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(Adnkronos) - "Accogliamo con favore che la politica affronti il tema del fine vita definendo una norma specifica. L'Associazione italiana di oncologia medica, come altre società scientifiche, segue con attenzione il dibattito parlamentare. E' però necessario che le istituzioni si confrontino con le società scientifiche per risolvere alcuni aspetti centrali. Nutriamo forti perplessità sull'istituzione del Comitato nazionale di valutazione, a cui si vuole affidare l'incarico di decidere sulle richieste di aiuto medico nel morire. Inoltre, consideriamo inaccettabile che le spese per queste pratiche siano a carico dei singoli cittadini". Così l'Aiom, attraverso il suo presidente Francesco Perrone, prende posizione sul testo unificato del disegno di legge in materia di morte medicalmente assistita ('Modifica all'articolo 580 del Codice penale e ulteriori disposizioni esecutive della sentenza n. 242 della Corte costituzionale del 22 novembre 2019'). "Le richieste di aiuto medico nel morire da parte dei pazienti oncologici - osserva Perrone - sono poche rispetto all'alta incidenza dei tumori in Italia, che nel 2024 hanno fatto registrare 390.100 nuovi casi. Ma la nostra società scientifica ha sempre dato grande rilievo al tema e chiediamo quanto prima un confronto con le istituzioni", è l'appello del presidente Aiom. Il primo punto su cui l'associazione degli oncologi medici obietta è che "il Comitato nazionale di valutazione, organo di nomina politica, non garantisce né la verifica della specificità di ogni singola situazione clinica né una presa in carico tempestiva e personalizzata, purtroppo necessaria nel caso in cui a richiedere questa specifica assistenza sia un malato oncologico. Si possono ipotizzare forme alternative di garanzia per la società, ma non si può, in oncologia - precisa Perrone - assegnare ad altri la responsabilità delle scelte, sottraendole di fatto al naturale ambito della decisione condivisa nel contesto di relazione già esistente tra pazienti, nuclei familiari e medici oncologi". “Inoltre - sottolinea il presidente di Fondazione Aiom, Saverio Cinieri - i costi della morte medicalmente assistita non devono essere a carico del cittadino, altrimenti si determinerebbero disparità inaccettabili in base al censo. La richiesta di aiuto medico nel morire, invece, deve trovare spazio all'interno del Servizio sanitario nazionale, il solo che può garantire tutte le competenze e i percorsi integrati, incluse le cure simultanee e palliative necessarie per anticipare i bisogni, pianificare in modo condiviso le cure, assicurare al malato oncologico a fine vita e alla sua famiglia un'assistenza olistica, nel rispetto delle decisioni del paziente". Avverte Perrone: "Qualora ciò non accadesse, si creerebbero gravi disparità nell'assistenza ai cittadini e nella tutela del diritto alla salute". A dimostrazione dell'importanza del tema per l'oncologia - si legge in una nota - Aiom e Fondazione Aiom dedicano il convegno sulle 'Giornate dell'Etica' al 'Fine vita: la cura oltre la malattia'. L'appuntamento è in programma il 19 e il 20 settembre a Lecce.
(Adnkronos) - Con la Circolare 9/E del 24 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate interviene sul fronte della compliance fiscale, offrendo una visione più chiara del Concordato preventivo biennale (Cpb). Il documento interviene a dettagliare le nuove regole di adesione al concordato, che si applicheranno già a partire dal biennio 2025-2026 e lo fa disegnando un sistema più selettivo, ma al tempo stesso più flessibile e orientato al merito. Una riforma che chiama in causa il ruolo del professionista fiscale, sempre più strategico nel guidare imprese e contribuenti verso un rapporto più collaborativo e trasparente con il fisco. Secondo Raffaele Di Capua, fondatore dello studio Di Capua & Partners, la circolare rappresenta “un passaggio cruciale nel consolidamento del Concordato preventivo biennale come strumento di compliance evoluta". "L’introduzione di soglie massime per i contribuenti ad alta affidabilità fiscale e la possibilità di rimodulare la proposta in presenza di eventi straordinari - prosegue - segnano un’evoluzione verso una fiscalità più equa, trasparente e prevedibile. Di particolare rilievo è il nuovo regime opzionale di imposta sostitutiva, che, con aliquote graduate (10%-15%) in base al punteggio Isa, premia comportamenti virtuosi e continuità dichiarativa”. Ma non mancano le voci critiche. Secondo la visione di Proactiva, le modifiche introdotte rischiano di indebolire ulteriormente l’attrattività di uno strumento che, già nella sua prima versione, non aveva riscosso grande entusiasmo tra i contribuenti. “Dal punto di vista tecnico le novità rilevanti, che riguardano le nuove adesioni a partire dal biennio 2025 2026, prevedono l’introduzione di nuove cause di decadenza/cessazione introdotte al fine di contrastare possibili utilizzi distorsivi del nuovo istituto e una soglia massima relativa al maggior reddito non tassato eccedente quello concordato”, spiega Luca Bisignani, Partner di Proactiva Corporate & Tax. “Nel complesso si tratta di interventi solo parzialmente mitigati da altri di minor rilevanza, che inevitabilmente riducono l’appeal dell’Istituto il quale già di per sé non aveva incontrato particolari favori presso i contribuenti. Tali ulteriori limitazioni e restrizioni fanno ragionevolmente pensare che, nel corso dei prossimi anni, il Concordato preventivo biennale sia destinato a ‘sgonfiarsi’ al pari di altre agevolazioni che nel recente passato sono state introdotte con le migliori intenzioni per poi essere fortemente rimaneggiate e combattute all’esito delle prime verifiche sui dati di adesione e di gettito, come Industria 4.0 e 5.0 o il Superbonus al credito imposta R&S”, sostiene. Nella sua lettura Moore riconosce nella circolare un importante passo avanti verso un sistema di maggiore selettività, ma anche più maturo e orientato al merito. “L’introduzione di limiti quantitativi per i soggetti con elevato Isa è un messaggio chiaro”, aggiunge Paolo Borghi, partner dello studio Moore Professionisti Associati. “Il concordato - spiega - non è più solo uno strumento di semplificazione, ma diventa un vero e proprio patto di affidabilità tra contribuente e Amministrazione. Positiva anche l’apertura alla possibilità di comunicare eventi straordinari, che rende il meccanismo più flessibile e vicino alla realtà operativa delle imprese. Di contro, l’inasprimento delle cause di esclusione, penso soprattutto a operazioni straordinarie e partecipazioni incrociate, richiede una pianificazione ancora più attenta e consapevole. I controlli aumentano, ma crescono anche le tutele e i vantaggi per chi sceglie di aderire”. Un’evoluzione che rafforza ancora una volta il ruolo del consulente fiscale. “Dovremo guidare i clienti in scelte ponderate, valutando non solo la convenienza economica, ma anche la sostenibilità e la coerenza del percorso fiscale che intendono intraprendere”, conclude.
(Adnkronos) - Dal pesto con vasetti di vetro riciclato e basilico tracciabile con blockchain, allo sviluppo di fonti di energia rinnovabile, fino al miglioramento nutrizionale di 140 prodotti Mulino Bianco in 10 anni. Nel portafoglio del Gruppo Barilla (21 brand, oltre 2 milioni di tonnellate di prodotti realizzati nel 2024) ognuno ha una storia di sostenibilità da raccontare. Le presenta il nuovo Rapporto di Sostenibilità Barilla, che racconta 17 anni di impegno per l'ambiente, il benessere delle persone e il sostegno alle comunità. E, alla fotografia dei risultati raggiunti, aggiunge anche gli obiettivi al 2030, confermando la sostenibilità come perno strategico per il futuro. Un impegno che è valso a Barilla il riconoscimento, per il secondo anno consecutivo, di prima azienda alimentare al mondo per reputazione secondo il Global RepTrak 100. “Quello che condividiamo all’interno del nuovo Report di Sostenibilità è frutto di una visione che traccerà il percorso verso il nostro futuro - affermano Guido, Luca e Paolo Barilla nella lettera introduttiva al Rapporto di Sostenibilità 2024 - La strada sarà come sempre lunga e complessa, ma grazie all’impegno e alla passione delle nostre Persone, siamo pronti a proseguire il viaggio con la stessa intensità e determinazione con cui abbiamo iniziato”. "Il nostro impegno prende forma concreta attraverso un nuovo approccio strategico di sostenibilità, pienamente integrato con la nostra strategia di Business - ricorda Gianluca Di Tondo, amministratore delegato del Gruppo Barilla - Un percorso che ci guiderà fino al 2030, trasformando la nostra visione in azioni quotidiane e impegni concreti". RICETTE - I risultati 2024 raccontano che l'88% dei volumi venduti contiene un massimo di 5g di zucchero e non supera 0,5g di sale per porzione, con miglioramenti rispettivamente del +0,7% e +1,5% rispetto al 2023. Il 90% dei volumi sono fonti di fibre (+0,8% vs 2023), mentre il 65% dei prodotti da forno in monoporzione non supera le 150 kcal per porzione (+2,4% vs 2023). FILIERE SOSTENIBILI - Sviluppo varietale, disciplinari di coltivazione e strumenti digitali: la visione di Barilla per un’agricoltura più sostenibile, resiliente, efficiente e orientata al futuro oggi coinvolge oltre 7mila agricoltori e copre 815mila tonnellate di acquisti per le quattro filiere strategiche secondo i disciplinari sviluppati da Barilla Sustainable Farming: grano duro, grano tenero, segale e basilico. Barilla intende, inoltre, favorire una progressiva diffusione delle pratiche di agricoltura rigenerativa all’interno delle proprie filiere, con l’aspirazione di arrivare entro il 2030 a un approvvigionamento di 250mila tonnellate di materie prime provenienti da produzioni rigenerative certificate. Inoltre, il 100% delle uova acquistate da Barilla proviene da galline allevate a terra e l’azienda non effettua né finanzia test sugli animali. PACKAGING - In Italia il 100% delle confezioni di pasta, sughi, pesti, pani, biscotti e merende è disegnato per il riciclo, con istruzioni chiare per il corretto smaltimento e informazioni sui materiali utilizzati. Le 'blue box' per la pasta, per esempio, utilizzano cartoncino in fibra vergine da foreste gestite responsabilmente e la rinuncia alla 'finestrina' trasparente ha fatto risparmiare l’immissione sul mercato di circa 126mila kg di plastica all’anno. ENERGIA E ACQUA - Barilla già oggi utilizza il 48% dell’energia elettrica da fonti rinnovabili e negli ultimi cinque anni ha installato nei suoi stabilimenti impianti fotovoltaici per autoproduzione pari a 4MW. Attraverso l'Energy&Water Plan, un programma da 168 milioni di euro per migliorare l'efficienza energetica e idrica, arriverà ad installare 24MW totali al 2030. Nel 2024 sono entrati in funzione due nuovi impianti a Rubbiano (PR): uno da 1,5 MWp per il sito Sughi e uno da 0,3 MWp per il sito Bakery, che durante il periodo estivo grazie all’energia autoprodotta da fonti rinnovabili riescono a coprire già oggi il fabbisogno energetico di un giorno a settimana di produzione di salse, pesti e sughi pronti. Inoltre, negli ultimi due anni, è cresciuto del +164% il volume di acqua riciclata e recuperata per gli impianti dei siti produttivi in aree soggette a stress idrico. Nel solo plant di Rubbiano il volume di acqua recuperata all’interno del ciclo industriale negli ultimi due anni è stato pari al contenuto di 24 piscine olimpioniche. INCLUSIONE E PARITÀ - Quasi 9mila persone costituiscono il cuore e la forza motrice del Gruppo Barilla. Dal 2020 il Gruppo ha raggiunto la parità retributiva di genere e nel 2023 è stata annunciata una nuova policy per il congedo di paternità e maternità, che garantisce a tutti i genitori del Gruppo un minimo di 12 settimane di congedo retribuito al 100%, indipendentemente dal genere, dallo stato maritale e dall’orientamento sessuale. E dal 2024 è stata avviata una partnership con Lead Network, organizzazione non profit che sostiene l'avanzamento delle donne nel settore della vendita al dettaglio e dei beni di consumo in Europa. Oggi il 35% degli Executive e Manager di Barilla sono donne, con l’impegno di raggiungere il 40% al 2030. COMUNITÀ - Nel 2024 Barilla ha devoluto oltre 2 milioni di euro a favore delle comunità locali e donato più di 3.700 tonnellate di prodotti alimentari. L'azienda ha dedicato oltre 1.000 ore di volontariato aziendale, coinvolgendo in Italia oltre 300 dipendenti in iniziative sul territorio per favorire l’accesso al cibo e contrastare l’eccesso alimentare, in collaborazione con Banco Alimentare, Croce Rossa Italiana e Caritas Diocesana. Rientra in questo percorso anche la recente donazione in favore dell’Unhcr per supportare gli interventi di emergenza a seguito del devastante terremoto in Myanmar. FATTURATO 2024 E OBIETTIVI 2030 - Con un fatturato 2024 di 4.883 miliardi di euro (+1,7% al netto dell’effetto cambio) il Gruppo Barilla rafforza la sua leadership nel costruire un modello alimentare più equo e innovativo; 300 milioni di euro sono stati destinati a supporto dello sviluppo industriale, dell’innovazione e del miglioramento continuo. Con 50 milioni per progetti focalizzati su qualità, sicurezza alimentare, nutrizione e benessere e packaging sostenibile. Seguendo questa rotta, Barilla traccia obiettivi precisi per il 2030, in linea con il recente rinnovato impegno Sbti a 1.5°: 250.000 tonnellate annue di materie prime da agricoltura rigenerativa; 24 MW di potenza installata per l'autoproduzione da fonti rinnovabili; +250% di riciclo dell'acqua nelle aree a stress idrico; -4.000 tonnellate di materiale di packaging risparmiate grazie a progetti di eco-design; nel 90% dei volumi venduti un massimo di 0,5 g di sale per porzione, il 95% sarà fonte di fibre.