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(Adnkronos) - Oltre la metà dei Paesi alleati della Nato ha aderito alla Prioritised Ukraine Requirements List (Purl), l’iniziativa lanciata ad agosto per coordinare l’acquisto di armi Usa da parte dei Paesi europei a sostegno dell’Ucraina. Lo ha annunciato il segretario Generale della Nato Mark Rutte, intervenendo in conferenza stampa al termine del vertice dei ministri della Difesa a Bruxelles. "Con queste adesioni - ha affermato - garantiamo il flusso continuo di aiuti militari indispensabili a Kiev e rafforziamo la solidarietà all’interno dell’Alleanza". Rutte ha quindi ribadito l’impegno dell’Alleanza Atlantica a sostenere Kiev, sottolineando che "fornire all’Ucraina le armi statunitensi di cui ha davvero bisogno per proteggere il suo popolo è fondamentale". "Giorno dopo giorno, notte dopo notte, la Russia continua a colpire l’Ucraina, prendendo di mira la popolazione civile e le infrastrutture, comprese quelle energetiche, mentre l’inverno si avvicina e milioni di persone restano senza riscaldamento, luce e acqua - ha dichiarato Rutte - Il nostro sostegno all’Ucraina è cruciale e continuerà senza sosta". Il segretario si è detto "molto felice" per il prossimo incontro tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente statunitense Donald Trump, previsto per venerdì alla Casa Bianca, ma ha evitato di commentare la possibile fornitura di missili da crociera Tomahawk a Kiev. La questione ''non verrà discussa oggi'' perché ''è una questione bilaterale'' tra Kiev e Washington. Rispondendo alle domande dei giornalisti a Bruxelles, Rutte ha dichiarato di non voler "entrare in questa discussione, spetta ai singoli alleati decidere". "Siamo molto contenti che l’incontro avvenga - ha sottolineato - Il fatto che il presidente americano e quello ucraino stiano lavorando così strettamente insieme è una cosa molto positiva". "Dobbiamo fare in modo che Putin torni al tavolo, che si avvii un negoziato significativo e che questa terribile guerra possa finalmente finire", ha concluso. La Nato adotterà "ulteriori misure di contrasto ai droni" per rafforzare la propria capacità di risposta alle minacce emergenti. Rutte ha spiegato che l’incontro si è concentrato sulle "sfide attuali alla sicurezza dell’Alleanza" e sulla necessità d'innovare gli strumenti di difesa per fronteggiare "minacce nuove e in evoluzione, inclusi i droni". Ha ricordato inoltre la "rapida e decisiva azione" che il mese scorso aveva impedito diverse incursioni di droni nello spazio aereo europeo, citando anche l’operazione Eastern Sentry. "Di conseguenza - ha concluso Rutte - la Nato implementerà una serie di misure aggiuntive contro i droni, che rafforzeranno e accelereranno la nostra capacità di risposta a questa minaccia". "L’Ucraina è oggi, a mio avviso, il numero uno al mondo per quanto riguarda la tecnologia dei droni e la tecnologia anti-drone". "Possiamo imparare molto da loro, come ha dimostrato anche il sostegno offerto alla Danimarca quando, due settimane fa, si è trovata ad affrontare una situazione simile", ha aggiunto. "Se c'è qualcosa che abbiamo imparato sotto la presidenza Trump è l'applicazione attiva della pace attraverso la forza: ottieni la pace quando sei forte", ha detto dal canto suo il segretario degli Usa alla Guerra Pete Hegseth, a Bruxelles a margine della ministeriale Nato, riferendosi alla guerra in Ucraina. Serve "potenza di fuoco. Questo è ciò che sta arrivando, ci aspettiamo che provenga dalla Nato. C'è stato un vertice storico solo un paio di mesi fa, promosso dalla leadership del presidente Trump, per dire che abbiamo bisogno che i nostri alleati si facciano avanti. Lo hanno fatto e hanno assunto quegli impegni. Ora quegli impegni si tradurranno presto in capacità, che è l'aspetto più importante e una parte di ciò, ovviamente, è Purl, l'iniziativa in cui i Paesi europei trasferiscono armi statunitensi alla Nato per combattere in Ucraina per portare la pace in quel conflitto", conclude. La Germania "reagirà con decisione" a qualunque minaccia ai propri confini proveniente dalla Russia, ha dichiarato il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, annunciando che il governo tedesco investirà 10 miliardi di euro nei prossimi anni per sviluppare diverse tipologie di droni, e ha offerto la disponibilità della Germania ad assumere un ruolo guida nella creazione di un sistema di difesa aerea europeo. Pur non confermando un eventuale contributo finanziario tedesco all’acquisto di missili statunitensi Tomahawk per l’Ucraina, il ministro ha annunciato che la Germania dispiegherà caccia Eurofighter in Polonia per missioni di pattugliamento. L’annuncio arriva in un contesto di crescente tensione ai confini orientali dell’Europa: il Regno Unito ha confermato che i propri jet Typhoon continueranno a proteggere lo spazio aereo polacco fino alla fine dell’anno, dopo recenti incursioni di droni russi. Solo pochi giorni fa, diversi voli all’aeroporto di Monaco erano stati sospesi per l’avvistamento di droni non identificati.
(Adnkronos) - Il mondo aziendale assomiglia sempre più a una giungla: all’apparenza piena di opportunità, ma costellata di insidie invisibili che rischiano di bloccare sul nascere il percorso dei giovani professionisti. Secondo recenti ricerche internazionali, i giovani professionisti guardano con grande attenzione a opportunità di crescita e percorsi su misura. "Le trappole non sono mai dichiarate: si presentano in silenzio, con segnali impercettibili che chi è all’inizio tende a sottovalutare. Imparare a riconoscerle significa non farsi logorare e, soprattutto, non perdere di vista la propria energia e i propri obiettivi", spiega Alessandro Castelli, senior hr, strategy & communication advisor. Temi, dai segnali deboli al falso cameratismo, dall’indecisione aziendale ai ruoli rigidi – Castelli li approfondisce nel suo audiolibro 'La giungla aziendale. Spoiler: tu sei la preda?', (https://www.alessandrocastelli.it/pubblicazioni-audiolibri), offrendo strategie pratiche per orientarsi e crescere nel mondo del lavoro. Gli avvertimenti in azienda non arrivano mai urlati. Un manager che smette di rispondere, un collega che cambia improvvisamente atteggiamento, un progetto che perde priorità senza spiegazioni: sono dettagli che parlano più di mille mail ufficiali. Chi li ignora rischia di restare tagliato fuori dalle decisioni. L’ambiente di lavoro pullula di sorrisi e inviti a pranzo, ma questo non equivale a solidarietà. Spesso si tratta di relazioni strumentali, che svaniscono al primo cambio di scenario o di convenienza. Fidarsi troppo può trasformarsi in vulnerabilità. Basta un incarico mancato o una consegna in ritardo perché la credibilità si incrini. E, in un contesto aziendale competitivo, la reputazione non è solo immagine: è la vera moneta di scambio che determina accesso a opportunità, progetti e visibilità. Gli organigrammi rigidi trasformano i talenti in numeri. Un giovane con competenze trasversali può sentirsi soffocato in una casella prestabilita, senza possibilità di sperimentare. Non è un caso che sempre più under 30 scelgano di cambiare azienda piuttosto che restare intrappolati. Dopo aver riconosciuto segnali deboli, falso cameratismo, indecisione e ruoli rigidi, la vera domanda è: come orientarsi e crescere in questo contesto complesso? Alessandro Castelli individua quattro chiavi strategiche per affrontare la giungla aziendale e trasformare le insidie in opportunità: soft skill come moneta del futuro; attenzione all’overskilling; formazione reale e immersiva, andare oltre il 'welfare di facciata'. Il vero antidoto a un ambiente 'tossico' è la libertà di scelta. Aggiornare continuamente le proprie competenze, ampliare il network e coltivare passioni parallele significa non dipendere da un unico habitat. Una sorta di 'paracadute professionale' sempre pronto. "Il rischio maggiore non è cadere in una trappola, ma restare fermi a subirla", conclude Castelli. "Solo chi sviluppa consapevolezza e flessibilità riesce a trasformare la giungla aziendale in un ecosistema fertile, dove non si sopravvive soltanto, ma si cresce e si fa la differenza", conclude.
(Adnkronos) - “Il patrimonio immobiliare italiano presenta una certa vetustà ed evidenzia la necessità di interventi con un'ottica anche di ritorno fiscale. Abbiamo osservato che 1 euro investito in edilizia comporta un ritorno di 3,30 euro, tra diretto, indiretto e indotto, con un'attivazione di quasi 1 milione e 400 mila unità lavorative, persone che pagano le tasse e versano i contributi. Investire nel patrimonio immobiliare è una leva economica fondamentale. È un investimento che fa il Paese sui propri cittadini”. Così, Paolo Biscaro, vice presidente Fondazione Geometri Italiani e presidente Consiglio nazionale geometri e geometri laureati (Cngegl) al convegno 'Sviluppo economico e sostenibilità ambientale: tra cambio di rotta e strategia in evoluzione', organizzato dal Consiglio nazionale geometri e geometri laureati, dalla Cassa Geometri e dalla Fondazione geometri italiani a Roma. Durante l’incontro è stata presentata l’analisi del Centro Studi della Fondazione Geometri Italiani che evidenzia come “il percorso di efficientamento energetico e di rigenerazione edilizia è una sfida importante per il futuro del nostro Paese - illustra il presidente del CNGeGL - Abbiamo un patrimonio molto diversificato con oltre 30 milioni di unità immobiliari di proprietà privata. Il frazionamento della proprietà deve prevedere anche delle politiche specifiche per poter consentire una riqualificazione dal punto di vista energetico e strutturale. Occorre un incontro tra i soggetti interessati affinché questi interventi non gravino completamente sulla finanza pubblica”. E mentre il Governo valuta le novità sul Bonus casa al 50% per il 2026, Biscaro suggerisce un modo per evitare i fenomeni speculativi che hanno interessato il bonus facciate 110%. “Vanno stabiliti degli orizzonti temporali lunghi - conclude - che consentano alle imprese di investire e che permettano un contenimento dei costi".