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(Adnkronos) - La procura di Milano valuta di poter contestare l'ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale per l'incidente che è costato la vita a Ramy Elgaml, morto la notte del 24 novembre scorso, in via Quaranta all’angolo con via Ripamonti, nel quartiere Corvetto, mentre veniva inseguito da tre auto dei carabinieri. Un'ipotesi che arriva dopo aver attentamente valutato il video dell'inseguimento, lungo otto chilometri e a tratti contromano, le cui immagini sono state diffuse ieri al Tg3. Al momento sono tre i carabinieri indagati, sui sei intervenuti: il vicebrigadiere alla guida è indagato per omicidio stradale, altri due militari invece sono indagati per falso e depistaggio. Si tratta, al momento, di un'ipotesi di scuola. La gazzella che sperona lo scooter, l'incitamento dei militari via radio a 'stringere' il mezzo a due ruote guidato da Fares Bouzidi, ventiduenne amico della vittima, e gli ultimi metri in cui auto dei carabinieri e il T Max viaggiano allineati prima di abbattere un semaforo e fermarsi potrebbero far scattare l'ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale. La fattispecie sussiste quando chi agisce, pur di realizzare un determinato risultato, accetta che le conseguenze della sua condotta possano produrre (anche) un altro e diverso risultato non direttamente voluto. I video delle telecamere, tra cui una installata su una gazzella, i messaggi audio che si scambiano i militari potrebbero dunque aggravare la posizione, di tutti o di alcuni, degli uomini dell'Arma intervenuti la notte del 24 novembre. L'inchiesta, coordinata dal procuratore Marcello Viola e dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini, potrebbe dunque vedere - a stretto giro - un aumento del numero degli indagati e delle accuse. In tutto sono quattro gli indagati per l'incidente: il ventiduenne e il carabiniere rispettivamente alla guida dello scooter e della gazzella devono rispondere di omicidio stradale, altri due militari invece sono indagati per favoreggiamento e depistaggio per aver fatto cancellare un video, girato con il cellulare, a un testimone nella fase finale dello scontro. "I video che si sono visti non lasciano spazio ai dubbi: c'è stato uno speronamento da parte della macchina dei carabinieri sul motorino teso a provocarne la caduta quindi conseguentemente la morte del povero Ramy e questo impone di interrogarsi sulla corretta qualificazione giuridica dei fatti" sostiene il difensore Marco Romagnoli che insieme all'avvocato Debora Piazza difende Fares Bouzidi, il ventiduenne alla guida dello scooter. "Ci sono elementi per configurare l'omicidio volontario, quanto meno sotto il profilo del dolo eventuale". Parole che arrivano a poche ore dalla diffusione, su televisioni e siti, delle immagini dell'inseguimento, in pieno centro, durato otto chilometri. "Altra considerazione - aggiunge il difensore - è quella del comportamento dei carabinieri che li si è visto pacificamente voler fermare questo veicolo a ogni costo, anche a costo di provocare ciò che poi purtroppo è accaduto e questo, a mio avviso, è inaccettabile in uno stato di diritto come il nostro". Il video delle telecamere di videosorveglianza dell'incidente, che ha portato alla morte, lo scorso 24 novembre nel quartiere Corvetto di Milano, del giovane, ha suscitato un'ondata di polemiche. Anche perché, nel servizio, oltre all’incidente e all'impatto, si sentono alcune frasi dei carabinieri. In una lettera inviata al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Salvatore Luongo, Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, è perentoria: "C’è chi non merita di indossare la divisa". “Oggi ho visto le terribili immagini trasmesse dal tg che documentano gli ultimi istanti della folle corsa dello scooter da lui condotto verso la morte. Di fronte ad esse io non posso e non voglio trarre sentenza perché ritengo che questo sia compito della Magistratura e certo non mio. Lo lascio fare ad altri che, pur essendo Ministri della Repubblica, cedono alle lusinghe di una facile ed ‘ignorante’ propaganda - scrive la senatrice di Avs - Io Le chiedo scusa se mi permetto, ma, come cittadina, Le chiedo la sospensione e conseguente destituzione dei carabinieri che hanno messo negli atti ufficiali una ricostruzione dell’accaduto che mi pare proprio incompatibile con quanto documentato dalle immagini”, scrive la senatrice di Avs. Gli fa eco il vicecapogruppo di Avs alla Camera, Marco Grimaldi che parla di "frasi shock negli audio della dashcam delle gazzelle dei carabinieri che inseguivano Ramy Elgaml. Scene che ricordano le pagine più buie della cronaca statunitense. Con la famiglia di Ramy, chiediamo verità e giustizia sulla morte insensata di un ragazzino diciannovenne, siamo certi che anche il ministro della Difesa Crosetto non sottovaluti la gravità dell’episodio, aspettiamo una sua presa di posizione". "Non possiamo restare in silenzio davanti alle inquietanti immagini e alle parole degli agenti durante l’inseguimento di Milano al temine del quale ha perso la vita Ramy Elgam. Bisogna fare piena luce su questi fatti per far emergere eventuali abusi che nulla hanno a che vedere con la giustizia e la sicurezza dei cittadini. Soprattutto va condannato il clima securitario avvelenato da anni di propaganda che divide e criminalizza, che spinge le forze dell’ordine a inseguire due ragazzini come fossero latitanti mafiosi, fino a speronarli", scrive sui suoi canali social il segretario di +Europa, Riccardo Magi. Dalla maggioranza prende posizione Riccardo De Corato, deputato di Fratelli d’Italia e vice presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera. "Il fatto che un giovanissimo ragazzo perda la vita è sempre un dispiacere. In questo caso, però, ricordo che la morte è avvenuta dopo che i due ragazzi sul T-max hanno forzato un posto di blocco delle Forze dell’Ordine e, peraltro, Ramy, nel momento della caduta era pure senza casco! L’Arma, quindi, ha fatto il proprio encomiabile dovere nei confronti di chi non rispetta la legge, come in questo caso, dove non è stato rispettato un alt da parte dei Carabinieri". Parla invece di "linciaggio mediatico indecente" Silvia Sardone, eurodeputata e consigliere comunale della Lega. "È partita l'ennesima ondata di accuse, sostenute dalla sinistra e da alcuni commentatori, che parlano di omicidio volontario, speronamento, intenzione di causare la caduta. Il nuovo video dimostra che nella fase finale dell'inseguimento non c'è stato alcun speronamento, come già confermato dall'analisi della Polizia Locale. Quanto alle frasi sentite nell'audio, è evidente che derivano dalla tensione di un'operazione complessa e pericolosa nelle strade di Milano", scrive in una nota.
(Adnkronos) - L’assemblea del Cnel, nella seduta del 18 dicembre, ha approvato il documento 'Demografia e forza lavoro', curato dal consigliere Alessandro Rosina. “Per rispondere agli squilibri demografici in atto, continuando a garantire benessere e sviluppo - ha sottolineato il consigliere Rosina- non c’è altra strada che rafforzare attrattività e valorizzazione del capitale umano. La qualità della formazione e del lavoro, l’efficienza dei servizi di incontro tra domanda e offerta, oltre che la disponibilità e l’accessibilità degli strumenti per la conciliazione dei percorsi professionali con le scelte di vita, devono essere posti come punti chiave delle politiche di sviluppo. Si tratta dell’investimento migliore che l’Italia può fare per dare maggior solidità ad un futuro che oggi poggia su basi molto fragili". "Agire in tale direzione - ha spiegato - ha infatti ricadute positive anche sulla natalità, perché mette giovani e donne nelle condizioni di poter scegliere, se lo desiderano, di avere un figlio senza continuo rinvio che porta poi spesso a rinuncia. Aiuta a ridurre i divari territoriali perché gli svantaggi di genere e generazionali sono maggiormente presenti nel Mezzogiorno. Migliora l’immigrazione da domanda perché i contesti più attrattivi e con migliori possibilità di integrazione sono quelli che mettono a fattore comune le differenze senza trasformale in diseguaglianze; offrendo in particolare adeguate opportunità a giovani e donne, indipendentemente dalla provenienza sociale e territoriale”. Sono tre le principali evidenze. 1) Gli squilibri demografici che compromettono lo sviluppo del paese. L’Italia sta entrando in una nuova fase della sua storia che corrisponde a un inedito impoverimento del potenziale della forza lavoro. Questo indebolimento della componente più strategica dello sviluppo del paese si combina con l’aumento della popolazione anziana nelle età tradizionalmente inattive. Se questa trasformazione non viene gestita con approccio nuovo e strumenti efficaci, il rischio è quello di un avvitamento verso il basso delle possibilità di sviluppo, di competitività, di produzione di ricchezza, di sostenibilità del sistema sociale. L’Italia ha un indice di dipendenza degli anziani (rapporto tra 65 e più su popolazione tra i 20 e i 64 anni) che ha superato il 40% e si trova di circa 14 punti percentuali sopra la media Ue-27. Secondo le previsioni Eurostat potrebbe continuare a salire fin oltre il 65%. L’indice di dipendenza economica (inattivi di 65 anni e oltre su occupati tra i 20 e i 64 anni) ha superato il 60%, anch’esso circa 14 punti percentuali sopra la media europea). Il problema non è l’aumento del numeratore, legato all’aumento della longevità (sfida comune a tutte le economie mature avanzate), quanto la maggior riduzione del denominatore. In particolare, da dieci anni è entrata in fase di continua e sensibile riduzione la componente che tradizionalmente è stata al centro della crescita economica del paese. La popolazione maschile nella fascia 35-49 è, infatti, scesa da oltre 7 milioni nel 2014 a 5,7 milioni nel 2024 e continuerà inesorabilmente a ridursi nei prossimi decenni. Il tasso di occupazione degli uomini di tale età è attorno all’85%, valore molto vicino alla media europea. Il ridimensionamento demografico della componente maschile al centro della vita adulta lavorativa può essere considerato il processo principalmente responsabile dell’indebolimento del potenziale della forza lavoro italiana. Si tratta di una riduzione di entità inedita rispetto al passato e maggiore rispetto al resto d’Europa. Rischia, pertanto, di esporre l’Italia ad uno svantaggio competitivo rispetto alle capacità di sviluppo dei paesi con cui ci confrontiamo. Va, inoltre, a mettere in crisi la sostenibilità della spesa pubblica (essendo tale fascia quella che maggiormente contribuisce non solo alla crescita del Pil ma anche, attraverso contributi e tasse, alla fiscalità generale). 2) La debole presenza di giovani e donne nel mercato del lavoro. Il numero complessivo di occupati nella fascia 35-49 è sceso da circa 10,5 milioni nel 2014 a meno di 8,8 milioni del 2024. Il margine per controbilanciare tale declino sta nella misura dell’aumento dell’occupazione femminile, il cui valore è attualmente attorno al 65% in tale fascia (il più basso tra i paesi Ue-27, circa 13 punti sotto la media). Ampio margine di miglioramento può arrivare anche dall’occupazione degli under 35, anch’essa tra le più basse in Europa. In particolare, i residenti in Italia nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni sono circa 6,2 milioni. Negli ultimi vent’anni sono diminuiti di circa 2,3 milioni (erano oltre 8,5 milioni nel 2004). Nello stesso periodo gli occupati in tale fascia d’età sono scesi da 6 milioni a circa 4,2 milioni (quelli nella classe più ampia 15-34 da oltre 7,5 milioni a meno di 5,5 milioni). La popolazione nella fase di entrata in età adulta non è mai stata così demograficamente debole nella storia del nostro paese. Il tasso di occupazione nello stesso periodo è rimasto su livelli bassi, addirittura sceso nella fascia 15-24 (da circa il 27% del 2004 al 20% del 2023), mentre gli occupati sono poco più di 2 su 3 nella fascia 25-34 (erano il 70% nel 2004). Da segnalare però l’aumento in quest’ultima fascia dal 63% nell’anno precedente la pandemia di Covid-19 al 68% del 2023. Un segnale che la carenza di manodopera sta incentivando le aziende e le organizzazioni a cercare di essere più attrattive verso le nuove generazioni. Il divario rispetto alla media Eu-27 rimane però molto ampio: di quasi 15 punti percentuali per la fascia 15-24 e di oltre 10 punti percentuali per la fascia 25-34. In termini relativi l’incidenza degli under 35 sul totale degli occupati è scesa negli ultimi vent’anni da valori superiori al 33% (quindi oltre 1 su 3) al 23% (meno di 1 su 4). Al contrario l’incidenza degli occupati di 50 anni e oltre è aumentata (sia per le dinamiche demografiche sia per l’aumento dei tassi di occupazione, favoriti anche dallo spostamento in avanti dell’età alla pensione) passando da poco più del 20% a oltre il 40%. La fascia centrale tra i 35 e i 49 anni, come abbiamo detto, è entrata in diminuzione più recentemente, scendendo dal 47% al 37%. 3) I margini per contrastare il declino e riequilibrare l’offerta di lavoro. In che misura è ancora possibile contenere la riduzione dell’offerta di lavoro nei prossimi decenni a fronte delle trasformazioni demografiche in atto?Nella prima parte del Rapporto, oltre alla descrizione delle dinamiche della popolazione attiva degli ultimi vent’anni in ottica comparativa europea, viene presentato un esercizio di simulazione allo scopo di valutare quali margini l’Italia ancora ha di controbilanciare la riduzione quantitativa della popolazione in età lavorativa e del numero degli occupati. Lo scenario 'target' è quello di un percorso del Paese che nei prossimi 15 anni si allinea alle ipotesi più favorevoli delle previsioni Istat sulle dinamiche della natalità e dei flussi migratori (con un numero medio di figli per donna che entro il 2040 converge ai valori medi europei, ovvero attorno a 1,5, e un saldo migratorio con l’estero che oscilla attorno a 240 mila). In coerenza con tali dinamiche demografiche si ipotizza inoltre una convergenza dei tassi di occupazione giovanile (under 35) e femminile adulta (35-54) all’attuale media europea (mentre l’occupazione maschile adulta e quella degli over 55 è già vicina alla media Ue-27). Quello che si ottiene è un aumento di circa 1,3 milioni di occupati under 35 rispetto ai livelli attuali (che risulta tale da compensare la riduzione subita da tale componente negli ultimi 15 anni). E un numero di donne occupate in età 35-54 che anziché diminuire come effetto dell’azione demografica rimane di fatto costante (superiore ai 5 milioni, a tassi di occupazione fissi scenderebbe di circa 1 milione). Questo significa, anche, che senza favorire nei prossimi anni una convergenza verso la media europea dei tassi di occupazione di tali due gruppi, andrebbe ulteriormente a indebolirsi il peso relativo dei giovani nella forza lavoro e il peso relativo e assoluto delle donne, con conseguente ulteriore e progressivo sbilanciamento verso le età più mature. Come evidenziano i capitoli di approfondimento della Parte II del Rapporto, oltre a politiche pubbliche più incisive (sulla transizione scuola-lavoro, sulla conciliazione tra tempi di vita e lavoro, sull’integrazione) serve anche una maggiore capacità delle aziende e delle organizzazioni italiane di andar oltre l’idea di una forza lavoro tipica del XX secolo con al centro la figura del maschio adulto per valorizzare tutte le componenti della popolazione in età attiva, con attenzione alle loro specificità (nuove generazioni, donne, immigrati) e favorendo condizioni di una lunga vita attiva (attraverso le misure di Age management). Paradossalmente, proprio per il fatto di aver sottoutilizzato tali componenti l’Italia ha attualmente maggior margine di spinta positiva su occupazione e crescita economica. Una migliore valorizzazione da combinare anche con le opportunità, non scontate, offerte dalle nuove tecnologie.
(Adnkronos) - Un calcestruzzo stampato in 3D e soprattutto sostenibile. È questa la scommessa vinta dagli esperti della Nanyang Technological University di Singapore, che con la loro proposta potrebbero dare un contributo fondamentale alla difficile transizione ecologica del settore delle costruzioni. Gli scienziati hanno raggiunto il loro obiettivo mettendo a punto un metodo di stampa che cattura il carbonio. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati sulla rivista di settore “Carbon Capture Science & Technology”.