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(Adnkronos) - Un nerd sulle tracce del killer di Brian Thompson, il Ceo di UnitedHealthcare ucciso a colpi d'arma da fuoco a Manhattan, New York. La polizia indaga per trovare l'assassino, che ha commesso l'omicidio sparando più volte a distanza ravvicinata. Thompson, secondo gli investigatori, aveva ricevuto minacce. Il manager era alla guida del colosso che fornisce assicurazioni e benefit farmaceutici, una delle più grandi aziende del settore negli Usa. Mentre la Grande Mela è sotto choc per il delitto e la polizia offre 10mila dollari a chi fornirà informazioni utili, ad offrire tessere utili del mosaico provvede un vero e proprio nerd, Riley Walz: un giovane con la passione per i computer e per i dati più curiosi da raccogliere e archiviare. Walz, che su X è l'utente @rtwlz, si ritrova ad avere un ruolo nelle indagini grazie alla sua passione. La polizia fa sapere che il killer ha usato una bici elettrica per lasciare la scena del crimine. E Walz, probabilmente l'unico in tutta America, come hobby ha la raccolta di dati relativi agli spostamenti delle e-bike a New York. "Mi capita di raccogliere in continuazione i dati, così posso vedere dove vanno le singole biciclette", spiega. I riflettori vengono puntati sulla zona dell'omicidio. Walz individua "l'unica bicicletta partita entro 10 minuti dalla sparatoria e diretta a nord". Il giovane fornisce il numero identificativo della e-bike e gli orari di partenza e di arrivo, conferma di aver fornito tutte le informazioni al Dipartimento di New York, che potrebbe sfruttare l'assist per restringere l'area delle ricerche, con particolare riferimento alle telecamere presenti sul tragitto. I tweet del nerd-detective collezionano centinaia di migliaia di visualizzazioni, i commenti aumentano a ritmo vertiginoso: c'è chi si congratula, chi dubita della sanità mentale del giovane appassionato di dati di e-bike, chi prova a confutare le tesi investigative proponendo altri elementi e valutazioni. Intanto, @rtwlz si gode la fama inattesa: "Mi rendo conto di quanto possa sembrare folle dire 'mi capita di recuperare dati delle bici elettriche'...Volevo solo fare un piccolo esperimento di visualizzazione dei dati...".
(Adnkronos) - “Oggi è una giornata estremamente importante. in occasione della Giornata internazionale della disabilità l'Inail ha deciso di intitolare il proprio auditorium della sede centrale al dottor Antonio Maglio, una figura fondamentale per l'istituto ma anche per lo sport paralimpico italiano. È stato il padre delle Paralimpiadi, a partire da Roma nel 1960, dando il via ad una storia che continua fino ai giorni nostri e che ha dato tantissime grandi soddisfazioni allo sport italiano, come abbiamo potuto vedere recentemente nelle Paralimpiadi di Parigi. Il dottor Maglio, peraltro, per l'Inail è stato veramente un capostipite della riabilitazione, responsabile del nostro centro ad Ostia, ed è stato veramente il moderno ispiratore della nuova riabilitazione, finalizzata a restituire alle persone una vita lavorativa normale”. Lo ha affermato Fabrizio D’Ascenzo, presidente dell’Inail, alla cerimonia di intitolazione dell'Auditorium Inail al Professor Antonio Maglio.
(Adnkronos) - "Dalla Social Sustainability Week ci aspettiamo soprattutto tanti paradossi". Così Cristina Cenci, Senior Partner Eikon Strategic Consulting Italia e presidente Reworld intervenendo all’evento di apertura della Social Sustainability Week ‘I giovani e la sostenibilità, talenti da valorizzare’, questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma "Il primo - spiega - da un lato la sostenibilità sociale riguarda ognuno di noi, dall’altro è socialmente invisibile. A due livelli almeno: quando si dice sostenibilità ognuno di noi vede 'verde' (ambiente, natura, ecc...) ma non possiamo dimenticare che esiste una sostenibilità sociale. Se riusciamo a superare il 'verde', c'è un'altra associazione spontanea: la parola 'aiuto', cioè la sua declinazione come responsabilità di prendersi cura di chi ha più bisogno, una declinazione assistenzialista che è una componete ma non è l'unica e ci distoglie dal pensare la sostenibilità sociale come leva strategica di trasformazione". "Secondo paradosso: se si mette una 'S' davanti ad una serie di parole, questa ne trasforma il significato (comunicare-scomunicare, correre-scorrere, ecc...). La sostenibilità sociale nei suoi obiettivi rischia spesso di trasformarsi nel suo contrario: ci diamo un obiettivo e purtroppo ne deriva un altro; un fattore 'S' che da un lato trasforma, dall’altro inverte", continua. "Terzo paradosso: mi collego all’Agenda 2030 e alla nuova direttiva Ue che porterà migliaia di aziende a confrontarsi con la dichiarazione non finanziaria cioè con il racconto della loro azione sostenibile. Rischiamo che questa rendicontazione miri a standardizzare ciò che non può essere standardizzato: il sociale, la qualità soggettiva, l'adattamento, la trasformazione, il dinamismo. Altrimenti lo sterilizziamo. Allo stesso tempo lo dobbiamo misurare per poterci dare degli obiettivi". L'ultimo paradosso riguarda la Diversity&Inclusion. "Siamo a rischio perché per come si sta strutturando rischiamo che questa Diversity assuma le forme di un neo razzismo, identificando delle caratteristiche specifiche di una persona e trasformandole nella caratteristica unica di questa persona che poi includiamo nella nostra presunta normalità. Di tutto questo vogliamo parlare e i giovani sono uno specchio importante di questi paradossi", conclude.