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(Adnkronos) - "Chiedo al segretario della Cgil Landini di essere cauto. Quando qualcuno brucia le foto di Salvini o di altri ministri non è mai un buon segnale. Landini, tranquillo e sereno: difendi gli interessi di coloro che sono ancora iscritti alla Cgil, ma invitare alla rivolta significa scatenare il caos". Così nel corso di una diretta Facebook il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, a proposito delle parole del segretario della Cgil Maurizio Landini sulla rivolta sociale. Venerdì il segretario della Cgil Maurizio Landini, a margine del corteo organizzato a Bologna in occasione della giornata di sciopero generale, ha detto: "Noi vogliamo rivoltare come un guanto questo Paese, e per rivoltarlo c'è bisogno della partecipazione di tutte le persone. La rivolta sociale per noi significa proprio dire che ognuno di noi non deve voltarsi da un'altra parte di fronte alle ingiustizie, deve passare l'idea che il problema mio è il problema di tutti e che solo mettendoci insieme possiamo cambiare questa situazione". Diversi gli argomenti affrontati da Salvini durante la diretta. "Sabato 14 dicembre entra in vigore il nuovo codice della strada. Da lunedì farò delle brevi pillole ogni giorno per accompagnare le nuove regole, che cercano di ridurre il numero di 3mila morti che l'anno scorso sono stati una strage", ha detto. E dopo aver ricordato che "fra 20 giorni avrò la sentenza al processo che mi riguarda" per il quale "rischio 6 anni di galera, come chiesto dalla pubblica accusa", ha affermato: "Mi viene contestato di aver bloccato gli sbarchi di clandestini da navi straniere quando ero ministro dell'Interno. L'ho fatto con orgoglio. Se mi condanneranno, a testa alta farò ricorso". "Test antidroga in Parlamento? Sono d'accordo, lo farei. Ti fanno il test per fare il pilota, l'autista, per entrare nelle forze dell'ordine... Sarebbe giusto che anche i parlamentari lo facessero", ha detto ancora nel corso di una diretta Facebook. E ha parlato anche della guerra in Ucraina. "E' ora di finirla" con la guerra tra Russia e Ucraina, "penso che il grande Donald Trump possa porre fine alla guerra, mettere al tavolo Putin e Zelensky, fermare i miliardi di euro e le vite che questa guerra sta costando. Come promesso, la Lega ha votato contro in Europa all'uso delle armi ucraine contro la Russia: usare armi per uccidere in Russia rischia di portarci alla terza guerra mondiale, noi abbiamo detto assolutamente no".
(Adnkronos) - "Noi siamo convinti che questa Manovra non guardi alle condizioni reali del Paese e che il governo non percepisca il disagio sociale che oggi attraversano i lavoratori. Disagio sociale che è sotto gli occhi di tutti. Il governo parla di crescita ma abbiamo la produzione industriale in calo e tantissime crisi nel comparto manifatturiero. E sembra che nessuno abbia idea di che tipo di sviluppo questo Paese deve avere e quale centralità produttiva nel contesto anche internazionale. Noi venerdì prossimo abbiamo indetto lo sciopero e saremo in piazza per queste ragioni". Così, con Adnkronos/Labitalia, Antonio Di Franco, segretario generale della Fillea Cgil, la categoria degli edili del sindacato di Corso d'Italia, sulle ragioni alla base dello sciopero generale del prossimo 29 novembre indetto da Cgil e Uil. (VIDEO) "Io non so -sottolinea Di Franco- in che Paese viva chi critica la scelta che ha portato Cgil e Uil a scioperare. Lavoratori e pensionati quest'anno hanno pagato 17 miliardi di euro in più di Irpef. Noi abbiamo chiesto di investirli in sanità, scuola e ulteriore riduzione del cuneo fiscale, ma non è stato fatto. In tutto ciò il potere d'acquisto dei salari è diminuito del 10%, l'inflazione in questi anni ha fatto segnare un rimbalzo del 17%. E sugli extra profitti di banche e aziende accumulati in questi ultimi anni non è stato fatto nulla, non sono stati redistribuiti alla collettività in termini di welfare, ma in dividendi agli azionisti", aggiunge ancora il dirigente sindacale. Per Di Franco "abbiamo forme di sfruttamento del lavoro che sono fuori controllo e che non sono più localizzate solo in un'area geografica. E questo dovrebbero essere le priorità del governo. E' questo disagio sociale che stiamo provando a raccontare. Noi abbiamo fatto lo sciopero anche con i precedenti governi, perchè riteniamo che questo Paese non sta andando nella direzione giusta", ribadisce. E Di Franco è entrato anche nel merito dello stato di salute del settore delle costruzioni. "Il settore per fortuna, come dicono anche i dati Istat, è ancora in crescita. Uno dei pochi segmenti dell'economia che riesce a mantenere in piedi la crescita del Paese. Sicuramente c'è la spinta del Pnrr, su cui siamo fortemente in ritardo, e le 'code' dei bonus edilizi di questi anni. E poi c'è una cosa: i lavoratori edili stanno spingendo come non mai, lavorando a ciclo continuo in tutte le opere pubbliche, si stanno sobbarcando il peso del raggiungimento degli obiettivi del Pnrr. Tanti stanno morendo sul lavoro, quelli che non muoiono sono molto stanchi. E hanno bisogno di rispetto. In primis sul contratto dei lavoratori dell'edilizia, sul quale siamo in fase di trattativa e noi abbiamo fatto una richiesta importante. Le associazioni datoriali hanno i bilanci in utile, tutte le imprese delle costruzioni in questo momento sono sane, è il momento di redistribuire questo benessere ai lavoratori. Segnali di tipo diverso non sarebbero capiti da parte nostra", sottolinea il leader della Fillea. Secondo Di Franco, "il settore ancora regge ma il governo non ha intenzione di investirvi. Ha votato contro la direttiva Ue case green insieme all'Ungheria, ma il nostro Paese entro gennaio 2026 dovremo proporre un piano su come gestire quell'efficientamento energetico". "Ma non c'è nessun confronto con il governo, che per tutta risposta in questa manovra propone non un riordino dei bonus edili, ma bensì un taglio, una prospettiva che non va oltre i due anni. E se guardiamo all'idea dell'esecutivo di ridurre le detrazioni per i lavori edili dal 50% al 36%, e farli durare solo fino al 2027, significa spalancare le porte al lavoro sommerso e all'economia irregolare", rimarca. E per il sindacalista un ruolo centrale a tutela della legalità nel settore edile è svolto dalle Casse edili. "Le casse edili -sottolinea sono nate più di 100 anni fa, sono oggi un presidio di legalità e svolgono una funzione pubblicistica nell'emissione del Durc e si occupano di erogare ai lavoratori pezzi di salario che non avrebbero mai avuto in un settore frammentato come quello edile. Oggi casse e scuole edili si occupano di formazione e prevenzione. Negli ultimi anni le prestazioni sociali date dalla contrattazione delle casse edili, oltre a quelle salariali, ammontano a più di 100 milioni di euro all'anno. Siamo l'unico settore che è riuscito a mettere in campo un welfare contrattuale capace di dare risposte ai lavoratori e anche alle imprese. Chi oggi attacca le case edili attacca un pezzo di salario dei lavoratori e questo è pericolosissimo", avverte il sindacalista. Senza le casse edili "come garantiremmo il pagamento di ferie e tredicesime dei lavoratori? e come garantiremmo il controllo del processo di regolarità?", sottolinea Di Franco. Secondo il segretario, "qualcuno pensa di fare campagna acquisti dietro una demonizzazione del sistema bilaterale delle costruzioni. Si deve agire sulla rappresentanza, oggi ci sono tante sigle che ho difficoltà a capire chi rappresentano". "Si deve avere consapevolezza che spesso sono proprio sigle pseudo enti bilaterali di questo tipo a rilasciare falsi attestati di formazione che determinano poi infortuni mortali. Casse edili lavorano con Inps e Inail, si vuole mettere in dubbio le attività con questi soggetti?", conclude.
(Adnkronos) - Sul fronte dell'economia circolare "adesso dobbiamo affrontare un nuovo livello di sfida per due ragioni: abbiamo un problema di difficoltà di approvvigionamento di materiali, un'esigenza drammatica di cambiare il modello perché ne va degli impatti sui sistemi naturali del prelievo dei materiali, ma anche della competitività; l'altra è la crisi climatica. Abbiamo bisogno di cambiare modello energetico". Così Edo Ronchi, presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile, intervenendo alla presentazione del nuovo Rapporto di Sostenibilità 2024 di Conai, questa mattina a Roma. "Quindi dobbiamo puntare sulla circolarità in maniera molto più efficiente e questo vale anche per gli imballaggi, dobbiamo pensare ad una nuova fase", dice. Quanto al "mercato delle materie prime seconde, subiamo troppe oscillazioni e non ce lo possiamo permettere. Non basta avere tanto riciclo effettivo bisogna avere lo sbocco di mercato per tutti i materiali che aumentano".