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(Adnkronos) - Un faccia a faccia per ricucire lo strappo, superare le frizioni e rilanciare la collaborazione tra due Paesi fondatori della Ue, legati - come ha sottolineato la premier Giorgia Meloni - da molti, moltissimi interessi in comune. Oggi 3 giugno il presidente francese Emmanuel Macron arriverà a Palazzo Chigi alle 18.00 per incontrare la presidente del Consiglio. Il bilaterale, annunciato mercoledì scorso mentre Meloni si trovava in Uzbekistan, giunge dopo settimane di incomprensioni culminate nella riunione del cosiddetto gruppo dei volenterosi, tenutasi due settimane fa a margine del vertice di Tirana, insieme al presidente ucraino Volodymyr Zelensky con una telefonata collettiva a Donald Trump. Un incontro al quale l'Italia non aveva preso parte: "L'Italia ha da tempo dichiarato che non è disponibile a inviare truppe in Ucraina e non avrebbe senso partecipare a formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità", ha spiegato Meloni, motivando così l'assenza italiana. "Fake news", è stata la risposta netta di Macron, che ha ribadito come l'ipotesi di invio di truppe europee in Ucraina non fosse all'ordine del giorno. Uno scambio acceso, l'ennesimo episodio di una relazione spesso complicata tra i due leader. Ora, però, si punta a voltare pagina. Soprattutto in vista di sfide cruciali, come un possibile disimpegno degli Stati Uniti, guidati da Trump, da alcuni dossier strategici, in primis quello ucraino. Fonti italiane vicine al dossier sottolineano che l'incontro di oggi sarà l'occasione per gettare le basi di un ulteriore rafforzamento dei rapporti tra Roma e Parigi, due Paesi "in prima linea sui principali fronti della politica internazionale", uniti anche da "profondi legami bilaterali e da una collaborazione economica di livello strategico". Sul tavolo ci saranno i dossier chiave dell'agenda europea: competitività, difesa comune, relazioni transatlantiche, contrasto all'immigrazione irregolare. Il tutto, spiegano le stesse fonti, "con l'obiettivo di costruire un'Europa più sovrana, più forte e più prospera". Tra i temi trasversali in agenda anche quello del finanziamento delle priorità strategiche dell'Unione, in vista dell'avvio del negoziato sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale. La sfida sarà reperire le risorse necessarie attraverso una combinazione di investimenti privati e fondi comuni. Le diplomazie di Italia e Francia lavoravano da tempo a questo primo bilaterale ufficiale tra Meloni e Macron. E proprio le parole distensive pronunciate da Meloni ad Astana, in Kazakistan, a margine del vertice Italia-Asia del 30 maggio, hanno rappresentato un'apertura significativa verso il Capo dell'Eliseo. Meloni ha definito "panna montata" le ricostruzioni sulle tensioni personali con Macron, precisando: "Moltissime volte ci siamo trovati d'accordo, altre volte ci siamo trovati meno d'accordo... Siamo due leader che si confrontano, ci siamo visti tantissime volte, ci vedremo anche questa, le materie da discutere sono una infinità e sono molto contenta che Emmanuel Macron venga a Roma, così avremo l'occasione per sederci con un po' di calma e affrontare i vari dossier". E ha aggiunto: "Italia e Francia sono due Nazioni amiche, alleate, sono due Nazioni che hanno posizioni totalmente convergenti su moltissimi dossier, sono anche Nazioni che delle volte hanno delle divergenze... I leader discutono, a volte discutono anche animatamente, ma questo non è che compromette o modifica i rapporti tra le Nazioni". Parole che gettano acqua sul fuoco di una relazione mai decollata e spesso conflittuale. Ora però si guarda avanti, con l'intenzione di scrivere un nuovo capitolo.
(Adnkronos) - "Il nuovo nucleare non va in sostituzione del fotovoltaico, serve piuttosto un mix con le rinnovabili". Lo ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, intervenendo al Festival del lavoro, in corso a Genova ai Magazzini del Cotone. "Il Consiglio dei ministri il disegno di legge l'ha licenziato- continua_ , sta avendo i pareri, naturalmente non è un disegno di legge qualsiasi. Come ha avuto modo di dire anche il presidente del Consiglio, a giorni dovrebbe arrivare in Parlamento e poi giustamente i tempi dovrà dettarli il Parlamento, li sceglierà autonomamente il Parlamento. È un ragionamento che va fatto bene perché va approvato il disegno di legge, che a sua volta è una delega e poi nei 12 mesi successivi vanno attuati i provvedimenti di delega. Questo permette di mettere nella condizione questo Paese, dico alla fine di questo decennio, inizio del prossimo, di fare le scelte".
(Adnkronos) - In occasione della XIII Edizione del Festival dell’Energia di Lecce, in programma fino al 31 maggio il vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto ha rimarcato nel corso del suo intervento l’augurio che il Festival dell’Energia diventi un luogo di dibattito, discussione e proposte di cui l’energia ne sia il tema centrale. “Il ruolo dell’Europa nel contesto mondiale deve essere centrale, da protagonista. Il tema evidenziato dai rapporti Draghi e Letta, rispetto al potenziamento del mercato unico, è centrale - ha affermato Fitto - La capacità di affrontare le grandi questioni geopolitiche deve essere vista in ottica prospettica, evitando che le grandi questioni sul futuro dell’Europa possano essere affrontate di volta in volta. Ritengo che il tema centrale che racchiude tutte le questioni sia la difesa come sicurezza. L’immediatezza degli scenari di guerra è un tema che tutti vivono in modo drammatico, ma il punto centrale è capire come l’Europa possa investire sulla difesa come strumento di sicurezza per individuare le modalità di crescita, di sviluppo e del suo protagonismo". "Occorre anche considerare la questione dell’autonomia strategica, ossia di come l’Europa possa essere in grado di avere al suo interno una capacità di autonomia rispetto a questioni fondamentali. Non si possono costruire soluzioni se si ragiona solo sull’oggi, ma è necessario trovare le giuste modalità per una programmazione adeguata capace di dare una prospettiva per il futuro - ha detto - In questo approccio, la memoria deve essere un punto di riferimento. Con la guerra Russo-Ucraina abbiamo scoperto una cosa che sapevamo tutti: la dipendenza energetica dalla Russia, ed è iniziata una stagione di recupero di questo ritardo che ha visto l’Europa adeguarsi attraverso una strategia diversa". "L’Unione Europea deve mettere in campo azioni, non per rispondere a urgenze, ma per trovare una programmazione adeguata capace di offrire una prospettiva per il futuro. Gli obiettivi da raggiungere sono molteplici: dalla riduzione delle emissioni all’integrazione delle fonti energetiche, alla riduzione dei combustibili fossili. Occorre adeguare le politiche europee, da una parte per essere più autonomi dal punto di vista energetico, e in secondo luogo mettere in campo un’azione mirata per ridurre le emissioni senza perdere di vista la valutazione dei costi, che rimane un aspetto centrale”, ha concluso il vicepresidente della Commissione Europea.