità del nostro operato sono alla base della nostra offerta. Grazie alla partnership con Omnisyst, abbiamo standardizzato la gestione dei rifiuti, ridotto le spese operative e valorizzato il nostro impegno per la tutela dell’ambiente, distinguendoci dalla concorrenza e rendendo il Volvo Truck Center un’azienda più attrattiva per chi cerca una valida opportunità di lavoro”, afferma Gabriele Nencioni, Service Director di Volvo Truck Center Italia. Infine, ogni sede può contare su una figura dedicata e strategica: l’Agente della Sostenibilità. “Questo ruolo incarna il nostro impegno concreto verso la responsabilità ambientale. Gli Agenti della Sostenibilità sono i custodi locali della nostra visione: si occupano non solo di implementare le linee guida e le indicazioni di Casa Madre, ma anche di proporre spunti di miglioramento che possano tradursi in azioni tangibili e di impatto. La loro presenza capillare garantisce un presidio costante e consapevole, rendendo la sostenibilità non un concetto astratto, ma un valore vissuto quotidianamente in ogni contesto operativo”, afferma Camilla Ridolfi, Hseq Manager di Volvo Trucks Italia