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(Adnkronos) - La deputata repubblicana di New York, Claudia Tenney, ha presentato una legge per rendere il compleanno del presidente Donald Trump, il 14 giugno, giorno di festa federale. Lo riporta Newsweek. Tenney ha presentato la sua proposta di legge lo scorso 14 febbraio, con l'obiettivo di emendare il Titolo 5 del Codice degli Stati Uniti affinché il 14 giugno - che è anche National Flag Day - diventi a tutti gli effetti una festività pubblica. In un comunicato stampa, Tenney ha affermato che “nessun presidente moderno è stato più determinante per il nostro Paese” di Trump, descrivendo il suo impatto come “innegabile”. Lo ha elogiato come “il Presidente più importante della storia americana moderna”, riconoscendo la sua leadership in una fase di importanti sfide internazionali e interne. Tenney ha fatto riferimento ad altre festività federali già esistenti, affermando: “Così come il compleanno di George Washington è codificato come festività federale, questa proposta di legge aggiungerà il compleanno di Trump a questa lista, riconoscendolo come il fondatore dell'età dell'oro dell'America”. “Dalla mediazione degli storici accordi di Abramo alla promozione del più grande pacchetto di sgravi fiscali della storia americana, l'impatto di Trump sulla nazione è innegabile - ha proseguito - Inoltre, mentre la nostra nazione si prepara a celebrare il suo 250° anniversario, dovremmo creare una nuova festività federale che onori la bandiera americana e tutto ciò che essa rappresenta”.
(Adnkronos) - Engineering, azienda leader nei processi di digitalizzazione per imprese e pubblica amministrazione, ha ottenuto il miglioramento del suo rating Cdp climate change passando dallo score C a B, attestandosi quindi al livello management delle aziende che affrontano gli impatti ambientali della loro attività e ne garantiscono una buona gestione. Engineering, che ha raggiunto e superato il target B- previsto per il 2024 nel suo Piano di sostenibilità, è tra le aziende a livello globale che hanno rendicontato il proprio impegno in termini di governance, impatti, rischi e opportunità legati al cambiamento climatico. I principali punti di forza che hanno portato al miglioramento dello score sono relativi all’ottima impostazione del Piano di Decarbonizzazione e dei suoi target validati dalla Science based targets initiative (Sbti), e alla verifica, da parte di un ente terzo indipendente, delle informazioni presentate. Inoltre, Cdp ha riconosciuto un importante rafforzamento della governance delle tematiche ambientali. Maximo Ibarra, ceo Engineering, dichiara: “Il miglioramento dello score Cdp è il risultato di un impegno costante avviato dal gruppo nello sviluppo delle strategie di decarbonizzazione attraverso l’applicazione delle tecnologie e del digitale non solo per efficientare i processi interni, ma anche per consolidare le partnership con clienti e stakeholder. Aver raggiunto il livello management nel Cdp climate change è motivo di soddisfazione e rappresenta uno stimolo a continuare in un percorso in cui AI e digitale ci offriranno continue opportunità”. Riguardo le tematiche ambientali, Engineering ha intrapreso un percorso finalizzato al raggiungimento di obiettivi di decarbonizzazione delle proprie attività, anche attraverso investimenti in efficienza energetica, conversione del parco auto aziendale in veicoli ibridi ed elettrici e approvvigionamenti di energia elettrica da fonti rinnovabili. L’upgrade dello score Cdp e l’impegno nella definizione dei target di riduzione delle emissioni di co2 science-based validati ad agosto 2024 da Sbti rappresentano un concreto riconoscimento dell’impegno di Engineering nella lotta al climate change, al centro della strategia aziendale. Cdp, organizzazione no profit internazionale che monitora le performance di imprese e istituzioni sulle emissioni di gas serra aziendali e le strategie implementate per contrastare il cambiamento climatico, si pone l’obiettivo di aumentare la trasparenza riguardo all'impatto ambientale, e aiutare investitori e soggetti finanziari a prendere decisioni di investimento e di partnership, sulla base dello score Cdp ottenuto dalle aziende.
(Adnkronos) - Ogni giorno la grande distribuzione genera massicci volumi di prodotti alimentari ritirati dagli scaffali perfettamente integri e commestibili che, per scadenza ravvicinata o confezione esterna ammaccata, non possono essere riproposti alla vendita. Con il progetto ‘Buon fine’ di Coop Lombardia nel solo 2024 sono state recuperate 1.800 tonnellate di cibo, donate ad associazioni no profit che operano sul territorio, molto spesso in prossimità dei punti vendita. In occasione dell’anniversario dell’iniziativa e della Giornata Internazionale contro lo Spreco Alimentare, che ricorre il 5 febbraio, la stessa Cooperativa ha organizzato un evento speciale al Barrio’s Live a Milano. L'iniziativa è stata, inoltre, motivo per approfondire il tema dello spreco alimentare e della cooperazione insieme a ospiti d’eccezione. In vent’anni, “il bilancio è molto positivo”, dice il presidente di Coop Lombardia, Alfredo De Bellis. Lo dicono i numeri: “oltre 75 milioni di euro di merce donata e 25 milioni e mezzo di pasti garantiti a tantissime persone - fa sapere il presidente - Da questo progetto è nata anche la consuetudine di donare, oltre a cibo in scatola, anche carne, latticini, frutta e verdura”. Un progetto dalla duplice veste, solidale e rispettoso dell’ambiente, dal quale sono nati due progetti paralleli. Uno di questi è 'Dona la spesa' “che ci consente di donare con continuità il cibo alle persone, grazie a spazi, approntati fuori dai negozi di Coop Lombardia, in cui soci e clienti possono acquistare del cibo e donarlo al progetto”, spiega il presidente di Coop Lombardia. L’altro progetto è invece 'Mangiami subito' che prevede “l’acquisto di cibo prossimo alla scadenza a prezzi fortemente scontati”, le parole di De Bellis. Nei suoi vent’anni di vita, il progetto 'Buon fine' ha dato a Coop Lombardia la possibilità di attivare e rafforzare “rapporti con 120 tra cooperative, associazioni, realtà del mondo del volontariato e istituzioni - spiega il presidente - riuscendo ad alimentare delle reti sul territorio che consentono di attivare un meccanismo sempre più forte di inclusione sociale”. “Considero che ‘Buon fine’ sia parte integrante della food policy di Milano - dice il vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo - Questa capacità di creare un raccordo fra il sistema pubblico e il sistema privato si può concretizzare solo se c'è la capacità di essere quotidianamente al servizio di quelli che sono gli obiettivi più grandi. Inoltre - aggiunge- il progetto dà la possibilità di arrivare a chi magari non conosce queste iniziative. C'è una dimensione concreta nella raccolta e nella redistribuzione - conclude il vicesindaco Scavuzzo - ma c'è anche un grande valore educativo di comunicazione, di cui oggi abbiamo molto bisogno”. Il progetto ‘Buon fine’ è partito ancor prima dell’entrata in vigore, il 14 settembre 2016, della legge n.166/16 o "legge Gadda" contro gli sprechi alimentari e farmaceutici. Una legge che ha semplificato e aggiornato il quadro normativo esistente e ne ha ampliata l'applicazione a più soggetti del Terzo Settore: “Grazie alla legge 166 antispreco è aumentata non soltanto la varietà dei beni recuperati, a partire dai freschi e freschissimi, che sono quelli a maggiore rischio spreco, ma soprattutto la varietà di possibili donatori - sottolinea Maria Chiara Gadda, Deputata e prima firmataria della Legge - Lo spreco, o meglio l'eccedenza che rischia di diventare spreco, può avvenire in tutta la filiera. Ma in questi anni è migliorato anche il rapporto tra chi può donare, dai supermercati fino al mercato rionale, passando per i grandi eventi”. A quasi dieci anni dall’entrata in vigore, restano ancora alcuni ostacoli da superare per una più ampia applicazione della legge Gadda: “Dobbiamo lavorare di più sulla promozione e anche sull'educazione dei cittadini. Bisogna inoltre calare le opportunità della legge 166 anche in quei luoghi dove sembra impossibile recuperare. Pensiamo ai matrimoni, agli alberghi, al settore della ristorazione. La legge ha semplificato la burocrazia ma ha anche agevolato fiscalmente. Dobbiamo farne conoscere le opportunità e dotare anche il terzo settore di migliori attrezzature e di migliori strumenti per recuperare il cibo e destinarlo laddove ce n'è bisogno”, dice Gadda. ‘Buon fine’ è arrivato direttamente alle persone, restituendo loro dignità: “La forza di questo progetto è stata la sintonia di divisione - dice Rossella Miccio, presidente di Emergency - quindi non l'idea semplicemente di dare l'eccesso a qualcuno che ne aveva bisogno, ma di come farlo, perché farlo e come restituire anche, non solo alla comunità ma anche alle istituzioni, un modello che potesse funzionare e che avesse un impatto vero”, le sue parole. L’iniziativa è un circolo virtuoso che si realizza: “Vent’anni fa, il progetto ha dato subito a Caritas Ambrosiana l'idea che bisognava allearsi con un'impresa che poteva aiutarla, nel concreto, a stare vicino a tutte le persone in difficoltà”, dichiara il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti. “Lo abbiamo fatto portando i beni che ci venivano donati da Coop Lombardia e anche attraverso il Refettorio Ambrosiano, dieci anni fa - riprende Gualzetti - Ancora oggi, in quella sede riceviamo tanti beni dalle varie Coop del circondario di Refettorio Ambrosiano e con questi aiuti, insieme ad altri, riusciamo a non spendere nulla in beni alimentari per fornire un pasto buono alle persone in difficoltà, ospiti della struttura. Tutto questo ha generato un sistema di recupero di beni materiali e soprattutto di cibo, che hanno consentito di alimentare una filiera che va dalle mense agli empori della solidarietà, fino alla somministrazione del cibo attraverso anche i pacchi viveri che i nostri 400 centri di ascolto generano nel territorio. Una collaborazione che ha prodotto tanti risultati”, dice. Per il direttore generale della Fondazione Terre des hommes, Paolo Ferrara, ‘Buon fine’ è “Un esempio virtuoso fatto di una collaborazione che parte dal territorio, dall'ascolto dei bisogni delle persone, delle comunità. Parte dall'attenzione e dall'ascolto fra soggetti che si incontrano. Soggetti come il Comune di Milano, Coop Lombardia e il privato sociale, Come Terre des hommes, che cerca di rappresentare davvero con concretezza le richieste e i bisogni delle persone - le parole di Ferrara - Senza l’ascolto non si riescono a raggiungere risultati e soprattutto, non si riesce a dare sostenibilità al lavoro che si fa sui territori”, conclude.