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(Adnkronos) - "La cultura dell'assassinio si sta diffondendo nella sinistra", aveva scritto in un post Charlie Kirk, ucciso a colpi d'arma da fuoco durante un evento alla Utah Valley University, sulla base dei risultati di una ricerca del Network Contagion Research Institute (Ncri) dello scorso anno rilanciata da Fox News, secondo cui il 48% dei liberali (di sinistra nello studio, ndr) ritiene "che sia almeno in qualche modo giustificato l'omicidio di Elon Musk e il 52% (55 nello studio, ndr) dice lo stesso di Donald Trump". In California, gli attivisti hanno dato informalmente il nome di Luigi Mangione, l'americano accusato dell'omicidio del ceo di UnitedHelathCare Brian Thompson lo scorso dicembre, a una iniziativa popolare, per un provvedimento che impedisce alle compagnie di assicurazione di ritardare l'approvazione di interventi prescritti da medici (il motivo che avrebbe portato Mangione al suo folle gesto, ndr) , denunciava Kirk, così come la ricerca. "La sinistra è trascinata in una frenesia violenta. Ogni risultato negativo, che sia la sconfitta a una elezione o in tribunale, giustifica una risposta massimalista", aveva commentato l'esponente Maga 31enne. "E' questa la crescita naturale della cultura delle proteste della sinistra che da anni e anni tollera la violenza e il caos , La codardia dei procuratori locali e dei funzionari scolastici hanno trasformato la sinistra in una bomba a orologeria". Lo studio, co-firmato dalla Rutgers University, a cui si riferiva Kirk denunciava che "la violenza che ha come obiettivi Trump e Musk sta diventando sempre più normalizzata...violenza che sembra essere aumentata soprattutto fra i segmenti della popolazione di sinistra". La ricerca basava questa conclusione sull'analisi "del modo in cui le narrative virali dei social media" che "stanno legittimando la violenza politica, in particolare dopo l'assassinio di Thompson". Il fenomeno, sostiene la ricerca, è particolarmente diffuso "fra i giovani, chi passa molto tempo online, e utenti ideologicamente di sinistra", e comporta uno "spillover" nella realtà oltre l'online "già in corso". "L'Ncri - nata nel 2018, ndr - non è al di fuori da controversie. Alcuni ricercatori sui dati hanno criticato i suoi metodi e sollevato domande sulla ragione per cui la maggior parte delle ricerche dell'Istituto non sia 'peer reviewed' (validata da esperti dell'argomento, il sistema usato nel mondo accademico come soglia per le ricerche affidabili, ndr)", il commendo di una ricerca dell'Università di Princeton. L'Istituto si era imposto accorgendosi, tre settimane prima dell'assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, dell'aumento di popolarità di QAnnon, uno dei gruppi che ha coordinato l'assalto. Nel 2023 aveva poi firmato una ricerca in cui si denunciava la "decisa possibilità" che TikTok stesse oscurando argomenti sensibili per il governo cinese. Prima espressioni di dolore e choc, quindi la richiesta di vendetta e resa dei conti. L'uccisione dell'attivista conservatore fa intanto crescere i timori di un aumento della violenza politica negli Stati Uniti, con il New York Times che nota come sui social ci sia chi sostiene che il Paese potrebbe essere sull'orlo di una guerra civile. Già prima dell'omicidio di Kirk si registrava una crescente polarizzazione e un inasprimento del dibattito pubblico, ma ora c'è il timore che si sia entrati in una fase ancora più pericolosa. Sui social media, infatti, si trovano sia post di utenti di sinistra che si rallegrano per la morte di Kirk sostenendo che abbia avuto ciò che si meritava, sia richieste di vendetta e resa dei conti da pare della destra. Su Patriots.win, sito web dove si riuniscono i più accaniti sostenitori di Trump, il linguaggio violento includeva post come "date il via all'evento di estinzione dei democratici". "Siamo fondamentalmente una polveriera", ha affermato Robert Pape, professore di scienze politiche all'Università di Chicago, che ha condotto sondaggi per verificare gli atteggiamenti nei confronti della violenza politica da quando i sostenitori del presidente americano Donald Trump hanno attaccato il Campidoglio il 6 gennaio 2021. "Stiamo assistendo a una politica più radicalizzata e a un maggiore sostegno alla violenza rispetto a qualsiasi altro momento da quando abbiamo condotto questi studi negli ultimi quattro anni", ha aggiunto Pape. In un Paese in cui il presidente definisce i suoi oppositori "feccia" e gli oppositori lo accusano di fascismo, a molti sembra che il tessuto del dibattito pubblico si fosse irrimediabilmente sfilacciato. ''Penso che sia in corso una guerra civile culturale", ha dichiarato Newt Gingrich, ex presidente repubblicano della Camera, affermando di sostenere pienamente gli sforzi di Trump per sovvertire lo status quo americano. "Ci sono differenze molto profonde sui fondamenti della vita", ha detto riferendosi alle divisioni tra i partiti. "Il Paese non ha ancora capito come risolvere la situazione. Ci sentivamo come se fossimo sotto un'enorme pressione a causa del ciclo Obama-Biden. La sinistra si sente come se fosse sotto un'enorme pressione a causa del ciclo Trump. E non sappiamo come andrà a finire", ha aggiunto. Nell'ultimo sondaggio condotto da Pape a maggio, quasi il 39% dei democratici riteneva che rimuovere Trump dall'incarico con la forza fosse giustificabile. Allo stesso tempo quasi un quarto dei repubblicani riteneva giustificabile che Trump utilizzasse l'esercito per reprimere le proteste. Garen Wintemute, direttore del Violence Prevention Research Program presso l'Università della California, Davis, ritiene che "'il compito che ci troviamo ad affrontare ora è non permettere che gli estremismi trascinino tutti noi oltre il limite" e "dobbiamo esprimere chiaramente il nostro rifiuto della violenza politica". Ruth Braunstein, professoressa associata di sociologia alla Johns Hopkins University, si è detta preoccupata che l'uccisione di una "figura fondamentale" della destra americana possa mobilitare gruppi. "La destra - ha detto - ha gruppi ben organizzati e addestrati, tra cui milizie, che fondamentalmente aspettano il momento giusto per essere chiamati in azione in difesa di quella che considerano la nazione". Molti commentatori vicini a Krik, che inizialmente avevano chiesto di pregare per lui, quando si è saputo che non era sopravvissuto lo hanno definito ''un martire'' e usato un linguaggio di incitamento alla vendetta. Il podcaster Benny Johnson, che aveva lavorato per l'organizzazione di Krik Turning Point Usa, ha definito ''demoni'' i conduttori dei telegiornali e ha detto di ''ardere di rabbia giusta''. A fargli eco il popolare personaggio televisivo di Fox News Jesse Watters che ha detto: ''siamo tristi, arrabbiati e determinati, vendicheremo la morte di Charlie nel modo in cui Charlie vorrebbe che fosse vendicata". Watters ha quindi sostenuto che la sinistra ''è in guerra con noi, che lo vogliamo accettare o no. E cosa faremo? Quanta violenza politica tollereremo?". Matt Forney, un giornalista di destra noto per i suoi contenuti razzisti e misogini, ha definito l'omicidio di Kirk come "l'incendio del Reichstag americano", alludendo all'incendio del 1933 al palazzo del Parlamento tedesco utilizzato dal partito nazista come pretesto per sospendere le tutele costituzionali e arrestare gli oppositori politici. "E' tempo di una repressione totale della sinistra. Ogni politico democratico deve essere arrestato e il partito messo al bando", ha scritto Forney su X.
(Adnkronos) - In un'era di frammentazione e volatilità, l'economia mondiale si trova a un bivio, in cerca di un nuovo motore per la crescita. E' in questo contesto che il G20, quest'anno sotto la presidenza del Sudafrica, si riunisce per affrontare le sfide più pressanti. Il Business 20 (B20), che riunisce le associazioni datoriali e imprenditoriali dei Paesi membri, ha appena presentato le sue raccomandazioni, sottolineando la necessità cruciale di collaborazione e standardizzazione per raggiungere gli obiettivi di sviluppo globale. Ad integrazione delle raccomandazioni, come ormai prassi consolidata, è stata pubblicata la relazione congiunta di B20, Business at Oecd (il forum imprenditoriale dell'OCSE) e International organisation of employers (Ioe). Il documento, a quanto apprende Adnkronos/Labitalia, intitolato 'Implementare le piattaforme di finanziamento: una soluzione alla frammentazione', è un appello ai leader del G20: creare sinergie per sostenere gli investimenti in Africa e non solo, con l'obiettivo di generare una crescita duratura e resiliente, ponendo particolare attenzione alle comunità locali e alle piccole e medie imprese. Il documento, redatto sotto la guida di Gianluca Riccio, presidente del Comitato Finanza del Business at Oecd e co-presidente della commissione Finanza e Infrastrutture del B20, presenta soluzioni pratiche e casi concreti che dimostrano come tali piattaforme possano catalizzare la crescita economica e integrare aspetti sociali e ambientali. Come ha spiegato Riccio, il documento rappresenta un'esortazione all'azione per i leader del G20: dare seguito agli impegni assunti nel 2023 e 2024, accelerando l'adozione di meccanismi pratici per mobilitare risorse adeguate e tempestive per i programmi di investimento a lungo termine. "Il comunicato dei leader del G20 del 2024 ha già posto le basi per questo cambiamento," ha affermato Riccio, "concordando sull'importanza di piattaforme di finanziamento flessibili e interconnesse, prive di attriti amministrativi. Questo documento si basa su tale visione, proseguendo il lavoro del B20 sul 'Propulsore di crescita sostenibile' (SGP), come un percorso concreto per mobilitare capitali pubblici e privati". L'obiettivo è superare i limiti degli approcci tradizionali basati sugli aiuti per dirigersi verso un modello di investimento che generi una trasformazione duratura. Il vero progresso, prosegue Riccio, “deriva dalla creazione di opportunità economiche autosufficienti che attraggono capitali a lungo termine, stimolano la partecipazione del settore privato, alimentano l'innovazione (anche con l'adozione dell'intelligenza artificiale) e rafforzano le capacità locali. Le piattaforme finanziarie, se ben strutturate, sono il perno cruciale di questo meccanismo, incanalando i capitali in modo efficiente attraverso infrastrutture digitali e tassonomie condivise. Si abbandonano così approcci frammentati e incoerenti, basati sulla dipendenza dagli aiuti, per abbracciare soluzioni strategiche guidate dagli investimenti, che rafforzano il ruolo delle MPMI, delle startup e delle fintech, aiutando anche le imprese informali a regolarizzarsi". Le nazioni africane non sono solo partecipanti in questa nuova agenda, ma il suo cuore pulsante. Con 1,4 miliardi di abitanti e un'età media inferiore ai 20 anni, l'Africa è il continente più giovane del pianeta. Le strategie di investimento che sbloccano il loro potenziale, rappresentano un pilastro essenziale per la crescita economica globale, la riduzione della povertà e lo sviluppo sociale. Con il passaggio del continente africano dagli aiuti agli investimenti si promuoverebbe una collaborazione innovativa tra settore pubblico e privato e una maggiore integrazione regionale. Gli sforzi devono concentrarsi su un approccio sistemico, sfruttando i progressi tecnologici per migliorare la produttività e la competitività. È fondamentale favorire la collaborazione per gestire le dipendenze reciproche e rafforzare la resilienza in un contesto globale sempre più frammentato frammentato. In linea con gli obiettivi della presidenza sudafricana del G20, le soluzioni delineate possono contribuire a implementare in modo efficace i programmi di investimento. Con l'implementazione di azioni e politiche coordinate, i governi possono creare un ambiente favorevole per innescare il potenziale delle economie locali, promuovendo crescita, emancipazione femminile e inclusione finanziaria. Riccio cita l'esempio dell'Italia: "Il Piano Mattei è lo sforzo dell'Italia per ridefinire il suo rapporto con l'Africa su un approccio di sviluppo basato sulla partnership, favorendo il mutuo beneficio e la crescita economica". Tuttavia, le sfide persistono. Oltre ai rischi tradizionali, ostacoli cruciali come la mancanza di formazione manageriale per gli imprenditori e il crescente divario nelle competenze digitali minacciano di limitare gli investimenti e l'adozione dell'Ia. Affrontare queste problematiche in maniera sistematica è di primaria importanza. Riccio conclude richiamando "l’importanza di guardare a meccanismi che si basino su dinamiche della domanda: stimolando così la produttività, e quindi attirando capitali privati. Questo può generare moltiplicatori economici misurabili che possono affiancare, e non sostituire, le misure di aiuto. I leader del G20 dovrebbero sostenere attivamente tali 'sandbox' controllate e, in caso di successo, estenderle a contesti più ampi, rendendo gli investimenti lo strumento centrale e relegando le sovvenzioni a un ruolo di complemento".
(Adnkronos) - Luglio 2025 è stato il terzo luglio più caldo a livello globale, con una temperatura media di 16,68 °C, 0,45 °C in più rispetto alla media di luglio del periodo 1991-2020. Inoltre, è stato più freddo di 0,27 °C rispetto al record di luglio 2023 e di 0,23 °C nel confronto con luglio 2024, il secondo più caldo. Lo rende noto il Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell'Ue. Guardando, poi, alla media stimata del periodo 1850-1900, luglio 2025 è stato di 1,25 °C più caldo, diventando quindi il quarto mese degli ultimi 25 con una temperatura globale inferiore a 1,5 °C rispetto al livello preindustriale. Il periodo di 12 mesi da agosto 2024 a luglio 2025 è stato di 0,65 °C superiore alla media del periodo 1991-2020 e di 1,53 °C superiore al livello preindustriale. Secondo Carlo Buontempo, direttore del C3S, "due anni dopo il luglio più caldo mai registrato, la recente serie di record di temperatura globale è terminata, almeno per ora. Ma questo non significa che il cambiamento climatico si sia arrestato. Abbiamo continuato ad assistere agli effetti del riscaldamento globale in eventi quali il caldo estremo e le inondazioni catastrofiche di luglio. Se non stabilizziamo rapidamente le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera, dovremo aspettarci non solo nuovi record di temperatura, ma anche un aggravamento di questi impatti, e dobbiamo prepararci a questo". La temperatura media sul territorio europeo a luglio 2025 è stata di 21,12 °C, 1,30 °C in più rispetto alla media di luglio del periodo 1991-2020, rendendo il mese scorso il quarto luglio più caldo mai registrato nel Continente.