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(Adnkronos) - Donald Trump ha vinto, cronometro alla mano, la corsa ad intestarsi la vittoria, dopo che dal Qatar è arrivata la notizia dell'intesa tra Israele e Hamas, ma Joe Biden - che tra cinque giorni lascerà la Casa Bianca - non ha voluto lasciare tutta la scena al rivale politico. Risultato: uno scambio di 'cortesie' nel limite della correttezza istituzionale, con Trump che su Truth ha rivendicato come l'accordo "epico" sia stato raggiunto "solo come risultato della storica vittoria di novembre", e Biden che ha risposto ironicamente: "E' uno scherzo?" a un giornalista che gli ha chiesto se l'intesa fosse merito del presidente eletto. In conferenza stampa Biden, usando tutta la sua diplomazia, ha elogiato il gioco di squadra tra l'amministrazione uscente e quella in arrivo, sottolineando che il suo team si "è coordinato in modo stretto" con quello di Trump per garantire che "tutti parlassero con la stessa voce, perché questo è quello che fanno i presidenti americani". E ha poi evidenziato come l'accordo maturato in Qatar ricalcasse il piano che aveva presentato il 31 maggio 2024 e che aveva avuto il sostegno unanime del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Un punto quest'ultimo che indirettamente ha messo in luce anche la debolezza del presidente nell'ultima fase del suo mandato, dal momento che solo l'imminente arrivo di Trump sembra aver convinto le parti a cedere su punti dell'intesa che sembravano irrinunciabili. Primo tra tutti il controllo del Corridoio Philadelphi, che per Israele sembrava questione di vita o di morte e che poi non si è rivelato esserlo. Biden si è detto "fiducioso" sul fatto che l'accordo tra Hamas e Israele terrà, mentre Trump - che ha davanti a sé quattro anni alla Casa Bianca - intende costruirci sopra una nuova strategia per il Medio Oriente, che parta dall'allargamento dei cosiddetti Accordi di Abramo e la normalizzazione dei rapporti tra Israele e Arabia Saudita. "Steve Witkoff continuerà a lavorare a stretto contatto con Israele e i nostri alleati per fare in modo che Gaza non tornerà mai ad essere un rifugio per terroristi - ha messo nero su nero, riferendosi al suo inviato in Medio Oriente - Continueremo a promuovere la pace attraverso la forza in tutta la regione, mentre costruiremo sullo slancio di questo cessate il fuoco per espandere ulteriormente gli storici accordi di Abramo". Un aspetto interessante, fa notare un'analisi del Guardian, è che per raggiungere questa intesa c'è stata, come ha ammesso lo stesso Biden, una collaborazione tra democratici e repubblicani, due mondi apparentemente inconciliabili che stavolta hanno trovato un terreno comune per lavorare fianco al fianco. Alcuni funzionari dell'amministrazione Biden sono arrivati persino a elogiare la partnership tra i due inviati per il Medio Oriente, Brett McGurk e Witkoff. Secondo gli osservatori, tuttavia, ad aver avuto un peso molto rilevante nell'accordo sono state le parole di Trump - che solo alcuni giorni fa aveva minacciato di "scatenare l'inferno" in Medio Oriente se non fossero stati liberati gli ostaggi - e i toni 'minacciosi' che - secondo diversi media - Witkoff avrebbe usato con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, in un incontro sabato scorso che in molti hanno definito infuocato. Biden, invece, nonostante il colpo di coda finale, non può certamente rivendicare un successo 'pieno' dal momento che per molti mesi molti funzionari della sua stessa amministrazione non hanno nascosto la loro irritazione in pubblico e in privato per la gestione della guerra, sostenendo che il rifiuto del presidente e dei suoi collaboratori di minacciare di interrompere le consegne di armi e aiuti a Israele avrebbe prolungato la campagna militare a Gaza e costato migliaia di vite umane. Non solo. Tra l'ala progressista del Partito democratico c'è chi ritiene che lo schiacciamento di Biden sulle posizioni di Israele per gran parte del conflitto posso essere costato molto anche in termini elettorali, togliendo alla candidata entrata in corsa Kamala Harris i voti cruciali della sinistra.
(Adnkronos) - Engineering, azienda leader nei processi di digitalizzazione per aziende e Pubblica amministrazione guidata da Maximo Ibarra, ha ottenuto la certificazione Top Employer Italia 2025, rilasciata dal Top Employers Institute, che ogni anno analizza le eccellenze aziendali nelle politiche e strategie H e nella loro attuazione per contribuire al benessere delle persone e migliorare l’ambiente e le condizioni di lavoro. Alessia D’Addario, Chief Human Resources Officer di Engineering, ha affermato: “Siamo davvero orgogliosi di aver ottenuto questa certificazione, che riconosce e premia il processo di crescita di Engineering, che oggi si conferma un’azienda fortemente human capital, dove il benessere e le competenze delle persone sono al centro delle strategie di business. Attraverso innovative politiche Hr, ogni giorno ci impegniamo nel creare un ambiente di lavoro in cui le persone siano valorizzate, ispirate, supportate e messe nelle condizioni di esprimere appieno il loro potenziale, per generare valore e risultati costanti per tutti i nostri stakeholder". Per ottenere la certificazione Top Employer Italia 2025, Engineering è stata valutata sulla base di oltre 250 domande che coprono 6 macro-aree e analizzano 20 aspetti chiave, tra cui People Strategy, Work Environment, Talent Acquisition, Learning, Diversity, Equity & Inclusion, Wellbeing. Il processo non si limita alla certificazione: il Top Employers Institute fornisce anche un’analisi approfondita delle attività aziendali, confrontandole con le best practices globali. Questo benchmarking consente alle aziende di identificare aree di miglioramento e opportunità di innovazione. Il Programma Top Employers è una testimonianza dell’impatto positivo che le aziende possono avere su milioni di persone. Nel 2025, infatti, Top Employers ha certificato in 125 Paesi di tutto il mondo più di 2,400 aziende, di cui 151 in Italia, che grazie alle loro eccellenze Hr hanno generato un impatto positivo sulla vita di oltre 13 milioni di persone.
(Adnkronos) - Aumentare la consapevolezza dei consumatori relativamente ai temi dell’alimentazione sostenibile, dell’importanza delle filiere sostenibili e circolari, della corretta informazione, della sicurezza alimentare e della lotta agli sprechi. Fare leva sul cambiamento prima individuale e poi collettivo per contribuire alla promozione di modelli di produzione e consumo socialmente, economicamente e ambientalmente sostenibili: questi gli obiettivi della seconda edizione di “Nutrizione sostenibile e lotta agli sprechi”, il progetto di Cittadinanzattiva lanciato oggi in un evento dedicato nel contesto della fiera “MARCA 2025” a Bologna e realizzato in collaborazione con il Centro di Ricerca EngageMinds HUB dell'Università Cattolica e il supporto non condizionato dell'Unione Italiana per l'Olio di Palma Sostenibile. La seconda edizione del progetto prevede, sulla falsariga dell’esperienza pilota realizzata in Puglia, una consultazione civica nazionale (alla quale è possibile partecipare da oggi attraverso l’apposito link) per definire in un report pubblico il punto di vista dei consumatori riguardo le principali criticità, difficoltà e gap informativi sul tema. A seguire, saranno predisposte attività di formazione dedicate ai referenti nazionali delle associazioni. Il terzo passo è il lancio di una campagna informativa online incentrata sulla promozione del concetto di nutrizione sostenibile, della valorizzazione delle filiere sostenibili e sul favorire il consumo responsabile e la lotta agli sprechi. “Le attività connesse al sistema alimentare dalla fornitura delle materie prime, passando per la trasformazione, l’imballaggio e la logistica, fino ad arrivare alla grande distribuzione, generano impatti consistenti e di varia natura su diversi ambiti dello sviluppo sostenibile”, dichiara Tiziana Toto, responsabile Politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva che aggiunge: “In questo contesto il consumatore può svolgere un ruolo centrale e può scegliere in maniera consapevole, se adeguatamente informato, contribuendo ad orientare il mercato verso modelli produttivi più sostenibili”. Il progetto trova radicamento nel Green Deal europeo e nelle relative strategie di attuazione, nel caso specifico la strategia “Farm to fork”, oltre che nell’Agenda 2030 dell’ONU (goal 12 - consumo e produzione responsabili). Maggiori informazioni su https://www.cittadinanzattiva.it/progetti/15841-nutrizione-sostenibile-e-lotta-agli-sprechi.html