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(Adnkronos) - Sul mandato d'arresto spiccato dalla Corte penale internazionale sul premier israeliano Benjamin Netanyahu "le opinioni di Salvini sono legittime ma parla in quanto capo di partito. La posizione dell'Italia e del governo è la posizione del presidente del Consiglio, che il ministro degli Esteri ha il dovere di attuare anche perché poi il ministro degli Esteri condivide la posizione del presidente del Consiglio". Così il vicepremier, Antonio Tajani, ospite di '4 di sera Weekend' su Retequattro commentando le affermazioni del leader della Lega secondo cui se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. "La posizione del governo - ribadisce Tajani- è quella del presidente del Consiglio e del ministro degli Esteri". "Bisogna vedere le carte, cioè cercare di capire per quale motivo si è arrivati a questa decisione da parte della Corte. Noi la rispettiamo, però dobbiamo tener conto che la Corte deve svolgere soltanto un ruolo giuridico, non un ruolo politico", chiarisce Tajani. "In questo momento -aggiunge - serve grande prudenza perché non credo che il mandato di arresto per Netanyahu e per l'ex ministro della difesa sia un passaggio utile che favorisca la pace e il cessate il fuoco". La decisione della Cpi "semmai fa indispettire Israele - spiega il ministro - Netanyahu non verrà mai arrestato perché non andrà in nessun Paese in questo momento, essendoci la guerra in corso in Israele, ma rimarrà in Israele. Se va negli Stati Uniti, gli Usa non riconoscono la Corte, quindi non c'è alcun pericolo sostanziale per lui. È una scelta politica, ripeto, noi decideremo insieme ai nostri alleati il da farsi, tant'è che lunedì e martedì si svolgerà il G7 esteri a Fiuggi. Ne parleremo con i nostri alleati, porremo il problema, vedremo se si potrà arrivare ad una posizione comune e, come Occidente, decidere il da farsi". "L'unica cosa che noi politicamente dobbiamo dire - sottolinea Tajani - è che non si può assimilare Netanyahu, che è il presidente del Consiglio di un Paese democratico dove ha vinto le elezioni ed è stato eletto dal popolo israeliano, al capo di una organizzazione terroristica. Cioè all'uomo che ha pensato e organizzato la strage degli israeliani il 7 ottobre dell'anno scorso. Questo è per noi un aspetto politicamente di grande rilievo". "Mi auguro che si possa arrivare ad un cessate il fuoco che chiuda questa stagione di guerra, almeno in Libano. Le trattative sono in corso, non so se l'Iran effettivamente vuole raggiungere il cessate il fuoco, ma bisogna fare di tutto perché si raggiunga questo obiettivo", afferma il vice presidente del Consiglio aggiungendo che "questo naturalmente metterebbe in maggior sicurezza i nostri militari che si muovono sotto le bandiere dell'Unifil, cioè delle Nazioni Unite. Hanno dei bunker dove potersi proteggere e fortunatamente i quattro militari sono stati feriti leggermente". "Lunedì incontrerò il ministro degli esteri del Libano - prosegue Tajani -che sarà qui a Roma e gli ribadirò che i militari italiani non si toccano. Le truppe Hezbollah non sono l'esercito regolare libanese, sono truppe che di fatto rispondono più all'Iran che al Libano. Sono le truppe armate del Partito di Dio, sono un'organizzazione praticamente semiterroristica che ha attaccato fino ad oggi lo Stato di Israele. L'Unifil stava in mezzo tra israeliani e Hezbollah proprio per impedire che ci fosse il peggioramento della situazione che invece c'è stato. E' chiaro che stando in mezzo rischiano di essere colpiti da una parte e dall'altra". "Noi siamo stati espliciti con il governo israeliano che ci ha garantito il massimo impegno - dichiara il ministro - perché i nostri militari non vengano colpiti da parte israeliana. Con Hezbollah è impossibile parlare perché non è un'organizzazione statale, è un'organizzazione di fatto terroristica. Non so se hanno voluto intimidire i nostri militari oppure se non sono capaci di utilizzare le armi che hanno, che sono armi fornite dall'Iran. Certamente la situazione è quella che è, bisogna lavorare assolutamente per il cessate il fuoco. Noi sosteniamo la posizione americana che punta veramente a trovare un accordo. Poi si lavorerà per trovare un cessate il fuoco a Gaza perché la situazione è veramente preoccupante in tutta l'area".
(Adnkronos) - Capitale indiscussa del design mondiale, Milano accoglie nel cuore del quadrilatero della moda, in via Monte di Pietà 13/1, il lancio internazionale di un nuovo marchio d’arredo destinato a riscuotere un grande successo. Si tratta di Diviana, brand indiano che ha l’ambizione di proporre mobili di lusso che coniugano modernità e tradizione, stile e contemporaneità, superando i confini prestabiliti tra eleganza e innovazione. Una sfida che vede alleati manifattura indiana e design italiano: infatti l’Art director del marchio e autore delle prime due collezioni per l’Europa è Marco Corti, architetto e designer di grande esperienza e fama internazionale. I numeri di Diviana - 900 professionisti appassionati e qualificati in tutto il mondo, un fatturato di circa 15 milioni di euro e un investimento in Italia e in Europa che nel prossimo biennio raggiungerà i 50 milioni di euro - mostrano le dimensioni dell’investimento internazionale in corso da parte del brand indiano. Fondato nel 2009 da Kapil Chopra, imprenditore visionario con una profonda conoscenza del settore dell’arredo-design, Diviana è un marchio che in pochi anni è cresciuto fino a diventare un simbolo di raffinatezza in tutta l’area Asian e Middle Est. “L’obiettivo di Diviana - spiega Chopra - non è solo quello di partecipare al mercato del lusso, ma stabilire nuovi standard di raffinatezza ed esclusività grazie alla nostra miscela unica di qualità, eleganza e a una vasta gamma di prodotti premium-to-luxury. Noi creiamo mobili che trascendono la mera estetica, infondendo in ogni ambiente un senso di raffinata eleganza e profondità emotiva. Ogni pezzo è meticolosamente progettato per ispirare, elevando spazi ordinari in straordinari santuari di stile e raffinatezza, incarnando l'essenza stessa del vivere moderno". "Non ci limitiamo a creare mobili - prosegue il Ceo - ma creiamo pezzi che parlano di uno stile di vita definito dall'eleganza, dall'innovazione e dal rifiuto di scendere a compromessi con la qualità. L’azienda è consapevole che il vero lusso consiste nel creare ambienti su misura che riflettano lo stile unico dei clienti e ne elevino lo stile di vita. I nostri clienti sono intenditori di design, individui che cercano non solo la bellezza, ma anche il significato e la distinzione in ogni angolo dei loro spazi". Per questo motivo, il marchio ha creato un processo di soluzioni personalizzate progettate per soddisfare ogni esigenza e superare le aspettative. Dalla consultazione iniziale all'installazione finale e oltre, ogni fase è ottimizzata per offrire ai clienti un'esperienza di progetto senza soluzione di continuità. Servizi di progettazione e produzione su misura di mobili, fornitura di rivestimenti, armadi e porte, l’azienda offre un pacchetto completo chiavi in mano per creare ambienti unici e sofisticati. Per il proprio debutto nel Vecchio Continente, Diviana ha scelto Milano e, in particolare, via Monte di Pietà 13/1, in pieno Quadrilatero della moda, cuore pulsante dell’economia meneghina dove arte, moda e design sono protagonisti assoluti. Una location che conferma quel percorso creativo che mette in contatto le tradizioni indiane e il moderno design italiano per dare vita a un hub di sofisticata eleganza. Realizzato su una superficie di circa 220 mq, il progetto di interior design per il primo Flagship Store Diviana ha avuto come obiettivo principale la valorizzazione delle nuove collezioni Sublime e Q Collection entrambe firmate da Marco Corti. “L’approccio progettuale - sottolinea l’Art director - si è basato sulla creazione di un contesto raffinato e accogliente, pensato per mettere in risalto le qualità distintive degli arredi, grazie all’utilizzo di pannellature murali di vario tipo e lampade decorative accuratamente progettate. L'idea - prosegue Corti - è stata quella di dare vita a un ambiente sobrio ed elegante, dove ogni elemento fosse studiato per esaltare al meglio l’essenza dei prodotti esposti. Texture murali neutre e una pavimentazione armoniosa sono state scelte per creare un equilibrio visivo che permettesse agli arredi di emergere come veri protagonisti dello spazio, trasmettendo un’esperienza sensoriale unica e coinvolgente per il visitatore". “Stabilire un hub a Milano - conferma Chopra - ci darà l’opportunità di connetterci con i mercati chiave di tutto il continente in modo più efficace, sfruttando i forti legami della città con i settori del design, della moda e del lusso. Una base da cui coordinare i nostri sforzi commerciali, produttivi e di partnership in tutto il Vecchio Continente, assicurandoci di rimanere agili e reattivi alle esigenze del mercato europeo e alle preferenze dei consumatori". “Milano - rimarca Chopra - è più di una località, è un simbolo di eccellenza globale, nella moda, nella cultura e ovviamente, nel design. Dopo aver considerato altre candidate in ogni lato del pianeta, abbiamo scelto Milano perché incarna lo spirito di eleganza, artigianalità e design lungimirante che definisce Diviana. Questo debutto non è solo un ingresso in Europa, non siamo qui solo per aprire uno showroom, ma per aggiungere la nostra voce alla ricca narrativa del design di questa città, per diventare una parte importante dell'eredità di Milano nel mondo del design. "Con l’arrivo a Milano, ci proponiamo di trarre ispirazione da questo contesto così dinamico per offrire ai consumatori qualcosa di diverso. La clientela esigente di una città così cosmopolita e l'apprezzamento per l'artigianato di alta qualità si allineano perfettamente con la nostra visione di elevare la scelta dei consumatori attraverso offerte innovative e ponderate", aggiunge. Le collezioni in anteprima firmate Marco Corti sono Sublime Collection e Q Collection. Definizione pulita, chiara, mai serpeggiante né rigidamente geometrica, morbidezza controllata, mai lasciata all'abbandono caratterizzano Sublime, dove la qualità dei materiali si veste di colori semplici, dettagli sartoriali che non accecano né giocano, ma riposano. L'ambiente della collezione Sublime è infatti un luogo lussuoso e accogliente che favorisce la calma e le voci sommesse di chi comprende l'importanza delle parole e delle relazioni. “Per Sublime - racconta il designer - i miei riferimenti sono l'architettura e gli interni italiani degli anni '20 e '30 del XX secolo, dove i dettagli avevano forti richiami al passato. Questa è la mia collezione, il mio significato di stile, lusso e bellezza amichevole; in una parola il mio stile di vita. Citando Baudelaire, i miei mobili e i miei interni si chiudono con calma, lusso e sensualità”. La Collezione Q, invece, è una famiglia di arredi con una forte personalità internazionale, il cui concetto si basa su tre qualità: moderno, minimale e sofisticatezza. Forme morbide e colori cipria caratterizzano tutti i pezzi, creando un ambiente in cui ognuno contribuisce a raccontare un'identità unica. Queste caratteristiche distintive diventano il motore della realizzazione di ogni singolo articolo, infatti la collezione è pensata per creare un linguaggio contemporaneo nell'atmosfera domestica. “La nostra aspirazione - dice Corti - è quella di progettare una collezione ricca, solida e completa, che si distingua sia per il design che per la qualità, e che proietti in modo coerente il nostro valore e la nostra visione dell'abitare contemporaneo, affinché tutti possano condividerla. A 'moderno, minimale e sofisticato' potremmo aggiungere anche 'rigore, semplicità e lusso'. Infatti, tutti i singoli elementi della collezione sono stati progettati con linee pulite, sensazione di equilibrio e attenzione alla qualità”. Ogni singolo particolare è stato curato al dettaglio, dalle forme morbide alla scelta di texture e colori tenui. Il mondo della Collezione Q si esprime non solo attraverso i singoli pezzi, ma anche nella capacità di trasformarla in uno 'stile di vita' in ogni ambiente e in ogni contesto interno.
(Adnkronos) - Valorizzare al meglio il proprio impegno per le comunità e la qualità dei servizi alle pubbliche amministrazioni. E’ l’obiettivo del gruppo Iren, presente all’interno della 41esima Assemblea annuale di Anci, che si svolge al Lingotto Fiere di Torino. La richiesta principale è quella di volgere lo sguardo ad un'economia circolare, di transizione energetica verso fonti rinnovabili. “E’ su questo - commenta l’amministratore delegato di Iren, Gianluca Bufo - che uniamo non soltanto la nostra competenza tecnologica, la nostra capacità finanziaria, nell'aiutare tutte le pubbliche amministrazioni, ad esempio, ad efficientare i propri edifici comunali, pubblici, le scuole, gli uffici, le palestre, che non soltanto consumano tanto, ma emettono tanto in termini di CO2; ovvero proponiamo e stiamo realizzando progetti, per esempio in Emilia, di comunità energetiche dove la produzione elettrica rinnovabile da fotovoltaico è messa a disposizione anche per quei consumi della pubblica amministrazione che diventano naturalmente più efficienti in termini di produzione green”.