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(Adnkronos) - Lorenzo Musetti torna in campo per inseguire una qualificazione last minute alle Atp Finals di Torino. Oggi, mercoledì 5 novembre, il tennista azzurro affronta Stan Wawrinka nel secondo turno dell'Atp 250 di Atene. In caso di successo nel torneo greco, il numero 9 del ranking Atp salirebbe all'ottavo posto nella race e staccherebbe il pass per il 'Torneo dei Maestri', che chiuderà la stagione. Ecco orario, precedenti e dove vedere il match in tv e streaming. Il match tra Musetti e Wawrinka inizierà non prima delle 17. C'è solo un precedente tra i due e risale agli Internazionali di Roma del 2020, con vittoria dell'azzurro 6-0 7-6. Musetti-Wawrinka sarà disponibile in diretta televisiva sui canali Sky Sport. Il match sarà visibile anche in streaming su Sky Go, NOW TV e Tennis TV.
(Adnkronos) - I dati del report Insight Lab di Webidoo lo dimostrano con chiarezza: in Italia solo il 6,9% delle pmi e il 14,7% delle medie imprese utilizza soluzioni di intelligenza artificiale, ma si stima che la loro introduzione possa generare un aumento della produttività superiore al 40%. Le aziende che adottano l’Ai crescono più velocemente, innovano prima e rispondono meglio al cambiamento. "Sono dati eloquenti eppure dobbiamo constatare che l’uso dell’Ai è ancora troppo spesso tattico, frammentato, non sempre consapevole”, commenta Giovanni Farese, Ceo di Webidoo Spa, tech company che sviluppa piattaforme Ai based per la trasformazione digitale e che, con la propria divisione Webidoo Insight Lab, pubblica il report 'Intelligenza Artificiale e produttività nelle pmi' . "Perché la tecnologia diventi davvero un motore di competitività, serve costruire una cultura dell’Ai 'umana' e pragmatica: occorre aiutare le imprese a costruire modelli di adozione sostenibili, accessibili e orientati al risultato, capaci di trasformare la semplice automazione in vero cambiamento organizzativo. L’Ai oggi è un’opportunità concreta che genera valore tangibile per le imprese e muoversi prima degli altri è strategico per guadagnare un vantaggio competitivo reale. Perché in un contesto come quello attuale, non vince chi osserva ma chi sperimenta", spiega. Il report evidenzia che, nelle pmi che già utilizzano l’Ai, gli ambiti prevalenti sono marketing e vendite (36%), ricerca e sviluppo(24,2%) e processi produttivi (21%). Un segnale chiaro: l’Ai non è futuro, ma presente. E giustifica la necessità di un quadro normativo che parli anche alle imprese, non solo ai big tech. Michela Pancaldi, Ceo di Tecnocupole Pancaldi, realtà italiana di riferimento nel settore delle strutture e macchine industriali, sottolinea il valore concreto di questa evoluzione: “L’automazione basata su Ai ha rivoluzionato il modo in cui le macchine dialogano con l’operatore. Le nuove interfacce sono intuitive, guidano l’utente passo dopo passo e riducono drasticamente i tempi di formazione e persino la necessità di operai iperspecializzati. Questo si traduce in maggiore produttività, meno errori e una gestione più sostenibile delle risorse in fabbrica: al punto che stiamo pensando di trasformare il nostro stabilimento in un polo in cui ospitare anche una parte di produzione altrui, di settori e parti completamente diverse dai nostri, ma adatti alla linea intelligente di Industria 4.0 in cui abbiamo investito". Le imprese che utilizzano l’Ai possono beneficiare di un incremento della produttività oltre il 40%. Le attività ripetitive, come l’inserimento dati o l’elaborazione documentale, possono essere svolte fino al 40% più velocemente; il supporto clienti può essere automatizzato fino all’80%, riducendo i tempi di risposta; l’automazione dei processi può migliorare l’efficienza fino al 65%. L’Ai va regolamentata, quindi, ma anche incentivata, perché il suo impatto sulla competitività è tangibile. Anche nel procurement il cambiamento è già realtà. Come spiega Daniele Civini, Head of Sales Jaggaer Italia, player globale in soluzioni source-to-pay e di collaborazione con i fornitori: “Sistemi come gli Ai agents possono aiutare i team di acquisto a ottimizzare i processi grazie a funzionalità di Q&A, rilevamento delle anomalie delle fatture Po e generazione e sintesi di contenuti tramite Gen Ai. Una tecnologia che offre agli utenti un’esperienza intuitiva ed efficiente su tutta la piattaforma di procurement, mantenendo ‘l’uomo al centro’, ma liberando tempo per attività strategiche ad alto valore". Il report evidenzia che le principali difficoltà nell’adozione dell’Ai riguardano la mancanza di competenze interne (55%) e la scarsa chiarezza normativa (41%). Due ostacoli che rallentano l’innovazione e confermano quanto una legge, se ben scritta, possa educare oltre che regolare. Le Pmi chiedono chiarezza, strumenti e orientamento, non solo vincoli. Sul fronte della gestione dei rischi e della sostenibilità, interviene Azzurra Gollotta, Sales Manager per Italia e Spagna di Achilles, leader globale nella gestione del rischio e delle performance della catena di fornitura che propone soluzioni basate su Ai per aiutare le aziende a comprendere e anticipare le proprie vulnerabilità Esg: “Il nostro sistema, per esempio, basa la propria analisi su dati strutturati e disponibili pubblicamente piuttosto che su input diretti forniti dai fornitori. Raccoglie e monitora informazioni provenienti da database normativi e di conformità, notizie e resoconti dei media, documenti societari e informative sulla sostenibilità, database Esg e di rischio di terze parti, nonché dati sui rischi geopolitici o a livello nazionale. Aggregando queste fonti, l'intelligenza artificiale è in grado di identificare modelli, anomalie e rischi emergenti, fornendo informazioni tempestive sulle potenziali vulnerabilità Esg lungo tutta la catena di fornitura, anche per i fornitori che non hanno inviato direttamente alcun dato”. La diffusione dell’Ai passa anche dalle persone. Perché non esiste trasformazione digitale senza trasformazione delle competenze. Come sottolinea Laura Basili, fondatrice di Women at Business, la piattaforma italiana che mette in rete donne e imprese: “Le skill legate all’intelligenza artificiale sono eterogenee, ovviamente per tantissimi aspetti sono legate ad ambiti tecnico informatici, ma non solo. Con l’evolversi delle tecnologie devono evolvere anche le competenze che si possono acquisire in itinere, anche partendo da carriere lontane dal mondo tech. Nella nostra piattaforma offriamo corsi gratuiti per svilupparle e inserirle nel proprio cv, perché oggi conoscere l’AI è una chiave di accesso al lavoro di domani”. Il quadro che emerge è chiaro: l’Ai non è più una prospettiva, ma una condizione competitiva. Perché generi vero valore, però, deve diventare parte integrante della cultura d’impresa: una cultura che unisca tecnologia, formazione e responsabilità. Solo così l’intelligenza artificiale potrà smettere di essere una promessa e diventare un motore reale di crescita per le pmi italiane.
(Adnkronos) - In occasione di Ecomondo 2025, Cogei Società Benefit, realtà che opera nel settore del trattamento delle acque civili e industriali e con base a Napoli, ha presentato i propri piani di sviluppo per i prossimi anni, con un focus strategico sull’espansione nel settore industriale. L’azienda, infatti, intende rafforzare la propria presenza sui territori attraverso soluzioni tecnologiche avanzate e sostenibili per la riduzione del consumo dell’acqua o il suo riutilizzo, con l’obiettivo di contribuire attivamente alla transizione ecologica del Paese. Tra gli obiettivi principali, l’azienda prevede di raggiungere entro il 2026 un fatturato di circa 80 milioni di euro, grazie soprattutto all’espansione nel settore privato e al consolidamento delle attività in ambito pubblico. In parallelo, il piano prevede un importante investimento a favore del capitale umano del Sud Italia, con l’obiettivo di inserire almeno 20 giovani professionisti dal Mezzogiorno entro il 2027, aumentare del 50% le ore di formazione pro capite e raggiungere il 40% di presenza femminile in azienda. Un impegno possibile anche grazie alle collaborazioni con il mondo accademico, partecipando a progetti di ricerca avanzata con atenei come l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Salerno e l’Università di Trento, per lo sviluppo di tecnologie depurative non convenzionali. In una prospettiva 2025-2030, Cogei si è posta obiettivi ambiziosi nel settore ambientale: la valorizzazione fino al 90% dei fanghi di depurazione entro il 2030, l’incremento del 50% della produzione di energia dai fanghi entro il 2027, e il raggiungimento del 50% del fabbisogno energetico aziendale da fonti rinnovabili. “La nostra strategia di crescita è mossa dalla curiosità, motore per l’innovazione, per la sostenibilità e la valorizzazione del capitale umano. I nostri progetti rappresentano un esempio concreto di questa visione: interventi che coniugano economia circolare, tecnologia avanzata e benefici ambientali tangibili per la comunità”, ha dichiarato Raffaele Cimino, amministratore delegato di Cogei Società Benefit. La strategia di crescita di Cogei si riflette in una serie di interventi sul territorio, che incarnano i principi di sostenibilità, innovazione e valorizzazione delle risorse. Tra questi, il progetto di riqualificazione della linea fanghi e produzione di biometano presso il depuratore di Casone, nel comune di Foligno, rappresenta un esempio emblematico di applicazione dell’economia circolare alla gestione delle acque reflue. I lavori affidati da Valle Umbra Servizi includono la realizzazione dell’intera nuova linea di trattamento dei fanghi, a servizio non solo del depuratore di Casone ma anche di altri impianti civili gestiti da Valle Umbra Servizi e la costruzione di una nuova linea di trattamento del biogas prodotto nella fase di digestione anaerobica. In particolare, Cogei ha installato un impianto di upgrading per la purificazione del biogas, che consente una separazione quasi totale del metano (99,5%), ottimizzando la produzione energetica da una fonte naturale. Il biogas (167 Nmc/h), generato dai microrganismi che degradano la frazione organica nel comparto di digestione, sarà così convertito in una fonte di energia rinnovabile con una potenzialità di 100 Nmc/h, contribuendo in modo concreto alla decarbonizzazione del territorio. “L’intervento su Casone - ha dichiarato Giancarlo Piccirillo, direttore tecnico di Valle Umbra Servizi Spa - è un passaggio strategico nel percorso di transizione energetica del nostro Gruppo. Cofinanziato dai fondi Pnrr e dalla Banca Europea per gli Investimenti, il progetto si inserisce nel Piano Industriale Vus 2022–2031, che punta a ridurre del 42% le emissioni dirette e indirette entro il 2030. Grazie al lavoro realizzato da Cogei, è già operativo un impianto fotovoltaico che alimenta parte del ciclo di depurazione, anticipando gli obiettivi energetici previsti per il prossimo anno e contribuendo al recupero di circa 167 tonnellate di CO2 equivalente. L’attivazione della linea biometano permetterà inoltre di trasformare i fanghi da scarto a risorsa, rafforzando un modello di economia circolare a beneficio dell’ambiente e delle comunità che serviamo”. Tra i progetti di rilievo si distingue l’intervento sull’impianto di depurazione di Marcianise (CE), rifunzionalizzato da Cogei e oggi considerato un modello avanzato di sostenibilità nel settore. L’impianto, con una capacità di trattamento pari a circa 1 milione di abitanti equivalenti, è già in linea con le nuove direttive europee sul trattamento delle acque reflue urbane, grazie all’adozione di tecnologie biologiche a cicli alternati, digestione anaerobica con recupero energetico, trattamenti innovativi dei fanghi e sistemi di automazione predittiva. Queste soluzioni hanno permesso di ridurre significativamente i consumi energetici e la produzione di fanghi, migliorando al contempo la qualità dell’effluente e la stabilità operativa.