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(Adnkronos) - In una giornata cruciale per la politica francese, con il premier François Bayrou sfiduciato dall'Assemblée Nationale, Jean-Pierre Darnis, professore di Storia all'Università Luiss e a Nizza, traccia per Adnkronos un quadro complesso che chiama in causa direttamente il presidente Emmanuel Macron. Secondo Darnis, "abbiamo un errore di forma che diventa un errore di fondo, perché Bayrou, annunciando di cuore la fiducia così su un obiettivo globale di politica, quello della riduzione del debito, senza prestarsi alla contrattazione con le varie forze politiche sulla bontà di questo obiettivo e i mezzi per raggiungerlo, ha fatto in qualche modo una specie di 'lascia o raddoppia', che assomiglia parecchio a quello compiuto da Emmanuel Macron nel 2024, quando aveva detto ‘va bene, dobbiamo chiarire e andare alle elezioni’". Per Darnis, la decisione di Bayrou "è stata presa in modo individuale, quindi con una ristrettissima cerchia di consiglieri, ma non ha dato luogo a una contrattazione politica o a degli accordi, e questo ha creato dei dissensi che poi generano un voto contrario". Il professore ricorda che "Macron ha perso la maggioranza relativa nelle elezioni del 2024, poi c’è stato un governo Barnier che ha avuto delle difficoltà, e Bayrou, che era stato scelto come mediatore, non ha mediato. Ha evocato una responsabilità che però nello stile si è rivelata estremamente controproducente". Il professore attribuisce a Macron "moltissima" responsabilità per l’attuale crisi: "Il presidente francese ha nominato lui questi primi ministri, Bayrou ha voluto essere primo ministro però aveva delle debolezze, Macron l'ha nominato, non ha contribuito neanche Macron alle necessarie aperture ad esempio con la sinistra, rimanendo anche lui molto legato alla sua concezione di politica originaria piuttosto favorevole alle imprese, alla creazione di ricchezza e che quindi toglieva fondi alla ridistribuzione. Ma questo modello non sta funzionando: l'introito fiscale si è abbassato e la spesa si è alzata, il deficit pubblico è esploso e Macron è stato punito alle urne nel 2024. Ha proseguito a difendere la sua politica, mentre certamente tutti dicono che perlomeno ci vorrebbe una specie di forma di compromesso con i Socialisti, ma questo finora non è avvenuto". Guardando ai prossimi giorni, Darnis prevede che "si va probabilmente verso un tentativo di un nuovo governo, anche veloce, perché abbiamo uno spirale di agitazione sociale col movimento ‘Blocchiamo Tutto’ che ha indetto una protesta per dopodomani e uno sciopero generale per la prossima settimana. La soluzione ideale per Macron sarebbe un rimpasto rapido, ma se questa figura non sarà in grado di avere perlomeno una contrattazione con i Socialisti sulla legge di bilancio, allora lì abbiamo un ulteriore segnale di debolezza per Macron". Quanto alle elezioni anticipate, Darnis è netto: "Tutti sanno che delle elezioni allo stato attuale farebbero veramente un favore elettorale al Rassemblement National, che sull'onda di protesta sarebbe posizionato molto meglio adesso rispetto a prima. Per questo motivo, la maggior parte delle forze politiche cercherà di evitarle". Secondo Darnis, i due scenari più probabili sono "un governo di centro-destra con un appoggio esterno dei socialisti, oppure un governo di centro-centrosinistra con la contrattazione con i Repubblicani che resterebbero fuori ma potrebbero negoziare. Entrambe le soluzioni hanno controindicazioni". Darnis avverte infine che "la pressione politica dell’Assemblée Nationale e quella della piazza spingono a trovare una soluzione, perché altrimenti si va verso un rischio di crisi di regime che potrebbe portare sempre più moderati a chiedere le dimissioni di Macron".
(Adnkronos) - Un podcast che trasforma l'arte di organizzarsi in un'avventura cinematografica. E' 'Organizzazione da Oscar' condotto da Sarah Benedetti professional organizer. "Organizzazione da Oscar - racconta all'Adnkronos/Labitalia - nasce dall’unione di due mondi che da sempre fanno parte della mia vita: l’organizzazione personale e il cinema. Da professional organizer aiuto le persone a semplificare e ritrovare equilibrio, e ho sempre pensato che il cinema fosse un linguaggio universale capace di parlare al cuore e alla mente. Un giorno mi sono detta: perché non raccontare i principi dell’organizzazione attraverso le storie e i personaggi che tutti conosciamo? Così è nato il podcast: breve, diretto e con un tocco di magia cinematografica". "Ci sono centinaia di podcast in circolazione - spiega - ma questo è l'unico che parla di organizzazione legata al cinema. Ho pensato a questa accoppiata perché il cinema è un grande specchio della vita. Nei film troviamo conflitti, soluzioni, strategie, errori e successi: in una parola, organizzazione. Portare esempi cinematografici aiuta a rendere concreti e immediati concetti che altrimenti sembrerebbero teorici o lontani. E poi, ammettiamolo: chi non ama un buon film? Volevo che l’organizzazione non fosse percepita come rigida o noiosa, ma come qualcosa di creativo, accessibile e persino divertente". Nelle varie stagioni Sarah Benedetti è sempre riuscita ad essere coerente alla promessa 'mai più di 5 minuti': "Viviamo tutti giornate piene, spesso caotiche, e non volevo che il podcast diventasse un altro impegno lungo da incastrare. Cinque minuti sono sufficienti per lanciare uno spunto utile, ispirare una riflessione o suggerire una strategia concreta. È come un caffè con un amico: breve, ma capace di darti la carica giusta per la giornata". "Dietro Organizzazione da Oscar - fa notare - ci sono sicuramente le tue passioni per cinema e organizzazione. C’è tanta ricerca e tanta voglia di rendere semplice ciò che sembra complicato. C’è l’ascolto delle persone con cui lavoro ogni giorno, che mi portano le loro difficoltà e mi ispirano nuove puntate. C’è anche la mia curiosità: mi piace trovare collegamenti insoliti, leggere tra le righe delle storie e scoprire come possono aiutarci nella vita quotidiana. In fondo, dietro ogni episodio c’è il desiderio di dare un piccolo strumento concreto a chi ascolta". "L'obiettivo - continua - era dimostrare che l’organizzazione non è una gabbia, ma un mezzo per vivere meglio, e dai feedback ricevuti posso dire di aver trasmesso questo messaggio. Il bilancio è molto positivo: ho scoperto che le persone non solo ascoltano il podcast, ma si riconoscono nei personaggi e nelle storie, e iniziano a riflettere su come applicare quei principi nella loro vita. Per il futuro voglio continuare a sperimentare, raccontare nuovi film e nuove prospettive, e magari aprire sempre di più al dialogo con la community degli ascoltatori".
(Adnkronos) - Luglio 2025 è stato il terzo luglio più caldo a livello globale, con una temperatura media di 16,68 °C, 0,45 °C in più rispetto alla media di luglio del periodo 1991-2020. Inoltre, è stato più freddo di 0,27 °C rispetto al record di luglio 2023 e di 0,23 °C nel confronto con luglio 2024, il secondo più caldo. Lo rende noto il Copernicus Climate Change Service (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con finanziamenti dell'Ue. Guardando, poi, alla media stimata del periodo 1850-1900, luglio 2025 è stato di 1,25 °C più caldo, diventando quindi il quarto mese degli ultimi 25 con una temperatura globale inferiore a 1,5 °C rispetto al livello preindustriale. Il periodo di 12 mesi da agosto 2024 a luglio 2025 è stato di 0,65 °C superiore alla media del periodo 1991-2020 e di 1,53 °C superiore al livello preindustriale. Secondo Carlo Buontempo, direttore del C3S, "due anni dopo il luglio più caldo mai registrato, la recente serie di record di temperatura globale è terminata, almeno per ora. Ma questo non significa che il cambiamento climatico si sia arrestato. Abbiamo continuato ad assistere agli effetti del riscaldamento globale in eventi quali il caldo estremo e le inondazioni catastrofiche di luglio. Se non stabilizziamo rapidamente le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera, dovremo aspettarci non solo nuovi record di temperatura, ma anche un aggravamento di questi impatti, e dobbiamo prepararci a questo". La temperatura media sul territorio europeo a luglio 2025 è stata di 21,12 °C, 1,30 °C in più rispetto alla media di luglio del periodo 1991-2020, rendendo il mese scorso il quarto luglio più caldo mai registrato nel Continente.