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(Adnkronos) - Una campagna di operazioni militari in Siria "eccezionale per forza e portata". Che aggiunge "un'altra pericolosa variabile alla situazione in rapida evoluzione" nel Paese". Scrivono così i giornali americani dopo il crollo del regime siriano di Bashar al-Assad che ha innescato una 'risposta' da parte di Israele, in nome della "sicurezza", con raid contro obiettivi militari e truppe nel Golan siriano per la prima volta in 50 anni. Nessun commento, nessuna reazione, almeno per ora da Hayat Tahrir al-Sham (Hts), il gruppo che ha guidato l'offensiva fulminante delle forze anti-Assad. Intanto, il Cremlino non risparmia critiche a Israele e torna a insistere per la rapida "stabilizzazione" della Siria, assicurando che Mosca - che negli anni passati è stata tra i principali sostenitori di Bashar al-Assad - è in contatto con tutte le forze politiche attualmente presenti nel Paese arabo. Diversi Paesi arabi hanno accusato di sfruttare la situazione della Siria per occupare altri territori. La campagna militare israeliana, evidenzia il Nyt, è stata "eccezionale per forza e portata", nel tentativo di "assicurare che chiunque finisca al potere in Siria sia significativamente disarmato". Gli analisti sottolineano come i bombardamenti su vasta scala di questa settimana siano stati molto più ampi e devastanti rispetto a quelli condotti in passato. Hanno colpito anche l'infrastruttura in Siria che l'Iran ha utilizzato per trasferire armi a Hezbollah in Libano. Immagini arrivate ieri dalla Siria mostravano navi affondate, hangar e edifici crollati. La Repubblica Islamica, ha detto ieri la Guida Suprema dell'Iran, Ali Khamenei, "è forte e potente e diventerà solo più potente". Israele sta "smantellando l'asse del male dell'Iran", ha replicato il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in dichiarazioni apparse come una forma di risposta indiretta all'85enne Khamenei. "La campagna aerea intensificata, in parallelo alla prima operazione di terra israeliana in territorio siriano dalla guerra dello Yom Kippur del 1973, ha attirato le condanne internazionali e aggiunto un'altra pericolosa variabile alla situazione in rapida evoluzione in Siria, dove i gruppi armati stanno cercando di creare un nuovo ordine politico", scrive il Washington Post. Il giornale sottolinea come Hts resti per lo più preoccupato dalla gestione della transizione da forza militare a politica, mentre fa i conti con casse vuote e carenza di generi alimentari. Nel Paese, dove restano circa 900 militari americani, altri gruppi armati - come evidenzia il giornale - sono ancora in lotta per l'influenza. Martedì i militari israeliani hanno confermato di aver effettuato circa 480 raid in Siria in due giorni e il ministro della Difesa, Israel Katz, ha parlato delle attività della Marina, che "ha operato con grande successo la notte scorsa per distruggere la flotta siriana". Israele afferma di distruggere asset per evitare che finiscano in mano agli estremisti. Tutto dopo anni di raid attribuiti a Israele e mesi in cui si erano intensificate le notizie di operazioni contro depositi di armi di Iran e degli Hezbollah libanesi, che con la Russia di Vladimir Putin sono stati tra i principali sostenitori del leader siriano Bashar al-Assad. Le operazioni militari israeliane in Siria rischiano di avere "ripercussioni oltre le intenzioni degli israeliani", ha avvertito Ryan C. Crocker, ex ambasciatore Usa in Siria, durante un evento al Middle East Institute. E sul Golan ha chiarito che una presenza a lungo termine nell'area "potrebbe aggiunge benzina al fuoco". Quindi, è il ragionamento di Crocker, gli israeliani "devono stare molto attenti a non innescare un nuovo attivismo diretto contro di loro". La Siria sarà con tutta probabilità al centro della prossima visita in Turchia - annunciata da Ankara per venerdì - del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, che negli ultimi giorni ha sentito almeno due volte il capo della diplomazia turca, Hakan Fidan, per parlare degli sviluppi nel Paese arabo. Era ad Ankara il riferimento di ieri di Khamenei, che non ha puntato direttamente il dito contro la Turchia, ma ha accusato "un Paese vicino della Siria" di aver "chiaramente avuto un ruolo in questa vicenda" e di continuare "ad averlo" nell'ambito di un "complotto" che per la Guida Suprema vede in Usa e Israele "i principali responsabili".
(Adnkronos) - Archivia un anno da record per il turismo Philadelphia, tra le più antiche città degli Stati Uniti e prima nel paese ad essere dichiarata Patrimonio mondiale dell’Umanità. Nel cuore della East Coast, a metà strada tra New York e Washington, è il simbolo della sua seppur recente storia perché è qui che l’America e con essa la più grande democrazia del mondo è nata. E mentre il Natale entra nel vivo, con la sua magica atmosfera, lo sguardo è rivolto, con ottimismo, più che al prossimo di anno, già a quello dopo: nel 2026, infatti, sarà celebrato il 250° anniversario della firma della Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti, che avvenne, il 4 luglio 1776, proprio a Philadelphia. Se ogni anno la festa dell’Indipendenza in questa che è la città più grande dello Stato della Pennsylvania dura per settimane, a partire dal 19 giugno con il Juneteenth per concludersi con i concerti e gli spettacolari fuochi d’artificio del 4 luglio, nel 2026 le celebrazioni andranno avanti per mesi. E per il turismo a Philly, come viene simpaticamente chiamata dai locals, sarà un vero e proprio boom, rafforzando i già lusinghieri risultati raggiunti quest’anno. A tracciare un bilancio del 2024 è stato, in occasione dell’Annual Luncheon di Philadelphia, Gregg Caren, presidente e Ceo del Philadelphia Convention and Visitors Bureau (Phlcvb), l’ente di promozione turistica della destinazione. Tra il Memorial Day (27maggio) e il Labor Day (2 settembre), nel centro di Philadelphia sono state vendute più di 1,6 milioni di notti, con un aumento dell'8,2% rispetto al 2023, il numero più alto mai registrato. Gli arrivi sono aumentati di quasi il 7%, mentre la spesa dei visitatori internazionali è cresciuta dell’8% tra maggio e agosto, rispetto allo stesso periodo del 2023, e del 27% considerando l’intero anno. Questo incremento è frutto di soggiorni più lunghi e di una maggiore offerta dell’industria turistica, che sostiene oltre 80mila posti di lavoro e che - forte dell’incoronazione da parte di Lonely Planet, che ha incluso Philadelphia tra le migliori località da visitare nel 2024 - ha permesso di superare i livelli pre-pandemia. “Grazie al lavoro del Phlcvb, il profilo di Philadelphia nel mondo si è rafforzato ospitando importanti convention, eventi sportivi e visitatori internazionali. Tutto questo lavoro è essenziale per prepararci ad accogliere i visitatori nel 2026”, dichiara Cherelle L. Parker, sindaco di Philadelphia. Il 2026, dunque, per ‘Philly’ sarà un anno chiave e al tempo stesso un banco di prova. Oltre al 250° anniversario della firma della Dichiarazione d'Indipendenza, sono in programma importanti eventi sportivi e numerosi congressi internazionali, tra cui: sei partite della Coppa del Mondo Fifa (una si terrà simbolicamente proprio il 4 luglio), l'All-Star Game della Mlb, il Pga Championship, il convegno Pmca. Fra le iniziative legate alle celebrazioni dell’anniversario, alcune sono già state svelate. Al Museo della rivoluzione americana, che rappresenta un unicum e un must-see per chiunque voglia avvicinarsi agli albori della storia degli Usa, dal 18 ottobre 2025 al 3 gennaio 2027 si terrà ‘The Declaration’s Journey’, un viaggio per scoprire come la Dichiarazione di indipendenza americana è diventato il documento politico più influente dell’epoca moderna, i cui ideali e valori sono stati fatti propri da oltre 200 nazioni. Da gennaio a dicembre 2026, l’Historic District di Philadelphia ospiterà ’52 Weeks of Firsts’ per celebrare i più grandi traguardi raggiunti dalla città lungo tutto l’anno. Mentre il 2 luglio 2026 si terrà la terza edizione di un evento inaugurato quest’anno: ‘Red, White, & Blue To-Do’, che unisce in un filo comune musei, attrazioni, ristoranti e molto altro. Del resto, come sottolinea Gregg Caren, presidente e Ceo del Philadelphia Convention and Visitors Bureau, “Philly è un intreccio di storia, cultura, arte e innovazione, e ognuno di noi fa la sua parte; è più di una semplice città, è una vera e propria esperienza, che lascia in chi la visita il desiderio di tornarci”. Oltre ad attirare grandi eventi, Philadelphia ha beneficiato anche dell'investimento di American Airlines come punto di accesso per le rotte transatlantiche. Nel 2024, la compagnia ha lanciato tre nuove rotte stagionali senza scalo da Philadelphia - Copenaghen, Nizza e Napoli - che saranno confermate nel 2025, insieme a nuovi voli stagionali per Milano ed Edimburgo. Il nuovo volo diretto giornaliero Milano Malpensa-Philadelphia sarà introdotto dal 24 maggio. Nell'estate del 2025, inoltre, ci saranno 2 voli giornalieri diretti da Roma (il secondo, stagionale, inizierà il 5 giugno). L'aggiunta della tratta Philadelphia-Milano Malpensa alla già consolidata Philadelphia-Napoli offre, quindi, ancora più opzioni ai viaggiatori italiani per scoprire la città. “Siamo entusiasti di confermare l’importanza di Philadelphia - afferma Gregg Caren - come porta d’accesso alla East Coast anche nel 2025. Queste nuove rotte da Philadelphia e la conferma delle altre dimostrano come American Airlines creda fortemente nel carattere internazionale che Philadelphia può avere come destinazione. La sua fiducia nel rinnovare e ampliare le rotte da Philadelphia sottolinea l'interesse sempre crescente che la città suscita da parte di viaggiatori business e leisure da tutto il mondo". Questi voli diretti stagionali per l'Aeroporto internazionale di Philadelphia, collegato al centro città tramite treno, rendono la destinazione facile da raggiungere. Tra l’altro, per il secondo anno consecutivo, Philadelphia è stata eletta ‘Most Walkable City to visit’ nel concorso 2024 Usa Today 10Best Readers' Choice Awards. Camminare tra i suoi quartieri, infatti, è il modo migliore per scoprire Philadelphia, ammirandone i monumenti storici che si alternano agli onnipresenti grattacieli e che rendono il suo skyline così diverso da quello delle altre città americane. Sono 68 i monumenti nazionali sparsi per la città, in quello che viene definito “il miglio quadrato più storico del paese”. Quelli più significativi per la storia americana sono concentrati attorno alla sede principale del Visitor Center, dove sono disponibili informazioni e vendita di biglietti per le attrazioni, consulenza in 12 lingue e un Welcome Wall digitale e interattivo. Nell’ampia piazza sono visibili le vestigia del primo palazzo presidenziale degli Stati Uniti, che fu dimora dei presidenti George Washington e John Adams e che ora ospita uno spazio museale dove è narrata la storia della schiavitù e dove è custodita l’iconica Liberty Bell, la campana simbolo della libertà e dell’indipendenza americana. Alle spalle si trova l’Independence Hall, dove i padri fondatori firmarono, il 4 luglio 1776, la Dichiarazione di Indipendenza e la Costituzione degli Stati Uniti. L’edificio, patrimonio Unesco, è visitabile anche con guide che narrano le gesta e il fermento dell’epoca. Sul lato opposto della piazza, il National Constitution Center, unico museo del paese dedicato alla Costituzione degli Stati Uniti. Non lontano la sede del primo Congresso Continentale del 1774, oggi Carpenters’ House, e il Benjamin Franklin museum, dedicato al fondatore di Philadelphia, che fu scienziato e diplomatico, co-fondatore della American Philosophical Society nel 1743, sepolto nel cimitero annesso alla chiesa più antica, Christ Church, fondata nel 1695. Si può visitare anche la casa di Betsy Ross, che si ritiene abbia realizzato la prima bandiera americana. Tra le vie più antiche della Old Town, Elfreth’s Alley, rimasta sempre abitata, con case del 18° secolo. Ma il più iconico degli edifici storici di Philadelphia è sicuramente il City Hall, sede del Comune e centro nevralgico della città, di cui si può attraversare il cortile interno e salire fino alla torre da cui si gode il panorama. Se incontrare edifici di oltre due secoli in una città americana desta, soprattutto agli occhi europei, un certo stupore, lascia ancora più sorpresi la scoperta delle ricchissime collezioni d’arte che Philadelphia custodisce, concentrate soprattutto lungo l'iconica Benjamin Franklin Parkway, viale conosciuto proprio come ‘Museum Mile’, una sorta di work in progress del polo artistico-museale. A cominciare dal Philadelphia Museum of Art, che domina sullo sfondo, uno dei maggiori musei degli Stati Uniti. Raccoglie oltre 240mila opere di due millenni di storia, provenienti soprattutto da Asia, Americhe ed Europa, oltre a mostre temporanee. Tra le più imponenti, l’unica ricostruzione di un tempio indù fuori dall’India e poi riallestimenti di chiostri medievali e di sale di castelli. Ospitato in una costruzione a forma di tempio del 1928, il museo è stato recentemente rinnovato con l’intervento dell’architetto Frank Gahry. Gli spazi sono stati ampliati e resi più efficienti in modo da offrire un’esperienza di maggiore impatto al visitatore e, con l’occasione, sono state aggiunte anche nuove sale dedicate alla prima arte indigena americana. Questo edificio è divenuto un Landmark nazionale, reso ancora più famoso dalla celebre serie dei film ‘Rocky’, ambientata proprio a Philadelphia: all’eroico protagonista è dedicata una statua in bronzo di fronte alla quale i turisti fanno la fila per scattarsi una foto, proprio ai piedi della scalinata che porta al museo, ribattezzata ‘Rocky steps’ perché è qui che il pugile impersonato da Sylvester Stallone si allenava risalendo di corsa i 72 gradini; un’impresa oggi emulata da non pochi tra veri sportivi e irriducibili fans. Sempre sulla Benjamin Franklin Parkway si trova la nuova sede della Barnes Foundation, una delle più raffinate e ricche collezioni private di impressionisti, post-impressionisti e modernisti: conta 181 opere di Renoir, 69 Cézanne, 59 Matisse, 46 Picasso, 16 Modigliani e molti altri. Fu fondata nel 1925 dal chimico e imprenditore Albert Coombs Barnes, appassionato d’arte e collezionista, impegnato anche sui temi dei diritti sociali e nella cultura afro-americana. Precedentemente ospitata in altra sede, è stata spostata nel 2012 nel nuovo edificio disegnato da Tod Williams Billie Tsien Architects Partners, concepito come una galleria in un giardino e un giardino in una galleria. I dipinti sono esposti insieme a pezzi di antiquariato e artigianato artistico, secondo un percorso studiato dal fondatore e fedelmente mantenuto, che trascende le classiche divisioni tematiche e cronologiche, ma si ispira alle simmetrie di luce, colore e spazio. La Fondazione mantiene un forte impegno anche sul fronte della formazione, con iniziative rivolte a scuole e università, attività culturali e mostre temporanee (attualmente è in corso fino al 12 gennaio l’esposizione ‘All about love’, la prima a livello internazionale dedicata all’artista pop Mickalene Thomas). E non tutti sanno che a Philadelphia si trova anche un museo dedicato allo scultore Auguste Rodin, la più grande raccolta delle sue opere fuori dalla Francia, tra cui il calco del Pensatore alto 180 cm e posto all’esterno. Nella stessa area, il Campus dell’Università della Pennsylvania ospita l’Institute of Contemporary Art, che organizza mostre sin dal 1965, quando ospitò la prima personale di Andy Warhol. Poi, The Franklin Institute, centro per la scienza e l’innovazione, e l’‘Academy of Natural Sciences’, il più antico museo di storia naturale delle Americhe, nonché una delle principali istituzioni scientifiche del paese, con oltre 200 anni. A Philadelphia ha sede anche la ‘Academy of fine arts’, fondata nel 1805, la prima accademia di arti del paese. Un viaggio nella storia si può fare anche visitando il Penn Museum, con oltre un milione di oggetti e reperti archeologici, dall’Asia all’America passando per il Mediterraneo, tra cui la sfinge più grande dell’emisfero occidentale. Atri interessanti musei sono dedicati alla rivoluzione americana, alla storia degli ebrei d’America e degli afro-americani. C’è poi la casa di Edgar Allan Poe, dove lo scrittore americano ha ideato alcuni dei suoi più famosi gialli, più in periferia. Ed esiste persino una prigione diventata museo, una delle più antiche d’America, che ha ospitato tra gli altri il gangster Al Capone Ma a Philadelphia l’arte si può ammirare non solo nei musei ma anche per strada, tra murales, sculture, mosaici. Molte sono diventate opere iconiche, come la scultura ‘Love’ di Robert Indiana (composta da 4 lettere rosse giganti a formare la parola ‘Love’ su un piedistallo argento), tanto da aver dato il nome al parco che la ospita (‘Love park’). Con l’obiettivo di rendere l’arte accessibile a tutti, sparsi per la città si possono trovare oltre 4mila murales, grazie al Mural Art Philadelphia, il più ampio programma di arte pubblica del paese che ha preso il via sin dal 1984 e oggi è internazionalmente conosciuto; ogni anno vengono create 100 nuove opere. Una vera e propria galleria su strada è Philadephlia’s Magic Gardens, una installazione-museo ricoperta di mosaici. E non mancano i tour guidati alla scoperta della street art, organizzati dalla Association for Public art. Anche le arti dello spettacolo hanno un posto d’onore in questa città, che vanta una famosa Philarmonic Orchestra e il Philadelphia Ballet, oltre a rinomate compagnie teatrali. Tra le istituzioni artistiche più importanti che si trovano nella via che è il polo dello spettacolo, si trovano il Kimmel Center, il Merriam Theater, la Philadelphia Theater Company e la Academy of Music. Il più antico teatro è il Walnut, fondato nel 1809 e tuttora attivo. Ma a Philadelphia la storia si respira anche a tavola e una visita della città non può prescindere da un giro dei suoi mercati. Il più famoso è il Reading Terminal Market, che sorge dove arrivavano i vecchi convogli. E’ uno dei più antichi d’America, con oltre 80 espositori e vi si può trovare di tutto, americano e non solo: dal tipico cheesesteak (panino con bocconcini di manzo e formaggio fuso) ai cookies e ai muffins, fino alla cucina etnica e ai banchi di carne e pesce. Un mercatino di produttori locali si tiene in Rittenhouse Square, intorno ai giardini della piazza. C’è anche un Italian market a Philadelphia, dove, nonostante il nome, si trovano specialità di ogni angolo del mondo, anch’esso immortalato nelle gesta di Rocky e dove ogni anno a maggio si celebra un food festival. Sì, perché a Philadelphia non mancano eventi dedicati al cibo, soprattutto negli ampi spazi verdi lungo la riva del fiume Delaware, che si animano in primavera ed estate. La più vecchia locanda della città, McGillin’s, risale al 1860 e sempre a Philadelphia si trova la più antica pasticceria del paese, Shane Confectionery, tuttora in attività. Ma per conoscere tutto sulla storia culinaria della città e averne letteralmente un ‘assaggio’ si può seguire uno degli originali giri guidati proposti da Foodcitytour.com: non solo la visita dei mercati, ma anche il tour nella popolosa Chinatown di Philadelphia, o quello dell’happy hour tra rooftop e jazz cafés o, ancora, in questo periodo, il tour del Christmas market. Anche Philadelphia, infatti, per le festività di fine anno si accende di luminarie, decorazioni e bancarelle e ospita uno dei più grandi mercatini di Natale del paese, il ‘Christmas Village in Philadelphia’, a Love Park: più di cento casette di legno dove gli artigiani vendono i loro prodotti, circondate da piccoli stand che offrono birre o vin brulé e attività per tutta la famiglia. C’è anche il ‘Made in Philadelphia Holiday Market’, nel vicino Dilworth Park, che ospita artigiani, designer e gioiellieri locali. Attrazione imperdibile è il ‘Macy's Christmas Light Show’, una tradizione che si rinnova sin dal 1956 nello storico Wanamaker Building che ospita i famosi magazzini americani Macy’s, con uno spettacolo di 100mila luci accompagnato dal suono di uno degli organi a canne più antichi del mondo. Le grandi attrazioni non sono solo per le strade della città, ma anche a Center City. Tra questi due le soste quasi obbligatorie. La prima è il Comcast Technology Center, con il suo show ‘The Comcast Holiday Spectacular’, che, fino all’1 gennaio, allo scocco di ogni ora, dalle 10 alle 20 (escludendo le 17 nei giorni feriali), proietta sul megaschermo esibizioni di 15 minuti di grandi classici natalizi realizzate dal Philadelphia Ballet. O ancora, per vivere uno scenario da cartolina natalizia, basta passare sulla South 13 Street, più precisamente all’incrocio con Morris Street, dove da qualche anno si tiene il ‘Miracle on South 13th Street’, uno spettacolo di luci che anima il quartiere durante le feste grazie a più di 300mila luminarie piazzate dai residenti sulle case o tra i due lati della strada a tema natalizio. Durante la stagione invernale, i famosi Longwood Gardens - giardino botanico a un’ora dal centro di Philadelphia che ospita un’enorme collezione di piante provenienti da tutto il mondo - si trasformano in uno spettacolo di luci e colori per l’evento ‘A Longwood Christmas’. Un’altra location che cambia il proprio aspetto durante le festività natalizie è lo Zoo di Philadelphia, in occasione di LumiNature: un milione di lampadine che danno vita a magnifiche statue di stampo animalesco. Sono davvero infinite le opportunità di vivere Philadelphia e di scoprire i mille volti della sua storia e della sua cultura. Per orientarsi si possono consultare i siti web www.discoverphl.com e www.visittheusa.com.
(Adnkronos) - Il mese di novembre 2024 è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo novembre 2023 è praticamente certo che il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato. E' quanto rivela il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service - C3S), implementato dal centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con il finanziamento dell’Ue, nel bollettino climatico mensile che riporta i cambiamenti registrati globalmente nella temperatura superficiale dell'aria e marina, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche. Il bollettino include anche i dati relativi all'autunno boreale (settembre-ottobre-dicembre). La maggior parte dei risultati riportati si basa sul set di dati della rianalisi Era5, che utilizza miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo. Il mese di novembre 2024 - spiega C3S - è stato il secondo più caldo a livello globale, dopo il novembre 2023, con una temperatura media dell'aria superficiale Era5 di 14.10°C, 0.73°C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 per novembre e di 1.62°C al di sopra del livello pre-industriale. Inoltre, è stato il 16° mese in un periodo di 17 mesi in cui la temperatura superficiale media globale dell'aria ha superato di 1.5°C i livelli pre-industriali. L'anomalia della temperatura media globale per tutto l'anno (gennaio-novembre 2024) è di 0.72°C al di sopra della media tra il 1991 e il 2020, che è la più alta mai registrata per questo periodo e di 0.14°C più calda rispetto allo stesso periodo del 2023. A questo punto, è praticamente certo che il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato e di 1.5°C al di sopra del livello pre-industriale secondo l'Era5. Secondo Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service (C3S), "con i dati di Copernicus relativi al penultimo mese dell'anno, possiamo ora confermare con quasi certezza che il 2024 sarà l'anno più caldo mai registrato e il primo anno solare al di sopra di 1.5 °C. Questo non significa che l'Accordo di Parigi sia stato violato, ma che un'azione ambiziosa per il clima è più urgente che mai”. La temperatura media sulla terraferma europea per il mese di novembre 2024 è stata di 5.14°C, 0.78°C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 per il mese di novembre, lasciando il mese fuori dalla top 10 dei mesi di novembre più caldi registrati in Europa. Novembre 2015 è il più caldo mai registrato, con 1.74°C sopra la media. La temperatura superficiale media marina (Sst) per il mese di novembre 2024 su 60°S-60°N è stata di 20.58°C, il secondo valore più alto registrato per il mese, e solo 0.13°C al di sotto del novembre 2023. La temperatura media globale - conclude C3S - per l'autunno boreale (da settembre a novembre) 2024 è stata la seconda più alta mai registrata, con 0.75°C al di sopra della media del periodo tra il 1991 e il 2020 per questi tre mesi, 0.13°C in meno rispetto al record stabilito nel settembre-novembre 2023. La temperatura media della terraferma europea per l'autunno (settembre-novembre) 2024 è stata la terza più alta mai registrata per la stagione, con 1.25°C sopra la media tra il 1991 e il 2020, 0.21°C più fredda dell'autunno europeo più caldo del 2020.