ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos. Tra l’estate del 1870 e la primavera del 1871 – 'l’anno terribile', secondo la celebre definizione di Victor Hugo – Parigi affrontò due disastri politici e militari: prima l’assedio da parte delle forze prussiane, poi l’esperienza della Comune, repressa dall’esercito francese con sanguinosi scontri nelle strade del centro cittadino. Nelle pagine di 'Le rovine di Parigi', in libreria con Rizzoli dall'8 luglio, il critico d’arte premio Pulitzer Sebastian Smee rivela come, a fare da sfondo alla nascita del movimento impressionista, non fu un mondo di placidi giardini ed eleganti ninfee, ma furono proprio quei giorni tumultuosi. Smee racconta i mesi drammatici del 1870-71 attraverso gli occhi dei protagonisti dell’Impressionismo: Manet, Morisot e Degas, intrappolati a Parigi durante l’assedio; Renoir e Bazille, arruolati nei reggimenti fuori dalla capitale; Monet e Pissarro, fuggiti dal Paese appena in tempo. E ancora Hugo, Gambetta, Baudelaire, Nadar, Zola – figure che intrecciano politica, arte, letteratura e giornalismo nel panorama intellettuale densissimo di una città in trasformazione -, tra salotti borghesi e barricate, palloni aerostatici e opere d’arte imballate per fuggire dal Louvre. E, al centro del racconto, una storia d’amore ritratta con toccante precisione: quella tra due artisti – Édouard Manet, repubblicano militante e figura centrale dell’avanguardia, e Berthe Morisot, l’unica donna a ricoprire sin dall’inizio un ruolo centrale nel gruppo degli impressionisti – che scelgono di reagire al caos con una rivoluzione silenziosa: reinventare la pittura per dare forma a un nuovo sguardo sul mondo. L’Impressionismo, infatti, preferendo la luce, il presente, il transitorio alla rappresentazione della violenza e delle rovine del suo tempo, assorbe e sublima la precarietà della condizione umana. E proprio quel senso di transitorietà, che si riflette nel mutare delle stagioni e nell’impermanenza di tutte le cose, diventerà il più grande contributo del movimento alla storia dell’arte. E se oggi, anziché tentare di ricostruire l’Europa, la si dovesse reinventare? Per farlo è importante sapere quante volte, nel corso della storia, questo progetto è stato immaginato e rimodellato. Sapere dove e quando nasce l’idea di un continente unito da un destino comune. L’Europa, una delle aree più ricche e culturalmente vivaci del mondo, fatica a parlare con una voce sola, ad agire come soggetto autonomo in un mondo globale e competitivo. Eppure, l’idea di unità europea ha una storia lunga, complessa e costellata di tentativi, sogni e fallimenti. Franco Cardini e Sergio Valzania, nel saggio 'L’invenzione di un continente', pubblicato da Mondadori nella collana Le Scie, ripercorrono con rigore e chiarezza i momenti cruciali in cui si è cercato di arrivare a una coesione politica e culturale del continente. Si parte dalla Lega di Delo e dall’eredità della Grecia classica, si attraversano la stagione aurea dell’impero romano, la renovatio imperii di Carlo Magno e la visione universalistica di Carlo V, fino ad arrivare al progetto napoleonico e all’unificazione tedesca guidata da Bismarck. Ogni tentativo rivela tensioni, potenzialità, ma anche limiti e contraddizioni: differenze linguistiche, religiose e geopolitiche che hanno reso l’unità un obiettivo sempre sfuggente. Questo libro non racconta semplicemente ciò che è stato, ma interroga il presente attraverso il passato. I percorsi iniziati e interrotti, le ambizioni incompiute, le visioni sfumate nel tempo: tutto contribuisce a delineare i contorni di una possibilità ancora viva, di un’Europa che va reinventata come patria di cittadini liberi, e non solo come spazio condiviso. Un’indagine lucida che, animata da una forte passione civile, permette di comprendere come il sogno europeo si sia formato, e perché oggi più che mai valga la pena di tornare a interrogarlo. E' in libreria con Feltrinelli 'Dog is love. Perché il tuo cane non può fare a meno di amarti' di Clive D.L. Wynne. Cosa rende i cani degli esseri unici nel regno animale non umano? Come si spiega il legame speciale che ci unisce ai nostri amici a quattro zampe? E quali aspetti fraintendiamo della nostra relazione con loro? Ogni amante dei cani conosce queste sensazioni: il contatto del loro naso umido, il loro calore quando si sdraiano vicini a noi, i mugolii quando vogliono salire sul letto. Sembra davvero che i nostri cani ci amino. Per anni gli scienziati si sono opposti a questa conclusione, mettendo in guardia dall’attribuire agli animali domestici caratteristiche relazionali tipicamente umane. Ma ecco che Clive Wynne, un pioniere nello studio del comportamento canino, ha contribuito con la sua ricerca a inaugurare una nuova era: quella in cui al centro del rapporto del cane con l’uomo non ci sono più l’intelligenza, le facoltà percettive o la sottomissione, ma l’amore. Basandosi su studi all’avanguardia condotti nel suo laboratorio e in altri in tutto il mondo, Wynne dimostra che, a partire dal muso e dalla coda fino ad arrivare al cervello, agli ormoni e persino al DNA, è l’affetto la qualità che più caratterizza i cani come specie e costituisce la loro stessa essenza. Questa rivoluzione scientifica sta rivelando molte più cose di quante ne avessimo mai immaginate sulle origini, il comportamento, i bisogni e le peculiarità nascoste dei cani. Intenso e illuminante, 'Dog Is Love' è una lettura essenziale per chiunque ami o abbia amato un cane, sperimentando la meraviglia di essere a sua volta amato. Clive Wynne ci porta a ripensare l’evoluzione e la psicologia dei cani e ci offre nuove indicazioni preziose su come prenderci cura di loro al meglio. Arriva in libreria con Bompiani 'Gunner' dello scrittore scozzese Alan Parks. L’ex poliziotto Joseph Gunner torna dal fronte francese nella Glasgow devastata dai bombardamenti con una gamba e un occhio che non sono più quelli di prima. Il suo vecchio capo, Drummond, lo convince a indagare su un cadavere ritrovato sotto le macerie. La vittima si rivela essere un tedesco, mutilato per dissimularne l’identità e curiosamente somigliante a un alto gerarca nazista. Tra agenti dei servizi segreti inglesi, antiche fiamme, incalliti avversari e nuovi nemici, un Gunner dipendente dalla morfina ma fedele al suo vecchio io inflessibile si ritrova invischiato in un complotto di vasta portata che coinvolge attori vicini e lontani: tra gli altri suo fratello Victor, obiettore di coscienza e fervido comunista, e Rudolph Hess, atteso in Scozia per un incontro con emissari del governo britannico che potrebbe mutare il corso della guerra. Ispirato in parte alla vera storia della missione segreta di Hess in Inghilterra, Gunner è un romanzo imperniato su un personaggio tutto luci e ombre, stanco eppure mai sconfitto, e su una vecchia amatissima città, la Glasgow che Alan Parks racconta anche (in versione anni settanta) nella serie dedicata a un altro poliziotto, Harry McCoy, premiata con il McIlvanney Prize for Scottish Crime Book of the Year, il Prix Mystère de la Critique e un Edgar Award. E' in libreria con l'editore Fazi 'L’alba della nostra libertà' di Barbara Cagni, un romanzo ispirato a storie vere, sulle donne che hanno fatto la Resistenza. Milano, 8 settembre 1943: il paese si ferma ad ascoltare l’annuncio dell’armistizio. Perfino nel la casa di tolleranza gestita da Marilù, dove non c’è mai un giorno di pausa, le ragazze escono dalle loro stanze e si raccolgono in silenzio da vanti alla radio, per poi esclamare: "La guerra è finita!". In realtà, sta per avere inizio la fase più dura del conflitto, in cui sarà difficile capire di chi potersi fidare davvero.Dopo anni passati come prostituta e poche speranze di affrancarsi dalla propria condizione, per Marilù l’obiettivo è diventato mettere in salvo la figlia Cecilia, che riuscirà a far ospitare in campagna grazie alle conoscenze di Venera, una studentessa di Storia dell’arte, che vive da sola e che pian piano sta acquistando consapevolezza di sé grazie a una storia d’amore tanto travolgente quanto proibita. Mentre Marilù resiste, cercando di tenere al sicuro le ragazze che lavorano per lei e aiutando come può i partigiani del quartiere, Venera decide di entrare nella Resistenza per opporsi alla situazione generale insieme alle donne lasciate in città, stanche di non avere mai voce in capitolo. In una Milano stremata dalla fame e dai bombardamenti, sono proprio le donne, rimaste sole, ad allearsi e farsi forza tra di loro. Dalle lavoratrici nelle fabbriche alle studentesse, dai ceti popolari alla borghesia, hanno tutte un obiettivo comune: tornare, finalmente, libere. Un romanzo che restituisce attenzione alle partigiane che hanno combattuto per la libertà ricostruendo gli anni della Resistenza con una scrittura precisa ed emozionante. "Ognuna di loro - si legge nel libro - aveva cercato uno spazio per pensare e ragionare con la propria testa. Ma era una gran fatica, una battaglia senza moschetto. Come uniche armi avevano, chi più chi meno, il silenzio, la caparbietà e un animo assetato di libertà". La casa editrice Laterza manda in libreria 'Il grande Nilo' (Laterza) di Lorenzo Braccesi, già professore ordinario di Storia greca nelle Università di Torino, Venezia e Padova. Il fascino del Nilo è antichissimo. Il mistero di questo fiume, capace di attraversare il deserto e di donare vita e fertilità con le sue piene a un ambiente ostile, ha nutrito miti e immaginario della millenaria civiltà egizia. Con il tramonto dell’Egitto faraonico, i successivi conquistatori stranieri hanno cominciato ad andare alla ricerca delle sorgenti di questo fiume immenso, motivati dalla volontà di scoperta e di conquista. Prima i Persiani, dopo due secoli i Macedoni, poi i Romani e infine, per breve durata, i Palmireni: tutti i dominatori di turno, o coloro che aspirarono a esserlo, si cimentarono in spedizioni verso i deserti della Nubia e le oasi dell’alto Nilo. I nomi dei protagonisti di queste avventure sono di assoluto primo piano: da Cambise ad Alessandro, da Tolomeo Filadelfo a Cesare, da Augusto a Germanico, fino, da ultimo, a Nerone. Una passione che si riaccenderà solo molti secoli dopo, a seguito della spedizione di Napoleone e dell’apertura del Canale di Suez. Dietro a questi viaggi e queste spedizioni si nascondevano interessi molto concreti: il desiderio di controllare lucrose vie carovaniere, il proposito di sfruttare i fantastici giacimenti di oro e di pietre preziose delle regioni nubiane. Ma su tutto domina, necessario accessorio della propria gloria, la volontà di toccare mete mai prima da alcuno raggiunte in un’esplorazione fluviale del Meridione dell’ecumene. Sarà sugli scaffali dal 15 luglio 'Central Park' di Guillaume Musso. New York, Central Park. Alice, poliziotta parigina, si risveglia su una panchina, ammanettata a uno sconosciuto. Gabriel, musicista jazz di Boston, è confuso quanto lei. Nessuno dei due sa come siano finiti lì. Alice ricorda di essere uscita con le amiche sugli Champs-Élysées, a Parigi. Gabriel, invece, afferma di aver suonato in un locale di Dublino. Nessun cellulare, nessun documento, soltanto una pistola insanguinata nella giacca di Alice, che si trova inspiegabilmente a ottomila chilometri da casa. Inizia così una corsa contro il tempo tra verità nascoste, segreti dimenticati e una rete di inganni che porterà Gabriel e Alice molto più lontano di quanto avrebbero mai immaginato. Guillaume Musso conduce il lettore in un labirinto di suspense e sentimento, tenendoci con il fiato sospeso fino all’ultima pagina. Un thriller psicologico pieno di colpi di scena, dove nulla è come sembra e ogni singolo dettaglio può diventare la chiave per risolvere il mistero. Romanzo dopo romanzo, Musso ha costruito un legame unico con i suoi lettori. Nato ad Antibes nel 1974, ha iniziato a scrivere dopo gli studi e non si è più fermato, nemmeno quando è diventato professore di Economia. I suoi libri, tradotti in 40 lingue, e più volte adattati per il cinema, lo hanno consacrato come uno dei più importanti scrittori di noir. Il racconto epico di un luogo quasi ultraterreno, dove il sole resta alto nel cielo per sei mesi all'anno e si eclissa nella distesa di ghiaccio per altri sei. E' 'Polo Nord. Storia di un'ossessione', il libro dell'esploratore, alpinista e scrittore norvegese Erling Kagge che Einaudi manderà in libreria dal 15 luglio. Pochi luoghi sulla Terra suscitano da sempre l’inquietudine e il fascino esercitati dal Polo Nord. Per millenni, da Erodoto in avanti, viaggiatori, cartografi, scienziati si sono interrogati sul punto piú settentrionale del pianeta. E fu soltanto con le prime, leggendarie spedizioni guidate da Fridtjof Nansen e Robert Peary all’inizio del Novecento che molti misteri vennero svelati. Erling Kagge, che al Polo Nord ci è arrivato a piedi nella primavera del 1990, ricostruisce le principali esplorazioni tra i ghiacci e restituisce la suggestione del silenzio, il bagliore, l’incanto di un luogo mitico. 'Polo Nord. Storia di un’ossessione' è un libro su quel manipolo di visionari che ha inseguito un sogno magnifico e su un universo magico ma fragilissimo che sta mutando forse per sempre. La più grande passione sportiva del Paese al suo apice: la Nazionale azzurra. A raccontarla è il giornalista e scrittore Marino Bartoletti in 'La storia del calcio azzurro in 50 ritratti', in libreria con Gallucci editore dal 18 luglio. Nel libro gli indimenticabili protagonisti di ogni tempo vengono riuniti per celebrare il fascino senza confini del calcio giocato. L’amatissimo giornalista sportivo Marino Bartoletti, con la sua eccezionale abilità nel trasformare passioni e sogni in parole, racconta i 50 azzurri che hanno fatto la storia del calcio italiano e mondiale: un’avventura piena di determinazione, eleganza, tattica, forza, precisione, tenacia, dagli esordi pioneristici di inizio Novecento alle 4 sensazionali vittorie della Coppa del Mondo. Una spettacolare epopea italiana arricchita dalle ispirate illustrazioni di Mauro Mazzara.
(Adnkronos) - Un angolo gourmet in un luogo dove il lusso ha un tocco umano. L’indirizzo che non ti aspetti, nel cuore di una delle città d’arte tedesche più amate, e che spicca tra un’offerta mediamente distante dagli standard nostrani. E’ il Gewandhaus di Dresda, hotel a cinque stelle del Gruppo Marriott Bonvoy (Autograph Collection) che in questa città della ex Germania Est rasa al suolo sul finire della Seconda Guerra mondiale, e poi orgogliosamente ricostruita, ha puntato su un’offerta food&beverage di altissimo livello e, soprattutto, con un format unico nel suo genere, che comprende un ristorante specializzato nella carne e un cake-shop. Il concept del ristorante interno all’albergo, aperto anche a clienti esterni con ingresso diretto dalla strada, è tutto nel nome: [m]eatery. Un vero e proprio invito rivolto ai meat-lovers per venire ad assaporare carne di eccellente qualità. A rendere originale la proposta è il fatto che qui la carne non viene solo selezionata dai migliori allevamenti e cucinata a regola d’arte, ma viene anche stagionata a secco ‘in casa’ all’interno di una cella climatizzata a vista, come la cucina, da cui il cliente può vedere il grado di maturazione e scegliere il taglio. Questo procedimento, che assicura la giusta temperatura fredda, un’elevata umidità e la costante circolazione di aria, consente di ottenere un manzo più tenero e dal gusto più concentrato. E le preparazioni sono le più varie, dalla tartare per gli amanti del crudo alla tagliata italian style, passando per le immancabili bistecca e filetto, fino ai tagli tipicamente americani come la rib-eye e la t-bone; tutto servito con una varietà di salse di accompagno e contorni a scelta. Un locale che è al tempo stesso una steakhouse per intenditori e un pub di lusso ma anche un ‘botanist bar’, con ricca carta di vini, birre, distillati e più salutari succhi e centrifugati. A completare la speciale offerta food&beverage del Gewandhaus hotel di Dresda è il Kuchen Atelier, una pasticceria raffinatissima che offre una selezione di torte e pasticcini, realizzati con ingredienti di prima qualità, dalla frutta fresca e secca al cioccolato fondente. Ce ne sono per tutti i gusti, dai macaron, ormai divenuti internazionali, all’Eierschecke, dolce tradizionale della città di Dresda: una torta a tre strati, con una base di pasta lievitata, uno strato intermedio di crema pasticcera e uno superiore a base di uova, burro, zucchero e vaniglia. Il Kuchen Atelier occupa un angolo colorato dell’albergo, a cui si accede dalla hall e, anche in questo caso, direttamente dalla strada; i dolci fanno bella mostra di sé nelle teche una volta usciti dalle mani del maestro pasticcere Dirk Gunther. Kuchen Atelier, infatti, è aperta a chiunque voglia acquistare un dolce, ordinarlo magari per una ricorrenza, oppure consumarlo in loco, che si sia alloggiati in hotel oppure clienti esterni. Così, a una certa ora soprattutto del pomeriggio gli eleganti saloni al piano terra del Gewandhaus, compreso il suo cortile interno coperto, diventa un luogo di ritrovo e un punto di riferimento per i più golosi che si danno appuntamento qui per gustare un irresistibile dolce accompagnato da un tè, un caffè o una bibita (da provare una speciale limonata bio alle erbe). Come spiega il direttore dell’hotel Gewandhaus, Stephan Becker, “questo è un format creato dalla proprietà, un piccolo Gruppo che è in franchising con Marriott fin dal 2015, anno in cui l’hotel è stato rinnovato”. “Nel ristorante, il cliente sceglie il taglio di carne che preferisce dalla vetrina: è la carne migliore, proveniente da Argentina, Stati Uniti e da allevamenti locali. Si può scegliere addirittura il coltello, che per i più affezionati viene personalizzato. Anche nella pasticceria è tutto fatto in casa dal nostro pasticcere e si può vedere la preparazione. Spesso ci ordinano torte particolari per occasioni speciali. Vero valore aggiunto è poi il personale, molto attento, fidelizzato, flessibile: qui, infatti, tutti sono sempre pronti a dare una mano per qualsiasi necessità, ad aiutarsi l’un l’altro nei vari reparti”, sottolinea. Il Gewandhaus è un hotel che, spiega il direttore, “vanta una clientela abituale, molti americani, ma anche tedeschi; tante le persone dall’Asia e dall’Europa dell’Est; Oltre agli ospiti dell’hotel, per il ristorante abbiamo una clientela esterna, anche business durante la settimana, mentre nei weekend prevalgono i turisti in città per un city break”. Una storia, quella del Gewandhaus, che va di pari passo con quella di Dresda. L’edificio infatti è menzionato fin dal 1295, ai suoi albori, e da allora ha seguito le sorti della città, fino al bombardamento del 1945, quando della struttura riprogettata nel 1724 dall’architetto Johann Friedrich Knobel rimasero solo tre muri esterni. Fu ricostruito, come tutta la città, esattamente dov’era e com’era, al numero 1 di Ringstrasse, in quello stile tra il Barocco e il Classicismo che nel 18° secolo rifletteva l’animo culturale ma anche mercantile del tempo. Il Gewandhaus, infatti, è stato in fasi alterne azienda, banca, teatro e poi albergo dalla ricostruzione del 1997 fino al rinnovamento che 10 anni fa lo ha reso il cinque stelle di oggi, con 94 camere e 3 suite. Il cortile interno coperto, da cui si accede anche alla Spa, ricorda i palazzi ringhiera e soprattutto offre un’atmosfera raccolta e al tempo stesso maestosa. Fiore all’occhiello sono gli arredi, tutti realizzati da artigiani del territorio, in un’ottica di sostenibilità. L’albergo si trova proprio a fianco del Rathaus e da qui ci si può facilmente muovere a piedi per una passeggiata in centro. Pochi passi e si è alla Kreuzkirche, con la sua inconfondibile torre campanaria, e nella piazza dell’Alt-Markt. Da qui, è facile raggiungere il Neumarkt con l’iconica Frauenkirche, emblema della ricostruzione post-bellica. Pochi passi ancora e si può passeggiare sulla terrazza affacciata sull’Elba, con la vista sul quartiere di Neu-Stadt, arrivare alla Cattedrale e al Castello o alla zona dei musei con il palazzo dello Zwinger, e il Semperoper, uno dei teatri più importanti della Germania. Tutto raggiungibile a piedi in pochi minuti, così come, in direzione opposta, la zona commerciale fino alla stazione centrale, dal Gewandhaus, dove le porte per viaggiatori e locals sono sempre aperte.
(Adnkronos) - Dalle infrastrutture ai servizi, dalla logistica all'economia circolare, fino a salute, sicurezza e riforestazione urbana. Per delle città intelligenti intese come un sistema basato su politiche e servizi per la salute e il benessere dei cittadini e delle imprese. È stato presentato oggi a Roma, presso la sede nazionale di Anci, Eco - Festival della mobilità sostenibile e delle città intelligenti, in programma il 16 e 17 settembre 2025 nel Centro Congressi di Piazza di Spagna, evento che fa il punto sullo stato dell’arte della transizione ecologica nella mobilità delle persone e delle merci nel nostro Paese. Nel corso dell’evento, giunto alla terza edizione, si svolgeranno incontri e interviste che metteranno a confronto i rappresentanti del mondo politico, istituzionale, accademico e imprenditoriale. Il pomeriggio del 16 settembre saranno organizzati tavoli di lavoro che vedranno protagonisti esperti e istituzioni, cui saranno invitate le aziende che vogliono operare in modo sostenibile. Tra i rappresentanti delle istituzioni che hanno già confermato la propria partecipazione all’evento: il presidente Commissione per l'ambiente, il clima e la sicurezza alimentare Parlamento Europeo Antonio Decaro, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, il viceministro alle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, il viceministro all'Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava, il presidente Anci Gaetano Manfredi, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. Dopo la survey dello scorso anno sui giovani e la mobilità sostenibile, a settembre Eco porterà i risultati di una ricerca realizzata dall’Istituto Piepoli sui temi della mobilità sostenibile e delle città intelligenti. L’indagine coinvolgerà un campione rappresentativo di 1.000 soggetti maggiorenni a cui verranno sottoposte domande sulle abitudini di spostamento, sulla consapevolezza dell’impatto ambientale delle proprie abitudini, sulla pluralità tecnologica, sull’economia circolare e sull’impatto dell’Ia nel mondo della mobilità e dei trasporti. L’indagine permetterà inoltre di realizzare l’indice della mobilità sostenibile dei cittadini italiani. Grazie anche al patrocinio di Anci, Eco ospiterà le buone pratiche e le esperienze che gli enti locali stanno mettendo in campo per favorire una transizione ecologica efficace. “La transizione verso una mobilità sostenibile non è più un orizzonte teorico, ma una sfida concreta che coinvolge ogni giorno milioni di cittadini, amministratori locali e imprese - dichiara Vito Parisi, vicepresidente Anci e delegato a Mobilità e Trasporto Pubblico Locale - Come Anci, crediamo che il cambiamento debba partire dai territori, costruendo città più vivibili, inclusive e interconnesse. Il diritto alla mobilità deve diventare realtà per tutti: accessibile, sicura, sostenibile. Eco Festival è un’occasione preziosa per creare alleanze, condividere buone pratiche e rafforzare il ruolo dei Comuni nel guidare l’innovazione urbana. Solo unendo visione, governance locale e partecipazione possiamo concretizzare questo diritto e costruire città davvero intelligenti”. Per l'assessore Patanè, “Eco, il Festival della Mobilità Sostenibile, è un evento sempre più importante perché, promuovendo buone pratiche, si concentra su un aspetto fondamentale: il cambiamento nelle abitudini di mobilità contro l’uso smodato delle automobili. Un tema su cui Roma Capitale si sta impegnando molto perché consideriamo come obiettivo prioritario della nostra amministrazione la riduzione del traffico veicolare privato a vantaggio dell’intermodalità e sostenibilità degli spostamenti. È fondamentale pertanto, in questa ottica, sensibilizzare i cittadini affinché il trasporto pubblico, la ciclabilità e la sharing mobility diventino prioritari rispetto all’utilizzo del mezzo privato”. Eco, evento aperto a tutti, istituzioni, cittadini, studenti, aziende, si svolge con il patrocino di Anci-Associazione Nazionale Comuni Italiani, Comune di Roma, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Bikeconomy Osservatorio e in collaborazione con Enel, Regionale - brand di Trenitalia (Gruppo Fs) - Intesa Sanpaolo, Alis, Conai, Amazon, che porteranno i loro ultimi progetti su temi quali le infrastrutture energetiche, la riforestazione urbana, l’economia circolare, la logistica sostenibile. Durante il Festival ogni partner premierà una realtà che si è distinta nei diversi ambiti della mobilità e della sostenibilità.