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(Adnkronos) - Quando si parla dell’importanza di fare sistema “credo che ognuno debba provare a fare al meglio possibile il lavoro che è capace di fare. Nessuno si deve inventare, ognuno si deve concentrare su quello che è il suo mandato e quello che ritiene di far meglio. L’azienda che rappresento fa raccolta e trattamento rifiuti, e dunque ci concentriamo sul tema del recupero. Serviamo circa 4 milioni di abitanti e il nostro obiettivo principale all'interno di questa filiera, che non riguarda solo il legno ma tutto il tema del recupero di materia, è quello di intercettare il più possibile, in maniera pulita, i materiali che passano all'interno delle case”. Lo afferma Eugenio Bertolini, amministratore delegato di Iren Ambiente al convegno ‘Il futuro del mondo legno: economia circolare e risorse forestali’ a Mantova, organizzato da Rilegno e Conlegno. Questo processo di recupero “viene già fatto per alcuni materiali in maniera più diffusa sul territorio - aggiunge - In altri casi, come quello del legno, si devono dotare i nostri territori di una rete importante di centri di raccolta, che consentano ai cittadini, e in parte anche alle piccole imprese che producono pochi materiali di scarto, di avere dei punti vicini, comodi e aperti il più possibile dove portare i materiali che possono essere recuperati”. Con il progredire delle tecniche di recupero, divisione e riciclaggio dei materiali “oggi è possibile recuperare anche il legno ‘sporco’, con impurità o con dentro pezzi di vetro o ferro”. “Il primo tema è quindi quello di far bene il recupero e garantire la qualità dei materiali riciclati - conclude - poi si deve lavorare su come utilizzare questi materiali riciclati per produrne di nuovi, composti esclusivamente da legno riciclato. Per fare questo abbiamo stipulato pochi mesi fa un accordo, grazie anche alla cooperazione e al supporto di Rilegno, con un gruppo significativo di imprese che acquistano, utilizzano o commercializzano questi materiali”.
(Adnkronos) - "Il ruolo del Consorzio di Rilegno è fondamentale per quanto concerne la possibilità di creare dei progetti che ottimizzino e migliorino le risorse forestali. Come prescritto dalla normativa sulla responsabilità estesa dei produttori, che nel campo degli imballaggi è in vigore da più di 25 anni, il Consorzio continua a svolgere, per conto delle aziende, le attività inerenti al fine vita dei materiali, dando la possibilità di poter accedere a un materiale che altrimenti andrebbe disperso. Ciò fa in modo che il sistema produttivo e il sistema forestale abbiano i tempi e i processi giusti per restare sostenibili”. Sono le parole di Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, al convegno ‘Il futuro del mondo legno: economia circolare e risorse forestali’ a Mantova, organizzato da Rilegno e Conlegno. “Il consorzio non è altro che il punto di equilibrio tra la produzione e il mondo del riciclo delle materie prime. C’è la necessità di essere sempre pronti a cogliere le opportunità di intraprendere nuovi progetti che vanno nella direzione del miglioramento delle aziende del legno - spiega - Abbiamo deciso di fare questo convegno anche per dimostrare che solo insieme si può fare qualcosa che serve a tutti, siamo aperti ad ogni forma di collaborazione perché è necessaria per puntare a progetti innovativi. Quello che noi facciamo non lo facciamo per noi o per le aziende, ma per il sistema Paese". “La crisi che, secondo tanti, sta colpendo il settore del legno non è dettata dalla disponibilità di materiali ma dai prezzi, un fattore da sempre presente nel nostro mondo. Se guardiamo i dati dell'immesso al consumo negli ultimi tre anni, vediamo che sono numeri in crescita. Bisogna quindi lavorare sul mercato della vendita, un aspetto più difficile perché siamo il mercato non lo si può controllare, si può solo cercare di conoscerlo”, conclude.
(Adnkronos) - L'Erc, istituito dall'Unione Europea nel 2007, è il principale ente europeo di finanziamento della ricerca di frontiera di eccellenza. Finanzia ricercatori creativi di qualsiasi nazionalità ed età per la realizzazione di progetti in tutta Europa. Il progetto Chopin (acronimo di Atomistic approaches for plasmonic photo induced phenomena) di Tommaso Giovannini, docente di Fisica teorica della materia condensata al dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata, si è aggiudicato l’ambito finanziamento europeo nella sezione Starting Grant (STG), unico Standing Grant per l’anno 2025 nell'Ateneo. “Il mio progetto - spiega Giovannini - riguarda lo sviluppo di modelli teorici per lo studio di processi fotoindotti da plasmoni superficiali localizzati. Questi vengono generati quando la luce che è una radiazione elettromagnetica interagisce con nanoparticelle metalliche, ad esempio d'oro o argento, che sono capaci di concentrare l’energia in spazi nanometrici dell'ordine di un miliardesimo di metro. I plasmoni superficiali localizzati sono oscillazioni elettroniche collettive in materiali nanostrutturati, eccitate dalla luce. Le proprietà uniche dei plasmoni superficiali consentono di attivare processi fotoindotti, come reazioni chimiche, utilizzando condizioni di gran lunga più sostenibili rispetto alla catalisi convenzionale. Il campo che studia questi fenomeni prende il nome di catalisi plasmonica. La catalisi plasmonica è un approccio innovativo che sfrutta le proprietà ottiche dei plasmoni superficiali per promuovere reazioni chimiche". “In questo modo - prosegue Giovannini - si possono generare campi elettrici molto intensi, che insieme ad altri fenomeni quantistici sono in grado di modificare la chimica di sistemi molecolari in prossimità della loro superficie e in particolare la loro reattività". Il grande interesse attuale verso la catalisi plasmonica in termini di sostenibilità è dovuto al fatto che essa consente di ridurre il consumo energetico associato alla catalisi convenzionale, sostituendo condizioni drastiche, come alte temperature o pressioni, con l’uso di luce visibile o solare. La catalisi plasmonica può infatti avere vari utilizzi, in particolare per la chimica sostenibile e l’energia verde. Alcuni esempi di reazioni di grande impatto che possono essere guidate o accelerate tramite processi plasmonici includono, tra le altre, la riduzione dell'anidride carbonica a combustibili o molecole di interesse chimico, la generazione di idrogeno tramite scissione fotoindotta dell’acqua, la fissazione dell’azoto in condizioni blande, l’attivazione di metalli abbondanti sulla Terra, come ad esempio il ferro, che sono normalmente cataliticamente inattivi. “Chopin ha l’obiettivo di costruire nuovi metodi teorici per modellizzare e prevedere questi fenomeni complessi, attraverso una descrizione atomistica sia dei sistemi molecolari che delle nanostrutture. Grazie a metodologie avanzate che uniscono chimica teorica, fisica della materia e elettrodinamica quantistica, sarà possibile descrivere in dettaglio come le nanoparticelle plasmoniche assorbono luce, trasferiscono energia e guidano reazioni chimiche in varie condizioni. Chopin creerà un ponte diretto tra teoria ed esperimento, aprendo la strada a una progettazione razionale di nanomateriali in grado di sfruttare la luce solare per processi chimici più efficienti e sostenibili”.