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(Adnkronos) - “Quest’anno l’evento arriva in concomitanza con il giubileo del mare e per questo abbiamo ritenuto che, oltre al valore economico che produce l’economia del mare, mettiamo in risalto anche il valore etico e sociale, che questo produce”. Lo ha detto il presidente di Assonautica, Giovanni Acampora, nel corso del primo giorno del IV summit nazionale sull’economia del mare - Blue forum, tenutosi a Roma presso il Mimit. Questa quarta edizione del forum si tiene con il patrocinio dell’apostolato del mare e parte dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, per poi continuare in Unioncamere - ha continuato il presidente di Assonautica, evidenziando che le precedenti tre edizioni si sono tenute a Gaeta -. Un fatto molto significativo perché il ministero è la casa delle imprese, dove si decidono le politiche governative su di un tema molto caro al ministro Urso: il mare; e Unioncamere la casa di tutte le associazioni. " Nel corso della prima giornata è stato presentato il 13esimo rapporto sull’economia del mare. “Un documento che presenta tante novità nei dati - prosegue Acampora -. Dati che ci dicono che saranno anni di scelte complicate dove, oltre a rimettere al centro l’Italia come nazione di mare, bisognerà mettere in campo delle scelte coraggiose”. Decisioni che vedranno il settore impegnato soprattutto nello sviluppo dell’ai perché, come rimarca il titolare di Assonautica “l’intelligenza artificiale sarà applicata all’economia del mare”. L’Italia, secondo Acampora, è “avanti rispetto agli altri paesi europei”, un primato che “dobbiamo conservare giocando scelte intelligenti e lavorando su traiettorie innovative” perché così “si può andare avanti verso un futuro ricco di soddisfazioni” Dal rapporto presentato emerge che “aumenta l’incidenza del valore aggiunto in Italia”. Un dato in crescita già nel 2024 e che si attestava, come riporta il presidente di Assonautica, “sui 178 miliardi di euro e il 10,2% del Pil”. Per il 2025, quindi, i dati sono in crescita. “Non solo - prosegue -, aumenta anche il numero degli occupati e delle aziende che fanno economia del mare che prima erano 228.000”. Un valore importante soprattutto perché “questo valore aumenta soprattutto nel Mezzogiorno, andando così a recuperare il divario esistente tra Nord e sud”.
(Adnkronos) - L’export della filiera legno-arredo chiude il primo trimestre 2025 all’insegna della stazionarietà rispetto allo stesso periodo del 2024 con un -0,4% complessivo, come risulta anche dal confronto fra marzo '25 e marzo '24 con un + 0,1%, per un valore complessivo di 4,7 miliardi di euro. Con 2,5 miliardi di euro l’area Ue27 si conferma il primo mercato di riferimento per il nostro export con un -0,2%, mentre le esportazioni verso i Paesi extra Ue27 crescono dell’1,7% e raggiungono quota 690 milioni di euro. Il macrosistema arredamento ha registrato un -1,1% con 3,4 miliardi di export, con un rallentamento più spiccato per le cucine (-8,3%) e l’ufficio (-9,8%) mentre il macrosistema legno fa + 1,6% per un valore pari a 1,25 miliardi di euro, per il buon andamento (+9,7%) di prodotti e finiture d'arredo per l'edilizia. Per la filiera, alcuni segnali positivi arrivano dai mercati extra-Ue, in particolare dagli USA che toccano un +3% nel cumulato gennaio-marzo dopo che gennaio-febbraio aveva registrato un -0,1%, forse nel tentativo di anticipare l’applicazione dei dazi annunciati da Trump, che proprio ieri ha firmato l'ordine esecutivo che estende la scadenza dal 9 luglio al primo agosto. Anche Uk ed Emirati Arabi Uniti confermano dinamicità nei primi mesi del 2025, mentre sul mercato Ue sono Spagna e Portogallo a distinguersi con dati in crescita. Sul fronte delle importazioni spicca il dato della Cina, che tocca quota +25% (marzo ’25 su marzo ‘24), mentre il cumulato del trimestre arriva addirittura a un +38,2%. Sono queste le principali evidenze che risultano dai dati elaborati dal Centro studi di FederlegnoArredo su dati Istat e che fotografano l’export del primo trimestre di un settore che, come tanti altri, è “costretto a stare alla finestra" in attesa di capire davvero che cosa succederà in tema di dazi e quale sarà la strada che Trump intende percorrere. "Come accade ormai da quasi un anno a questa parte, per motivi diversi fra loro, ma tutti altamente complessi - commenta Claudio Feltrin, presidente di Federlegnoarredo - riuscire a immaginare anche il futuro più prossimo è davvero impossibile, ma il dato evidente è che mentre siamo in balia delle dichiarazioni del presidente Usa, continua anche il trend negativo dei principali Paesi che importano i nostri prodotti. Nella Top 10 continuano a calare Francia e Germania (rispettivamente -4,2% e -2,6%), mentre UK e Spagna registrano un +3,3% e un +7,4%; gli Emirati Arabi Uniti registrano la migliore variazione percentuale con un +11,1% per un valore totale esportato di 108 milioni di euro". "Un campanello d’allarme - spiega - arriva anche dal dato dell’import in Italia di prodotti cinesi, che abbiamo visto a marzo toccare il + 25%, anche se i dati Istat di aprile 2025 riportano per il mobile una flessione delle importazioni del 3,5%. Un piccolo segnale positivo? Lo capiremo nei prossimi mesi, ma l’avanzata del gigante cinese non deve farci stare troppo tranquilli. Non a caso, per il clima di fiducia espresso a maggio dalle aziende, il saldo dei giudizi sugli ordini (differenza tra giudizi sugli ordini alti e bassi) si attesta al -24,1%, in peggioramento rispetto al –20,2% di aprile. Da evidenziare, al contempo, che il 61,7% delle imprese dichiara comunque che gli ordini sono "normali", quindi in linea con le aspettative: dato che trova conferma anche nella produzione industriale del mobile, che nel periodo gennaio-aprile 2025 ha registrato un +5,4%". Considerando i cinque Paesi che in valore assoluto crescono maggiormente a gennaio-marzo 2025 troviamo oltre a Spagna, Usa ed Eau, il Marocco +55,6% (26° destinazione) e il Portogallo +25% (21° destinazione). Tra i cinque Paesi con il trend negativo peggiore troviamo Francia e Germania, che nella Top 10 perdono rispettivamente 35,5 milioni di euro e 13,5 milioni di euro; la Cina (12° destinazione) registra una flessione del 16,4% e l’Arabia Saudita del 13,5% (16°destinazione).
(Adnkronos) - “Spesso si pensa che sia l’Europa a imporre scelte ai Paesi membri, ma nel caso dell’economia circolare è accaduto il contrario: l’Italia ha tracciato per prima la strada, con esperienze concrete di raccolta differenziata, impianti industriali e filiere produttive che l’Unione ha inserito nelle proprie direttive e regolamenti, e che hanno anticipato gli obiettivi europei. Abbiamo una leadership internazionale che raccontiamo ancora troppo poco: il modello italiano dell’economia circolare è un esempio straordinario, da preservare e rafforzare per il futuro”. Questo il commento di Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente, in occasione dell’Ecoforum 2025, tenutosi a Roma e organizzato da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.