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(Adnkronos) - La ministra del Turismo Daniela Santanchè va a processo per falso in bilancio nella vicenda che riguarda i conti di Visibilia Editore, gruppo da lei fondato e da cui ha dismesso le cariche nel 2022, e di recente anche le quote. Lo ha stabilito la gup di Milano Anna Magelli che, al termine di una breve camera di consiglio, ha dato ragione alla tesi della procura meneghina. A processo finiscono in tutto 16 persone - tra loro anche il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero e la nipote Silvia Garnero, l'ex compagno della ministra Canio Giovanni Mazzaro che hanno avuto ruoli all'interno della spa - più una società, Visibilia srl in liquidazione. La giudice ha accettato il patteggiamento di Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, e delle altre due società indagate, Visibilia Editore ed Editrice, che avevano proposto una sanzione amministrativa. Federico Celoria, ex consigliere di amministrazione, ha patteggiato due anni con la sospensione condizionale della pena, mentre la società Visibilia Editore spa ha patteggiato 63.300 euro di sanzione e 15.000 euro di confisca come risarcimento, la Visibilia Editrice srl 30.000 euro di sanzione e 10.000 di confisca. La prima udienza del processo è in calendario per il prossimo 20 marzo, davanti alla seconda sezione del tribunale di Milano. "L'attività di indagine ha confermato quello che noi abbiamo sostenuto nei nostri esposti. Quella di oggi non è una vittoria, lo sarà quanto riavremo i nostri: circa 400 mila", dice Giuseppe Zeno, il finanziere e 'grande accusatore', da cui è partita l'inchiesta. L'ex socio di minoranza di Visibilia Editore, rappresentato dall'avvocato Antonio Piantadosi, è tra le tre parti civile (tutti piccoli azionisti) ammesse al processo. Al centro del contendere c'è, per la procura, il presunto "disegno criminoso" di chi rivestendo allora ruoli apicali avrebbe omesso "ogni attività di accertamento" sul bilancio della spa Visibilia Editore, quotata sul mercato gestito da Borsa Italiana, con il fine "di conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto" e l'effetto finale di indurre in errore gli investitori e mettere a rischio la continuità della spa. Le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, coordinate dalla procura di Milano e nate su input di alcuni soci di minoranza, tra cui il finanziere Giuseppe Zeno (parte civile insieme ad altri due piccoli azionisti), riguardano i bilanci tra il 2016 e il 2022 che, a dire dell'accusa, sarebbero stati 'truccati'. Tra le contestazioni 'chiave' c'è quella relativa all'iscrizione "nell'attivo dello stato patrimoniale" nei bilanci della spa Visibilia Editore, dal 2016 al 2020, dell'avviamento (il valore intrinseco della società, ndr) per cifre che vanno dagli oltre 3,8 milioni di euro a circa 3,2 milioni, senza procedere" alla "integrale svalutazione" già nel dicembre 2016. La decisione della giudice di Milano, che rischia di avere ripercussioni politiche, è solo la prima. Il prossimo 29 gennaio, la Cassazione dovrà decidere sulla competenza tra Milano o Roma sul caso in cui Santanchè con altri risponde di truffa aggravata ai danni dell'Inps per la vicenda che riguarda la cassa integrazione in Visibilia durante il periodo del Covid. In più, la senatrice di Fratelli d'Italia è anche indagata per bancarotta dopo il fallimento di Ki Group srl, società della galassia del bio-food un tempo guidata dalla senatrice. Liquidazione giudiziale che, a dicembre, ha riguardato anche Bioera, altra società del gruppo, e anche in questo caso ci sono profili di bancarotta al vaglio. "È una decisione che ci aspettavamo, ma che lascia l'amaro in bocca. Dimostreremo nel processo l'estraneità della ministra Santanchè alle accuse", è il commento di Nicolò Pelanda, difensore di Daniela Santanché.
(Adnkronos) - C’è chi lancia la bottiglia take away, chi promuove pernottamenti e nuove esperienze in cantina, chi chiede più taxi o una mobilità alternativa. E tutti invitano a un consumo responsabile, senza rinunciare al piacere di un calice, insomma a bere meno ma bere meglio. Di sicuro, i produttori di vino italiani non si sono fatti trovare impreparati di fronte al nuovo Codice della Strada, che introduce un inasprimento delle sanzioni per i guidatori che superano il tasso alcolemico previsto dalla legge, pur mantenendo invariati i parametri legali. E che potrebbe scoraggiare i consumatori facendoli desistere al cospetto di un buon bicchiere al ristorante. In effetti, qualcuno ha già cominciato a registrare un calo nei consumi fuori casa e a lanciare l’allarme sul danno economico che ne deriverebbe per una delle più importanti filiere del made in Italy. Ma a preoccupare i produttori non sono tanto i numeri in questo momento, quanto gli inutili allarmismi e i messaggi non corretti sulle nuove norme. Così le organizzazioni di categoria e i Consorzi di tutela, da Nord a Sud, ribadiscono il loro impegno in prima fila per il consumo responsabile e sono pronti a fare la loro parte. “E’ evidente che tutto questo rientra tra le varie cause che stanno determinando un progressivo calo dei consumi. Detto ciò, noi siamo da sempre favorevoli a un concetto di bere votato alla consapevolezza, alla moderazione e alla prudenza. I protagonisti del nostro settore dovranno lavorare insieme alla creazione di nuove forme di collaborazione con i soggetti pubblici e privati che si occupano di trasporti, al fine di garantire ai consumatori, dopo una cena al ristorante o una visita in cantina, forme alternative di mobilità”, dichiara ad Adnkronos/Labitalia Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente di Federdoc, la Confederazione nazionale dei Consorzi volontari per la Tutela delle Denominazioni dei vini italiani. Un’iniziativa innovativa è stata appena lanciata da Assoenologi, con il progetto ‘Portami a casa’, rivolto sia ai produttori sia ai ristoratori e a tutti i gestori di locali dove si consuma vino. L’obiettivo è salvaguardare la tradizione e il piacere di bere a tavola, garantendo al contempo la massima sicurezza per tutti. Una soluzione semplice e pratica: quando la bottiglia di vino ordinata non viene consumata interamente, il cliente può portarla a casa. Con tanto di shopper personalizzate fornite direttamente dai produttori ai gestori dei locali, che permettono al cliente di trasportare la bottiglia in sicurezza e legalità. “Questa iniziativa vuole incentivare il consumo moderato e consapevole di vino, senza privare i consumatori del piacere di accompagnare i pasti con un buon calice. Allo stesso tempo, ci impegniamo a promuovere una maggiore sicurezza stradale e a ridurre i rischi legati all’abuso di alcol alla guida. L’iniziativa rappresenta anche un’opportunità per i produttori di rafforzare il legame con i consumatori, offrendo un servizio aggiuntivo che valorizza il marchio”, spiega il presidente nazionale di Assoenologi, Riccardo Cotarella. "Allo stesso tempo, i ristoratori e i vari gestori di locali possono contribuire attivamente alla sicurezza stradale, migliorando l’esperienza complessiva del cliente”, aggiunge Cotarella, che mette in guardia anche contro l’allarmismo: “Se la sicurezza alla guida è prioritaria, dobbiamo porre la massima attenzione anche ai mercati del vino. Ne va della sopravvivenza di migliaia di produttori e di un indotto economico che non possiamo permetterci di perdere. L'iniziativa di Assoenologi può essere una prima risposta, ma ancora più importante è veicolare la giusta comunicazione”. Ed è proprio questo il sentiment che aleggia tra i Consorzi di tutela, interpellati da Adnkronos/Labitalia da Nord a Sud del paese. Dal Piemonte, il presidente del Consorzio Barbera d'Asti e Vini del Monferrato, Vitaliano Maccario, afferma: “Siamo ben coscienti che le nuove normative abbiano portato a un inasprimento delle sanzioni economiche, ma credo che sia importante cogliere questa occasione per promuovere un messaggio positivo e responsabile. Come produttori di vino, siamo i primi a voler garantire che il piacere di un buon calice sia sempre accompagnato dalla sicurezza. Oggi più che mai, credo che anche i ristoratori e i locali possano giocare un ruolo chiave offrendo ai propri clienti un servizio aggiuntivo, come una rubrica di contatti per taxisti o autisti, per aiutare chi ha bisogno di un rientro a casa in totale sicurezza. Allo stesso modo, invitiamo i gruppi di amici a organizzarsi in modo che almeno una persona della compagnia si astenga dal bere per poter portare a casa tutti in sicurezza. Il vino è cultura, convivialità e piacere. È fondamentale che questi valori si sposino sempre con la responsabilità e il rispetto per gli altri, sia sulle strade che nelle nostre comunità. Con un po’ di collaborazione e sensibilità, possiamo vivere questa esperienza in modo sicuro e consapevole”. Quanto al rischio di un calo nei consumi, per Maccario, “è vero che alcune normative più rigide possono avere un impatto iniziale, soprattutto nei contesti di ristorazione e locali serali; tuttavia, non credo che si tratti di un calo significativo o duraturo, quanto piuttosto di un cambiamento nelle abitudini di consumo”. “Quello che stiamo osservando - prosegue - è una maggiore attenzione da parte dei consumatori, che scelgono di bere meno, ma meglio, dando valore alla qualità e all’esperienza. Questo è un segnale positivo: significa che il vino è sempre più apprezzato come elemento di convivialità e cultura, non come semplice abitudine. Inoltre, sta emergendo una crescente consapevolezza sulla responsabilità. Questo, unito alla possibilità di organizzarsi con servizi di trasporto o con un ‘designated driver’ all’interno dei gruppi di amici, ci permette di continuare a godere del vino in modo sicuro e consapevole. Credo che il settore possa adattarsi a queste nuove dinamiche con creatività e attenzione ai clienti”. Da parte sua, Giancarlo Guidolin, presidente del Consorzio Prosecco Doc, sottolinea che “come Consorzio siamo da tempo impegnati nel sostenere le campagne di ‘Wine in Moderation’, di cui siamo anche National Coordinators in Italia, e di sicuro il tema del consumo di vino per chi guida è un argomento sensibile”. “Allo stesso tempo, però, crediamo che vada affrontato da un punto di vista culturale - puntualizza - e non criminalizzando il consumo tout court. La comunicazione sul provvedimento di inasprimento delle pene per chi guida con un tasso alcolemico superiore a quello previsto dalla normativa è risultata ingannevole, facendo credere che fossero cambiati anche i limiti, rischiando di costituire un ulteriore attacco diretto e indiscriminato al mondo del vino. Noi siamo contro l’abuso, ma dobbiamo continuare a difendere e rimarcare la differenza tra consumo e abuso”. Un secco no all’allarmismo si leva anche dalla Toscana. “La sicurezza, prima di tutto, ma non si inizi una caccia alle streghe”, avverte Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, che riporta anche i primi dati sui consumi: “Da alcune rilevazioni del Consorzio su esercizi pubblici del territorio, in pochi giorni si è registrato un calo di consumo di vino pari a circa il 20%. Se questa tendenza iniziale divenisse un trend consolidato, è evidente che rappresenterebbe un duro colpo per un sistema economico fortemente basato sull’enoturismo e sulla ristorazione. Siamo d’accordo sul fatto che la sicurezza venga al primo posto. Tuttavia, vorremmo evitare che si crei allarmismo intorno a una situazione che, in sé, non rappresenta un problema reale. Ribadiamo il concetto che per primi, come Consorzio, abbiamo sempre praticato una comunicazione verso il consumo consapevole del vino; tuttavia, occorre fare attenzione a non demonizzare il consumo del vino di qualità, come nel nostro caso, elemento che, lo dicono i numeri dei numerosi rapporti sul turismo enogastronomico, aiuta un interno segmento dell’economia e della socialità del territorio. Siamo d’accordissimo anche sul fatto che l’abuso di alcol sia da combattere, ma sbagliato legare questo al consumo corretto di vino”. Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Mazzei, presidente del Consorzio di Tutela Vini della Maremma Toscana: "Direi che in questa prima fase c’è un po’ di allarmismo da parte degli esercenti a fronte di un calo dei consumi, ma si stanno anche adottando nuove pratiche, tipo il take away della bottiglia da finire a casa, la messa a disposizione di un misuratore per verificare se si è nelle norme, ecc. Alla fine, i parametri sono rimasti gli stessi con alcune eccezioni, ma sono aumentate le sanzioni. La cosa importante è usare il buonsenso, fare informazione corretta e senza terrorismo”. Carlotta Gori, direttore del Consorzio Chianti Classico, ricorda che “il vino è un prodotto millenario che appartiene alla cultura dei popoli e il consumatore consapevole nel vino cerca storia, cultura, paesaggi, odori e sapori di un territorio: questo è il consumatore a cui noi guardiamo, avendo ben chiaro che il consumo deve essere ragionato e non deve mai trasformarsi in abuso”. Restando in Centro Italia, a far sentire la voce dei produttori umbri di eccellenza è Massimo Sepiacci, presidente di UmbriaTop: “E’ lo sballo complessivo che genera problematiche e non certo bere un bicchiere di vino. Senza dubbio è importante bere in modo responsabile e per chi guida bere moderatamente. Il problema non è il consumo responsabile di un bicchiere di vino, anche perché con la nuova normativa i limiti sono comunque rimasti gli stessi rispetto a prima, ma l'eccesso e l'abuso che possono portare a situazioni pericolose. La responsabilità personale è la chiave per godere di un momento conviviale senza mettere a rischio la propria sicurezza e quella degli altri. UmbriaTop, la cooperativa delle cantine umbre, ha a cuore il bere responsabilmente, e valuta positivamente azioni virtuose in tal senso, come la promozione di servizi navetta dedicati agli enoturisti”. E la questione è particolarmente sentita anche per chi ruota intorno alle grandi città come la Capitale. “È evidente - sostiene Rossella Macchia, presidente del Consorzio Tutela Vini Roma Doc - che il nuovo decreto, soprattutto per come è stato percepito, impone delle riflessioni e probabilmente un nuovo modo di proporre la visita in cantina. Con il vino che resta sicuramente centrale, ma supportato da tutta una serie di iniziative che possano in qualche modo rendere la degustazione una parte dell’esperienza". "Va comunque detto - precisa - che il Consorzio Roma Doc, così come molti altri player del settore, ha, sin dalla sua costituzione, sposato totalmente il concetto di bere moderato e consapevole. Siamo noi aziende per prime ad avere l’interesse che il visitatore viva in cantina una giornata piacevole ed educativa. Stiamo valutando anche una serie di iniziative in grado di soddisfare esigenze di tutte le parti in causa”. Spostandosi a Sud, insiste sugli aspetti legati alla corretta comunicazione Novella Pastorelli, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria: “Lo scenario attuale è meno preoccupante di quanto possa sembrare. Esistono importanti studi condotti da enti autorevoli come il Nasem (National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine), che recentemente ha pubblicato un rapporto sui legami tra alcol e salute. Secondo questo studio, la mortalità è inferiore tra chi consuma moderatamente vino o alcol in generale rispetto a chi non lo consuma affatto". "In relazione alla recente normativa del Codice della Strada, come avvocato, posso affermare - rimarca - che tecnicamente le sanzioni per la guida in stato di ebbrezza sono state inasprite, ma i limiti legali di alcol nel sangue non sono stati modificati. Tuttavia, la comunicazione su questo tema ha generato confusione, portando molti a credere erroneamente che i limiti siano stati abbassati e che si debba bere meno. L’errore di comunicazione deriva dall’aver trattato due questioni distinte come se fossero collegate: da un lato, le modifiche sui limiti delle sostanze stupefacenti ammesse; dall’altro, i limiti di alcol, che sono rimasti invariati". "Il Codice ha inasprito, dunque, le sanzioni penali, che passano da prima sopra 1,5 g/L a ora sopra 0,8 g/L. Quindi, per andare fuori dal limite, non bisogna superare le dosi consigliate, che rimangono tali e quali a quelle già raccomandate precedentemente. È sempre fondamentale consumare alcol con moderazione, ricordando la differenza tra uso e abuso”, ribadisce. Anche la Sicilia si schiera a favore del bere consapevole e contro gli allarmismi. “Bisogna educare al consumo del vino in maniera responsabile - dice Mariangela Cambria, presidente di Assovini Sicilia - evitando ogni genere di allarmismo che penalizzi i produttori e che non sia efficace nella lotta all’abuso dell’alcol. Rimane fondamentale sensibilizzare i consumatori sul bere consapevole e responsabile perché il vino non è solo parte della nostra cultura mediterranea, delle nostre abitudini e stile di vita ma rappresenta anche un valore economico importante del Made in Italy”. Per Antonio Rallo, presidente del Consorzio Doc Sicilia, “le nuove norme del Codice della Strada si inseriscono in un contesto in cui è fondamentale bilanciare esigenze diverse ma ugualmente importanti: da un lato, la sicurezza stradale è una priorità imprescindibile; dall’altro, è essenziale preservare l’importanza economica e culturale del vino, il cui consumo responsabile rappresenta una parte integrante della nostra identità e tradizione nazionale”. “Negli ultimi mesi, il dibattito sul nuovo Codice della Strada - fa notare - ha suscitato una forte attenzione mediatica, portando talvolta a una percezione amplificata delle possibili implicazioni. Crediamo sia fondamentale affrontare questi temi con un approccio sereno e costruttivo, cercando soluzioni che garantiscano sicurezza e benessere collettivo, senza trascurare il valore economico e culturale di settori come quello vitivinicolo, che costituisce un’eccellenza per il nostro territorio. Come Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, ci impegniamo da anni nella promozione di un consumo moderato e consapevole del vino, un simbolo dell’identità e del valore distintivo del nostro territorio”. A risentire dell’inasprimento delle sanzioni a seguito di un alcol test positivo è anche tutto il mondo che ruota attorno all’enoturismo. C’è sicuramente preoccupazione tra i presidenti regionali del Movimento turismo del vino (Mtv). Uno su tutti Giovanni Dubini, presidente del Movimento turismo del vino Umbria: “Ritengo che in questa decisione si radichi un certo terrorismo che inevitabilmente condurrà a delle problematiche per il settore. Le cantine normalmente non sono ubicate nel centro delle città e quindi i visitatori per visitarle devono prendere l’auto e, considerando che solitamente gradiscono degustare i vini delle realtà in cui si recano, possono sorgere dei problemi. Per ovviare si potranno ridurre le dosi di assaggio e magari fare assaggiare i vini prima delle visite in cantina, così che durante la visita ci sia un margine di tempo affinché il tasso alcolemico scenda. In realtà come Movimento del Turismo del vino, e a noi in Umbria ciò è sempre stato molto a cuore, abbiamo sempre cercato di divulgare i principi del bere consapevole e di qualità. Un inasprimento delle sanzioni non porterà altro che a far capire meno il mondo del vino, quando probabilmente gli incidenti si hanno per altri fattori, come abuso di superalcolici ed eventualmente anche stupefacenti”. La questione è stata al centro anche dell’ultima riunione del Mtv con la presidente nazionale Violante Gardini Cinelli Colombini, per studiare le azioni da suggerire alle cantine che, proprio in questo periodo, stanno progettando le esperienze da proporre ai visitatori durante la stagione 2025. Così, le cantine guardano a un modello di enoturismo diversificato e più ampio. E la maggior parte si è già attrezzata per offrire esperienze più ricche e appaganti che vadano oltre la semplice visita della cantina con degustazione finale: attività più articolate, per una durata maggiore, con abbinamento cibo-vino e prevedendo la possibilità di pernottare. Di solito, infatti, assicura il Mtv, basta aspettare 2-3 ore per portare a zero l’alcolemia di un bicchiere di bevanda alcolica consumata; se non si è digiuni il tempo può anche ridursi a 1-2 ore ed è proprio da questa premessa che emerge la necessità di dirigersi verso questo nuovo modello di accoglienza. Per la presidente nazionale di Mtv, “per affrontare efficacemente il problema serve la collaborazione di tutti: delle istituzioni locali, perché potenzino le infrastrutture di trasporto molto carenti in campagna e, nell’immediato, il numero di taxi e Ncc, cioè le auto con conducente; delle cantine, con proposte più ricche e diversificate puntando a un turismo più lento e attento; infine, serve un piccolo sforzo da parte degli enoturisti per programmare la visita di una cantina al mattino e una al pomeriggio e non due consecutivamente”. Dunque, conclude, la soluzione è "bere meno ma meglio, e magari vivendo un’esperienza memorabile". (di Alessia Trivelli)
(Adnkronos) - Milano Sostenibile lancia ufficialmente il suo sito web www.milanosostenibile.com, una piattaforma innovativa dedicata all'esplorazione del ruolo cruciale che la sostenibilità gioca nelle città contemporanee. In un periodo in cui le sfide ambientali richiedono un'attenzione sempre maggiore, Milano Sostenibile si propone di mettere in luce le iniziative locali e non soltanto, che stanno trasformando la metropoli lombarda in un esempio virtuoso di sostenibilità. La sostenibilità non è unicamente una parola d'ordine; è un principio che permea ogni aspetto della vita urbana. Attraverso il sito, gli utenti potranno scoprire come Milano stia affrontando le questioni ambientali con progetti lungimiranti di riqualificazione urbana e politiche che promuovono l'energia verde. Queste iniziative non solo migliorano la qualità della vita per i cittadini, ma contribuiscono anche alla salvaguardia dell'ambiente per le generazioni future. Milano Sostenibile offre una panoramica dettagliata su progetti significativi che stanno prendendo forma in tutta la città. Dalla creazione di nuovi spazi verdi e giardini verticali alla promozione di mezzi di trasporto ecologici, il sito presenta una serie di articoli, interviste e risorse che evidenziano l'impatto positivo di tali iniziative. Inoltre, la piattaforma funge da punto di incontro per cittadini, aziende e istituzioni, incoraggiando un dialogo aperto e costruttivo sulla sostenibilità. "Milano Sostenibile nasce dalla necessità di connettere le persone con azioni concrete che stanno rendendo la nostra città un luogo migliore -afferma Agostino Marotta, founder del progetto-. Vogliamo ispirare i cittadini a partecipare attivamente a questo cambiamento e a comprendere che ognuno di noi ha un ruolo da svolgere nella costruzione di un futuro sostenibile". Il sito è progettato per essere intuitivo e accessibile, con sezioni dedicate a notizie, eventi, risorse e opportunità di volontariato. Gli utenti potranno rimanere aggiornati sulle ultime novità riguardanti la sostenibilità a Milano e non soltanto, partecipare a eventi locali e scoprire come possono contribuire a iniziative ecologiche. Milano Sostenibile non si limita a informare, ma mira anche in qualche modo a educare. Attraverso campagne di sensibilizzazione e programmi di formazione, il progetto si propone di diffondere una cultura della sostenibilità, invitando i cittadini a riflettere sul proprio impatto ambientale e sulle scelte quotidiane. In un momento storico in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, Milano Sostenibile si pone come un punto di riferimento di speranza e innovazione per scoprire come, in particolare il capoluogo lombardo, affronta le sfide ambientali e come più ad ampio raggio poter essere parte di questo importante movimento.