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(Adnkronos) - La data del 14 luglio 2025 è destinata a entrare negli annali della tv italiana, per un cambiamento epocale nei palinsesti Mediaset. Da oggi, infatti, nell'access prime time di Canale 5, dopo circa 30 anni di alternanza tra 'Striscia la notizia' e 'Paperissima Sprint', arriva 'La Ruota della Fortuna' condotta da Gerry Scotti, forte del successo ottenuto lo scorso anno nella fascia preserale. Mentre 'Paperissima Sprint' traslocherà nel day time di Italia 1 (canale dove debuttò nel 1990) e andrà in onda tutti i giorni alle 13.50 (mentre la replica notturna continuerà a essere trasmessa su Canale 5). Per lo sbarco in access, che dovrebbe durare fino al ritorno di 'Striscia la notizia' previsto per novembre, 'La Ruota della Fortuna' si presenta con una importante novità nel gioco finale: il campione di puntata dovrà affrontare 'La Ruota delle Meraviglie' e cercare di indovinare, in 60 secondi, non una ma ben tre frasi del tabellone, con la possibilità di vincere fino a 200.000 euro. D'altronde da settembre 'La Ruota' dovrà vedersela con 'Affari Tuoi', l'access di Rai1 dove i concorrenti possono trovare nei 'pacchi' fino a 300.000 euro. Al fianco di Gerry Scotti alla 'Ruota' è confermata la presenza di Samira Lui, che gestirà il tabellone, fornendo di volta in volta curiosità sugli argomenti trattati. Nuovo anche lo studio, che ospiterà un folto pubblico e una band che accompagnerà live le fasi del gioco. Protagonisti del gioco restano la mitica ruota con i suoi 24 spicchi colorati e il tabellone con le sue frasi nascoste, che i 3 concorrenti, round dopo round, dovranno indovinare. Immancabili le sfide del “Mistero” e la “Express”, mentre debutta la manche “La Ruota del Tempo”, dedicata a eventi storici. Per 'Paperissima Sprint' (che si congeda dall'access di Canale 5 risultando sabato 12 luglio il programma più visto di tutte le reti Mediaset con 2.040.000 telespettatori e il 15.95% di share) approda su Italia 1, la stessa rete su cui lo storico varietà di Antonio Ricci esordì nel 1990. Il programma simbolo dell’estate - condotto da Juliana Moreira, Vittorio Brumotti e il Gabibbo - conferma la sua formula: nuovi sketch, filmati inediti di papere, gaffe ed errori tv da tutto il mondo.
(Adnkronos) - "Il Report sulla retribuzione 2024 di Coverflex ha rilevato come il 60% dei lavoratori percepisca poca chiarezza nei criteri per promozioni e aumenti salariali, mentre il 74% ritiene il proprio pacchetto retributivo inadeguato o poco competitivo rispetto ad altre aziende del settore. In un mercato del lavoro sempre più fluido e intergenerazionale, questi dati non sorprendono affatto: la trasparenza non è più un 'nice to have', ma un principio imprescindibile per costruire ambienti di lavoro equi, attrattivi e sostenibili". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia Andrea Guffanti, general manager Coverflex Italia. "La direttiva europea 2023/970 - spiega - che dovrà essere recepita dai Paesi membri entro giugno 2026 rappresenta un passaggio cruciale, perché introduce l’obbligo di rendere espliciti criteri retributivi, scatti di livello e parametri salariali, assicurando che il divario retributivo tra generi non superi il 5%. Si tratta di un punto di svolta che rischia però di restare solo un atto formale se non accompagnato da un cambiamento culturale più ampio. I numeri italiani, del resto, parlano chiaro. Secondo un recente sondaggio di Indeed, solo il 19,3% degli annunci di lavoro pubblicati online include una fascia di retribuzione, a fronte del 50,7% in Francia e del 69,7% nel Regno Unito. Anche all’interno delle imprese, la strada è lunga: meno della metà adotta politiche trasparenti, e appena il 40% si dichiara favorevole al fatto che i propri dipendenti possano discutere apertamente di salario". "Come manager - sottolinea - credo che la trasparenza non debba essere solo una risposta normativa, ma un valore fondante del modo in cui ripensiamo la retribuzione oggi. E' con questa convinzione che ogni giorno in Coverflex lavoriamo per costruire un sistema più equo, accessibile e consapevole e per ridurre l’asimmetria informativa tra dipendente e azienda. Credo anche che parlare di 'salario' non basti più. Dobbiamo iniziare a parlare di pacchetto retributivo: una combinazione di strumenti che include retribuzione, stock option, benefit, flessibilità e benessere individuale". "Sempre più persone- avverte - in particolare tra le nuove generazioni, chiedono coerenza, chiarezza e partecipazione nei processi retributivi. Non si tratta solo di sapere 'quanto si guadagna', ma come e perché quella cifra è stata definita, quali diritti e opportunità si accompagnano a quel ruolo, quali strumenti rendono realmente sostenibile la vita delle persone e quali possono essere i percorsi di crescita all’interno dell’azienda. In questo scenario, la trasparenza è un impegno che deve riguardare l’intera comunità del lavoro: imprese, manager, istituzioni, collaboratori". "Per essere parte attiva di questo cambiamento - suggerisce Andrea Guffanti - chi fa impresa deve contribuire a promuovere un approccio in cui il dialogo interno, la chiarezza dei criteri, la condivisione degli obiettivi diventino elementi di fiducia e non di conflitto. Perché la fiducia è il fondamento di ogni cultura aziendale sana". "Non basta allinearci a una direttiva europea - ammette - è il momento di abbracciare un nuovo approccio al lavoro, basato su responsabilità condivisa, inclusione e trasparenza piena. Un approccio in cui finalmente retribuire non significa solo pagare una persona, ma prendersene cura".
(Adnkronos) - “Le utilities operano su un ampio spettro di attività energetiche: dalla gestione delle reti tradizionali agli investimenti su rinnovabili, idrogeno e cattura della CO2”. Così Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia, durante l'Assemblea generale, organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione, per riflettere sull'evoluzione dei servizi pubblici negli ultimi dieci anni e sulle principali sfide future. “Quando si parla di energia – ha sottolineato – è fondamentale pensare non solo alla produzione rinnovabile o all’elettrificazione dei consumi, ma anche all’adeguamento delle reti di distribuzione elettrica e gas, che rappresentano la spina dorsale della transizione. Le nostre utilities hanno previsto 19 miliardi di investimenti per i prossimi 5 anni, di cui oltre 7 miliardi destinati alle reti elettriche, di teleriscaldamento e di distribuzione del gas”. Brandolini ha poi ricordato come anche le infrastrutture gas abbiano un ruolo strategico nella decarbonizzazione: “Le reti di distribuzione del gas sono fondamentali per quelle utenze che non potranno elettrificare i consumi nel breve termine. Mantenere e innovare queste reti significa mettere in campo investimenti rilevanti”.