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(Adnkronos) - Kate Middleton inizierà il 2025 con la ripresa dei suoi impegni reali, dopo lo stop per l'annus horribilis appena trascorso, durante il quale sia lei che il re si sono sottoposti alle cure per il cancro. Gli amanti dello stile reale saranno deliziati dal fatto che l'anno appena iniziato promette di essere un anno lavorativo come quelli che hanno preceduto il 2024. Con il suo status, le sue risorse e la sua innata eleganza, la principessa incarna un raro insieme di qualità che rendono il suo guardaroba infinitamente affascinante da classificare, sottolinea il Telegraph, ricostruendo le mise più iconiche della futura regina. La rassegna fotografica del quotidiano britannico prende il via con l'abito a pois di Alessandra Rich, indossato al Royal Ascot nel 2022, uno dei preferiti di Kate e che rende anche un omaggio al look della principessa Diana all'Epsom Derby nel 1986. Catherine - ricorda la testata - indossò una gonna e una camicetta azzurra di Elie Saab per un garden party a Buckingham Palace nel 2023. Stesso look in chiffon e pizzo mostrato al Royal Ascot nel 2019, completo in entrambe le occasioni di un cappello di Philip Treacy. Sempre nel 2023, Catherine indossò un abito 'verde pallina da tennis' a Wimbledon. Una tonalità che sfocia nel giallo, leggermente più sbiadito, dell'abito di Jenny Packham, vestito da Catherine nel 2011 per il suo arrivo all'aeroporto di Calgary, in Canada. Un abito che presentava un raro orlo sopra il ginocchio. Ancora in Canada, ma nel 2016, il Telegraph sottolinea "la diplomazia sartoriale" incarnata alla perfezione con l'abito in pizzo inglese rosso e bianco di Alexander McQueen indossato a Vancouver. In tema di diplomazia, che dire allora dell'abito verde con peplo firmato Alessandra Rich durante la visita della principessa in Irlanda all'inizio del 2020, un colore che rendeva omaggio alla nazione ospitante? Un altro abito di Alessandra Rich, questa volta per la partenza da Nassau, Bahamas, nel 2022, aveva un'aria celebrativa, con i suoi volant e la vita a peplo. Il design more-is-more ricordava anche il tipo di look che la principessa Diana aveva alla fine degli anni '80. La principessa indossò anche un abito bianco e oro di Alexander McQueen per un banchetto di stato a Kuala Lumpur nel 2012. Lo mise di nuovo per partecipare ai Bafta nel 2020, dopo aver aggiornato le maniche con un design più contemporaneo e sobrio. L'anno prima, disegnato da Sarah Burton sempre per Alexander McQueen, per il suo matrimonio del 2011, l'abito indossato da Kate presentava applicazioni in pizzo sul corpetto e sulla gonna, realizzate a mano dalla Royal School of Needlework, con sede a Hampton Court Palace. Si trattava di un abito ricco di simbolismo, con fiori di pizzo applicati a mano su tulle di seta avorio per creare un disegno che incorporava la rosa, il cardo, il narciso e il trifoglio. La realizzazione dell'abito è un segreto gelosamente custodito e il risultato fu molto più di un momento di moda: fece la storia della moda. Ultimo, ma, naturalmente, non per importanza, l'abito indossato per l'incoronazione del re nel 2023: era color avorio, ancora una volta di Sarah Burton per Alexander McQueen, ricamato con i simboli floreali del Regno Unito. La sua fascia era una collaborazione tra McQueen e la modista Jess Collett. La principessa Charlotte indossava anche lei una versione ridotta dell'abito della madre, sempre di McQueen. L'abito e il mantello abbinato erano realizzati in crepe di seta color avorio, e il suo copricapo era fatto di lingotti d'argento, cristalli e fili d'argento. (di Cristiano Camera)
(Adnkronos) - "Le condizioni per un 2025 ulteriormente positivo per il mercato del lavoro ci sono tutte. Poi ovviamente vedremo l'andamento dell'economia. Di certo, arriviamo da due anni di boom e il 2025 parte da una base che non c'è mai stata in Italia. Non abbiamo mai avuto 24 milioni di assunti in Italia, non abbiamo mai avuto una piattaforma come quella che è stata creata dal Ministro del lavoro e dall'Inps che possa portare all'occupazione o comunque a creare circuiti virtuosi di occupazione". Così Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, in un'intervista rilasciata alla web tv di categoria, sulle prospettive per il 2025 del mercato del lavoro italiano. Secondo De Luca, "dalla fotografia che ci forniscono Istat e Inps della platea dei nuovi assunti nell'ultimo periodo, si deduce che sono quasi tutti a tempo indeterminato, quasi un milione di lavoratori, e una larga parte, la maggior parte sono nella fascia over 50. E' una fotografia che dà certamente segnali di positività, e noi guardiamo anche altro, per esempio la riduzione del numero dei Neet, dei giovani che non lavorano, che non studiano e comunque non cercano neanche di lavorare". E per De Luca il motivo di questa 'vivacità' è chiaro. "Questo perché? Perché è finita nel 2023 un epoca dove l'assistenzialismo e comunque la concessione facile del sussidio ha disincentivato la ricerca del lavoro. Oggi sappiamo che questi sussidi ci sono, ma sono circoscritti a chi ha delle situazioni di difficoltà. Mi piace sottolineare che in queste categorie sono rientrate anche le donne vittime di violenza, particolarmente quelle di violenza domestica, che sappiamo essere causate, provocate e alimentate dalla mancanza di indipendenza economica". "Avere ricompreso quindi chi si distacca ovviamente da queste situazioni familiari odiose e tossiche, entra nel circuito nel circuito dell'assegno all'inclusione, che è sostentamento mensile ma anche possibilità e potenzialità di trovare occupazione con tutto il sistema delle nuove politiche attive", sottolinea. Allo stesso tempo, la 'guida' dei consulenti del lavoro sottolinea che "è chiaro che l'occupazione non nasce dai decreti, o perlomeno dei pessimi decreti possono distruggere l'occupazione come è stato in passato negli scorsi anni. Molto dipende dall'economia. E quindi vedremo come andrà, le previsioni sono di una crescita, non altissima, e io penso che il mercato del lavoro sarà certamente dinamico anche se abbiamo un'ottima conferma della maggior parte dei nuovi contratti di lavoro che sono tutti a tempo indeterminato", sottolinea. Per De Luca, quest'ultimo aspetto è un "chiaro segno di una tendenza che noi conosciamo bene: un imprenditore quando trova una buona risorsa, la tiene e la mantiene con contratto a tempo indeterminato perché evidentemente non c'è tutta questa voglia di cambiare, il turn over continuo non fa bene all'azienda", sottolinea ancora. E per De Luca nel 2024 in materia nella normativa sulla sicurezza sul lavoro "ci sono stati interventi che non si vedevano da decenni e che, come noi notiamo nelle aziende che gestiamo, stanno producendo un cambiamento culturale e di mentalità, che è centrale nel contrasto agli infortuni sul lavoro. Quindi io penso che l'anno appena passato sia di buon auspicio anche per il futuro, con l'affermazione di una cultura della sicurezza del lavoro che con il passare del tempo farà migliorare tutto", sottolinea. Secondo De Luca, "da quello che registriamo nelle aziende c'è molta più attenzione sul tema. I diversi provvedimenti in materia di sicurezza sul lavoro messi in campo nel 2024, l'ingaggio di nuovi ispettori del lavoro, i blitz sul caporalato hanno creato una certa attenzione, che ha portato ad un salto culturale. E ci sono sempre più imprenditori che si interessano nel capire se la loro azienda è a posto con quelle che sono le regole della sicurezza sul lavoro", sottolinea. E i consulenti del lavoro, spiega De Luca, sono attivi sul tema sotto diversi aspetti. "Noi andiamo anche nelle scuole e nelle università a spiegare che spendere in sicurezza non è un costo, ma è un investimento in serenità sociale, perché si evitano incidenti, si evitano quelle che purtroppo sono le situazioni che viviamo e che abbiamo vissuto. Anche recentemente. E questo può avvenire solo con un salto culturale, cioè con la presa di coscienza, con la consapevolezza che la sicurezza non è un qualcosa di opzionale, non è qualcosa che può essere fatto o no e se non lo fai hai la sanzione. Perché purtroppo le conseguenze -sottolinea- non sono solo amministrative, non possono essere ripagate con una sanzione, ma sono sociali, costano vite umane, drammi familiari, anche nelle aziende dove avvengono", spiega ancora. E De Luca sottolinea come "il 2024 per i consulenti del lavoro è stato un anno molto positivo da molti punti di vista. Certamente per la centralità della professione, ma anche per l'aver individuato nuovi ambiti di competenza, aver rafforzato altri che avevamo acquisito negli anni. Gli obiettivi per il prossimo anno sono quelli di ogni anno maggiorati di un qualcosa in più, perché noi siamo sempre alla ricerca di nuove opportunità per dare alla nostra categoria una centralità che ormai ha diversi decenni. Siamo dentro la transizione digitale e tecnologica quindi il 2025 sarà certamente un anno fondamentale perché le accelerazioni ormai non sono di anni, ma di mesi e quindi è chiaro che pur non sapendo quale sarà l'evoluzione sappiamo comunque che sarà molto rapida", aggiunge ancora. De Luca ricorda che nel 2024 "abbiamo dato ulteriore centralità alla nostra categoria nel mercato del lavoro. Per esempio, con tanti accordi bilaterali che sono utili a portare al lavoro fragili e persone che hanno più difficoltà di altre nel cercare occupazione. Per i consulenti del lavoro quindi il 2024, con quanto è stato fatto nei 12 mesi, è stato certamente un anno molto positivo". E per De Luca la categoria dei consulenti del lavoro sta rispondendo alla sfida della transizione digitale "adattandosi e anticipando quelle che possono essere le criticità e anche le tendenze. Noi siamo da sempre all'avanguardia nel mercato del lavoro, nel mercato delle professioni, ma anche nel sistema economico del Paese". E in conclusione sulle politiche per l'autoimprenditorialità introdotte nel 2024 dal governo "è difficile essere contrari, avere un parere negativo, perché non credo che sia una scoperta di oggi che il lavoro dipendente nasce dal lavoro autonomo. Quindi invogliare dipendenti, e non, a creare delle forme di start-up, giovani che possano creare delle attività di impresa, comunque autonome, non può che essere positivo, perché poi da lì potrebbero 'scaturire' anche dei lavoratori dipendenti. Sottolineiamo, e come esponente del mondo ordinistico ho piacere a farlo, che per la prima volta queste forme di sostegno, queste forme di finanziamento a nuove attività è allargato anche ai giovani professionisti, cosa che invece in precedenza erano sempre esclusi", rimarca. "E noi ci applichiamo perché possa essere di pratica applicazione e quindi possa incrementare anche il numero dei giovani professionisti", conclude.
(Adnkronos) - Dopo otto anni in azienda come Vaccines Policy & Communication Director, Marina Panfilo entra nel Leadership Team di Msd Italia nel ruolo di Executive Director Policy, Communication & ESG Strategy. Nel corso dei suoi oltre 40 anni di carriera nell’industria farmaceutica multinazionale - si legge in una nota - Panfilo ha egregiamente ricoperto diversi ruoli direttivi a livello nazionale e internazionale, spaziando dal Business Development al Market Access, fino ad arrivare alla funzione Policy & Communication. Proprio di quest’ultima area ha volentieri accettato di prendere la guida, decidendo di ricoprire una posizione delicata e, al tempo stesso, strategica sulla quale Msd ripone da sempre una particolare attenzione, a partire dalla sua presidente e amministratrice delegata, Nicoletta Luppi. Si tratta di un ruolo centrale che implica non solo la promozione di iniziative politiche a livello europeo, nazionale e regionale, ma che richiede anche la capacità di instaurare e mantenere un dialogo costruttivo con i principali stakeholder del sistema istituzionale e sanitario italiano. Grazie al prezioso lavoro di professioniste e professionisti in ambito policy, comunicazione e Esg, Msd si è distinta negli anni come azienda di valore, ottenendo importanti riconoscimenti quali ad esempio quello di ‘Best in Media Communication’ da parte di di Eikon/Fortune e, più recentemente, quello di ‘Campione di sostenibilità’ da parte di Forbes per il suo impegno nella Csr. “La leadership di Marina sarà essenziale per garantire che la nostra voce venga ascoltata e rappresentata - commenta Luppi - Sono assolutamente convinta che l'esperienza consolidata e le competenze di Marina nel settore farmaceutico ci permetteranno di avanzare con determinazione verso il nostro obiettivo primario: tutelare e migliorare l'accesso dei Pazienti alle cure e alla medicina preventiva. La sua visione strategica e la sua passione per la materia saranno essenziali nel guidarci attraverso le sfide future”. Aggiunge Panfilo: “Sono orgogliosa di continuare a far parte della ‘famiglia Msd’ alla quale sono particolarmente affezionata e della quale faccio parte dal 2017. Msd è un’azienda che porta innovazione nella scienza per la salute delle persone, nella cultura aziendale, nella comunicazione, nelle strategie imprenditoriali e investe nella Ricerca & Sviluppo più di qualunque altra azienda del settore. Ma, a fare la differenza e a essere motivo di orgoglio è soprattutto una cultura che mette al centro il suo capitale umano e un grande impegno nel promuovere fattivamente i valori della diversità, dell’equità e dell’inclusione in cui da sempre crede. A rendere unica Msd - conclude - è il valore che genera per la società e l’economia italiana, nonché l’attenzione verso i dipendenti e le loro famiglie e io sono onorata di farne parte”.