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(Adnkronos) - Iader Giraldi ha raccontato, nel suo diario quotidiano, la sua esperienza alla Parigi-Dakar. "C’è una bellissima scena che descrive il ruolo dei genitori per far crescere dei bambini sani e ben attrezzati per diventare adulti. Immaginatevi un campo di grano con un dirupo al suo confine. In questo campo le spighe sono alte e non consentono di vedere il dirupo e i bambini si stanno divertendo come dei matti, perché sanno che è il punto dove le spighe sono più alte e belle e che li vicino c’è un dirupo a loro proibito. Uno dei loro genitori li vede e non li sgrida per il pericolo imminente ma si mette quatto quatto ad osservare la scena gioiosa e avventurosa pronto e fermare chi di loro si avvicina troppo al pericoloso dirupo", comincia così Giraldi. "Abbiamo il gioco come dinamica indispensabile per la crescita e abbiamo il rischio come una delle forti motivazioni dell’essere umano. Il meccanismo di persuasione si chiama alea, scommessa. L’alea è l’elemento fondamentale per mantenere il flou del gioco e della vita entusiasmante. Poi c’è invece la ragione, in questa storia simbolizzata dalla figura genitoriale, una figura protettiva ma non censoria. Allora la domanda è: chi sta a guardia del dirupo quando siamo adulti? Riusciamo ancora a giocare come i bambini o fermiamo il processo di crescita arrivati a un certo punto? Questo è un bel dilemma!", ha continuato. "Oggi, anzi questa notte, sono arrivato a due passi dal dirupo, in un gioco il rally, e la Dakar come sua massima espressione, dove le spighe di grano sono altissime e il dirupo è su ogni lato", ha raccontato Giraldi in un post su Instagram, "durante lo stage sei, 610 km di prova speciale cronometrata è arrivata la notte al chilometro 545, e dopo alcuni chilometri, circa dieci di avanzamento al buio, ho deciso di attivare il mio genitore e fermarmi. Dopo l’ennesima caduta la moto si è piantata in un grande buco in quelle che si chiamano dune complex, sono dune alte tre quattrocento metri che per salire hanno dei sali scendi a crescere che ti portano in cresta. Il problema è che se non sali veloce la moto non sale e quando sei sulla cime di una duna è come essere sulla cresta dell’onda, con il surf ad occhi chiusi, perché le luci della moto puntano in alto". "Ho sentito di aver raggiunto il limite, l’alea, la scommessa, la parte incontrollabile del gioco era troppo alta. In termini finanziari il premio al rischio si era trasformato solo in un malus al rischio. Ho allora fatto una cosa molto semplice, ho preso il mio orgoglio, ho preso la mia vanità, ho preso il mio macismo, e li ho messi dietro al senso di responsabilità che ho per la mia vita è quella dei miei cari". "Però ho perso con felicità, ho capito che questa gara è veramente mitica, bestiale per uomini giovani e forti. Grande stima per tutti i piloti partiti in fondo come me che hanno finito la tappa. Tre anni fa l’ho domata la Dakar, con tutte le sue difficoltà, ma quest’anno devo accettare la sconfitta. Posso così abbandonarla avendoci riprovato fino all’ultimo, avendo dato tutto, da questa mattina fino all’imbrunire, partito in fondo recuperando posizione su posizione, e non avrò mai nella mia vita un rimorso per non averlo fatto", ha concluso Giraldi, "mi godo ora questo silenzio, interrotto dal vento che soffia forte, e dal passaggio di qualche camion e auto che ruggiscono inseguendo il mito. Forse farò qui la nottata. Una notte di riflessione, per capire cosa ho imparato in questi anni di avventura ma soprattutto per riflettere su quale nuovo campo di grano andare a calpestare.
(Adnkronos) - "In Italia circa il 5% delle nuove vetture vendute è full electric e la crescita del mercato sia in Europa che in Italia sta rallentando conseguentemente alla riduzione degli incentivi. Ci troviamo quindi in una fase cruciale per il settore automotive. Sebbene il costo rappresenti certamente una barriera significativa, il nostro studio 'Power shift' evidenzia che i consumatori italiani sono propensi all’acquisto di un’auto elettrica: quasi il 56% dichiara che guiderà un’auto di questa tipologia entro 10 anni, il 22% che attualmente non possiede un ev (electric vehicle) ne considera l’acquisto in un orizzonte temporale più ristretto (5 anni), mentre solo il 10% non lo considera affatto. Anche per gli italiani quindi il futuro apparterrà all’elettrico (siamo secondi solo alla Cina), ma in un orizzonte temporale più lungo del previsto". Lo dice in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia Alberto Scaglione, responsabile mobility e automotive di Accenture. "Il prezzo - osserva - rimane il principale fattore d’incidenza a influenzare l’acquisto. In Cina, infatti, dove il valore economico dei veicoli elettrici è già allineato a quello dei motori tradizionali, la quota di mercato è intorno al 25%. In Europa si è attestata nel 2023 intorno al 14% (Germania 18% e Francia 16%) per poi arrestarsi nel 2024 a fronte della limitazione delle iniziative di incentivazione dei Governi (specialmente in Germania). In Italia, come anticipato, siamo ancora sotto al 5%". "Fino ad oggi - afferma - la diffusione dei veicoli elettrici si è concentrata su uno specifico segmento di consumatori con una maggiore capacità di spesa, attratti dalla tecnologia e dalla sostenibilità. Tuttavia, il mercato offre un potenziale ben più ampio e comprendere quali siano le aspettative dei singoli consumatori è essenziale. Non bastano più solo la sostenibilità e l’elevata tecnologia come driver per attirare i consumatori di massa”. "Oltre al costo (86%) - ricorda Alberto Scaglione - gli italiani reputano prioritari, per l’acquisto di veicoli elettrici, i temi della sicurezza (87%), e dell’affidabilità (84%); elementi in linea con quelli che guidano la scelta anche dei veicoli a combustione interna. Questi dati posizionano l’Italia tra i mercati con la sensibilità più alta verso i sistemi di assistenza e le funzionalità avanzate di sicurezza nei veicoli. I consumatori italiani preferiscono un’esperienza di acquisto dell’elettrico semplice ed altamente digitalizzata: il 37% spera che diventi comune finalizzare online l’intero processo di acquisto, mentre il 54% preferisce ricevere un consiglio in concessionaria, che includa esperienze virtuali. Questi dati riflettono la necessità per le imprese del settore di continuare a sviluppare una strategia omnicanale per costruire fiducia e confermano l’importanza di avere reti di vendita sempre più integrate e digitali". "Si registra - spiega - una maggiore propensione all’utilizzo del canale online negli Stati Uniti, dove il 64% dei consumatori preferisce effettuare il processo di ricerca propedeutico all’acquisto online e in Cina, dove il 58% degli acquirenti auspica che il canale online diventi lo standard per l’acquisto di EV". "Il 71% degli italiani - dice - ritiene inoltre fondamentale poter ricaricare la propria auto elettrica ovunque sia parcheggiata, a casa o in luoghi pubblici; in particolare, il 34% accetta che non sia possibile ricaricare a casa. Da qui il crescente interesse degli italiani per soluzioni di ricarica innovative come i sistemi induttivi o il battery swap. La continua diffusione e la maggior affidabilità delle reti di ricarica continueranno quindi ad essere centrali per convincere i consumatori". "Il 68% degli italiani - riferisce - si aspetta inoltre un maggiore utilizzo di funzionalità automatizzate nel post-vendita, con la vettura che riconosce autonomamente i problemi e interagisce direttamente con i punti di servizio". Ma quali azioni devono intraprendere le aziende del comparto per accelerare la transizione e includere nuovi target? "Oltre alla rinnovata necessità da parte dei Governi - avverte - di rilanciare importanti iniziative sistemiche di sostegno alla domanda nel breve periodo, che accompagneranno l’evoluzione tecnologica votata a ridurre i costi nel medio termine; emerge anche la necessità di sviluppare nell’industria una migliore e rinnovata capacità di diversificare prodotto ed azioni commerciali sulle specifiche esigenze dei consumatori". "A tal fine - commenta Alberto Scaglione - le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale sono un grande abilitatore: consentono infatti di aumentare straordinariamente la capacità di analisi delle informazioni e di migliorare le strategie omnicanali, combinando la ricerca online con il supporto diretto in concessionaria, nonché di essere più proattivi e puntuali nei processi commerciali di interazione fra consumatori ed agenti di vendita". "La nostra ricerca - sottolinea - ha individuato cinque profili distinti di consumatori: stratega, individualista, responsabile, conservatore e frugale. Questi profili rappresentano segmenti di mercato con atteggiamenti e comportamenti specifici (li abbiamo chiamati 'mindsonas' per ricordare il mindset alla base delle scelte), ciascuno dei quali richiede approcci diversificati per promuovere l'adozione dei veicoli elettrici. La conoscenza di queste specificità dei consumatori può consentire alle aziende del settore di proporre offerte e servizi su misura, ampliando l’offerta oltre il target degli early adopters (principalmente Stratega e Individualista), allargandola a tutti gli altri, che costituiscono circa il 60% del potenziale mercato dei veicoli elettrici".
(Adnkronos) - Vicenza come centro dell’innovazione tecnologica per il settore orafo con il ritorno di T.Gold, evento di riferimento globale per i macchinari e le tecnologie all’avanguardia per la lavorazione dei gioielli. Organizzato da Italian Exhibition Group in contemporanea con Vicenzaoro January, T.Gold riunisce dal 17 al 21 gennaio l’offerta più completa di macchinari e tecnologie orafe grazie a 170 aziende da 16 Paesi, per una manifestazione sempre più globale con tutta l’eccellenza del Made in Italy e il 40% di espositori esteri. Germania, Turchia, Svizzera, Stati Uniti e Regno Unito i Paesi più rappresentati. In fiera aziende di punta quali Elettrolaser, Italimpianti Orafi, Sisma, Orotig e Legor Group, che confermano la leadership del Made in Italy nel settore. Mentre si distinguono tra i migliori player internazionali realtà come le tedesche Heimerle + Meule e Schultheiss, la svizzera Starrag Vuadens e Goodwin Refractory Services dal Regno Unito. Torna anche il Jewellery Technology Forum (Jtf), organizzato da Ieg in collaborazione con Legor Group. Tra i momenti più attesi della manifestazione, offrirà una panoramica sulle tendenze future e le sfide del settore. Evento strategico per l’industry del gioiello, a T.Gold l’alta tecnologia incontra la tradizione orafa per rispondere alle esigenze di un mercato in costante evoluzione, sempre più competitivo e attento alla sostenibilità di prodotti e processi produttivi, alla personalizzazione e alla massima precisione tecnica. Nella Hall 9, comodamente connessa al quartiere fieristico di Ieg con un servizio navetta gratuito, tutte le soluzioni più all’avanguardia che trasformano la manifattura, migliorano l’efficienza produttiva, favoriscono la riduzione dell’impatto ambientale, l’uso responsabile delle risorse e la tracciabilità lungo la filiera. T.Gold risponde a una domanda articolata che spazia dai macchinari multifunzione per ottimizzare la lavorazione dei materiali preziosi, a soluzioni completamente customizzate per produzioni di nicchia che esaltano l’artigianalità e il design, fino ad attrezzature e utensili per banchi da lavoro e laboratori orafi. Sei le categorie principali in cui è organizzata l’offerta della più ampia vetrina per la produzione e la lavorazione del gioiello: trattamenti delle leghe e galvanica, tecnologie per la prototipazione e la produzione digitale, lavorazioni meccaniche avanzate, montaggio e tecniche di saldatura, processi di affinazione e recupero, strumenti per la finitura e l’utensileria.