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(Adnkronos) - Un uomo è stato trovato morto all'interno di un camper a Firenze. Quando sono arrivati sul posto i vigili del fuoco, intorno alle 18,25, è subito emersa la presenza di monossido causato dalla stufa a gas del camper. Il mezzo si trovava all'interno del parcheggio di fronte al pronto soccorso dell'ospedale di Careggi, in viale Pieraccini. I soccorritori hanno aperto le porte e fatto ingresso all’interno del veicolo trovando insieme all'uomo anche una donna che si è salvata ed è stata subito trasportata al pronto soccorso. Per l'uomo invece non c'è stato nulla da fare: il medico non ha potuto far altro che costatarne il decesso. Sul posto anche la Polizia di Stato.
(Adnkronos) - La filiera estesa del Prosciutto di San Daniele è stata al centro di un importante confronto tra produttori e distributori, promosso dal Consorzio del Prosciutto di San Daniele con il supporto di The European House - Ambrosetti (Teha). L’evento, ospitato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano, ha rappresentato un momento di riflessione strategica sulle sfide e le opportunità del comparto agroalimentare italiano. Nel contesto attuale, caratterizzato da un elevato grado di incertezza economica e geopolitica, il settore agroalimentare italiano continua a rappresentare un asset strategico per il Paese. Il Prosciutto di San Daniele, con un valore della produzione di oltre 320 milioni di euro e 2,5 milioni di cosce prodotte annue, si conferma una delle eccellenze del Made in Italy, generando un impatto economico significativo. Ogni euro di fatturato generato dal Prosciutto di San Daniele attiva 2,2 euro aggiuntivi nell’economia nazionale, contribuendo a un giro d’affari complessivo di oltre 1,1 miliardi di euro. Lo studio strategico realizzato da Teha ha evidenziato il ruolo chiave della filiera agroalimentare italiana, che nel 2024 ha sfiorato i 70 miliardi di euro di export, confermando il Paese tra i principali attori del settore a livello globale. Il comparto della carne e dei salumi ha generato un valore aggiunto superiore agli 8 miliardi di euro, rappresentando l'11% del totale agrifood nazionale. Il Prosciutto di San Daniele, settimo prodotto certificato italiano per valore della produzione, ha registrato una crescita significativa, con effetti moltiplicativi rilevanti per i territori coinvolti. Il mercato della Dop San Daniele ha registrato, nel 2024, un aumento del 6,4% del volume venduto e una crescita sul valore dell’8,2%. L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti del Consorzio, della ristorazione organizzata e della distribuzione, con l’obiettivo di rafforzare il dialogo e individuare strategie comuni per valorizzare il prodotto, migliorare il servizio distributivo e garantire la qualità per i consumatori. Nicola Martelli, presidente del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, ha introdotto il comparto illustrando che è composto da 31 produttori ben rappresentati da piccole aziende familiari e da grandi gruppi nazionali; un consorzio che rappresenta un grande distretto economico con un fatturato di oltre 350 milioni di euro di valore alla produzione. "Recentemente abbiamo potenziato e ripreso il dialogo con la grande distribuzione organizzata, partner strategico in grado di valorizzare e comunicare il San Daniele Dop. Un dialogo costruttivo tra gli attori della filiera estesa, quindi coinvolgendo distributori e ristoratori, è necessario per potenziare la presenza del prodotto", ha dichiarato. "Il Consorzio - ha proseguito Martelli - ha fortemente voluto questo incontro per promuovere un momento di riflessione nei confronti del mercato e del consumatore finale, e per sviluppare un dialogo sulle sfide che attendono il comparto alimentare in generale, oltre al Prosciutto di San Daniele. Per questi motivi vorremmo impostare il nostro rapporto con la distribuzione in una dimensione nuova, ovvero un sistema di relazioni biunivoco per uno scambio di prospettive, necessità e problematiche per poter dare risposte precise al mercato e per tutelare la qualità dei prodotti per i consumatori". "L’obiettivo primario del Consorzio - ha concluso il presidente Martelli - è preservare il prodotto, valorizzarlo e continuare a lavorare per migliorarne la qualità. In questa direzione si inserisce anche un nuovo progetto di segmentazione che definisce tre categorie di classificazione del Prosciutto di San Daniele Dop e regolamenta le stagionature più estese. Non si tratta di un’azione promozionale bensì di una regolamentazione che parte proprio dalle caratteristiche della materia prima". Tra i principali temi affrontati, il contesto macroeconomico e le sue ripercussioni sul settore, l’evoluzione dei consumi e il ruolo strategico della distribuzione nel promuovere i prodotti a indicazione geografica. L’intervento di The European House - Ambrosetti ha messo in evidenza le prospettive future e l’importanza di una visione di medio-lungo termine per affrontare le sfide del comparto. Il Consorzio del Prosciutto di San Daniele ha delineato le principali azioni strategiche per il futuro, con un focus sulla segmentazione del prodotto Dop per regolamentare le lunghe stagionature, il rafforzamento delle relazioni con la Distribuzione Moderna e la definizione di un sistema di quotazioni più stabile per contrastare la volatilità del mercato. Inoltre, il Consorzio ha avviato un Osservatorio periodico sui costi di produzione per monitorare le dinamiche del settore e garantire una maggiore tutela della filiera. Il Prosciutto di San Daniele rappresenta un’eccellenza italiana che unisce tradizione, qualità e valore economico. La collaborazione tra produttori e distributori è fondamentale per garantire una crescita strategica e consolidare il posizionamento del prodotto sui mercati nazionali e internazionali. L’evento ha ribadito l’importanza di un approccio collaborativo per tutelare e valorizzare il Prosciutto di San Daniele, garantendo al contempo un’efficiente distribuzione, un elevato standard qualitativo e un servizio sempre più attento alle esigenze del consumatore finale. Il giornalista Ferruccio De Bortoli ha offerto una riflessione sul contesto geopolitico attuale: "La situazione geopolitica attuale è di una complessità assoluta, in questi giorni abbiamo assistito a tanti annunci, bisognerà ora vedere se questi si tradurranno in atti concreti. È necessario abituarsi a un contesto internazionale nel quale ‘si battono i pugni sul tavolo’ ben diverso dalle modalità precedenti ma sempre preferibile rispetto all’univoco uso delle armi degli ultimi tempi. Dobbiamo tener conto di una situazione in cui il contesto è cambiato così rapidamente che non possiamo che agire a livello europeo, anche per far pesare le nostre ragioni con le potenze mondiali. Le democrazie sono in declino, è finito l'ordine liberale del secondo dopoguerra al quale eravamo abituati e che ci ha consentito di stare nella parte occidentale. Ora abbiamo davanti una grande sfida di riproporre ai nostri cittadini un senso più compiuto della memoria storica, che hanno perso purtroppo, e sono disposti a barattare diritti e libertà con protezioni economiche di un certo tipo. Per alcuni la democrazia non è più una risposta valida a tanti interrogativi che emergono, un tema di fondo del quale dovremmo occuparci". Lorenzo Pregliasco, founding partner di Quorum e Youtrend, ha analizzato il fenomeno della frammentazione sociale e culturale: "La frammentazione investe molti aspetti della vita, l'abitudine a fruire in modalità ‘on demand’ di ogni contenuto culturale e informativo è in qualche modo effetto, ma anche motore di una trasformazione che ci porta a considerarci utenti in grado di scegliere direttamente il contenuto che interessa e di rifiutare le scalette imposte dall'alto, anche in politica. La speranza è l’emozione più diffusa, sentimento più aperto e incerto rispetto alla fiducia che rimane in posizioni ben più basse della speranza, dopo i sentimenti più negativi". Pregliasco ha evidenziato inoltre una percezione diffusa di insoddisfazione nel Paese: "La percezione diffusa nel nostro Paese, da oltre dieci anni, è che le cose non stiano andando nel verso giusto. In questo scenario anche le incertezze interne rilevano paure e preoccupazioni su questioni economiche e sociali, come disoccupazione, sanità, povertà. Il percepito sullo stato dell’economia italiana è negativo, anche per il timore dell’aumento dei prezzi. I beni alimentari hanno registrato considerevoli aumenti nel corso dell’ultimo triennio: nel mese di gennaio 2025 l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 32% rispetto allo stesso periodo di dieci anni prima. L'acquisto di prodotti alimentari italiani e di qualità può rappresentare un porto sicuro, un rimedio, un'abitudine rassicurante e confortante. Il 54% degli italiani presta più attenzione alla qualità che al prezzo; quasi due terzi degli intervistati, dovendo scegliere tra qualità e prezzo preferiscono acquistare un prodotto alimentare italiano anche a costo di spendere di più". Armando Garosci, direttore di Largo Consumo, ha osservato come il mondo del commercio alimentare moderno sta interpretando questi fenomeni e queste situazioni: "Quando la politica fallisce nel rappresentare i soggetti e manca il senso di responsabilità subentra la burocrazia. La fotografia attuale evidenzia che il format supermercato e il discount cresce, il formato distributivo più in crisi oggi è l'ipermercato, mentre il libero servizio è in regressione. Il contesto richiederebbe maggiori attività in libero servizio ma attualmente i minimarket sono supermercati in miniatura; in Italia non è stato ancora perfezionato un modello definitivo per questo segmento. I retail più vivaci si trovano nel meridione e una società frammentata produce un retail frammentato, considerando che il negozio è uno specchio della società". Benedetta Brioschi, partner e responsabile Food&Retail di The European House - Ambrosetti, ha messo in evidenza che "la filiera agroalimentare italiana si conferma un asset strategico per il Paese". Secondo i dati presentati, ha proseguito, "per ogni euro di fatturato generato dal Prosciutto di San Daniele, se ne attivano 2,2 aggiuntivi nell'intera economia; inoltre, solo il 4,4% del valore dei consumi di carne e salumi remunera gli azionisti dell'intera filiera". Per affrontare il futuro, Brioschi ha insistito sulla necessità di "una visione di medio-lungo termine, che delinei con chiarezza e in modo oggettivo lo stato dell'arte e i principali fattori di cambiamento che interesseranno la filiera". Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, ha evidenziato il ruolo centrale della distribuzione moderna: "La distribuzione moderna in particolare è il principale veicolo, tra l'80 e il 90% dei prodotti alimentari entrano nelle famiglie transitando nei punti vendita della distribuzione moderna". La sua missione, secondo Buttarelli, è "portare al maggior numero di persone l'accesso ai prodotti di qualità". Eleonora Graffione, presidente dell'associazione Donne del Retail, ha posto l'accento sulla necessità di migliorare la professionalità nel settore della distribuzione: "Avere dei distributori competenti, che non siano focalizzati solo sul prezzo, ma sul valore che viene creato attraverso il percorso di un consorzio o di un produttore, si ripercuote sicuramente in un risultato positivo. È essenziale investire nella formazione del personale e nella valorizzazione dei prodotti di filiera per alzare la qualità degli stessi e del servizio. La competenza nel prodotto, la sostenibilità e la gestione accurata della distribuzione sono aspetti chiave per il futuro del settore".
(Adnkronos) - Nuova luce sull’evoluzione delle iguane terrestri delle Galápagos, con dettagli inediti sui tempi e i meccanismi della loro diversificazione. E' quanto rivela uno studio pubblicato nell’ultimo numero di Molecular Phylogenetics and Evolution. Analizzando il Dna degli esemplari attualmente viventi nelle isole ecuadoriane, gli studiosi guidati Gabriele Gentile, ordinario di Zoologia del dipartimento di Biologia dell’università di Roma Tor Vergata e 'papà' dell’iguana rosa scoperta nei primi anni 2000, hanno ricostruito tempi e modi della loro evoluzione, partendo da un antenato comune proveniente dal continente americano. Lo studio - spiega l'ateneo in una nota - condotto dal Consorzio internazionale per i Genomi dei rettili Iguanidi, che vede il coinvolgimento di ricercatori e ricercatrici dell'Ateneo e di altri istituti di ricerca nel mondo, conferma che l’antenato di questo gruppo di rettili ha colonizzato l’arcipelago circa 10 milioni di anni fa, quando le isole attuali non erano ancora emerse. Le terre allora presenti, ormai sprofondate nell’oceano, hanno rappresentato il punto di partenza per un lungo processo evolutivo. I periodi glaciali delle ultime centinaia di migliaia di anni dell’emisfero settentrionale hanno sottratto acqua agli oceani, abbassandone il livello, e hanno permesso la temporanea connessione di alcune delle isole Galápagos. Questo ha consentito la loro colonizzazione e il successivo differenziamento delle varie specie di iguana dell’arcipelago. “La ricerca ha chiarito che l'iguana rosa delle Galápagos (Conolophus marthae) si è originata dopo la colonizzazione dell'isola di Isabela, avvenuta circa 500mila anni fa, molto più recentemente di quanto si ipotizzasse in passato”, spiega Gabriele Gentile, coordinatore del Consorzio internazionale e senior author dello studio. Varie le ipotesi della colonizzazione delle Galápagos da parte degli organismi che le popolano. Una prima teoria considera il movimento occasionale dal Sud America di zattere di vegetazione, strappate dalle rive dalle piene dei fiumi andini che si affacciavano sulla costa del Pacifico. Queste 'isole di vegetazione', una volta catturate da quella che Darwin definiva la 'Grande Corrente Equatoriale', che in circa 5 settimane permette a un relitto costiero di raggiungere le isole Galápagos, potrebbero aver portato dei nuovi colonizzatori. Tra questi, i rettili sono senz’altro i migliori candidati, visto che possono resistere e sopportare il periodo di un tale viaggio nelle acque oceaniche. Una seconda teoria prevede che dal Centro America, gli animali abbiano lentamente migrato fino alle Galápagos grazie alla presenza di isole vulcaniche, ora in gran parte scomparse e a correnti oceaniche favorevoli, diverse da quelle di oggi. “L'analisi demografica ha evidenziato tendenze opposte nelle popolazioni di iguane rosa e gialle (Conolophus subcristatus) che convivono sul vulcano Wolf, il più alto dell’isola di Isabela, suggerendo una possibile interazione competitiva tra le due specie”, aggiunge Cecilia Paradiso, prima autrice della ricerca, insieme a Paolo Gratton. “I progressi della genomica consentono ora di ottenere informazioni molto più precise dai dati genetici rispetto al passato”, sottolinea Gratton. Lo studio del patrimonio genetico delle varie specie di iguane delle Galápagos è stato effettuato tramite la tecnica detta RadSeq che ha permesso di studiare grandi porzioni del genoma in un alto numero di individui e ha fornito informazioni sull’origine e sugli spostamenti avvenuti nel passato. Un altro aspetto dello studio ha interessato l'iguana terrestre di Santa Fe (Conolophus pallidus), la cui differenziazione è stata determinata dall’isolamento geografico a causa dell’innalzamento del livello dell’oceano, avvenuto alla fine dell’ultima glaciazione, che ha separato le popolazioni ancestrali favorendo la speciazione. Lo studio ha ulteriormente evidenziato come le popolazioni di iguane siano state storicamente caratterizzate da ridotte dimensioni, un fattore che potrebbe aver influenzato la loro diversità genetica e resilienza nel tempo. "Questi risultati offrono nuove prospettive per la conservazione delle specie endemiche dell'arcipelago, sottolineando la necessità di strategie mirate per la tutela di questa biodiversità unica", rimarca l'ateneo.