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(Adnkronos) - Il 12 marzo del 2013 - dopo le dimissioni a sorpresa di Papa Benedetto XVI - le porte della Cappella Sistina si chiudono per il Conclave che eleggerà il nuovo pontefice. I fedeli che gremiscono piazza San Pietro e i media collegati in diretta da tutto il mondo non dovranno attendere molto per l'esito: il giorno seguente, dopo appena cinque scrutini, la fumata bianca anticipa ciò che sarà proclamato solennemente dalla Loggia delle Benedizioni della basilica vaticana: "Habemus Papam!". E' l'argentino, di origini piemontesi, Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, "preso quasi alla fine del mondo", come sottolinea lui stesso nel primo discorso alla folla dei credenti e dei turisti curiosi, dopo l'annuncio del nome scelto per il pontificato: Francesco. E anche questa è decisione senza precedenti, se vogliamo 'rivoluzionaria', che entra nella Storia della Chiesa. "Fratelli e sorelle, buona sera!", sono le sue prime parole da pontefice, anch'esse inusuali, come il duplice augurio di "buona notte e buon riposo!" con il quale si congeda dai fedeli, assicurando loro: "Ci vediamo presto"; e i domenicali "buon pranzo e arrivederci!". Francesco, già dal suo primo discorso, introduce due elementi non coreografici ma sostanziali per quello che sarà il suo ministero spirituale: si definisce anzitutto come 'vescovo di Roma' senza auto-attribuirsi il titolo di 'Papa'. E prima di dare la benedizione alla folla dei credenti, chiede al popolo cristiano di pregare per lui e lo chiede "per favore", altro termine che risulterà ricorrente nel suo pontificato. Un pontificato, quello del 'gesuita-francescano' Bergoglio, che viene subito incorniciato da una foto che anch'essa può definirsi 'storica' senza temere di abusare del termine: quella dell'abbraccio tra Papa Francesco e il pontefice emerito Benedetto XVI, all'eliporto di Castel Gandolfo, seguita dall'immagine - che farà il giro del mondo - dei due Papi inginocchiati l'uno accanto all'altro e raccolti in preghiera davanti all'altare e al crocifisso. Una 'coabitazione' virtuale - "il Papa è uno solo e oggi si chiama Francesco", ha tenuto a specificare Benedetto - sicuramente inedita. Un atteso appuntamento quotidiano si rivelerà invece quello della messa e dell'omelia di ogni mattina alle 7 in Santa Marta, la domus all'interno della Città del Vaticano dove Jorge Mario Bergoglio decide di abitare, rifiutando le stanze del Palazzo Apostolico, considerato "un imbuto" che gli impedirebbe di vivere a contatto con la gente. Gente che sempre più numerosa affolla la piazza San Pietro in occasione delle udienze generali del mercoledì mattina e della recita dell'Angelus al mezzogiorno della domenica. Piazza che calcherà completamente vuota, quasi come un pianeta disabitato, con passo incerto e affaticato incorniciato dal colonnato, sotto la pioggia, nella drammatica serata in cui, con un crocifisso 'miracoloso' alle spalle, chiederà l'aiuto di Dio per fermare l'epidemia mondiale da coronavirus, che miete vittime e chiude le persone nelle loro case. Proprio attraverso le parole espresse nelle omelie del mattino in Santa Marta o nell'udienza in piazza San Pietro, i cattolici e anche i fedeli di altre religioni e i non credenti - con i quali instaura un dialogo franco e aperto - mostrano di apprezzare i toni semplici e misericordiosi di Francesco, l'invito ad essere cristiani 'di sostanza' e non solo 'di apparenza', l'esortazione a "non stancarsi mai di chiedere perdono al Signore, perché Lui non si stanca mai di perdonarci, Lui perdona sempre". Da qui, l'indizione di un Giubileo straordinario della Misericordia. Molto forte anche l'intervento sulla politica sociale ed economica, con le accuse più volte ripetute nei confronti di "una economia che uccide e un mercato che è una tirannia invisibile, in cui prevale la legge del più forte e dove regnano la speculazione, la corruzione e l'evasione fiscale" e in difesa dell'ambiente e del creato, con l'enciclica 'Laudato Si'; e della comune fratellanza e uguaglianza al di là di ogni differenza, con l'enciclica, 'Fratelli Tutti'. Posizioni che gli costano persino l'epiteto di 'marxista' rivoltogli dagli ambienti ultraconservatori Usa e ovviamente respinte al mittente, con la sottolineatura che "questo non è comunismo, questo è il Vangelo". Altre scelte e altri segni, compiuti fin da subito da Bergoglio, hanno il potere mediatico di identificare il suo pontificato alla guida di "una Chiesa povera, per i poveri", di "una Chiesa in uscita", verso le "periferie" sociali ed esistenziali. A cominciare dal suo stesso abbigliamento, con la talare bianca indossata sopra i pantaloni, neri come le scarpe non più di colore rosso. E poi, la croce sul petto, non d'oro ma semplicemente d'argento dorato. Infine la 'papalina', il copricapo portato sempre al posto della tiara o della mitria e tante volte 'scambiata' con un sorriso con i bambini durante il 'giro' in papamobile che precede le udienze in piazza. Non si priverà di usare anche parole ed espressioni talora ripescate da proverbi, modi di dire gergali e saggezze popolari. Ma alle quali il Papa farà seguire i fatti, soprattutto per curare le 'piaghe' di scandali morali, sessuali e finanziari, che non hanno risparmiato la Chiesa degli ultimi tempi, fin dentro le mura leonine del Vaticano. Ma al di là di tutto, se non una vera e propria 'rivoluzione', sicuramente il pontificato di Jorge Mario Bergoglio sarà ricordato come un ciclone, naturalmente benefico, che si è abbattuto sulla Chiesa: il 'ciclone' Francesco.
(Adnkronos) - Tre giorni per sbloccare il potenziale innovativo dell'Italia per lo sviluppo sostenibile. In due parole: Impatta Disrupt. Il festival italiano dell’innovability, organizzato da Earth Day Italia e dal Think Thank Impatta in collaborazione con Harmonic Innovation Group, ha animato la Casa del Cinema di Roma, con tanti ospiti istituzionali, del mondo della politica, della finanza, delle imprese, della ricerca. Tutti insieme per un confronto costruttivo, su quanto si sta facendo, ma soprattutto su quanto ancora c’è da fare per traguardare il Paese nella transizione ecologica e digitale e valorizzare la capacità di creare ed innovare che da sempre contraddistinguono l’Italia a livello globale. Obiettivo promuovere un think thank permanente per ripensare il futuro del Paese, in un ragionamento che metta al centro l’interesse delle giovani generazioni. Significativa in questo senso la presenza in sala di molti studenti e associazioni giovanili, anche in collaborazione con l’università degli Studi di Roma "La Sapienza". Soddisfatto il presidente di Earth Day Italia e del Think Tank Impatta Pierluigi Sassi, che ogni anno organizza nel nostro Paese le celebrazioni della Giornata Mondiale della Terra (22 aprile) e della Giornata mondiale della creatività e dell’innovazione, non a caso istituita dalle Nazioni Unite alla vigilia dell’Earth Day: “Impatta Disrupt è stato un festival entusiasmante. Abbiamo potuto offrire una riflessione attenta ed autorevole sull’innovazione della quale il nostro paese é capace. Ma abbiamo anche potuto trasferire tutto questo ai giovani che hanno partecipato attivamente all’evento. Il potenziale che l’Italia ha di dare vita ad un Rinascimento Verde merita tutta la nostra attenzione e il Think Tank Impatta continuerà a lavorare perché questa nostra ricchezza venga valorizzata appieno”. Il ricchissimo programma del festival è stato articolato in tre giornate che hanno, affrontando sei tematiche chiave per lo sviluppo sostenibile: tecnologia, ambiente, sanità, agroalimentare, finanza e territori. Tante le personalità che si sono alternate sul palco tra cui i ministri Gilberto Pichetto Fratin – Ambiente e sicurezza energetica – Francesco Lollobrigida – Agricoltura, sovranità alimentare e foreste – dei sindaci Roberto Gualtieri - Roma Capitale – e Gaetano Manfredi – Napoli – accompagnati da quella del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. Rilevante la partecipazione di figure di spicco delle più importanti istituzioni finanziarie tra le quali: Gelsomina Vigliotti, vicepresidente Banca europea per gli investimenti; Lucia Albano, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Economia e delle Finanze; Ferruccio Ferranti, presidente Mediocredito Centrale; Gabriele Fava e Valeria Vittimberga, rispettivamente presidente e direttore generale Inps; Andrea Montanino, chief economist e direttore strategie settoriali e impatto di Cdp; Stefano Scalera, amministratore delegato Invimit SGR. Importante inoltre la rappresentanza di organismi internazionali come la Fao – con il vice direttore generale Maurizio Martina – e l’Unione per il Mediterraneo – con Grammenos Mastrojeni. Presenti esponenti del mondo della società civile delle amministrazioni locali, e delle imprese. Tra gli ospiti Francesco Nazzaro, capo di gabinetto Città Metropolitana di Roma Capitale, Pierpaola D’Alessandro, vice direttore generale vicario di Roma Capitale; Giulia Tempesta, presidente commissione Bilancio Assemblea Capitolina; Rosanna Capone, capo dipartimento Ambiente di Città Metropolitana Roma Capitale; Tullio del Sette, commissario Aci; Veronica Nicotra, segretario generale Anci; Enrico Giovannini, direttore scientifico AsviS; Tiziano Treu, ordinario di Diritto del Lavoro, già ministro del Lavoro e dei Trasporti e presidente Cnel; Mario Nobile; direttore generale Agid; Barbara Marinali, presidente Gruppo Acea; Mario Cerulli di Sigeo; Sara Cozzone dell’Environmental defense fund; Pietro Grandinetti, direttore tecnico, Gruppo Ferraro; Renato Brunetti, amministratore delegato Unidata; Simone Barison, founder CyberSA. In un dialogo costruttivo con il mondo della politica e dell’economia, fondamentale è stato il contributo della scienza cui il Festival ha dato voce grazie ai rappresentanti di alcune tra le più importanti realtà scientifiche del Paese tra cui: Rocco Bellantone, presidente Istituto Superiore di Sanità; Stefano Laporta e Maria Siclari, presidente e direttore generale Ispra; Chiara Zaganelli, direttore generale Crea; Fabrizio Vecchi, direttore generale Cira; Alessandro Coletta, Giorgio Licciardi e Silvia Mari dell’Agenzia Spaziale Italiana. Sono partner dell'evento: ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Regione Lazio, Città metropolitana di Roma Capitale, Inps, Aci, Gruppo New Changer, Gruppo Ferraro, Cira-Centro italiano ricerche aerospaziali, Asi-Agenzia spaziale italiana, Environmental Defense Fund Europe, Acquaponic Design, CyberSA, Fondo Pensione Fon.Te, Anfima, Consorzio Ricrea, Generali e la sua rete Cattolica, Ceo4Life.
(Adnkronos) - Il Gruppo Davines, azienda attiva nel settore della cosmetica professionale, B Corp dal 2016, rinnova il suo impegno per incentivare le pratiche agroecologiche e lancia, in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, la seconda edizione del 'The Good Farmer Award'. L’iniziativa è la prima in Italia che premia gli agricoltori che abbiano avviato progetti ispirati ai principi fondamentali dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. Anche quest’anno il Premio è dedicato ai giovani agricoltori under 35 che potranno candidare il proprio progetto dal 3 aprile al 16 giugno 2025 sul sito https://davinesgroup.com/il-nostro-impatto/percorsi/the-good-farmer-award. L’obiettivo è di contribuire alla diffusione di una nuova cultura di produzione agricola, che sostenga la transizione ecologica delle filiere agroalimentari. La Giuria del Premio selezionerà i due progetti più innovativi e avanzati e i due vincitori riceveranno dal Gruppo Davines 10.000 euro ciascuno per l’acquisto del materiale e per interventi finalizzati a migliorare e sviluppare le pratiche agroecologiche già avviate. La cerimonia di premiazione si terrà tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre 2025 al Davines Group Village di Parma. Requisiti necessari per accedere al bando sono l’avere una certificazione biologica in corso di validità e applicare i principi dell’agricoltura biologica rigenerativa e dell’agroecologia. In particolare i giovani agricoltori coinvolti e le loro aziende agricole dovranno dimostrare di utilizzare almeno tre tra le strategie e le pratiche di agricoltura biologica rigenerativa e agroecologia identificate dal bando, tra cui la rotazione colturale, il minimo disturbo del suolo, l’utilizzo di fertilizzanti organici, la coltivazione di alberi associata a campi seminativi o a pascoli, l’uso di colture di copertura come le leguminose e la pacciamatura del terreno (ossia la copertura del terreno con materiale organico come paglia o foglie). Per la sua seconda edizione il Premio si arricchisce con un’importante novità: potranno candidare i loro progetti anche le aziende agricole-zootecniche attente al benessere animale, che utilizzano sistemi di allevamento estensivi e che adottano pratiche zootecniche rivolte al miglioramento degli agroecosistemi, attraverso per esempio l’utilizzo del letame per la concimazione e il riciclo di nutrienti vegetali come mangime. La scelta di coinvolgere anche le aziende agricole-zootecniche è coerente con le finalità del Premio, rivolto a supportare e incentivare la creazione di sistemi agricoli sinergici, che imitano i processi naturali e traggono vantaggio dalle interazioni benefiche che si verificano naturalmente in campo. La Giuria del Premio La Commissione che valuterà e selezionerà i progetti è composta da otto membri, fra professori universitari ed esperti in temi di agricoltura, agroecologia e sostenibilità, integrata quest’anno con due esperti di zootecnia. Quest’anno il premio 'The Good Farmer Award' ha anche un’edizione americana: la filiale del Gruppo Davines in Nord America, insieme al Rodale Institute, ha da poco chiuso le candidature per gli agricoltori e gli allevatori che abbiano avviato un'attività negli Stati Uniti da meno di dieci anni e che utilizzano pratiche di agricoltura biologica rigenerativa. Il 22 aprile 2025, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, verrà nominato il vincitore del 'The Good Farmer Award' US che riceverà un premio di 10.000 dollari da Davines Nord America da investire in attrezzature o iniziative che migliorino le pratiche agro-ecologiche della sua impresa agricola. Il farmer premiato avrà anche la possibilità di visitare l'European Regenerative Organic Center (Eroc) che il Gruppo Davines ha realizzato a Parma insieme al Rodale Institute. Il secondo e terzo classificato dell’edizione americana del Premio vinceranno un corso di formazione del Rodale Institute Education Resources sulle migliori pratiche di agricoltura biologica rigenerativa.