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(Adnkronos) - Il centrodestra si impantana sulla Consulta. Sembrava cosa fatta fino a ieri mattina, poi qualcosa è cambiato. La scheda bianca ha tolto tutti dall'impaccio poco prima del voto delle 13. E' la quattordicesima fumata nera, se ne riparla forse giovedì, poi si capisce che nella maggioranza non è aria e si preferisce rinviare tutto alla prossima settima anche se l'ufficialità di uno slittamento potrà arrivare solo alla Conferenza dei capigruppo di questa mattina, alle 9. Dalle opposizioni raccontano che i maggiori problemi sono in casa Forza Italia, dove nessuno parla apertis verbis e trapela poco. Ma una cosa è certa, come sempre capita in questi casi, da tempo è partito tra gli azzurri il gioco dei veti incrociati, e soprattutto la mannaia del 'fuoco amico'. Fino ad ora tutti hanno scritto di una partita a due, tra Francesco Paolo Sisto e Pierantonio Zanettin, entrambi avvocati penalisti ed esponenti storici del partito (il primo è viceministro alla Giustizia, il secondo capogruppo in commissione Giustizia del Senato e 'padre' della riforma sulle intercettazioni). Ma alla fine potrebbero elidersi a vicenda e favorire la corsa di un outsider, che non sia politico e neanche parlamentare in carica, come il professore Andrea Di Porto, consulente da anni della Fininvest (noto alle cronache soprattutto per il ricorso vinto al Consiglio di Stato sulla vicenda Mediolanum che permise al Cavaliere di non cedere quote come invece obbligava Bankitalia). Ma sulla sua candidatura ci sarebbero le resistenze di chi nel centrodestra lo considera troppo riconducibile alla famiglia Berlusconi. Altro papabile azzurro, che circola in queste ore, sarebbe quello dell'avvocato genovese Roberto Cassinelli, esperto di diritto societario e finanziario, tra i fondatori di Fi in Liguria sin dal '94, già parlamentare azzurro e del Pdl. C'è chi dice che c'è un altro nome in ballo che i vertici forzisti tengono coperto. Comunque, dentro il partito, in tanti sono pronti a scommettere che la spunterà un 'terzo' tra Sisto e Zanettin perché la comune volontà nella maggioranza (che nessuno vuole dire pubblicamente) è quella di non candidare parlamentari, forse per evitare rivendicazioni e pretese. Dalle parti di via in Lucina assicurano che ''alla fine si troverà la quadra anche con le forze dell'opposizione per chiudere sui quattro giudici''. Resta blindato, invece, in quota Fdi il nome del consigliere giuridico di palazzo Chigi, Francesco Saverio Marini. Intanto, la premier Giorgia Meloni è volata ad Abu Dhabi per un vertice sull'energia e ci resterà per due giorni. Altro segnale, raccontano, che l'accordo sulla Consulta è lontano e le trattative proseguiranno senza sosta sotto traccia.
(Adnkronos) - "Del Piano Mattei ci è piaciuta molto l'attenzione da parte del governo a un Continente in così forte sviluppo. Il Piano nel corso del 2024 è stato riempito piano piano di contenuti, e i contenuti hanno iniziato a dare risultati. E mano a mano che passava il tempo è stato come un aggregatore del sistema Paese, con le banche di investimento, la cooperazione economica, Confindustria. Tutti hanno iniziato a parlare del tema in modo più coordinato. Il Sistema Paese ha dato quindi attenzione, dal punto di vista dell'impresa, allo sviluppo del Continente. E quindi il Piano è diventato non solo strategico e importante per l'Italia, ma è riconosciuto come l'unico vero piano per l'Africa sia da tutto il mondo dell'economia reale che dal mondo finanziario". Così con Adnkronos/Labitalia, Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, commenta le parole di oggi su Africa e Piano Mattei della premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa con la stampa parlamentare. Per Dal Checco quindi il Piano Mattei è diventato "un piano non più fatto solo di annunci e di che cosa si voleva fare, ma un piano concreto. Noi abbiamo fatto a settembre scorso un incontro con 70 aziende, al quale hanno partecipato tutti gli attori coinvolti". E per Dal Checco è fondamentale che "con questo piano la cooperazione italiana, che prima era rivolta esclusivamente a tutto il mondo no profit, si sia rivolta anche al mondo profit. Perché si è capito che lo sviluppo economico in questi Paesi fa molto bene, anche associato a quella che era tutta la parte no profit". Positivo per Dal Checco, l'ampliamento del Piano ad altri Paesi, come annunciato dalla premier. "Da due punti di vista: il primo motivo sicuramente per le imprese, per avere più opportunità di più Paesi dove si può essere appoggiati dal piano Mattei. Ma l'altra cosa secondo me molto importante, non solo dal punto di vista economico, è contribuire alla crescita dell'Africa in un'etica che è conforme alla nostra, in modo tale da avere più facilità di rapporto nel futuro", sottolinea. E il prossimo 22 gennaio Confindustria Assafrica & Mediterraneo terrà la propria assemblea pubblica che sarà occasione per fare il punto proprio con le imprese associate sul piano Mattei. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Fincantieri, uno dei principali gruppi al mondo nella cantieristica ad alta complessità, e il Gruppo Hera, tra le maggiori multiutility italiane operanti nei settori ambiente, energia e idrico, annunciano la costituzione di CircularYard S.r.l, la newco volta a realizzare, negli otto cantieri italiani di Fincantieri, un innovativo sistema integrato di gestione rifiuti, finalizzato anche alla loro valorizzazione in ottica di economia circolare. In futuro si prevede di allargare l’operatività della newco anche ad altri siti di Fincantieri localizzati all’estero. CircularYard, la nuova joint venture nata in seguito al Memorandum d’Intesa firmato a luglio 2024 - si legge in una nota congiunta - consolida ulteriormente l’impegno di Fincantieri verso pratiche industriali sempre più responsabili, contribuendo in modo significativo al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, riducendo del 15% i rifiuti indifferenziati destinati allo smaltimento e promuovendo un’economia circolare negli stabilimenti produttivi. Grazie alla messa a disposizione di know-how e competenze specifiche da parte delle società del Gruppo Hera, CircularYard introdurrà soluzioni innovative e sostenibili, al fine di garantire maggiore controllo sui fornitori e promuovendo trasparenza, sicurezza e qualità lungo tutta la filiera. La compagine societaria di CircularYard è formata al 60% dal Gruppo Hera e al 40% da Fincantieri. Il Gruppo Hera sarà presente con Herambiente Servizi Industriali (Hasi) al 55% e Acr di Reggiani Albertino Spa (Acr) con il restante 5%, entrambe società controllate da Herambiente, tra i principali operatori nazionali nel settore ambiente e tra i primi sette in Europa. Il progetto avrà due fasi di sviluppo, con il fine ultimo di gestire quasi 100mila tonnellate l’anno di scarti industriali prodotte nei cantieri navali di Fincantieri e di incrementare del 15% le frazioni valorizzabili, in particolare ferro, legno, plastica e carta, già dal primo anno. In parallelo saranno studiati specifici interventi che permetteranno al modello di andare a regime grazie alla realizzazione di impianti avanzati, come, ad esempio, quelli per il trattamento e riuso delle acque o per il recupero del rame, e alla gestione ottimizzata dei rifiuti. “L’avvio della joint venture con un partner di assoluto valore come il Gruppo Hera - dice Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri - aggiunge un tassello nel nostro ulteriore impegno per l’adozione di pratiche virtuose di economia circolare all’interno dei nostri cantieri. In linea con il nostro piano industriale sull’eccellenza operativa, CircularYard rappresenta un progetto che unisce know-how complementari e ci consente di applicare le migliori pratiche e l’innovazione tecnologica nella gestione e nella valorizzazione dei rifiuti e degli scarti di produzione. L’obiettivo ultimo è di perseguire nello stesso tempo i nostri target sulla sostenibilità ambientale e sull’efficienza dei processi nel segno di una crescita responsabile sia dal punto di vista della sostenibilità che della economicità confermando il ruolo di Fincantieri come azienda leader mondiale anche nell’adozione di nuovi modelli operativi nella cantieristica”. “Siamo orgogliosi di mettere al servizio del primo shipbuilder occidentale le nostre elevate competenze, l’eccellenza impiantistica e la pluriennale professionalità nel processo di gestione circolare dei rifiuti, per promuovere la rigenerazione delle aree urbane e industriali - afferma Orazio Iacono, amministratore delegato del Gruppo Hera - Acceleriamo il nostro percorso che porterà il Gruppo Hera a diventare il motore dell’economia circolare del tessuto industriale italiano, accompagnando le grandi aziende nel loro percorso di transizione ambientale con la riduzione degli scarti di produzione e la massima valorizzazione nel loro recupero”.