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(Adnkronos) - Il 'colpo del secolo' realizzato soltanto poche settimane fa in uno dei musei europei più grandi e importanti del mondo, ha messo in luce quanto possa scoprirsi fragile anche un sistema di sicurezza di un’eccellenza a livello globale. Tra videocamere analogiche e datate, sensori perimetrali inattivi, sistemi informatici non aggiornati, scarsa attenzione alle più semplici regole dettate dalla cyber security (password inefficaci e non cambiate frequentemente) e carenza di personale di vigilanza in servizio, il furto, al di là dell’enorme valore delle opere sottratte, appare di incredibile gravità proprio a causa delle tante concause che possono averlo reso, a tutti gli effetti, di semplice attuazione. Quanto accaduto si profila certamente come un caso di particolare riflessione per il settore della sicurezza museale, che rappresenta uno dei più interessanti contesti di applicazione delle tecnologie in mostra a 'Sicurezza', manifestazione dedicata a security&fire in programma da oggi al 21 novembre a Fiera Milano. 'Sicurezza' fa parte di Miba-Milan international building alliance, il format che la vede svolgersi in contemporanea con Gee-Global elevator exhibition, manifestazione dedicata alla mobilità orizzontale e verticale, Made expo, evento leader in Italia per il mondo dell’edilizia e dell’architettura e Sbe-Smart Building Expo, manifestazione della home and building automation e dell’integrazione tecnologica. Il 'colpo del secolo' non è certo un caso isolato: il database dell'Interpol, l'unico che contiene informazioni certificate dalla polizia su oggetti d'arte rubati e scomparsi nel mondo, registra, ad oggi, immagini e descrizioni di 57.000 opere mai ritrovate. Nel solo 2025 un’azione congiunta delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di 80 persone e al sequestro di oltre 37.700 beni culturali implicati nel traffico illecito, a dimostrazione di un mercato attivo e ben organizzato. In Italia è il comando carabinieri tutela patrimonio culturale a occuparsi del recupero di opere trafugate, ma la prevenzione resta lo strumento principale a tutela del patrimonio artistico, culturale e museale. Le soluzioni tecnologiche ci sono: l'Intelligenza artificiale a bordo delle videocamere è in grado di identificare movimenti sospetti e di seguire i malintenzionati anche in folle numerose, grazie all’elaborazione dei big data; i sistemi di controllo accessi sono capaci di reagire in modo autonomo a potenziali tentativi di effrazione e si possono avvalere di sistemi biometrico-digitali per accessi sensibili; soluzioni integrate di antintrusione permettono la gestione da remoto in un’unica piattaforma con alert automatici. Il tutto, reso efficiente e protetto grazie alle nuove potenzialità della cybersecurity, ambito ormai fondamentale per la gestione e la tutela di sistemi che gestiscono immense quantità di dati. A 'Sicurezza' le soluzioni più avanzate saranno presentate da oltre 340 espositori italiani e internazionali, offrendo una tra le panoramiche più importanti a livello europeo per i settori della security e dell’antincendio. Ma la sola tecnologia, per quanto all’avanguardia, non basta: le soluzioni digitali della security funzionano solo se gestite da risorse professionali competenti, per creare sistemi 'ibridi' uomo-macchina efficaci e resilienti di fronte a minacce sempre più ampie e complesse, come quelle che possono insidiare il patrimonio artistico. Per questo, 'Sicurezza' dedicherà un incontro di approfondimento a una nuova figura professionale, il cultural security manager: un professionista capace di integrare tecnologie avanzate, visione strategica e sensibilità culturale per garantire la protezione e la fruizione del patrimonio, trasformando la sicurezza in un fattore di sviluppo e reputazione per enti pubblici e imprese. Proprio per offrire l’opportunità concreta di acquisire gli skill necessari per questo profilo, Fondazione Enzo Hruby e Università di Pavia hanno lanciato un corso di perfezionamento in Cultural security management, un percorso unico in Italia che forma nuove competenze manageriali e tecniche al servizio della cultura. Il corso sarà illustrato domani, 20 novembre, dalle ore 14.15 nella Cyber & Security Arena (Pad. 5). Attraverso 'Sicurezza', proprio da un Paese come l’Italia che è tra i più ricchi al mondo di opere d’arte, può, dunque, arrivare una risposta concreta all’esigenza di tutelare il patrimonio museale. Perché la sicurezza non è una spesa, ma un investimento e un dovere fondamentale per assicurarci che l’eredità culturale del nostro passato possa restare anche come parte del futuro di tutti noi.
(Adnkronos) - Prende avvio il 20 novembre presso la sede di Arpa Lazio a via Saredo, l’Open school Lazio, una delle tappe del progetto nazionale “Open school copernicus Ismea per la rete Pac”. All'evento interverranno il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e l'assessore al Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura e Sovranità alimentare della Regione Lazio Giancarlo Righini; in conclusione, porterà il proprio saluto il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida. L’iniziativa rappresenta un percorso di formazione, informazione e addestramento dedicato all’utilizzo del Programma europeo di osservazione della terra Copernicus e dei suoi servizi, a supporto di un’agricoltura sempre più innovativa, sostenibile e connessa ai sistemi di conoscenza e innovazione in agricoltura (Akis). Organizzata da Ismea, nell’ambito del Programma Rete Pac 2025-2027 coordinato dal ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle foreste, la Open School Lazio si realizza grazie alla collaborazione di un ampio partenariato istituzionale e scientifico che coinvolge l’Autorità di Gestione della Regione Lazio, Arsial, Arpa Lazio, il coordinamento nazionale della Copernicus Academy, gli Stati generali dell’innovazione, le università di Roma 'La Sapienza' e 'Tor Vergata', l’università degli studi della Tuscia, Ispra, Crea e Agea. L’obiettivo specifico dell’edizione laziale della Open School, intitolata 'L’osservazione della Terra per la gestione dei territori rurali e dei rischi agricoli correlati alla scarsità idrica', è sensibilizzare e formare operatori, studenti universitari, consulenti e tecnici sull’uso integrato di tecnologie satellitari, dati geoinformativi e strumenti ict per la gestione sostenibile delle risorse agricole e ambientali. Queste conoscenze, oggi più che mai, rappresentano un valore aggiunto per la gestione e tutela dell’ambiente da parte delle imprese agricole e per la modernizzazione dell’agricoltura, obiettivo della Politica Agricola Comune (Pac), non solo in funzione delle erogazioni dei contributi, ma anche per i successivi controlli. La Open School Lazio si svolgerà in quattro giornate: 20-21 e 27 -28 novembre 2025 e offrirà ai partecipanti: sessioni formative sui fondamenti dell’osservazione della terra, della geoinformazione e dell’ict, con un focus su open data e open source; dimostrazioni pratiche e addestramento all’uso dei dati e dei servizi messi a disposizione in modo aperto e gratuito da Copernicus e di quelli mirati ed integrativi sviluppati da alcune pmi o dalle amministrazioni; un contest finale, durante il quale i discenti, guidati da tutor esperti, saranno chiamati ad affrontare una problematica consulenziale reale utilizzando le competenze acquisite. La giornata inaugurale vedrà anche la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni nazionali e regionali, tra cui: Livio Proietti, presidente Ismea, Sergio Marchi, direttore generale Ismea, Tommaso Aureli, Direttore Generale Arpa Lazio, Massimiliano Raffa, presidente Arsial; Roberto Aleandri, direttore della direzione regionale agricoltura e sovranità alimentare della Regione Lazio, Andrea Rocchi, presidente Crea e Francesco Sofia, direttore area gestione, sviluppo e sicurezza dei sistemi informativi Agea. Copernicus è il programma di osservazione della Terra dell’Unione Europea, gestito dalla Commissione europea in collaborazione con gli Stati membri, che mette a disposizione servizi e dati ambientali basati su osservazioni satellitari e misurazioni in situ. Le informazioni, liberamente accessibili a tutti, supportano istituzioni, imprese e cittadini nel monitoraggio dell’ambiente, nella gestione delle risorse naturali e nello sviluppo sostenibile. Per diffondere la conoscenza e l’utilizzo dei dati Copernicus, nel 2016 è nata la Copernicus Academy, una rete europea che coinvolge università, enti di ricerca e istituti di formazione, con l’obiettivo di promuovere competenze e consapevolezza sull’Osservazione della Terra e sulle sue applicazioni nei diversi settori – dall’agricoltura alle scienze sociali. Dal 2021 Ismea fa parte ufficialmente della rete Copernicus Academy, con il compito di valorizzare il potenziale dei dati satellitari per il mondo agricolo e rurale. In quest’ambito le Open school Copernicus Ismea rappresentano un modello a rete che favorisce la collaborazione tra enti pubblici, università, centri di ricerca, arpa regionali e imprese dotate di specifiche competenze Copernicus. Ad aprile di quest’anno Ismea, in qualità di rappresentante istituzionale del settore agricolo all'interno della rete europea della Copernicus Academy, ha preso parte alla General assembly degli EU space networks, l'appuntamento annuale promosso dalla Commissione Ue che riunisce i membri della rete che contribuiscono a far conoscere il programma spaziale europeo a livello globale.
(Adnkronos) - “C'è una similitudine tra donne, gentilezza e acqua. Quest'anno abbiamo dedicato alle donne la maggior parte dei nostri interventi. È importante esaltare la competenza e la professionalità femminile, perché è un motore di innovazione e sostenibilità”. Così Enrico Boerci, presidente e Ad di BrianzAcque, intervenendo, oggi a Palazzo Lombardia, alla terza edizione de ‘La Sensibile Magia dell’Acqua’, un evento organizzato con lo scopo di offrire ispirazioni sul tema dell’acqua, creando connessioni e stimolando riflessioni sul benessere umano e la prosperità economica, attraverso il dialogo tra istituzioni, imprese, professionisti e protagonisti della società civile. Al centro dell’evento, ideato e curato dall’architetto Alessia Galimberti, voci e visioni di donne protagoniste tra impresa, istituzioni e cultura, per ribadire come la prospettiva femminile possa rappresentare un volano di sviluppo sostenibile e innovazione per il settore idrico e per la comunità. “Per la terza volta riusciamo a declinare l’acqua in una forma che non è liscia, non è gassata, ma è un’acqua di relazione - afferma Boerci - Lo facciamo qui a Palazzo Lombardia, in una location importante, per condividere con i nostri stakeholder, i soci e Regione Lombardia i risultati del nostro operato il cui merito è dei nostri collaboratori, che con professionalità, dedizione, determinazione e cuore lavorano nell’attività routinaria e anche in attività innovative. Ci rendono felici e orgogliosi dei risultati che riusciamo a portare sul territorio e fuori dai confini della nostra competenza territoriale”, conclude.